Che tutto resti in famiglia 7-L'ultima chiavata col direttore

Scritto da , il 2013-03-15, genere incesti

Mi scuso con i lettori che stanno pazientemente seguendo questo lungo e,spero piacevole,racconto per l'errore di numerazione del precedente episodio che anziché n.6 ho numerato 5 facendone quindi un "doppione".
Buona lettura.
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7°capitolo

Dopo la prima devastante esperienza vissuta col mio futuro suocero che mi era costata una fastidiosa e dolorosa lacerazione alla vagina,la seconda volta che mi aveva chiavata era andata meglio ed avevo vissuto una meravigliosa notte di sesso e d'amore alla quale,ne sono seguite molte altre tutte con una intensità,affiatamento e coinvolgimento sempre crescenti.

In pratica da quel giorno,io e la mia futura suocera,ci siamo scambiati i letti e,dunque,io dormivo con suo marito nel loro lettone matrimoniale mentre lei,dormiva nella camera degli ospiti che avevano messo a mia disposizione.

Inizialmente,la cosa mi appariva alquanto incredibile e surreale.

Col tempo però,ho capito che lei era davvero molto soddisfatta della situazione in quanto,il marito aveva trovato un'amante bella,giovane ed in grado di ricevere il suo poderoso membro facendolo godere senza paure o rimorsi per le devastanti conseguenze che avrebbe potuto procurare ad una fica meno aperta ed elastica,mentre il figlio,aveva trovato una bella moglie,riservata,complice e protettrice da presentare ai parenti,agli amici ed agli importanti ambienti sociali che frequentava.

Devo confessare che,le parole che continuamente mi ripeteva mio suocero a proposito del mio fondo schiena e del fatto che lo facesse eccitare da morire l'idea che sotto la minigonna non indossassi le mutandine,aveva riacceso in me,la mai sopita vocazione esibizionista.

Per prepararmi al momento in cui mio suocero si sarebbe deciso a chiedermi di entrare anche nel mio accesso posteriore(cosa che io gli chiedevo con sempre maggiore insistenza)Laura(mia suocera)mi aveva messo a disposizione la sua fornita collezione di plug e vibratori di varie fogge,misure e materiali.

Quando ero in casa e non ero impegnata con Giulietta(mio promesso sposo)o con suo padre che non perdeva occasione per montarmi o farsi succhiare il cazzone,mi esercitavo ad allargarmi il buchetto in attesa del grande momento.

Il mio preferito comunque,era il plug da passeggio che indossavo al mattino e tenevo dentro di me per tutto il giorno anche durante le ore di lavoro in negozio.

La cosa mi eccitava moltissimo e regolarmente a sera,rientravo a casa con le mutandine(che ero costretta ad indossare per via dell'amichetto che avevo nel culo)completamente inzuppate dai miei umori.

A volte,anche i pantaloni erano bagnati.

Quando finalmente,i miei problemi vaginali erano risolti,non ho saputo resistere alla tentazione di vestirmi ancora in modo supersexi e provocante come piaceva a mio suocero ed ai miei numerosi ammiratori.

Dunque,sono andata al lavoro indossando una cortissima minigonna che lasciava completamente scoperte le mie natiche ed il monte di Venere con il cespuglio in bella mostra.

Naturalmente,non indossavo mutandine né avevo in me il plug che si sarebbe potuto vedere.

La gonnellina era talmente corta che,sono stata costretta ad abbassarla al limite dei fianchi lasciando scoperti l'ombellico e le fossette appena sopra le natiche.

Uno stringatissimo top,conteneva a malapena i gonfi seni e,lasciavano completamente scoperta la pancia.

Quando sono entrata in negozio,il direttore era dietro al banco.

All'esterno,era una bellissima giornata di sole e,la mia figura in controluce,doveva apparire come una visione agli occhi di Fabio il quale,resosi conto che ero tornata ad essere la provocante ragazza che lui tanto amava,mi si è fatto incontro con un sorriso smagliante,negli occhi una luce carica di libidine e,col pacco sotto la cerniera dei pantaloni,vistosamente gonfio.

Lavoravo in quel negozio già da diversi anni a stretto contatto con lui.

Avevamo fatto l'amore tantissime volte e,non si contano quelle che,per soddisfare una sua voglia impellente,gli avevo fatto un pompino,ovviamente,con ingoio come piaceva a lui ed anche a me!

Nonostante questo però,non lo avevo mai visto così infoiato.

Era talmente agitato che,quando mi ha preso per mano per condurmi nel retrobottega,percepivo il tremore che pervadeva il suo corpo.

Anche la voce,nel momento in cui aveva cercato di dirmi qualcosa,gli si era spazzata in gola.

