L'inizio

Scritto da , il 2022-12-08, genere prime esperienze

L’inizio


Mi chiamo Nicole, ho 34 anni, vivo a Milano e sono separata, ho un lavoro autonomo, diciamo che sono una libera professionista, attività che ho iniziato 10 anni fa, dopo la separazione e vivo facendo quello che più mi piace.
Sono nata a Milano il 9 marzo del 1988 e non ho mai conosciuto mio padre, mia madre mi ha sempre raccontato che, appena saputo della sua gravidanza era sparito, solo quando avevo 16 anni lei ha confessato che non sapeva chi fosse a causa della vita che faceva in quel periodo in cui lei, comunque, aveva 18 anni; non mi lamento della mia infanzia, ho avuto una mamma che era sempre presente e, da quel che ricordo, non mi è mai mancato nulla, sono sempre stata, dalla scuola d’infanzia alle superiori, in strutture private, avevamo una bella casa che ci apparteneva e ci appartiene tutt’ora dove mamma vive da sola ed io ne ho una mia che sono riuscita a comprare grazie al mio lavoro, poi, a 18 anni, ho scoperto che mamma aveva un’altra casa in affitto che usava per il suo lavoro, beh e anche che lavoro faceva, ben mascherato dal fatto che quando tornavo a casa da scuola al pomeriggio, ho sempre fatto il tempo pieno a scuola, la trovavo a preparare la cena e poi passavamo le serate insieme, tranne qualche rarissimo caso.
La curiosità e la consapevolezza del mio corpo è iniziata quando avevo 12/13 anni, grazie a internet mi documentavo e non ricordo più quanti video, decisamente pornografici, ho visto in quel periodo, nello spesso tempo, poi ho iniziato a masturbarmi, dapprima usando solo le mani e poi vari oggetti che trovavo in casa, poi a 14 anni ho avuto il classico colloquio con la mamma che, devo dire col senno di poi, fu estremamente esaustivo ma il primo pene maschile l’ho visto e toccato dal vivo solo a 15 anni.
Festa per il compleanno di un ragazzo della mia scuola che compiva 18 anni, avevano affittato un piccolo disco club nel suo giorno di chiusura, in zona Ripamonti, eravamo una cinquantina tra ragazzi e ragazze dal 2° all’ultimo anno, la mamma mi aveva lasciato andare anche perché aveva un impegno a cena e sarebbe passata poi lei a prendermi appena finito, non prima, comunque, di mezzanotte, come tante ragazze il mio sogno era quello di fare la modella, ma non ero alta abbastanza, solo un metro e settanta e non mi sono più alzata, poi ero già, fisicamente, matura, il mio seno, una terza coppa C era abbastanza proporzionato al mio corpo che, comunque, era in forma grazie anche al nuoto, pesavo 52 kg, solo 1 kg in meno di adesso, solo i miei capelli non mi entusiasmavano, mi sarebbe piaciuto averli biondi o rossi e invece erano di un comunissimo castano chiaro, a differenza dei miei occhi grigio verdi, direi che ero e sono abbastanza attraente, qualcuno dice anche molto bella, ma, tornando alla festa mi ero vestita normalmente, un miniabito bianco a maniche corte, abbastanza accollato ma decisamente corto e dei sandali con il tacco alto che avevo rubato alla mamma che speravo non se ne accorgesse (sbagliavo) mamma si era raccomandata : “niente alcolici” in effetti in discoteca non ne furono serviti, dopo aver ballato tutta la sera, ero abbastanza euforica comunque, anche perché diversi ragazzi più grandi mi avevano prestato molte attenzioni, arrivò il momento della torta e dei regali, Alessandro, così si chiamava il festeggiato li volle aprire tutti, uno per uno e ce ne furono alcuni anche divertenti, tra cui una bambola gonfiabile con la quale ballò un lento e fu proprio in quell’occasione che io, ballando con un ragazzo dell’ultimo anno e limonando per tutto il tempo, fui invitata a seguirlo, mi prese per mano e mi portò nella zona dei bagni, c’era un ripostiglio con dentro cassette di bottiglie vuote e continuammo a baciarci, lui mi toccava il seno attraverso la stoffa del vestito, sentivo il suo sesso premere contro il mio pube con solo i nostri vestiti a separarli, io non ero sicuramente pronta ad un rapporto completo e glielo dissi chiaramente, e lui per tutta risposta si tirò giù la cerniera dei jeans e ne estrasse il pene dicendomi
- E non vuoi prestare la minima attenzione a questo poverino?
Capii subito cosa intendeva, con altre mie compagne avevamo parlato del sesso orale che, molte di loro praticavano, io avevo solo le nozioni imparate attraverso i film porno che guardavo su internet ma non volevo che lui mi ritenesse una ragazzina, anche se, in effetti, lo ero e, quindi, mi inginocchiai davanti a lui, gli presi in mano il pene e cominciai a scappellarlo e a leccarlo, gli succhiai anche le palle, gliele prendevo tra le labbra e le tiravo per poi lasciarle e leccarle, continuando a fargli, contemporaneamente una sega, poi gli leccai l’asta ed infine la cappella che poi imboccai completamente, cambiavo anche spesso ritmo con la mano, ogni tanto lo tiravo fuori dalla mia bocca e lo usavo per darmi dei colpetti, come degli schiaffi sulla faccia, ad un certo punto lo sentii irrigidirsi, stava per eiaculare, non volevo sporcarmi il vestito, si sarebbe visto subito allora lo imboccai velocemente e ricevetti in gola il suo schizzo caldo e denso, mi costrinsi a bere il suo sperma e , in quella prima occasione, mi accorsi che mi piaceva, sia il rapporto orale che il sapore dello sperma, non ne lasciai neppure una goccia e poi mi leccai anche le labbra e gli ripassai, con la lingua anche la cappella. Poi si ricompose e mi disse
- Ragazza, se scopi come fai i pompini gli uomini li fai impazzire
Risposi solo con una risata e poi tornammo con gli altri, mamma arrivò 5 minuti dopo, per fortuna, ma la prima cosa che mi disse in macchina fu
- La prossima volta che vuoi mettere qualcosa di mio, chiedimelo.

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