Il registratore - l'imprevisto

Scritto da , il 2012-08-22, genere incesti

Verso le, 14,30 stavamo per riprendere il lavoro quando squllò il telefono fisso (i cellulari non avevano campo), Luciana va a rispondere poi rivolta verso me ed allungandomi la cornetta disse "Franca", preoccupata mi dice che c'è una perdita nel bagno, chiedo dove e capisco che probabilmente si tratta di una guarnizione, cerco di spiegarle come intervenire ma mi dice che ha già provato invano, "va bene" dico "chiudi l'acqua che arrivo". Dico a Stefano e Luciana che entro tre massimo quattro ore sarò di ritorno, in fondo si trattava di 120/130 km tra andata e ritorno, e la riparazione sarebbe stata veloce. Vado a prendere le chiavi della macchina "zio vengo con te, ti terrò compagnia" mi fa Giada, "ma no non è necessario, magari qui c'è bisogno di te" rispondo, "ma dai ha ragione Giada, magari ti aiuta a tenerti sveglio" mi dice Luciana, "va bene andiamo" le dico. Raggiunta l'auto metto in moto "sai zio ieri quando ho saputo che non avrei fatto il viaggio con te, ci sonorimasta malissimo, sai che delusione?" sbottò Giada, "perchè" chiesi, non rispose, dopo un pò mi disse "zio posso farti una domanda?", "certo dimmi pure" dissi, si schernì "forse è meglio di no", "perchè hai cambiato idea?" continuai, "è che un pochino mi vergogno" disse mentre notai che la sua gonnellina lasciava sempre più scoperte le cosce, "perchè ti vergogni che genere di domanda è?" la incalzai, teneva lo sguardo basso e mi disse "di sesso", non capivo come faceva a manifestare vergogna e timidezza ed alla stesso tempo mostrava con indiferenza le cosce ed ora aveva già liberato due bottoni della camicetta, dalla quale si cominciava a vedere una superba tettina, o era tattica?, decisi di invogliarla a parlare facendole capire che non mi era del tutto indifferente, appggiai una mano 10 cm sopra il ginocchio, "allora vuoi deciderti a dirmelo?", ripetei, "la mia è solo una curiosità zio, tra amiche ci siamo chieste più volte se la patatina di una adolescente può accogliere il pene maschile di un adulto molto dotato?" sbottò di colpo, "vedi tesoro se i preliminari sono quelli giusti, e se si dà tempo alla passerina di inumidirsi bene, anche se la prima volta magari si fa un pò di fatica, anche perchè di sicuro la passerina non è rilassata, sta all'esperienza dell'adulto scegliere il momento giusto per mettere la passerina nelle condizioni di fare una gradevole ricezione" cercai di spiegarle. Vidi una piazzuola e mi fermai "scusami devo fare pipì" dissi, "vengo anche io stavo per chiedertelo" mi rispose, cercai un cespuglio per nascondermi alla sua vista ed alla vista di eventuali auto di passaggio, stavo per aprire la patta e "zio" mi disse praticamente dietro di me, "dimmi" tuonai, "ti prego facciamo pipì uno di fronte all'altro, mi piacerebbe vedere il tuo pisello da vicino" disse, "ma sei fuori?" azzardai, "dai zio poco fa in macchina mi hai accarezzato le cosce, ora hai la possibilità di vedere la mia patatina, se vuoi potrai anche toccarla magari mentre ti tocco il pisello" disse sicura, mi misi di fronte a lei a più di un metro, aprii la patta dei pantaloni e tirai fuori il coso, lei tirò su la gonna abbassò le mutandine e si posizionò stando attenta a tenere le gambe larghe, aveva una bella fighetta stuzzicante, lei era come ipnotizzata dal mio coso che non era in tiro ma non era nemmeno complettamente moscio eh si devo ammettere che faceva la sua porca figura, quando finii diedi le fatidiche tre scrollatine, poi feci per riporlo in gabbia "aspetta zio ti prego solo una carezza veloce" implorò, io non disse nulla, ma il fatto che io non lo riposi subito l'autorizzò a tastarlo con la manina, "oh zio mi daresti delle salviettine per asciugarmi, non vorrei bagnare le mutandine, misi la mano in tasca tirai fuori le salviette, ne sfiali una ed allungai la mano perchè la prendesse "asciugami tu zio" mi disse, lo feci, asciugai la figa con la salvietta, poi passai la mano per vedere se avevo asciugato bene "andiamo ora non vorrei trovare casa allagata" intimai. Il viaggio prosegue senza altri intoppi, arrivammo a casa "zio" mi disse "prima mi hai visto le tette?", "beh non proprio solo un pochino" le dissi, "se vorrai potrai toccarle, decidi tu quando" mi disse, non risposi la sua