L'avvocatessa - cap 48

Scritto da , il 2022-04-22, genere saffico

Appena arrivati nel resort dove avremmo passato la nostra poco romantica luna di miele, conobbi Eva e suo marito Girolamo, anche loro freschi sposi e nostri concittadini. Però mentre Tommaso ed io eravamo quasi coetanei, fra di loro c'erano più di vent'anni di differenza, e Girolamo sembra anche più vecchio dei suoi cinquantanni.
Eva era invece una bellissima donna, con profondi occhio verdi, e una cascata di ricci castani, anche se quello che si notava subito era il suo fisico quasi scultoreo, ma non per questo poco femminile, anche grazie ad una quarta che quasi si esaltava in quelle forme quasi perfette.
Fra noi nacque subito una bella amicizia, anche perchè i rispettivi mariti sembravano interessati ad altro, iniziando dalla pesca d'altura, e finendo con le specialità del barman.
Quella sera però gli uomini diedero il peggio di se.
Infatti c'eravamo entrambe preparate per un cena romantica, con tanto di abito lungo e trucco delle grandi occasioni, per poi ritrovarci a dover mettere a letto i rispettivi consorti, in uno stato che definire d'ebrezza è riduttivo. Eva ebbe però l'idea di mettere nello stesso letto gli uomini, così da poter dormire senza doverli sentire russare. Così dopo averli messi in camera sua, ci ritrovammo sdraiate nella mia a parlare di cose futili.
"Com'è che hai conosciuto Girolamo ?" le chiesi per cambiare argomento.
"Ad un matrimonio, lui era il testimone mentre io m'occupavo del catering. Pensa che non sono riuscita a staccarmelo di dosso, sino a quando non gli ho dato un appuntamento ! Devo ammettere che quella sera andò oltre la perfezione, ma del resto una delle sue doti migliori è il saper organizzare qualunque cosa."
Non osai chiederle se dietro tutto quel romanticismo ci fosse anche il portafoglio dell'uomo, che pur non essendo come quello di Tommaso, era sempre di tutto rispetto. Col passare del tempo mi misi in testa che prima o poi Eva gli avrebbe messo le corna, e volli stuzzicarla per vedere se la mia idea era quella giusta.
"Prima di lui quanti ne hai messo al tappeto ?" gli domandai sfiorandole la coscia con una mano.
"Non tanti e tutti uomini." mi rispose cercando di coprire la gamba.
Il suo vestito però aveva uno spacco bello lungo, e il suo cercare di coprirsi, finì col diventare quasi ridicolo.
"Davvero mai con una donna ?" chiesi con malizia "Neanche per gioco ?"
"Ad esser sincera c'è una mia amica che un po' ha provato, ma senza mai insistere..."
"Come sto facendo adesso io." le dissi sfiorandole nuovamente la coscia con la mano.
Non mi fermai però al solo toccarle la gamba, ma m'avvicinai lentamente, ma allo stesso inesorabilmente, con le mie labbra alle sue, sino a che non si toccarono.
Eva rimase immobile come una statua, mentre i miei baci si facevano sempre più audaci, ma senza mai cercare d'aprirle la bocca.
"Monica io..." mi disse con un tono che sapeva di resa.
"Tu adesso ti lascia andare, e mal che vada avrai fatto un'esperienza in più, tanto sappiamo benissimo che prima o poi metterai le corna a tuo marito." le risposi facendo risalire la mano sino all'interno delle cosce.
Quando le sfiorai le mutandine la sentii fremere, e allo stesso tempo aprire quel tanto la bocca da permettermi d'infilarci dentro la lingua. Lei all'inizio non mosse un solo muscolo, poi lentamente la sua lingua cercò la mia, dopodiché il nostro bacio divenne sempre più audace, diventando il manifesto della sua capitolazione.
La feci sedere per poterle da dietro aprire l'abito, e far scivolare le spalline sulle braccia, liberando così il suo splendido seno.
"Mio Dio hai due tette da urlo." le dissi cercando di prenderle in mano, per poi limitarmi a palparle quasi con rispetto.
Più li toccavo il seno, più la vedevo sciogliersi fra le mie mani, mentre il suo respiro iniziava a farsi affannoso. Quando infine le sfilai il vestito facendola poi sdraiare, davanti a me non c'era più una donna sicura della sua eterosessualità, ma una pronta a fare nuove esperienze.
Mi misi carponi sopra di lei, e questa volta era la sua bocca a volere la mia, così non mi rimase che baciarla, ma senza soffermarmi troppo su quelle labbra che pure erano molto invitanti. Infatti i miei baci scesero sul collo e poi sull'incavo del seno, per passare dall'ombelico prima di fermarsi a quella che oramai era il mio unico obbiettivo : la sua passera. Non volli però spogliarla completamente e farla finalmente mia, ma mi sistemai seduta sul letto dandole le spalle.
