Kathryn e Zeus

Scritto da , il 2012-09-20, genere zoofilia

Kathryn si fermò davanti al cancello della casa a due piani e suonò il campanello: poco dopo la voce di sua cugina le rispose dal citofono, salutandola ed aprendole invitandola ad entrare.
Percorrendo il vialetto che tagliava a metà il prato all'inglese del giardino vide la porta di ingresso aprirsi e Christine andarle incontro seguita dal suo golden retriver, che le corse incontro abbaiando festosamente ed agitando la coda lunga e morbida.
-Ciao Zeus!- esclamò chinandosi ad accarezzarlo dietro le orecchie mentre quello le si appoggiava contro le gambe continuando a scodinzolare.
-Grazie per aver accettato di tenere Zeus, Kathryn!- esclamò Christine raggiungendola, -Mark ha finalmente avuto le ferie e vuole assoluto relax, ma partire lasciando per un mese Zeus a degli estranei non mi faceva dormire la notte! Sono contenta che tu abbia accettato di prendertene cura!-
Kathryn scosse il capo, -Tranquilla, mi fa piacere avere un po' di compagnia!- rispose tranquilla, anche se dentro di sè non approvava molto quel modo di fare egoista del marito di Christine.
Era del parere che se si acquistava un cane, bisognava prendersene cura a prescindere dalla propria comodità, non cercare di disfarsene solo per farsi una vacanza senza doversi preoccupare dei suoi bisogni come portarlo a passeggio o altro.
Christine sorrise di nuovo, per poi porgerle il guinzaglio del cane:
-Andiamo alla tua macchina, così ti metto nel porta bagagli le sue cose-
-D'accordo- annuì lei.
Nemmeno quindici minuti dopo Kathryn si allontanò in macchina dalla casa con a bordo Zeus.

-Siamo arrivati!- esclamò facendo entrare il cane nel proprio appartamento.
Zeus si fiondò subito ad annusare con curiosità i vari mobili, mentre lei si mise a portare dentro i due sacchi di croccantini, e le borse contenenti la ciotola dell'acqua e della pappa, le spazzole, i libretti medici del cane, lo shampoo, le spazzole, e altre cose che Christine le aveva lasciato per il benessere di Zeus.
Il pomeriggio trascorse abbastanza tranquillamente; Kathryn lasciò tempo a Zeus per ambientarsi quindi, intorno alle 17 lo portò fuori per una passeggiata nel parco lì vicino.
Passarono un paio di giorni a quel modo, poi una settimana, e tra donna e cane si era instaurata una pacifica convivenza.
Alla mattina Kathryn si alzava alle sette e mezzo, si faceva la doccia e andava in cucina dove puliva le ciotole di Zeus, le riempiva con acqua e croccantini puliti, quindi si preparava una tazza di té ed un toast.
A colazione finita si vestiva e lo portava a fare una passeggiata per il parco, quindi lo riportava nell'appartamento, dove il cane si accucciava tranquillo ai suoi piedi mentre lei lavorava al computer fino all'ora di pranzo.
Dopo pranzo, fino alle quindici del pomeriggio rimaneva con lui a guardare un po' di tv in divano, con il muso del cane in grembo e la mano a grattargli dietro le orecchie, quindi tornava a lavoro fino alle diciotto e trenta, ora in cui staccava e lo portava a fare un'altra passeggiata, quindi di nuovo a casa, cena, un po' di tv ed un'altra passeggiata. La giornata solitamente finiva con lei che andava a letto e Zeus che si raggomitolava ai suoi piedi dormendo con lei.
Questo fino a quel fatidico giorno..

Il telefono squillò mentre lei stava per uscire dalla doccia.
Avvolgendosi in un asciugamano ed infilandosi di corsa le ciabatte, Kathryn corse fino in cucina recuperando il telefono, evitando per un pelo di inciampare su Zeus.
-Pronto. Oh, ciao Christine!- rispose mentre il cane si sedeva vicino alle ciotole vuote guardandola con pazienza mentre dall'altro capo della linea la sua padrona si informava di come stesse trascorrendo quel periodo lontano da lei.