irruenza e sicurezza mi metteva un pò a disagio. Mi misi al lavoro in bagno, era come avevo previsto una guarnizione si era allentata, in un paio di minuti riparai tutto, andai in soggiorno Giada era sdraiata nel divano, le cosce complettamente scoperte le mutande in vista, "zio, Lisa non è in casa?" mi chiese, "no" dissi "Franca mi ha prima al telefono mi ha detto che Lisa sarebbe restata da Francesca", "zio" disse ancora, "sihii?" chiesi, "zio chiavami" ordinò, sicuramente sbiancai, "Giada non so se sei pronta" obiettai, "dai andiamo dobbiamo tornare dai tuoi" dissi, "NON MI MUOVO DI QUI' FINCHE'......" "zio, zietto ti prego" prima urlando poi pregando. Mi siedo sul divano vicino a quel corpicino sdraiato, le mie mani corrono ai bottoni della camicetta, li apro tutti uno dietro l'altro, apro la camicetta e mi rendo conto che lei perde la spavalderia, capisce che ora sto facendo sul serio, forse si rende conto che praticamente mi ha costretto ad iniziare qualcosa di troppo grande per lei, le afferro le mani tirandola verso di me facendola sedere sul divano, le sfilo la camicetta, la mia testa si avvicina alla sua le mie labbra sulle sue,la mia lingua assapora la sua, lei timidamente risponde al bacio, poggio prima le mani sul reggiseno poi con le braccia la avvolgo le mie mani corrono veloci alla sua schiena sgancio il reggiseno e.... favolose poppine, bellissime, sode, tenere, delicate, i capezzoli sembravano camei di corallo rosa, ed io accarezzavo e succhiavo, leccavo e mordicchiavo, una mano sulle cosce raggiunse le mutandine, lei divaricò leggermente quelle coscette, poi con le mani feci in modo che unisse le cosce in modo da sfilarle le mutandine, cosa che feci lentamente, poi ancorale divaricai le cosce, la feci spostare leggermente per far si da potermi fiondare col viso fra esse, le mie mani allargavano leggermente la fighetta, la lingua si insinuava, le mie labbra circondavano il clitoride, poi ancora la lingua in fondo alla vagina, sntivo Giada mugolare selvaggiamente senza ritegno, dei mugolii le si strozzarono in gola mentre con la lingua le provocai il primo orgasmo, col dito medio sondai la fighetta, poi aggiunsi anche il dito indice, mi resi contoche Giada era pronta per me,la sua figa era pronta per il mio cazzo, subito mi tolsi la maglietta, mi sfilai i pantaloni, i boxer, Strabuzzò gli occhi nel vedere il cazzo in tiro, forse la turbò, ricominciai carezze e limonata, quando la sentii le feci divaricare le cosce al massimo, mi fiondai sul corpo inerte, poggiai il glande sulla cosina, si irrigidì, ma quasi subito si rilassò mentre la baciavo e le accarezzavo le tettine, spinsi un pochino, il glande comoncio a farsi strada, poi mifermai un attimo per vedere le sue reazioni, non volevo farle male, spinsi ancora, il glande era tutto dentro, sentivo la fighetta stretta, continuavo ad affondare dentro lei che ogni tanto mugolava, il cazzo arrivò alla barriera, sentivo la fighetta ben lubrificata, ancora baciai e pomiciai e quando la sentii rilassata al punto giusto diedi un colpetto e sentii l'imene cedere, ora il cazzo poteva affondare lentamente senza più ostacoli in quella calda stretta fighetta, cominciai ad andare su e giù, su e giù, su e giù, lentamente, sentivo che il suo corpo si rilassava sempre di più, sicuramente non aveva provato dolore non mi pare, ora il suo corpo iniziava ad assecondare la scopata, il suo corpo chiedeva cazzo, non sembrava il corpo di una appena deflorata, era quel corpo che dettava legge, faceva il ritmo, ora l'amplesso era un pò più veloce lo chiedeva il suo corpo, cominciammo a strigerci un pò più forte, ad accellerare, le sue cosce divaricate al massimo, le sue gambe piegate con i piedi sulla schiena, per interminabili momenti l'amplesso rischiò un fuori giri, fino a quando quasi all'unisono le nostre gole urlarono, ed i nostri sessi esplodevano in un vortice interminabile di umori, il suo corpo si fermò svuotato mentre io davo gli ultimi affondi svuotando complettamente il contenuto delle palline. Per qualche minuto ci fermammo ansimanti, stanchi, svuotati, ma appagati, io tenevo gli occhi chiusi e "grazie zio" mi disse baciandomi sulla bocca, andammo a darci una ripulita poi ci avviammo verso la loro casa al mare. Continua.

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