Io, l'assassino

Scritto da , il 2012-09-25, genere dominazione

Scusate la presunzione. Se cito il versetto 32 del capitolo 17 de “Gli atti degli Apostoli” non è per prendere Saulo di Tarso, più conosciuto come San Paolo, a paragone con la mia miserrima condizione ma perché davvero a me come a lui è stato detto “Su questo ti sentiremo un'altra volta”. Certo lui voleva annunciare la risurrezione di Uno morto da tre giorni, io semplicemente che non ho fatto altro che quello che mi è stato fatto.
E' triste dover dire che non posso neppure lamentarmi per non essere stato creduto, non posso perché per essere creduto avrei almeno dovuto parlare, ma mi è stato impedito. In un aula di Tribunale, dove Giustizia dovrebbe padroneggiare, appena ho provato a dire la mia verità, sono stato zittito con “Questo ce lo dirai un altra volta”.
Un' altra volta, quando?
Quando uscirò di qui e farò altro male?
Non voglio questa possibilità. Preferisco dirla qui, su queste pagine considerate “malfamate” dai perbenisti di professione la mia verità, piuttosto che davanti ai Giudici Giusti di un Tribunale che quando avrei potuto, voluto, dovuto parlare, mi hanno detto “Su questo, ti sentiremo un altra volta”.
Io, sia chiaro, ho ucciso un ragazzo di dodici anni.
Non parlo metaforicamente, l'ho ucciso nel senso che gli ho tolto la vita, che gli ho dato non so quante coltellate, trentasette dicono i periti, forse di più, dico io.
Tutte per amore, lo giuro. Amore per lui e per tutti i bambini del mondo, compresi quelli che a te che leggi sono più cari.
Ce l'avrai, cazzo, un bambino che ti è caro, un figlio, un nipote, il figlio di un amico, di un vicino di casa, uno che vedi passare per la strada ma non puoi non avere un bambino che ti è caro se vivi su questo pianeta Terra. Ce l'hai? Beh pensa a lui. Se io uscissi di qui quel bambino sarebbe a rischio.
“Qui” è la prigione dove sono rinchiuso.
Vorrei vedere, dopo quello che ho fatto, il minimo è tenermi qui. Fossi nato altrove forse sarei già passato su una sedia elettrica o dentro una camera a gas, invece sono nato qui, dove vivi tu, dove vive il bambino che ti è caro e..per mia, tua e sua fortuna sono rinchiuso,
Ho ventiquattro ore al giorno di tempo da occupare ed un cazzo di niente da fare. Non voglio impazzire ulteriormente e per questo ho imparato a memoria tutto il codice penale e quello di procedura penale. Dovrebbero darmi la laurea in legge con lode e bacio accademico per quanto sono preparato non solo sui testi ma sulla loro “ratio legis”, sullo spirito delle leggi, sull'interpretazione “autentica”.
Sono solo ad un terzo della pena nell'ipotesi che mi diano dei condoni, perciò, non sapendo cosa altro fare, sono passato anche alle sacre scritture. Per questo conosco gli Atti degli apostoli che ho citato all'inizio, ma non solo. Li conosco tutti i 73 libri della Bibbia usata dai cattolici cristiani, i 46 del vecchio testamento ed i 27 del nuovo. Quanti di voi sapevano che erano questi i libri della Bibbia? Io sì, e so molto altro, che ho dedotto da me, pensando e meditando, arrivando quasi sempre ad interpretazioni diverse da quelle dei preti con la tonaca nera e, peggio ancora, di quelli con il cappellino a cuffietta color non so, tra il rosso ed il viola, mi pare si chiamino vescovi.
Scusate se tiro in ballo la religione ed il Cristo in questo sito, ma Lui dice che è venuto non per i giusti ma per i peccatori, Capite? Non è venuto per il Santo Padre, ma per me assassino di un bimbo di dodici anni, ..e prima che assassino stupratore.
Ebbene si. Luigino, così si chiamava la creatura, era bello come sono belli i bambini, affettuoso, come sono affettuosi i bambini, gli volevo bene e lui ne voleva a me, me ne voleva anche la sua famiglia che abitava nell'appartamento a fianco al mio, ingressi dallo stesso pianerottolo delle scale.
