L'anziana madre della panettiera vacca.

Scritto da , il 2022-08-13, genere tradimenti

Quando nel 2006 la panettiera tornò nella cittadina dove da ragazza si diede da fare nel farsi montare e a spillare sborra dalle palle dei maschi) ebbe il forte timore di essere ricordata e l’idea non la allettava.
Ora era sposata con due figli maggiorenni e l’idea che qualcuno potesse entrare in negozio e le dicesse: “Ti ricordi ancora il sapore della mia sborra?” oppure “Sai che io ti scopato come una cagna?” e ancora “Ti piace ancora essere trattata da zoccola mentre scopi?”, non sarebbe stato l’ideale.
Invece le andò bene perché la popolazione era cambiata e non ebbe sentore che qualcuno si ricordasse di lei e anche se fosse accaduto nessuno glielo fece capire.
Uno dei motivi che spinse lei e il marito a ritornare nel paesello era che la presenza dell’anziana madre della panettiera. Purtroppo, poco prima era venuto a mancare il padre ma la madre era ancora in gamba tanto che ebbe modo di aiutare in negozio, pulendo il retro o altre piccole incombenze.
Tutto procedeva stile famiglia Mulino Bianco finché io non ritrovai la zoccola. Qualche giorno dopo la incontrai a Venezia e scopammo immediatamente, dopo qualche ora fu il turno di un suo ex ma questo fa parte della storia, non del contesto.
Quindi quando la panettiera informò la madre (la quale lo aveva capito da tempo) che tra lei e il marito era un brutto periodo e le chiese se avesse potuto stare da lei, la madre ne fu felice. Non tanto perché la figlia aveva problemi con il marito ma perché, alla sua età, avere qualcuno in casa era più rassicurante.
Quando la figliola andò a casa di mamma le mancavano pochi mesi a compiere quarantaquattro anni ed era vergine di culo. Quando ne compì quarantaquattro era una bella rotta in culo e sapeva cosa volesse dire avere un cazzo in figa, uno in culo e uno in bocca contemporaneamente
A onore del vero (prestate attenzione, sono particolari importanti) la madre della panettiera viveva a poche centinaia di metri dal negozio. In pieno centro paese. Aveva un appartamento al piano terra di una casa di ringhiera ristrutturata. Lo aveva cercato appositamente lì perché nella porta di ingresso di fianco abitava la sorella della madre (quindi la zia della panettiera), appartamenti confinanti tanto che per chiamarsi era sufficiente bussare al muro divisore per segnalare la necessità di vedersi.
Ma non era finita. All’interno dello stesso cortile sono presenti due palazzi gemelli di quattro piani. Uno di questi è una ventina di metri, in linea aria, dalle case di mamma e della zia della panettiera.
All’interno di questo palazzo abitano rispettivamente: una cugina della panettiera con famiglia, in altro appartamento un altro cugino single della panettiera ma, soprattutto, abitiamo noi da oltre dieci anni!!!
Infatti, quando decidemmo di andare a vivere insieme l’insospettabile vacca decise che sarebbe stato meglio farlo vicino a mamma. Quanto vicino? Dal nostro balcone ci si parla senza alcun problema!!
È qui che sono avvenute (e stanno avvenendo) le monte più animalesche, le gang più porche. A pochi passi da casa di mamma. Ma non divaghiamo e torniamo al primo anno.
Quando la panettiera percorreva la strada che la portava dalla panetteria a casa di mamma era un saluto continuo con i passanti. Tutti la conoscevano e tutti si ricordano di lei, ancora oggi nonostante i tanti anni passati!!!
L’insospettabile panettiera aveva l’esigenza di trovarsi una sistemazione che la liberasse dai legacci e dal controllo del marito. La madre le riservò una cameretta con un piccolo divano letto, di più non sarebbe stato possibile.
