Marina schiava sessuale (parte seconda)

Scritto da , il 2022-03-07, genere dominazione

Riuscii ad ottenere l’invito alla festa del sabato sera e Marina era sempre più eccitata all’idea di come l’avrebbero usata. Uscì la mattina per raggiungere la casa dei suoi padroni, oramai li chiamava così. Nel tardo pomeriggio mi preparai e raggiunsi il mio cliente che mi aspettava in macchina con altri due suoi amici. Durante il percorso non si parlò altro che di Marina, di quanto fosse maiala e di quello che le avrebbero fatto quella sera. Ognuno di loro si era portato una pasticca di Viagra per avere i cazzi in tiro tutta la serata. “Il mio amico Andrea- disse il mio cliente- ha un cazzo da cavallo. Voglio proprio sentire gli urli di quella troietta quando lo prenderà nel culo. A proposito, vi do una anticipazione, questa sera avremo il permesso dai padroni di casa, di scoparcela nel culo. Nessuno sa niente, deve essere una sorpresa, ma a voi ho voluto dirlo”. “Evvaiiii” ci fu un urlo all’unisono, seguito da commenti e risate. Arrivati alla villa, Marina era all’ingresso ad accoglierci. Questa volta era in ginocchio, a quattro zampe, vestita solo con un paio di autoreggenti fumée, un reggiseno nero a balconcino che le lasciava scoperti i capezzoli e un collare di cuoio dotato di un anello a cui era attaccato il guinzaglio con cui la padrona di casa la teneva. Su un tavolino all’ingresso vi erano frustini di vario genere, dai flagelli a quelli per l’equitazione e ognuno di noi fu invitato a prenderne uno. Marina disse: “Signori, sono qui per servirvi in tutto quello che mi chiederete e la padrona dice che potrete usare questi frustini per qualsiasi manchevolezza da parte mia.” Il mio cliente e i suoi amici erano eccitati come adolescenti e non esitarono a dare qualche sonora sculacciata al bel culetto messo in evidenza dalla postura a carponi di Marina. Appena entrati in casa, fummo quindi invitati a prendere posto sui divani per un aperitivo. Una volta che furono arrivati tutti, Marina servì il prosecco. Era uno spettacolo con la sua fichetta depilata e un atteggiamento da vera troietta che già ti faceva drizzare il cazzo. Appena ebbe servito a tutti l’aperitivo, il mio cliente, che era seduto accanto a me, le disse di avvicinarsi e di mettersi in ginocchio davanti a lui. “Tira fuori il mio cazzo, piccola zoccola e succhialo!” Marina mi guardò intensamente prima di avvicinare la sua bocca al cazzo ed ingoiarlo per intero, poiché non era ancora in erezione. Lo fece ingrossare nella bocca senza staccare le labbra, usando solo la lingua, fino a che riuscì a contenerlo a malapena, mantenendo le labbra attaccate al pube. Poi lo lasciò uscire lentamente, ricoperto di tanta saliva e mi chiesi quando avesse imparato a contenere in bocca un cazzo di quelle dimensioni. Il suo pompino fu un vero spettacolo e non si concluse con una sborrata su esplicita richiesta dell’uomo. Si continuò a chiacchierare mentre lei, stando sempre in ginocchio si spostava da un invitato all’altro per soddisfare tutti con la lingua. Anche io la presi per i capelli e piuttosto rudemente le infilai tutto il cazzo in bocca, mentre lei mi guardava negli occhi, soddisfatta della sottomissione. Anche le signore presenti pretesero di essere leccate e offrirono il loro sesso e l’ano alla lingua vogliosa della serva. Un paio di loro preferì farsi leccare i piedi. Questa volta la cena era a buffet. Ognuno degli ospiti si avvicinò al tavolo dove era servita la cena, mentre Marina venne legata, con le braccia sollevate, a una trave al centro del soffitto. Durante la cena la padrona di casa ad un certo punto intervenne e disse: “La schiava è pronta ad essere palpata, sculacciata e frustata a vostro piacimento.” Voleva portare al massimo l’eccitazione di Marina in modo che fosse pronta a soddisfare le voglie di ciascuno dei presenti. Gli uomini preferivano sculacciarla o palparla e toccarle le parti intime, spesso entrando con le dita nella fichetta oramai inzuppata di piacere o nell’ano. Le signore preferivano ricorrere al frustino. Con la pelle arrossata in vari punti e segnata da strie violacee Marina iniziava a perdere il controllo: “voglio essere scopata dai vostri bei cazzoni, non vorreste dissetarmi con la vostra sborra calda?” La catena a cui era legata venne allungata, cosa che le permise di piegarsi verso l’enorme cazzo di Andrea, il superdotato. “Questo si che è un cazzo!” esclamò Marina e si avventò su di esso Iniziando a succhiarlo con intensità, gemendo di piacere ed allargando le cosce per farsi scopare. Subito il mio cliente si posizionò dietro di lei e cominciò a sbatterla nella fica, tenendola stretta per i fianchi. E rivolgendosi a me ed ai suoi amici “Questa troia me la affitto per il prossimo week end. Ho una casa al mare in un posto isolato e le facciamo assaggiare 48 ore di