Si fidavano di me i suoi genitori. Si fidava di me Luigino. Chiesi ai suoi se potevo portarlo con me, a far visita ai miei nonni che vivevano in campagna, gli avrei fatto veder le mucche, le pecore, le galline, l'orto, il frutteto...la campagna. Lo fecero venire con me. Non lo portai in campagna dai miei nonni ma al mare, anche se era d'inverno. E' bello il mare d'inverno, senza essere umani, con le onde alte e miriadi di gabbiani. I gabbiani non parlano, non raccontano. Io approfittai di Luigino. Non dico altro, dico approfittai.. ed ho detto tutto. Non era lui ad attrarmi, ma la voglia spasmodica di rivivere un'esperienza già vissuta, stando dalla parte opposta. Io non li avevo ancora dodici anni quando fui portato sulla riva ghiaiosa di un torrente. Il torrente non è il mare, ma sempre acqua ci scorre. Io guardavo lo scorrere dell'acqua, come invitai Luigino a guardare l'acqua del mare venire a riva e ritirarsi con la risacca. Mi disse “ti piacciono le increspature dell'acqua” come io dissi a Luigino “ti piacciono le onde che si frangono a riva?. Mi strinse e mi accarezzò come io strinsi ed accarezzai Luigino. Cedetti alle sue carezze come Luigino cedette alle mie. Abusò di me come io abusai di Luigino. Mi disse “sei stato bravo, non dirlo a nessuno”, Io a Luigino ho detto “sei stato bravo non lo dirai a nessuno”. “ Non lo dirai” non era un ordine a lui ma una decisione che presi io.
Non ho avuto paura che Luigino raccontasse quello che avevamo fatto, neanche ci ho pensato. Sono andato oltre, ho visto Luigino adulto, chiamarsi Luigi e non più Luigino, e fare ad un altro bambino quello che io avevo fatto a lui ed un altro aveva fatto a me. Poi ho visto il bambino seviziato da Luigino crescere e seviziarne un altro che a sua volta cresceva e e seviziava ancora e così via, generazione, dopo generazione fino a che ci sarebbero state generazioni. Questa catena mi ha fatto paura. Ho detto basta. Rompo un anello e la catena si spezza. E' vero: ho ucciso Luigino ma per salvare migliaia di bambini delle future generazioni. Amo troppo i bambini per sopportare che siano violentati. Amavo troppo Luigino per lasciarlo diventare da adulto uno stupratore come me e come chi aveva abusato di me Ho voluto che non si macchiasse di questa onta. L'ho ucciso per il suo bene, per il bene delle future generazioni.
Avessero ucciso anche me non avrei paura di uscire da questo carcere. Non ho paura del mondo esterno. Ma ho paura di fare del male a qualche altro bambino che vive in quel mondo, forse il bambino che tu ami.
Io sono un delinquente, lo so. Merito la carcerazione anche se , studiato il codice delle leggi umane sto cercando appigli di salvezza nei Vangeli, codici della Fede.
Tu no., amico, tu sei libero, vivi tra i bambini. Attento a non torcere loro un capello. Fabbricheresti un mostro come me o peggio uno che anziché pagare per essere un assassino fabbricherebbe tanti altri mostri per il futuro del futuro dei nostri futuri.
Non rompete il cazzo con petizioni per farmi uscire di qui perché, secondo voi, dopo avermi letto, sono un redento. Redento un corno! Se esco di qui porterò al mare o al fiume altri Luigino, che magari avranno un altro nome, ma se m'incontrassero, avrebbero lo stesso destino.
Scusatemi. Dovevo scrivere un racconto erotico. Beh, in fondo, suvvia, un po di sado masochismo c'è in questa mia storia. Io sono uomo, Luigino pure, chi ha approfittato di me pure...quindi è anche una storia gay.... o pensate che il sesso sia solo e tutto evasione? Beh, nel mio caso, meglio se non evado, Vi pare?

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