Quando la sentivo la sera e ci masturbavamo (mentre la cagna mi illustrava i suoi desideri porci e io le chiedevo lumi sul suo passato da ragazzina zoccola) dapprima lei verificava che la madre fosse a letto, poi iniziavamo sottovoce. In molti casi non c’era nemmeno il problema di non farsi sentire in quanto l’anziana mammina andava a dormire dalla sorella, nell’appartamento a fianco.
Come ricordavo in altro racconto la panettiera non guida e quando (praticamente meno di un mese in cui era casa di mamma) cominciò ad uscire per farsi portare a scopare in motel, decise che il punto di incontro sarebbe stato il parcheggio della posta. Da casa di mamma era sufficiente percorrere un vialetto laterale e (ho contato i passi, sono circa trecento) per arrivare a destinazione e salire sull’auto in cui la aspettava il porco di turno. Ogni volta un’auto diversa.
Siccome la madre, come capita spesso agli anziani, era curiosa e capitò che vide la figlia indirizzarsi verso l’uscita secondaria gliene chiese il motivo. La panettiera trovava la scusa che sarebbe passata dal bancomat della posta. Ovviamente la volta successiva (capitavano varie uscite settimanali) l’insospettabile panettiera faceva la strada principale, seppur un poco più lunga. Per non dare sospetti, per poi tornare, nelle monte successive al più comodo percorso.
La mammina della panettiera era felice di vedere uscire la figlia, tanto che spesso le diceva: “So che hai i pensieri” e si riferiva ai problemi con il marito e aggiungeva: “Vai a svagarti da qualche amica.”
La vacca ovviamente si svagava in altro modo, prendendo cazzi e ogni volta diversi.
Ma la mamma spesso, seppur senza malizia, le chiedeva dove stesse andando. Siccome sarebbe stata fuori anche tre ore (le monte prevedevano un primo e un secondo tempo) la panettiera vacca trovò spesso una scusa di un’amica, avendo cura di scegliere una che la mammina non avrebbe potuto incontrare nei giorni successivi, tanto che spesso l’anziana donna diceva: “E’ tanto che non la vedo! Salutamela tanto!!”
Al rientro dalla monta talvolta trovava la madre già dalla zia o a dormire, in quel caso mi chiamava appena rientrata. Si spogliava, si metteva nel letto a gambe larghe e mi dettagliava sul gusto della sborra, sulle dimensioni del cazzo, sule varie posizioni e su tutto ciò che le chiedevo! Spesso rientrava con mammina ancora in piedi tanto che (mentre era al telefono con me) sentivo ancora la sua voce. In quel caso aspettava che mamma fosse a letto per poi parlarmi di sborra, di pecorine e di misure di cazzo.
Mi presentò a sua madre quasi subito, quando era ancora vergine di culo. La mamma era di aperte vedute e mi accolse con grande calore invitandomi ad andare da lei a dormire quando fossi capitato da quelle parti. Il mio alloggiamento era un comodo divano.
Dopo che i tre porci le ruppero il culo decidemmo che le gang le avrebbe fatte solo in mia presenza (non andò esattamente così, ma questa altra storia) ma la panettiera troia avrebbe continuato comunque a uscire con i singoli porci.
Il fatto che io fossi presente, quando la andavo a trovare, non le impedì di continuare la sua collezione di cazzi, come, ad esempio, alcuni sabati pomeriggio. Questo comportava che io dovevo sparire dalla circolazione del paese perché se mi avesse visto la madre, senza la presenza della figlia, si sarebbe insospettita. Spesso andavo al cinema mentre la vacca era in motel o a casa di un porco. Il cinema era occasione per trovare un alibi anche per la sera, nel caso in cui la curiosa vecchietta avesse chiesto che film avessimo visto. In realtà anche se la vacca aveva preso cazzo nel pomeriggio, i sabati sera in cui ero presente la aspettavano gang mozzafiato. Anche con dieci porci simultaneamente!!