cazzo. Invito un po’ di amici, saremo almeno in dieci e non le daremo un attimo di tregua, così vediamo se le passa la voglia!” E Marina, lasciato per un attimo il cazzo che le scopava la bocca, girandosi verso di lui:” Vi svuoterò le palle fino a che non avrete più sborra! Porta tanti amici, mi raccomando, cazzi grossi come questo!” e riprese a succhiare. Al sentire quelle parole il mio cliente non riuscì a resistere oltre e le inondò la fica con gli ultimi terribili colpi del suo ariete. A quel punto la padrona di casa, visto che l’ambiente si era surriscaldato, decise di proporre ai maschietti presenti, quello che sarebbe stato il pezzo forte della serata: la tripla. Ordinò a Marina di dire esplicitamente ad ogni invitato qualcosa che avevano concordato prima e lei mettendosi in ginocchio disse: “Siete tutti miei padroni. Prendete la mia bocca, la mia fica e il mio culo per tutto il tempo che volete” e rimanendo inginocchiata, preparò con la lingua i primi tre. Il Viagra cominciava a fare effetto, perché non c’era un uomo che non avesse il cazzo duro come il ferro. Uno di loro si sdraiò su un divanetto di pelle nera senza spalliera e Marina, standogli di fronte, si calò sul suo cazzo turgido, mentre lui le strizzava le tette, facendoselo scivolare nella fica che grondava piacere. Un altro si mise dietro di lei e lentamente le entrò nel culo ed un terzo glielo mise in bocca. Sembrava impazzita: si dimenava mugolando di piacere mentre le signore si divertivano a torturarla con i loro frustini e con le unghie. Venne riempita di sperma da tutti e tre dopo una cavalcata di una quindicina di minuti e mi presentai davanti al suo viso per scoparle la bocca. Prima che glielo mettessi dentro ebbe il tempo di sussurrarmi: “Lo vedi che fine ha fatto la tua troia? Ci avresti mai creduto? Affamata di cazzi al punto da non poterne fare più a meno!” Le scopai la gola con foga, perché provavo gelosia e mi volevo vendicare con lei. Ma Marina non arretrava di un centimetro, producendo suoni gutturali che non facevano che eccitare tutti i presenti. Non aveva tregua e non appena un cazzo usciva, un altro era già pronto ad entrare in modo che lo sperma rimanesse dentro di lei, specialmente nel culo. Dalla fica invece lo sperma in parte le colava fuori e scivolava lungo le sue bellissime cosce carnose. Quello che riceveva nella bocca, neanche a dirlo, lo ingoiava tutto. Al secondo giro la presi nel culo. Alla fine del secondo turno aveva accumulato trentasei sborrate. Fu deciso di fare una pausa e di dar modo alle signore presenti di approfittare della schiava sgualdrina, così la appellò la padrona di casa. Le donne si avventarono su di lei. Due o tre di loro, le più troie, si attaccarono con la bocca alla fica e al culo per leccare tutto lo sperma che colava fuori. La padrona di casa e altre due invece presero a frustarla, dandole della zoccola, puttana, troia, appellativi a cui lei rispondeva dicendo: “si sono la zoccola di tutti”. Due di loro, allacciatosi in vita un grosso strap-on, si esibirono in una doppia, fica e culo e non furono affatto tenere con Marina che nello stesso momento si dedicava con la lingua alla fica e all’ano della padrona. Dopo una mezz’ora iniziò il terzo turno. Questo durò molto più a lungo e ridusse Marina uno straccio. Il suo corpo era striato ovunque dai colpi del flagello e il suo culetto ospitava con grande facilità il cazzo enorme di Andrea, che si era tenuto per il terzo turno perché sapeva che altrimenti avrebbe potuto sfondarla. Le si era talmente dilatato l’ano che lui poteva entrare ed uscire dal culo, senza nemmeno dover tenere il cazzo nella mano. Alla fine del terzo turno, la padrona chiese di legare di nuovo Marina alla trave, con le braccia tirate su. Prese un flagello e cominciò a percuotere la serva sulle mammelle. Il flagello aveva le strisce fatte di una pelle non troppo dura, che facevano uno schiocco sonoro quando colpivano le tette, ma non lasciavano segni profondi, solo delle strisciate rosse. Ad ogni colpo Marina si contraeva e dalla sua fichetta e dal suo culo colava fuori uno schizzo di sperma. Quando la padrona fu soddisfatta la slegò e disse “adesso piccola troia lecca tutta la sborra che è sul pavimento, fino all’ultima goccia. deve essere pulitissimo!” Marina si inginocchiò e mentre riceveva altre frustate sulla schiena, ripulì davvero il pavimento fino a far scomparire qualsiasi traccia di sperma. La festa si concluse verso le quattro del mattino. A quel punto il padrone di casa organizzò un’asta per chi volesse prenotare Marina per i prossimi fine settimana. Fu venduta per il week end successivo al mio cliente e ai suoi amici, che la ottennero per milletrecento euro. Una coppia invece dovette sborsare 5000 euro per portarsela una settimana in vacanza.

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