-Sì, sta bene. E' qui che aspetta che gli dia da mangiare-
"Fa un caldo.." pensò decidendo di aprire a spicchio la finestra per far passare un po' d'aria fresca, continuando a parlare con Christine al telefono.
Per un paio di minuti tutto tranquillo, poi improvvisamente Zeus prese ad agitarsi, guaendo e alzandosi sulle zampe puntando verso la finestra socchiusa.
-Zeus, che ti prende?- esclamò perplessa prima di spiegare a Christine cosa stesse succedendo, venendo interrotta dall'abbaiare di un altro cane al di fuori dell'appartamento.
-Come? Ah sì, una delle mie vicine di case ha una cagnetta, un setter inglese.. come? Oh.. oh ho capito.. certo, starò attenta che non si avvicini.. certo, tranquilla..-
Christine le aveva appena spiegato che probabilmente Zeus aveva sentito che la femmina di setter inglese era in calore, e le aveva raccomandato di non fargliela avvicinare in quanto già una volta Zeus aveva ingravidato una cagna, ed i padroni di questa a momenti li avevano denunciati a causa dei cuccioli che fortunatamente erano comunque andati a finire in famiglie per bene.
Mentre ascoltava lo sguardo di Kathryn scivolò distrattamente tra le zampe posteriori di Zeus, notando la punta rosa del pene dell'animale fare capolino tra la pelliccia bionda.
Improvvisamente sentì il bisogno di deglutire.
Invece di farle ribrezzo, chissà perchè quella vista le aveva procurato uno strano senso di eccitazione.
Era da un anno che non faceva sesso, essendosi lasciata con il suo ragazzo dopo una storia durata cinque anni non se l'era sentita di avere altre relazioni, e non era tipo da portarsi a letto chiunque.
Ma in quel momento avvertì il prepotente bisogno di sentire nuovamente un cazzo dentro di sè sbatterla con forza, e ricordando la sensazione, si ritrovò a stringere le cosce e trattenere un gemito frustrato ascoltando solo a metà Christine al telefono.
Non resistendo alla tentazione si infilò la mano libera tra le cosce, cominciando ad accarezzarsi con le dita le grandi e le piccole labbra trovandole già umide. Sfregò lentamente l'entrata, scivolando poi verso il clitoride e stimolandolo in un lento andirivieni che interrompeva solo per infilare di poco un dito, poi due dentro, fino a ritrovarsi piegata contro il ripiano della credenza con le gambe allargate e ad occhi chiusi mordendosi le labbra per non farsi sentire da Christine.
-Si, lo porto spesso a fare una passeggiata di un'ora al parco sotto casa.. tre volte al giorno-
Mentre Christine continuava a parlare improvvisamente avvertì un tocco umido e freddo contro la vagina.
Sconvolta si voltò, vedendo così Zeus premere il muso tra le sue gambe.
Trattenne a stento un'esclamazione, quindi riuscì incredibilmente a soffocare un grido di sorpresa quando il cane prese a leccarle la vagina in lunghe, lente leccate.
La lingua larga, bagnata e un po' ruvida arrivava a toccarle il clitoride fino a lambirla completamente, addirittura arrivando a lapparle del tutto l'ano.
Si ritrovò a chiudere gli occhi ed aprire un po' più le gambe, lasciandolo fare e godendosi quell'inaspettato aiuto dal cane facendo del suo meglio per non gemere al telefono con la sua padrona.
-Sì Christine, è davvero un bravo cagnone..- concordò mentre Zeus la leccava ora con più confidenza, quasi avesse preso fiducia, mettendoci molta più foga di prima.
-Ora però devo proprio lasciarti.. devo ancora fare colazione e poi portarlo al parco..-
Kathryn non si sentiva più le gambe, le tremavano tanto che temeva di cadere da un momento all'altro e Christine, pur continuando a ringraziarla per il favore e la pazienza, continuava a parlare nonostante le avesse fatto capire che doveva mettere giù.