Se arrivavo al sabato mattino quindi, per scopare la troia, mi dovevo mettere in coda. Prima il toro del pomeriggio, poi la gang serale e solo alla fine spettava a me sempre augurandomi che la vecchietta (al rientro dalla gang) fosse andata a dormire dalla sorella.
“Cosa fai, non lo aspetti a casa?” chiese la vecchietta alla figlia, sapendo del mio arrivo. Era un sabato pomeriggio e io ero in ritardo sulla tabella di marcia, sarei dovuto arrivare infatti nella mattinata.
“Esco. Ci incontriamo fuori” rispose la figlia. In realtà stava andando, con l’ennesimo nuovo porco, in motel. Io ero a un centinaio di chilometri quando la chiamai attivando il viva voce e l’abitacolo si riempiva delle urla di goduria della zoccola. La andai a prendere che era appena uscita dal motel e intravidi la macchina del porco che si allontanava. Solo dopo si andava casa di mammina che mi accoglieva a braccia aperte.
Ma il capolavoro la cagna panettiera lo fece il primo Natale. Infatti, mammina si allontanava per tre giorni, giusto il tempo di rientrare per la vigilia da festeggiare con la figlia, il fratello della troia e la sua famiglia e i due figli della medesima (che nel frattempo mi avevano conosciuto).
Fu la vacca a propormi di ospitare a casa di mamma dei porci!! Io le dissi che era fulminata!!!
Troppo rischioso. E poi non ne vedevo il motivo in quanto poteva benissimo incontrali in motel. Le feci notare aspetti che a lei avrebbe dovuto avere chiarissimi, ad esempio il numero di famiglie che abitavano allo stesso numero civico: ben cinquantadue!!! E sto parlando di famiglie, non di persone! E la panettiera era appunto, una panettiera. Tutti la conoscevano. Inoltre, il fatto che fosse sotto le feste natalizie significava che le tapparelle fossero alzate fino a ora tarda, tra luminarie e varie.
Sulla prima domanda la vacca mi rispose che, se era pur vero che aveva già preso un certo numero di cazzi nuovi in pochi mesi, era altrettanto vero che non aveva mai avut modo di iniziare come sognava di fare da una vita: da bendata! Conoscere il porco per il suo cazzo! E avrebbe potuto farlo nel letto di mamma!!
Io ero basito da tanta vaccaggine e le feci presente comunque il rischio.
La sua risposta denota quanto sia furba e scaltra. Infatti, fu: “Amore mio ma ci sei tu!!! Tutti oramai ti conoscono e sanno che sei il mio nuovo compagno e che tanti anni fa vivevi qui! Anche se ti vedono entrare con un altro uomo potranno al massimo pensare che è un tuo amico che non vedi da tempo e che, invece del bar, venite qui a fare una rimpatriata!”
“E con tua zia?” obiettai oramai con scarsa convinzione.
“Si addormenta presto e quasi sempre sulla poltrona. E poi faremo senza fare troppo rumore!” fu la sua risposta.
Come andò? Tre sere e tre cazzi diversi!!! Nel letto di mamma, ancora tra le foto dei suoi figli piccoli, le foto del suo matrimonio e altri ricordi vari.
Quando mammina ritornò fu il momento del pranzo di cui accennavo e la panettiera fu tutta affaccendata
Subito dopo le feste natalizie ci fu l’occasione di affittare un appartamento esattamente nel palazzo di fronte a mamma. Come già ho accennato ci si può sentire a viva voce e senza gridare.
Noi siamo all’ultimo piano e da allora abbiamo ospitato centinaia di porci senza che ci fosse alcun sospetto. L’unico che capii che al piano superiore avvenivano delle monte da paura (talvolta su quel letto, oltre alla vacca, c’erano anche cinque tori) fu il ragazzo e la moglie, stranieri entrambi, del piano sotto. Ci pensò la vacca, a mia insaputa per lungo tempo, a renderlo complice, quindi discreto.
