Amarcord, l'amica di famiglia

Scritto da , il 2013-04-28, genere etero

Era un giorno soleggiato di agosto, quei pomeriggi dove non si muove una foglia e dove non desideri altro che arrivi l' autunno con le sue piogge e i suoi colori.
Di conseguenza ero rintanato in cantina per cercare di avere la meglio su afa e calura.
Le ore non passavano mai ed era difficile trovare anche un programma televisivo di qualche interesse.
Quando cominciai a sonnecchiare per non annoiarmi, suono' il campanello al piano di sopra. "che palle!!" pensai incamminandomi lentamente su per le scale; cercai di scorgere dalla fessura delle tapparelle abbassate chi fosse.
Ebbi un sussulto e un aumento dei battiti cardiaci...al cancello c' era l' Ivana un' amica dei miei genitori che mi aveva creato fin da bambino uno scompiglio ormonale.
Non era una donna da farti girare al suo passaggio, era bassa e grassottella pero' aveva un viso da maiala che compensava tutto il resto mancante.
Mi affrettai ad aprire e vidi che stava quasi rimontando nell' auto.
"Buongiorno signora....venga pure" le dissi con gentilezza.
E lei dopo essersi avvicinata mi chiese notizie dei miei genitori ed io per non farla andare via la invitai dentro a mangiare un gelato sapendo della sua golosita' per i vari dolciumi.
L' Ivana accetto' e si ando' a sedere in salotto.
Era tutta abbronzata.
Aveva una camicetta rosso fuoco con scollatura in bella evidenza, una gonna a due spacchi e due zoccoli a tacco alto che le davano ancora di piu' l' immagina della puttanona.
Io andai a prendere il gelato e intanto feci tutte le mie congetture sul da farsi e se provarci con lei.
Io avevo 19 anni e lei 43. Tornai con un vassoio pieno di roba e cercai di apparecchiare in maniera appena accettabile.
Lei si alzo' per aiutarmi e il risultato fu che per qualche minuto mi sballonzolarono le sue tettone sotto il mio naso arrapandomi ancora di piu'.
Non ce la facevo piu' i miei ormoni erano a mille e non me ne fregava un cazzo dei suoi discorsi sui figli, la scuola e i vari problemi famigliari.
Annuivo e non ascoltavo, volevo solo fotterla.
Non mi preoccupai piu' dei problemi che poteva procurarmi, mi alzai, le andai dietro e mentre lei continuava ancora a raccontare in maniera logorroica i fatti suoi la baciai sul collo e le afferrai in modo deciso le sue poppone.
L' Ivana tacque, si giro' e mi piazzo' una sberla forte:
"ma sei impazzito? Potrei essere tua madre!!! Ho dei figli come te!!!" urlo'.
Io non mi tirai indietro, anzi:
"beati loro...se avessi una madre come te ti chiaverei tutti i giorni!!!" le sussurrai nell' orecchio e con una mano passai sotto lo spacco della gonna e sollevando la mutandine cominciai a toccarle la fica.
L' Ivana cerco' subito di divincolarsi per alzarsi ma poi mollo' la presa e comincio' a baciarmi.
La feci alzare e la coricai sul tavolo, le aprii la camicetta e le liberai le tettone che ormai sembravano esplodere dal reggiseno.
Aveva due zinnone con dei capezzoli turgidi e le areole esagerate che mi affrettai a leccare e ciucciare; devo dire anche che ho sempre avuto un debole per le ghiandole mammarie enormi.
Le sfilai le mutandine e dopo avere alzato la gonna le divaricai le gambe e cominciai a leccarle il clitoride e la fica.
Era gia' bagnata fradicia di umori vaginali.
L' Ivana si dimenava e ansimava e con una mano mi schiacciava il piu' possibile la faccia nella sua vagina.
Scese dal tavolo, mi abbaso' le bermuda e gli slip e dopo essersi inginocchiata si infilo' tutto il mio uccello in bocca.
Leccava e succhiava la cappella con avidita' e poi se lo infilava fino in gola, insomma una professionista del pompino.
"non ce la faccio piu' scopami!!!" mi disse.
La rimisi nella posizione iniziale sulla tavola, le infilai tutto il mio cazzo e cominciai a chiavarla senza ritegno.
Prima se lo prese a gambe aperte e poi mi appoggio' i piedi sulle spalle.
"siiiiii. Scopamiiiiiiii......spaccami la ficaaaaaa!!!!!" urlava.
Io non credevo ai miei occhi, mi stavo scopando la donna che avevo sempre sognato.
A pensare a cio' mi veniva sempre più il cazzo duro e la stantuffavo a piu' non posso.
Le sue tettone, ai miei colpi, saltellavano da tutte le parti eccitandomi da morire.
La scopavo con veemenza e le guardavo quegli zoccoli che aveva ancora addosso; erano fantastici, fascetta incrociata blu e suola e tacco trasparenti.
Gliene sfilai uno e senza perdere il ritmo della trombata, le leccai il piede e le dita tutte sudate.
La presi, e dopo essermi coricato sul tappeto la feci montare a smorzacandela.
In quella posizione la porcona diede il meglio di se'...cavalcava il mio uccello come un' amazzone, aveva un ritmo pazzesco e godeva come una cagna.
"non ho mai goduto così'..sono la tua troiaaaaaaa!!!!!!!!!"
Quando sentii che stavo per venire la presi e la spostai ma lei si butto' con la bocca sul mio tarello e comincio' a spompinarmelo fino a farsi spruzzare in faccia la mia sborrata interminabile.
Ormai si era fatto tardi e l' Ivana dopo essersi ricomposta un attimo decise di telefonare a quel cornutone del marito per non destare sospetti.
Mi stava proprio sui coglioni quell' uomo che avevo gia' sentito piu' di una volta a casa loro trattare male la moglie e farla sentire una stupida.
Lo chiamo' e dopo le prime frasi gli disse di essere rimasta in panne con l' auto in aperta campagna e che avrebbe fatto piu' tardi.
Guardai l' Ivana al telefono con i suoi tacchi alti, appoggiata in avanti sul mobile ed ebbi subito un' altra erezione.
Mi avvicinai, mi inginocchiai e dopo averle spostato la stoffa della mutandina cominciai a leccarle il buco del culo.
Lei non credeva a una tale situazione, al telefono e istigata nell' ano.
Cerco' di spostarsi ma non cedetti, ero disposto a farla pagare ancora di piu' al cornutazzo al telefono.
Le allargai bene le chiappe e glielo infilai tutto.
"aaahhhhhhhh!!!!!" urlo' "Devo lasciarti e' arrivato il soccorso stradale..." disse al marito.
"Ti piace eh Troia succhiacazzi???" le chiesi mentre la stavo inculando a pecora e usavo le sue tettone come manubrio.
"ssiiiiiiiiii......sfondami il culoooooo.....grandissimo bastardooool!!!!"
Dopo averla inchiappettata per un quarto d' ora le venni nel culo e stremato rimasi sopra di lei ad osservare un rigagnolo di sborra scendere in una gamba e correre lungo il tacco di uno dei suoi zoccoli da mignotta.
Si rivesti' e prima di uscire disse con aria di superiorita':
"non dovevi farlo....sei uno stronzo!!!"
"non fare la gran signora con me....la sostenuta...sei sempre stata una gran puttana succhiacazzi...." risposi.
Sbatte' la porta e se ne ando' via irritata.
Pero' nei mesi seguenti rimase spesso in panne con l' auto e anch'io io feci parecchie visite a domicilio.
Ma queste sono altre storie.....





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