Contemporaneamente, voltandosi a guardare, Kathryn notò che il pene di Zeus era uscito quasi del tutto dalla sua guaina.
Trattenne per miracolo un'esclamazione meravigliata nel rendersi conto che era più lungo e più grosso di quanto avesse pensato: era lì, dritto come un fuso, lucido e rosso al punto che si ritrovò a chiedersi come sarebbe stato farsi montare dall'animale.
Le era capitato di trovare in internet alcuni video con delle donne che si facevano scopare dai propri cani, e ne aveva anche visto qualcuno: non poteva negare che l'avevano sempre stuzzicata ma non aveva mai pensato di provare anche lei quel tipo di esperienza, anche perchè non aveva un cane, e se mai ne avesse preso uno le sarebbe sembrato come di abusare di lui.
Ma in quel momento aveva lì un golden retriver maschio che le leccava la figa con foga e con un cazzo che pareva chiamarla a gran voce.
"Perchè no? Anche lui ne ha voglia.." pensò, per poi interrompere Christine al telefono.
-D'accordo, stai tranquilla. Ci sentiamo presto Christine!-
Senza darle il tempo di replicare mise giù il telefono.
Quindi si scostò dal mobiletto, movimento al quale Zeus dovette arretrare con il muso interrompendo le proprie leccate per guardarla in attesa.
Kathryn si liberò dell'asciugamano, rimanendo nuda.
Era sempre stata consapevole di avere un bel corpo: era alta, snella, con una quarta di seno, gambe lunghe, vita sottile e fianchi armoniosi nonchè un bel paio di gambe lunghe e dritte.
Eccitata si mise a carponi sulle piastrelle del pavimento della cucina, dando le spalle al cane ed ancheggiando piano tenendolo d'occhio da sopra la spalla.
Per un attimo Zeus la guardò senza reagire, al punto che Kathryn si chiese se forse non dovesse prima fargli una sega per eccitarlo ulteriormente, tuttavia un attimo dopo il cane la raggiunse quasi di corsa, alzandosi e circondandole i fianchi con le zampe anteriori prendendo a sbatterle la punta del grosso cazzo bagnato contro la figa altrettanto fradicia, senza però riuscire a entrare.
-Calma.. calma- cercò di acquietarlo mentre con una mano tentava di afferrargli da sotto il membro turgido, così da indirizzarlo nel punto giusto, -Adesso ci entri.. sì..-
Ed infatti un momento dopo averlo finalmente afferrato ed avvicinato all'orifizio, il cane con un'altra spinta finalmente entrò dentro di lei.
-Oddio!-
Che sensazione!
Era grosso e durissimo, lungo al punto da riempirle la cervice. Tornando con le mani entrambe sul pavimento Kathryn abbassò appena il bacino notando che il cane si agitava sulle punte delle zampe posteriori nella foga della penetrazione, e lui, in risposta a quel suo abbassarsi, la strinse ulteriormente con le zampe anteriori aderendo del tutto contro la sua schiena, appoggiandole il mento contro la spalla e ansimando al suo orecchio mentre la sbatteva ad una velocità mai provata con un uomo.
Avvertiva la sensazione della pelliccia calda e morbida contro la pelle nuda, gli artigli delle zampe che le graffiavano le cosce ed i polpastrelli ruvidi di una zampa che inavvertitamente le schiaffeggiavano il clitoride infiammandoglielo.
Le palle pelose, più piccole e sode di quelle di un uomo, le schiaffeggiavano le natiche mentre quel cazzo privo di cappella continuava a muoversi dentro di lei facendola gemere ed ansare senza ritegno.
-Sì Zeus.. così, continua così.. bravo cagnolone, bravo..- continuava a mormorare, voltando il viso verso il muso dell'animale che le leccò la bocca aperta mentre parlava.
Inarcò la schiena, sempre più eccitata da quel che stava facendo, premendosi all'indietro sempre di più contro quel cazzo fino a sentire qualcosa di duro premere contro la propria apertura.