Mai mammina, né la zia e neanche i suoi cugini che abitano nella stessa palazzina, hanno dubitato di qualcosa. E, in questi anni la vacca ha continuato ad uscire da sola (sempre il solito parcheggio, quindi, quello dell’ufficio postale). Capitò, comunque, che in qualche circostanza la vecchietta mi vedesse entrare con un altro maschio, ma me la cavai sempre con qualche credibile pretesto.
Durante le monte ci si limita ad abbassare le tapparelle in quanto essendo al quarto piano e non avendo palazzi di fronte ci si sente molto liberi. Si accendono le varie tv in casa su un canale musicale, la stanza da letto non confina con altre quindi si è avvantaggiati. Nonostante ciò, talvolta devo intervenire ad alzare il volume della tv in sala perché la cagna urla senza ritegno!
Dopo circa sei mesi che vivevamo insieme alla zoccola non bastavano i cazzi presi. Una domenica arrivò addirittura a farsi scopare da quattro porci diversi. Tutti al primo incontro. Uno alla volta senza che nemmeno si incrociassero.
La panettiera, infatti, smise di essere tale in quanto con la separazione del marito dovette lasciare il lavoro in quanto era azienda familiare. Ma non smise mai di essere la panettiera del paese! Anche ora a distanza di dieci anni viene ricordata come tale!
Ma la vacca non le bastavano le decine di cazzi (anche in gruppo) che arrivavano in casa.!!! Mi disse che voleva provare a prostituirsi! Ma non a fare la battona qualsiasi obbligata a scopare con tutti. No! Voleva essere pagata ma da porci da cui si farebbe fatta scopare comunque!
Detto fatto!! Tutti sappiamo che nei club privé ci sono delle professioniste che garantiscono un servizio minimo ai singoli che spendono un botto di soldi per entrare. Quel club privé lo gestiva una donna e per la zoccola fu u gioco da ragazzi trovare un accordo.
La panettiera sarebbe andata tre pomeriggi alla settimana a Milano. Se il porco che si propone le piaceva lei avrebbe fatto la “marchetta”, altrimenti sarebbe rimasta nel bar delle prive.
Questo comportava che nel caso io la avessi chiamata al telefono e lei non rispondeva era perché era a una monta, in caso contrario non aveva difficoltà a rispondere.
Voi direte, ma cosa c’entra con la mamma?? La mamma c’entra comunque in quanto era impossibile (in questa situazione) assentarsi tre pomeriggi a settimana, senza avvisare la madre.
La scusa ufficiale fu: “Vado a badare a un bambino per tre pomeriggi.” La panettiera troia, quindi, memorizzò un nome da dare a questo finto bambino, una età e un aspetto fisico, per non cadere in contraddizione.
Quindi quei pomeriggi usciva di casa vestita castamente come di consueto, salutava chiunque la incontrasse, nella borsa il cambio da puttana da indossare solo una volta arrivata al club.
Chiudo con un ultimo episodio che sa di beffa nei miei confronti. La vacca riceve un invito da un toro per una monta notturna. Avrebbe dovuto stare fuori tutta notte e la vacca accettò. Io ovviamente, da buon cornuto, a casa. Anche in questo caso era bene preannunciare in qualche modo alla madre che avrebbe passato fuori la notte, infatti era troppo il rischio che la cercasse anche solo telefonicamente e non la trovasse in casa.
Non ricordo con precisone che pretesto addusse la puttana ma ricordo che funzionò. La madre e la zia dissero, seppur scherzosamente: “Vai pure cara! Guardiamo noi Luca che non ospiti qualche donnetta!!”
“Brave, mi raccomando, mi affido a voi!” fu il commento della insospettabile panettiera.
Una panettiera assolutamente insospettabile!!!

www.insospettabilemogliettina.com


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