Loredana si scopa il figlio dell'amica Parte III

Scritto da , il 2023-06-09, genere dominazione

Loredana stava godendo di questa sua nuova vita in cui poteva realizzare tutte le fantasie della sua vita. Essere una padrona assoluta che dominava e possedeva la vita di un ragazzino e faceva soffrire la madre. Ogni giorno pensava un nuovo divertimento. Quel giorno decise che avrebbe deflorato il culo del ragazzino, lo avrebbe sverginato, rompendogli il buco del culo in modo violento senza pietà. Comprò da Amazon un bello strapon largo e lungo, misura gigante, e se lo cinse in vita e scese in cantina. Il ragazzino ormai si stava abituando al suo ruolo, il trauma delle violenze subite non lo faceva più ribellarsi, le frustate l impaurivano talmente tanto che era disponibile a ogni cosa. Ma non immaginava questo nuovo tormento. Loredana scese con il grosso cazzo di gomma ben visibile e lui la guardò terrorizzato. Gli ordinò di mettersi in ginocchio sul letto e ridendo gli leccò la faccia: adesso sarai mio completamente, disse, ti romperò il culo e tu mi implorerai di farlo ancora.

Si mise dietro di lui in piedi e con violenza infilò lo strapon nel suo buchino. Il ragazzino urlò disperato per il dolore, ma questo la faceva solo ridere di più. Lo tirò fuori e di nuovo con violenza inaudita glie lo infilò nel buco, spingendo sempre più forte. Il ragazzino piangeva pe rilievo male feroce, gli bruciava tutto il culo ma lei non aveva pietà. Spinse e spinse sempre dei più finché il cazzo di gomma cominciò a entrare nel buco del culo. Il ragazzino si afflosciò senza più piangere: ovviamente adesso provava l’intenso piacere che si prova ad avere un cazzo che entra profondo nel culo e gemeva. Lei lo scopò a lungo, almeno per venti minuti, poi si tolse lo strapon prese per i capelli il ragazzino e gli mise la testa in mezzo alle gambe: fammi godere adesso lecca e succhia la mia fica divina fino a quando non godo verme schifoso!

Immobilizzato con lei che gli teneva la testa ben ferma tra le gambe il ragazzino leccò e succhiò per mezz’ora. Lei venne almeno due volte copiosamente nella sua bocca e urlava per il piacere.
Tornò di sopra si fece una bella doccia calda e mentre si toccava ancora la fica pensò a una nuova depravazione. Avrebbe fotografato il ragazzino mentre gli lecca la fica e mentre lo inculava e avrebbe mandato le foto alla madre per farla disperare e soffrire come una cagna. Doveva sapere che fine aveva fatto il figlio, naturalmente non doveva sapere che era lei la padrona.
Il girono dopo tornò in cantina e scopò a sangue il ragazzino nel culo mentre una macchina fotografica ben impostata fotografava la scena senza che si vedesse la faccia di Loredana. Poi fotografò il ragazzino mentre le leccava la fica e ancora dopo averlo frustato a sangue. Poi spedì le foto.
Quando la madre le vide ebbe un mancamento, la portarono in ospedale. Insieme ale foto aveva registrato la foto del figlio che diceva: io appartengo a questa signora padrona, sono il suo schiavo del sesso, vivo solo per fare godere la padrona sono un suo oggetto di piacere, non voglio più tornare da mia madre.

La madre pianse per giorni, voleva uccidersi. Ma non era finita così. Loredana aveva in mente il colpo finale: le avrebbe telefonato mostrando il suo volto mentre scopava il figlio e l’avrebbe minacciata che se non si fosse prostrata anche lei ai suoi voleri, l’avrebbe fatta punire dai suo amici albanesi.
Poi pensò il piano perfetto da questa situazione avrebbe potuto guadagnare dei soldi. Avrebbe offerto il ragazzino e la madre su un sito di incontri per vecchi bavosi e per marocchini puzzolenti che pagando pochi euro avrebbero potuto scopare il figlio, farsi fare pompini da madre e figlio e scopare a a sangue la madre. Mentre lei guardava e si masturbava. Che vita meravigliosa, da dea assoluta.

Questo racconto di è stato letto 6 9 8 0 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.