Giunti nel retro,dopo aver nervosamente chiuso la porta a chiave,mi ha appoggiata alla parete e,mentre con la lingua ravanava la mia bocca,con le mani palpava rumorosamente le chiappe nude come fà un fornaio col suo ammasso di pasta.

Dopo essersi saziato alle mie labbra,mi ha girata e,facendomi appoggiare coi seni scoperti su uno scatolone,si è inginocchiato e,senza neanche il bisogno di sollevare la gonnellina,ha affondato la testa tra le mie natiche giungendo con la lingua a leccarmi la fica e il buco del culo.

Mentre mi leccava nervosamente come in preda ad un'ansia spasmodica,cercava di dire qualcosa che però,risuonava grotesco e incomprensibile intercalato com'era,dai suoni che i risucchi della sua saliva e dei miei umori provocavano.

Anch'io sono stata trascinata da tanta inaspettata foga e,quasi subito,sono stata travolata da un intenso,esplosivo ogasmo.

Fabio pareva insaziabile ed ha continuato a leccarmi,succhiare e bere i miei succhi anche dopo avermi fatta godere una seconda volta.

Poi,sollevandosi e mostrandomi il viso ed i capelli ridotti ad una lucida maschera di umori,mi ha fatta sdraiare su di un tavolo e,allargandomi le gambe in spaccata e sollevandole tenendomi per le caviglie,mi ha infilata senza alcun bisogno di guidarlo tanto era proteso e turgido il suo nodoso membro.

Naturalmente la fica che lo ha accolto,non era più quella alla quale lui era abituato;stretta ed aderente come un fodero al suo,pur consistente membro.

Si muoveva dentro di me concitatamente alla ricerca di un impossibile contatto con le pareti della mia,ormai dilatatissima vagina e,l'unica cosa che riusciva a percepire,ero lo schiocco del liquido che sgorgava dalle mie ghiandole.

Io stessa non lo sentivo dentro di me!

Percepivo soltanto,l'affannoso agitarsi del suo corpo.

Nei suoi occhi,coglievo lo sgomento per l'inattesa,incomprensibile situazione ed è per questo che,sciogliendo la sua presa sulle mie caviglie,mi sono liberata e,stringendo le cosce,ho portato le gambe dietro i suoi reni,l'ho stretto a me facendolo sprofondare sino alla cervice uterina,regalandogli nel contempo,il bramato contatto con le pareti interne della mia fica.

Sentendosi il cazzo finalmente stretto e risucchiato nel caldo del mio accogliente corpo,dopo alcuni movimenti a stantuffo,con lo sguardo rassicurato e la bocca spalancata e rantolante,si è abbandonato ad una liberatoria,lunga,sborrata.

Mentre mi godeva dentro,mi sono sollevata col busto ed appoggiando il seno nudo sul suo petto,ho unito la mie labbra alle sue in un bacio liquido,lascivo e profondo.

Poi:

-Te l'avevo detto Fabio che ero completamente infiammata;le cure che ho fatto ed i tamponi che avevo dentro,mi hanno dilatata parecchio come hai potuto sentire anche tu.-

Gli ho detto mentendogli quando,completamente rilassato ed appagato,ha mollato la presa lasciandomi ancora seduta sul tavolo.

Poi,ho preso delle mutandine e,a mò di tampax,le ho infilate nella fica piena di sperma poi,ho preso un perizoma di campine che era già sul tavolo e l'ho indossato.

Mentre facevo quelle operazioni,lui mi guardava tenendosi con la mano il cazzo ancora gocciolante in attesa che glielo ripulissi con la bocca.

Sul viso aveva stampata un'espressione molto compiaciuta dal fatto che,avessi conservata in me la sua sborra.

Quando gli facevo quel regalo,lo rendevo allegro e felice per tutto il giorno.

Mi guardava con occhi eccitati e complici quando servivo qualche ignaro cliente inconsapevole della farcitura contenuta nel mio corpo.

Quando siamo rientrati in bottega,tutte la altre commesse mi hanno guardata chi con invidia e chi,compiacendosi per il fatto che,dopo la convalescenza ed il lungo periodo di astinenza trascorso come Maria Goretti,fossi finalmente tornata ad essere la troietta di prima-Briosa,spigliata ed insofferente ad ogni tipo di pregiudizio.

Nessuno sapeva ancora che cosa sarebbe successo da quel momento in poi,nemmeno Fabio che,certamente avrà pensato che il nostro rapporto sarebbe ripreso e continuato come prima.

Il povero direttore invece,avrebbe dovuto accontentarsi delle altre commesse che sbavano per lui e,come cagne in calore,erano sempre pronte ad allargare le gambe.

Una di loro,era addirittura rimasta incinta e non avendo voluto abortire,ha fatto riconoscere il figlio all'ignaro e cornuto marito.

Tra tutte,io ero sicuramente la più troia ma ero anche la più richiesta e questo,ovviamente,creava malumori e gelosie.





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