Mia sorella 8° - Scopare e fare l'amore in paradiso.👩🏻‍❤️‍👨🏼

Scritto da , il 2022-04-15, genere incesti

-Si.. si.. che voglia che avevo che voglia.. così.. cosi.. ancora.. ancora.. oddio come mi sei mancato.. scopami amore.. scopami..-

Quando era venuta, si era formato un vero lago sul mio inguine e sul sedile della macchina protetto fortunatamente da un provvidenziale plaid a quadri colorati.

La mia incredibile sborrata le aveva riempito la fica e poi, per via della postura, una buona parte era scivolata fuori insieme ai suoi umori che già prima di scoparla, quando l'avevo leccata colava a fontanella.

Io stesso comunque, ero sorpreso dalla quantità di sperma che avevo spruzzato giacché anche il giorno prima avevo scopato con una ragazza che avevo conosciuto nel night club che avevano aperto pochi giorni prima proprio sulla spiaggia.

Certo la voglia pazzesca di fare l'amore con mia sorella aveva contribuito non poco alla mia ricarica.

Quando mia sorella era ripartita, ero caduto in uno stato di depressione dal quale ero uscito solo dopo che avevo comprato la mia prima auto usata.

Oramai avevo capito che con la situazione in casa, i pochi soldi disponibili e l'impegno di lavoro, avevo davvero poche possibilità di avere amicizie femminili e l'idea che anche la prossima estate con mia sorella sarebbe stata frustrante come quella appena passata, contribuiva ad aumentare la mia angoscia.

Mentre vedevo mia sorella affacciata al finestrino del treno che si allontanava da me per un altro anno, avevo preso una decisione drastica: Dovevo comprarmi una macchina!

Da quel momento avevo smesso di fumare e di frequentare tutti quegli ambienti nei quali in un modo o nell'altro avrei speso dei soldi (la sala giochi coi flipper, biliardi, biliardini e giochi delle carte)le rare serate in trattoria etc.

L'inverno precedente poi, avevo deciso di andare a sciare insieme ai miei amici ed avevo speso parecchi soldi (in realtà erano pochi ma per me, tanti, troppi!)per l'attrezzatura e per quelle due o tre volte in cui avevo passato i fine settimana in montagna.

Insomma, avevo eliminato ogni tipo di spesa superflua e finalmente a dicembre, col gruzzolo risparmiato e la tredicesima, avevo potuto dare l'anticipo per l'acquisto di una "fiammante" Simca 1.000 usata finita di pagare poi, con una paccata di cambiali.

Non stavo nella pelle dalla voglia di mostrare a mia sorella il prezioso acquisto.

Col mio nuovo gingillo, ero andato a passare il Natale e il capodanno da mia nonna sperando proprio di riuscire a collaudare la mia "alcova" semovente con mia sorella.

Purtroppo avevo fatto il conto senza l'oste e tutti quei giorni erano passati insieme ai miei fratelli a fare giri per mostrare a tutti "il bolide" senza trovare mai un momento in cui potermi appartare da solo con lei.

In quella circostanza avevo avuto la possibilità di capire in quale asfissiante situazione si trovasse a vivere la mia povera sorellina.

Trasferta negativa dunque!

Negativa si, ma non al 100%.

In quei giorni a tavola mi avevano fatto capire in quale difficoltà economica si trovassero i nonni a causa del fatto che i miei fratelli avessero solo lavoretti precari mentre mia sorella avendo finito le magistrali e non potendo procedere oltre con gli studi, avrebbe dovuto cercarsi un lavoro anche lei.

A quel punto avevo proposto di cercarle un lavoro nella mia città e dopo molte insistenze, anche i fratelli rosi dalla gelosia, dal loro compito di cani da guardia e dal senso di possesso che esercitavano sulla sorella (anche mia sorella!) avevano deciso di accettare.

L'idea che mia sorella si sarebbe trasferita da me, mi aveva riscattato dalla frustrazione di non essere riuscito in quella settimana a darle neanche un bacio ed al mio rientro a casa, mi ero subito attivato per cercarle un lavoro.

La fortuna (Finalmente!) aveva voluto che una segretaria della ditta per la quale lavoravo io era rimasta incinta ed a causa di alcuni complicazioni di salute, aveva ridotto le sue ore di lavoro ed io ero riuscito a far assumere mia sorella per sostituirla alla bisogna.

Quando mia sorella a fine Giugno era arrivata per iniziare il suo lavoro, ero andato a prenderla in stazione e mentre ci abbracciavamo mi aveva bisbigliato in un orecchio:

-Non andiamo subito a casa.. portami in un posto dove possiamo fare l'amore.-

Nella mia città, oltre alla pineta che costeggia il lungomare ve ne è una più grande, lussureggiante ed appartata sotto una collina.

Non appena parcheggiato in un piccolo spiazzo, lei aveva ribaltato il sedile e mi era saltata addosso e mentre mi baciava con incredibile ardore, mi aveva preso la mano e se l'era portata tra le cosce per farmi sentire che era già senza mutande(come faceva nei nostri furtivi incontri in bagno) e con la fica fradicia di umori.

I suoi movimenti nervosi rispecchiavano l'urgenza di fare l'amore.

Mentre oltre le nostre labbra unite come ventose le lingue si intrecciavano in una frenetica danza umida e lussuriosa, la sua mano nervosa mi aveva slacciato la cintura ed abbassando la cerniera dei pantaloni vi aveva estratto la verga già dura come una mazza.

Poi, con uno scatto felino si era abbassata per lasciarselo scivolare tra le labbra sino in gola.

Sorpreso da tanta decisa irruenza, non riuscivo a prendere alcuna iniziativa che lei era già oltre.

Dopo avermi succhiato il cazzo e le palle con famelica ingordigia, con un nuovo scatto, si era tirata su e mettendomi la mano dietro la nuca, aveva spinto la mia testa tra le sue cosce.

Dio mio che lago sotto quel ciuffo che avevo sognato ogni notte e sul quale virtualmente scaricavo il frutto delle mie seghe solitarie.

Aiutato dal movimento delle sue mani tra i miei capelli, passavo la lingua, gli occhi, il volto su quel frutto così umido e profumato da inebriarmi trascinandomi in un vero delirio dei sensi.

I suoi gemiti accompagnavano le contrazioni del suo bacino sino ad esplodere come un revolver uno, due, tre orgasmi che mi hanno letteralmente lavato il viso ed i capelli.

Poi, con movenze rapide e flessuose, si era sollevata lasciandosi cadere a candela sul mio cazzo puntato in alto come un cannone.

A quel punto era iniziata una danza frenetica con le belle tette lanciate al vento ed in cui il suo corpo tremante, si scuoteva e si contraeva ad ogni orgasmo sino ad implorarmi di godere anch'io e tempestarle l'utero coi miei fiotti di sborra.

Devo confessare che la fede mi ha lasciato da molto tempo ma che in quel momento, mi sentivo certo dell'esistenza del paradiso e che noi eravamo completamente immersi nei suoi profumi, nei suoi colori e nei frutti che per il fatto di essere proibiti, erano ancora più gustosi.

Che meraviglia, mia sorella mi aveva preso alla lettera quando le avevo detto che sarei andato a prenderla in stazione con la mia alcova a 4 ruote.

segue

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