Dai piedi in su atto III
di
cagnetta rottainculo
genere
dominazione
Mi squilla il cell: “Terza sera fra le mie grinfie?”. Rispondo: “Sì, sì ,sì”. “Ore 21”. “Confermo”. Arrivo, suono, entro, mi svesto e mi presento al padrone. R.O. (= Ricevo Ordine) ripeti adorazione dei piedi. La ripeto passo dopo passo. R.O. struscia muso fra le mie polpe. Struscio. R.O. abbaia. Abbaio. Bau. Bau. Bauuuuu.
Oggi ti faccio entrare nel mio Medioevo. R.O. porgimi lo scudiscio e inginocchiati a una zampa. Eseguo. Ti sei presentato a me come cagnetta rottainculo. Ricevi questi altri nomi e custodiscili nel tuo cuore. Si padrone. Mi batte una spalla e poi l'altra. Ti do nome CRIC, acronimo di quella zozzeria di cagnetta etc. Grazie padrone. Ti do anche nome TRESÌ, facciamo TRESI che suona meglio, per farti ricordare che tre sì sono meglio di uno solo. Grazie padrone. R.O. preparami un buon caffè. Corro padrone. Quel tanto che basta e mi strascico a ginocchioni reggendo un vassoio d'argento apparecchiato di tazzina, cucchiaino, zuccheriera, bricco e bicchiere di acqua fresca e pura. Poggio il servizio sul tavolino. R.O. versa. Verso. R.O. zucchero due. Eseguo. R.O. mescola e porgi. Porgo al padrone. Lo guardo mentre sorseggia il suo caffè. L'acqua è per te. Ci rimescola una buona dose di zucchero. Prende il bicchiere e lo vuota sul mio capo. Grazie padrone. R.O. cavaliere delle tue mutande alza il muso. Alzo fino al suo cazzo. Mi si presenta durissimo e sgusciato in punta. R.O. bacia tre volte la punta. Smac. Smac. Smac. Da oggi sei in prova. La strada è lunga ma hai buona indole. Grazie padrone. R.O. sparisci dalla mia vista. Sono commosso. Inciampo sulla poltrona, quasi rovescio una sedia, batto lo stipite della porta. Che finale di merda. Il padrone si sganascia. Mi rivesto in fretta e torno in strada. Vado a farmi un cognac all'ultimo bar aperto. Rientro a casa e mi fiondo a letto per un bel sonno ristoratore.
Oggi ti faccio entrare nel mio Medioevo. R.O. porgimi lo scudiscio e inginocchiati a una zampa. Eseguo. Ti sei presentato a me come cagnetta rottainculo. Ricevi questi altri nomi e custodiscili nel tuo cuore. Si padrone. Mi batte una spalla e poi l'altra. Ti do nome CRIC, acronimo di quella zozzeria di cagnetta etc. Grazie padrone. Ti do anche nome TRESÌ, facciamo TRESI che suona meglio, per farti ricordare che tre sì sono meglio di uno solo. Grazie padrone. R.O. preparami un buon caffè. Corro padrone. Quel tanto che basta e mi strascico a ginocchioni reggendo un vassoio d'argento apparecchiato di tazzina, cucchiaino, zuccheriera, bricco e bicchiere di acqua fresca e pura. Poggio il servizio sul tavolino. R.O. versa. Verso. R.O. zucchero due. Eseguo. R.O. mescola e porgi. Porgo al padrone. Lo guardo mentre sorseggia il suo caffè. L'acqua è per te. Ci rimescola una buona dose di zucchero. Prende il bicchiere e lo vuota sul mio capo. Grazie padrone. R.O. cavaliere delle tue mutande alza il muso. Alzo fino al suo cazzo. Mi si presenta durissimo e sgusciato in punta. R.O. bacia tre volte la punta. Smac. Smac. Smac. Da oggi sei in prova. La strada è lunga ma hai buona indole. Grazie padrone. R.O. sparisci dalla mia vista. Sono commosso. Inciampo sulla poltrona, quasi rovescio una sedia, batto lo stipite della porta. Che finale di merda. Il padrone si sganascia. Mi rivesto in fretta e torno in strada. Vado a farmi un cognac all'ultimo bar aperto. Rientro a casa e mi fiondo a letto per un bel sonno ristoratore.
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commenti dei lettori al racconto erotico