È per te

Scritto da , il 2022-09-13, genere sentimentali

I'm a sucker for you
You say the word and I'll go anywhere blindly
I'm a sucker for you, yeah
Any road you take, you know that you'll find me
I'm a sucker for all the subliminal things
No one knows about you about you
And you're making the typical me break my typical rules
It's true, I'm a sucker for you
I'm a sucker for you



Appoggio la chitarra e mi allontano dal microfono. Bevo un sorso d’acqua e mentre sento qualche gridolino di approvazione e mentre si fermano gli applausi, alzo il capo e ti guardo. Ti giri verso il tuo compagno, lui, più alto di te, osserva oltre. Ti sistemi i capelli e ti volti verso di me. Si, era indubbiamente per te, per te che frequenti questo locale, per te che c’eri la prima volta e che ogni volta ti ho visto cantare molte delle mie cover. Per te che sorseggiando la birra quando sono entrato per la prima volta qui mi ha i guardato facendomi inciampare. Per quel tuo ridere alla mia goffaggine che per poco non ti ha fatto soffocare con la birra. Per il mio sorridere alla situazione.



Lo so è per me. I tuoi rapidi sguardi sono come piccoli baci che sento appartenermi. Sogno e canto ‘I’m a sucker for you’, si, dalla prima volta che ti ho visto. E torno e ritorno qui sperando di vederti. Ti prendi una pausa e io provo ad intercettare i pensieri di colui che è qui con me in quel posto che dovrebbe essere tuo. Non mi guarda. Chissà se ha dei pensieri. Forse si, ma non per me, non per me da molto, troppo. Torno a guardare te. Si, lo so, era per me. “Vuoi qualcosa da bere?”. “Qualcosa di forte” rispondo. Nemmeno mi chiede e si chiedi perché stasera ho bisogno di qualcosa di forte. Con i gomiti piantati sul tavolino affondo la mia faccia tra le mani e torno a guardarti mentre riprendi la chitarra e torni al tuo posto che non è qui accanto a me.



Nonostante il volto triste ti abbozzo un sorriso; so cosa cantare, so cosa cantarti. Mi avvicino al microfono e dico “Ricominciamo con Way down we go. Basta gattonare, alzati con me. Lo sai che è per te”: Parole criptiche ai più, non per noi. Lui non torna coi drink, e io ti guardo. Lui torna e tu mi guardi e nemmeno quando ti porge qualcosa di forte distogli te da me.



Piove! Lascio la strumentazione vicino alla porta d’uscita e vado a prendere l’auto. Te ne sei già andata. Un po’ deluso per non averti trovata, con le mani in tasca cammino lentamente mentre m’inzuppo di pioggia. Alzo lo sguardo e tra le gocce che corrono sul mio volto, sotto al portico di fronte a me, vi vedo. Lui si avvicina, tu lo spingi lontano da te. Lui si riavvicina ma tu ti neghi. Si allontana. A voce e gesticolando ti manda a quel paese. Chini il capo. Resto immobile a guardare sotto ad un diluvio d’acqua e pensieri. Se ne va ma il tuo capo resta chino.



“Non c’è più nulla tra noi” “Ma cosa dici!?” ”Ti prego, non arriviamo ad odiarci” “Cosa ti prende stasera?!” “Mi hai fatto cadere” “Hai bevuto troppo!” “Da troppo non vedi dove sono” “E io dove sono?” “Non lo sappiamo più, l’uno dell’altra” “Meglio parlarne domani” “Qui, ora” “Domani” “E’ finita da tanto” “Vieni qui” “No” “Ehi …” “Vattene”. Non se lo fa dire un’altra volta. Mi manda a fanculo e se ne va. Non se lo fa dire un’altra volta perché lo sa che è così, non ha avuto il coraggio di dirlo e devo fare io la parte della cattiva, della stronza. Mi fa cadere ancora e ancora. Ma che freddo che ho!



I pneumatici stridono sul ghiaino e l’auto si allontana rapidamente. Passa sopra ad una pozzanghera facendone schizzare lontano l’acqua. Il riflesso dei fanali rapidamente svanisce. Non trovo opportuno correre da te come la testa mi direbbe di fare. Con lo sguardo ti resto vicino. Idealmente ti aiuto a rialzarti. Con gli occhi e con la mente ti stringo a me scaldandoti. I miei capelli sono ormai fradici, la maglietta è un tutt’uno con la pelle. Quest’acquazzone di fine estate mi aiuta a lavare via da me la sensazione di essere causa ed effetto di quanto ho appena visto. Così, come il rigagnolo d’acqua che scende nel pozzetto, se ne va il mio senso di colpa.



Il senso di sollievo lotta e vince con i pensieri negativi che la decisione improvvisa aveva generato. Respiro. Ancora cupa, più di questa notte, ma respiro e sollevo il capo. Ti sento. Mi volto verso il centro del piazzale e ti vedo, lì, fermo, immobile, con le mani in tasca che mi guardi. Incurante di tutto ciò che ti sta attorno tranne me. Incurante di tutto ciò che ci sta attorno lentamente m’incammino verso di te. Pochi secondi per raggiungerti, ma un’eternità di pensieri nella mia mente. Non stacchiamo gli occhi l’uno dall’altro, occhi che man mano che mi avvicino diventano più grandi e luminosi. Un istante solo davanti a te prima di abbracciarti. Mi stringi. Piango e sorrido. Piango e sorrido.



I never meant to cause you any sorrow
I never meant to cause you any pain
I only wanted to one time to see you laughing
I only wanted to see you
Laughing in the purple rain

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