"Mi aiuti a togliermi questo vestito ?" le chiesi ben sapendo la risposta.
Eva fece scivolare in basso la lampo dell'abito, per poi farlo finire sul pavimento vicino al suo.
"Perchè ti sei fermata ?" mi domandò quasi con ingenuità.
"Perchè voglio vederti godere il più a lungo possibile." le risposi prima di baciarla con tanta passione da farla sdraiare sul letto.
Se prima la mia bocca si era spostata velocemente dalla sua sino al monte di Venere, adesso fui molto più lenta, anche perchè le infilai una mano dentro le sue mutandine zuppe d'umori. Ad ogni mio anche minimo movimento delle dita, corrispondeva un suo gemito sempre più forte, sino a quando non la penetrai usandone due, e facendola quasi sobbalzare dal piacere.
"Cazzo come mi piace ! E io che credevo che con una donna fosse una noia mortale !" esclamò Eva quasi cercando di spingermi la testa fra le sue gambe.
"Allora adesso ti faccio annoiare tantissimo."
Scivolai fra le sue cosce, dopo averle tolto le mutandine, per poggiare la punta della lingua un pochino sopra il buchetto, per poi farla salire lentamente sino all'inizio dello spacco. Continuai a leccarle la passera in quel modo più volte, sino a quando non la penetrai con quattro dita messe a cuneo, succhiando ogni goccia di piacere che sgorgava da quella fonte. Quando compresi che stava venendo la feci girare su un fianco per mettermi subito dietro di lei, e continuare a masturbarla quasi con ferocia, mentre la baciavo sul collo.
"Quando torniamo a casa vieni da me così ti scopo come meriti, e non m'importa se lo farò con un cazzo finto perchè so che godrai ancora più di adesso." le dissi poco prima che avesse il tanto agoniato orgasmo.
Rallentai le dita solo quando la vidi quasi crollare travolta dal piacere, ma poco dopo mi resi conto che ero io ad avere una gran voglia di godere.
"Che ne dici di pensare un po' a me ?" le dissi togliendomi il perizoma.
"Non vedo l'ora." mi rispose baciandomi con ardore.
Nonostante fosse una novizia del sesso saffico, Eva si rivelò una molto piacevole sorpresa, anche se un po' troppo frettolosa. Scese infatti fra le mie gambe senza fermarsi sul seno o sulla pancia, arrivando subito alla passera, che però leccò con passione, usando allo stesso tempo un paio di dita per sditalinarmi con maestria.
"Mm ma che brava che è la mia sposina." le dissi strizzandomi delicatamente i capezzoli.
Mi ritornò in mente quando Tommaso mi portò in quel lap-club per vedermi lesbicare prima con Olivia, e poco dopo con Natasha, ma anche quando facevo sesso con Marisa davanti a quel cornuto di suo marito Patrizio. Perchè era innegabile che farlo con una donna mi piaceva, almeno non meno che con un uomo, e 'conquistare' una come Eva era un qualcosa in più che nessun maschio mi poteva dare.
Il picco del piacere arrivò senza che quasi me ne accorgessi, lasciandomi in uno strano stato d'incompletezza, come se tutto quello fatto sino a quel momento non fosse stato che un lungo preludio.
Tirai con dolcezza a me la testa di Eva sino a ritrovarmi le sue labbra davanti alle mie.
La baciai come non avevo ancora fatto quella sera, non tanto con passione, quanto con lussuria.
Senza che quasi me ne accorgessi, allungai la mano dentro le sue gambe, e ripresi a masturbarla, questa volta delicatamente, senza alcuna fretta, e lei non tardò a ricambiare. Ci ritrovammo così come due ragazzine, che si baciano e si toccano a vicenda, quasi a voler scoprire le prime gioie del sesso, solo che noi due eravamo due donne sposate. Ciò nonostante ci lasciammo andare in quel dolce gioco fino a riassaporare il piacere dell'orgasmo, questa volta sì davvero appagante.
"Credo davvero che prima o poi ti verrò a trovare, anzi penso prima che poi." mi disse sorridendo mentre si rivestiva.
"Allora metto già una bottiglia in fresco." le risposi cercando il mio perizoma "Però scusa adesso dove vuoi andare ? Ti sei dimenticata che sul tuo letto dorme mio marito ?"
Ci mettemmo a ridere pensando a che razza d'imbecillii avessimo sposato, poi le prestai una camicia da notte prima di dividere il mio letto con lei.
Il giorno seguente Girolamo si scusò con me per come si era comportato, ringraziandomi allo stesso tempo per aver aiutato la moglie.
"Non sai quant'è stato piacevole aiutare Eva brutto idiota che non sei altro." pensai dentro di me mentre gli rispondevo che non c'era bisogno di dire nulla.
Solo non sapevo che con Eva ci saremmo riviste qualche giorno dopo, ma in ben altra situazione.


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