All'inizio non capì cosa potesse essere, mentre leccava la lingua di Zeus che a sua volta, ansimando, la leccava nella bocca dandole l'illusione di essere violata anche lì.
A quattro zampe sul pavimento della cucina, nuda, con il golden retriver che la stava scopando del tutto abbracciato a cavalcioni sulla sua schiena, e la sua lingua che la leccava all'interno della bocca che continuava a tenere aperta, Kathryn si rese conto che quella pressione che sentiva era quella famosa pallina, o nodo, che i cani hanno alla fine del pene e che serve ad incastrarsi dentro la vagina della femmina.
Aveva letto di molte donne che facevano sesso con i cani che avevano un po' il timore di quel nodo, ma lei improvvisamente non vedeva l'ora di avercelo dentro: così si spinse ulteriormente all'indietro contro quel cazzo, mentre con una mano gli premeva una delle due zampe sul clitoride guidandolo nello sfregamento.
Un attimo dopo anche il nodo entrò dentro di lei, facendole inarcare la schiena ed urlare di piacere.
A sua volta Zeus, come assatanato, prese a sbatterla con rinnovata foga, quasi con violenza, stringendola più forte tra le zampe anteriori come se volesse incollarsi a lei e ringhiando sulla sua spalla. Alzò addirittura una zampa posteriore cercando di abbrancarle un fianco, approfondendo ulteriormente la penetrazione.
-Oh sì, sì, sì.. fottimi, fottimi più forte!!- si ritrovò a dire godendo come non mai, allargando le ginocchia e quindi le cosce ben soddisfatta nel sentirselo ancora più contro grazie a quella posizione appena assunta,
-Scopami per bene.. sì, sì, sì... oddio sì.. più forte, più forte!!-
Le arrivò un primo orgasmo, seguito da un fortissimo, caldo getto di sperma che non pareva avere fine, che la riempì al punto da farle chiedere se potesse contenerlo tutto.
Aveva la vagina in fiamme, ed i muscoli vaginali del tutto contratti, stretti contro quel pene che irrorava sperma senza posa continuando a chiavarla con violenza facendola dimenare come non aveva mai fatto.
Zeus torno a leccarla, sull'orecchio, sul collo, sulla bocca, preso dall'eccitazione del momento mentre lei veniva colta da un secondo orgasmo.
Quindi, lentamente, l'afflusso di sperma cominciò a diminuire, e le spinte a farsi sempre più lente e ritmiche, fino a quando la donna si ritrovò ansante a carponi sul pavimento della cucina con il cane ancora addosso, ansante anche lui, a muoversi piano dentro di lei quasi fosse restio a smettere.
-Ti è piaciuto eh? Scommetto che anche tu non scopavi da un sacco di tempo- gli si rivolse con un sussurro soddisfatto, aspettando pazientemente che il nodo alla base del pene di Zeus si ritirasse, permettendogli così di uscire da lei.
Dal suo punto di vista non le dispiaceva comunque tenerselo dentro ancora un po', e nemmeno le dava fastidio, nonostante la stanchezza, continuare a reggere il suo peso.
Dopo probabilmente cinque minuti Zeus uscì finalmente da lei, ed in quel momento una cascata di sperma caldo fuoriuscì dalla sua vagina, allargata e pulsante, infradiciandole le cosce e provocandole un lungo brivido caldo.
-Mhmmm...- mormorò rigirandosi e decidendo di sdraiarsi per un po' sulla schiena sul pavimento, incrociando le braccia sotto la testa, -Dovrò farmi un'altra doccia..-
Zeus la guardò ansimando felice, infilando il muso tra le sue gambe e cominciando a leccare il suo stesso sperma e gli umori di lei che si ritrovò a ridacchiare.
-Che porco, abbiamo appena finito e hai ancora voglia?- lo prese in giro allungando una mano ad accarezzargli la testa, ma allargando comunque le cosce a farsi leccare meglio, godendosi quel piacere in più.

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