L'amica d'infanzia: Capitolo 1

Scritto da , il 2022-04-16, genere etero

fin da quando ero piccolo ero molto amico della mia vicina di casa, Anna, crescendo praticamente insieme siamo sempre stati molto legati anche perché abbiamo frequentato sempre le stesse scuole.
La storia inizia a giugno, avevamo entrambi compiuto 18 anni, lei era diventata davvero una gran figa, era abbastanza bassa, capelli ricci castani piuttosto lunghi, occhi castani, espressione seriosa e seducente, labbra abbastanza carnose ma non troppo, naso piccolo e perfettamente dritto, avevo un fisico non male, delle grandi tette una bella quarta abbondante e per finire delle grandi cosce che sostenevano il mio culo che era sodo e grosso.
Come succedeva spesso ero a casa sua a cazzeggiare e perdere tempo insieme a lei, però mentre chiacchieravamo lei ricevette una chiamata, era una sua amica che le chiese di portarle un libro, lei accettò e poi mi disse: "io scendo un attimo torno tra massimo 30 minuti, mi aspetti qui?" le dissi che non c'era problema dopotutto non era la prima volta che succedeva, lei a quel punto andò via come un lampo lasciandomi nella sua stanza.
Poco dopo che Anna era andata via la madre entrò in stanza chiedendomi dove fosse andata la figlia, la mamma di Anna, Cira, era una donna veramente stupenda, aveva 45 anni ed era probabilmente la milf più stupefacente che avessi mai visto, aveva dei gonfi capelli ricci neri che le arrivavano alle spalle, profondi occhi castani, il suo viso e la sua espressione trasmettevano autorità ma anche simpatia allo stesso tempo, delle labbra un po' più carnose delle mie, la sua pelle era leggermente più scura della mia aveva una tonalità più calda, aveva un fisico da urlo e lo teneva costantemente in allenamento, grandi tette una terza abbondante praticamente una taglia in meno a me e il suo culo era grosso e sodo una cosa incredibile per la sua età.
Insomma tornando a noi, le spiegai che la figlia era scesa un attimo e a quel punto lei disse: "cavolo mi serviva una mano, dovevo posare degli scatoloni sull'armadio." Le dissi che potevo darle io una mano dopotutto non avevo molto da fare e lei acconsentì subito, mi fece arrampicare su una scala ed iniziò a passarmi gli scatoloni, erano piuttosto pesanti e con il caldo che faceva stavo sudando molto pur avendo addosso solo una canottiera e una tuta, in genere non mi vestivo mai per andare da Anna dopotutto vivevamo sullo stesso pianerottolo e avevo molta confidenza, a fine lavoro ero abbastanza sudato e Cira fece una cosa un po' ambigua, mi accarezzò il braccio e disse: "poverino ti ho fatto fare una sudata." Però sembrava molto compiaciuta mentre lo faceva, io facendo finta di nulla le dissi che non era stato un problema, lei mi rispose che potevo anche usare il bagno e darmi una sciacquata e io a quel punto accettati, andai in bagno senza nemmeno chiudermi dentro e mi levai la canottiera, in poco mi lavai e mi asciugai e proprio mentre stavo per rimettere la canottiera Cira entrò e appena mi vide disse: "oddio scusa avevo dimenticato ci fossi tu in bagno." La cosa mi sembrava molto strana visto che mi aveva detto lei di andarci e soprattutto continuava a squadrarmi e a guardare il mio fisico, poi ad un tratto mi disse: "certo che hai fatto davvero un bel fisico Ale." cercai di fare un po' il modesto e le dissi che mi stavo preparando a dei test fisici e altre spiegazioni e lei intanto si avvicinava, arrivando a toccarmi l'addome, mi accarezzò un po' e poi disse: "ho sempre avuto un debole per i ragazzi giovani." La situazione si stava facendo strana ma anche al quanto eccitante finché non sentimmo la porta che si aprì, era sicuramente Anna e se ci avesse trovato insieme nel bagno avrebbe pensato il peggio, Cira se ne andò subito in camera sua senza farsi vedere mentre io mi misi la canottiera e tornai in camera di Anna,
lei non notò nulla probabilmente perché quando la vidi in camera sua stava ancora affannando per aver fatto le scale.
per il resto della giornata rimasi con Anna a non fare assolutamente niente e poi tornai a casa, ma le cose non finirono lì.

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