La caccia

Scritto da , il 2022-02-21, genere dominazione

Nuovo capitolo della storia vissuta dalla mia amica speciale la splendida "Lolita", donna vera, forte, più forte di quanto lei creda. Molti penseranno che queste siano le fantasie di una mente perversa, non è così, anche se romanzata questa è la storia di un gioco perverso. Per chi volesse comunicare con me, la mia mail è sempre aperta.
giocotraamici@virgilio.it

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….. ancora pochi metri e ci sono, dai Lolita sei una sportiva dai le dune sono li ad un tiro di schioppo, sentivo il sudore freddo scendermi dalla fronte, gocciolone salmastre che mi riempivano il viso, il cuore sembrava impazzito i battiti ad un ritmo forsennato, e poi mi sono tuffata dietro quella duna a respirare affannosamente mentre riflettevo in maniera poco lucida sul da farsi, eppure era partita tutta come una semplice sfida di abilità tra me e Wolf, si Wolf non mi ha mai sopportata dal primo momento in cui ci siamo presentati in spiaggia, mi ha sempre guardata dall’alto in basso affamato come un lupo sbavante un capo branco accerchiato di sfigati lacchè che pendono ad ogni sua parola ad ogni suo gesto, e quei suoi commenti ad alta voce, “eccola che arriva la fighetta milanese, quella che ha la figa d’oro”, ed i coglioni che ridevano come degli automi e del resto lo erano automi senza cervello e senza palle, lui no invece lui ha quel mix di strafottenza e perversione, quell’indole di comando da sergente bastardo dei marines, ed io si io che non mi faccio calpestare da nessuno accetto la sfida vediamo chi ha più palle tra noi due caro il mio wolf.
E si quella mattina quando sono giunta in piazzetta oddio mattina erano le 12.30 bella e invidiata da quelle smorfiette delle sue amiche mi sono sentita strana, accolta da un sorriso beffardo, “vieni siediti Lolita”, strana questa sua gentilezza anche se il suo sguardo e torbido e meschino, “stasera giochiamo ti va di unirti a noi? A si forse la principessa ha un party non si abbassa a venire a giocare con noi”, insolente come sempre che dire, “non so guardo la mia agenda e ti dico”, “sempre la solita spocchiosetta, non dirmi che hai paura”, la sua sfida il suo sguardo sicuro e malvagio non posso rifiutare, “paura? Di cosa di chi, ok accetto”, “bene Lolita, a dimenticavo tu sarai la preda, alle 22.00 ci vediamo allo spiaggione”, il resto della giornata in spiaggia tra un cocktail ed un bagno aspettando la sera. Il gioco è abbastanza stupido in se per se, una sorta di Hunger games ma senza vittime o perlomeno cosi pensavo, una preda parte 5 minuti di tempo per nascondersi e non farsi trovare, passati i 5 minuti partono i cacciatori, hanno 20 minuti per trovare la preda, se ci riescono la preda paga pegno, il pegno lo decide di solito chi cattura la preda, spesso alcuni si mettono d’accordo mandano come preda una ragazza, magari quella che la non vuol dare a nessuno che se la tira come il mio caso e poi si sfogano su di lei magari umiliandola o con qualche giochino sessuale, sappiamo tutti a cosa andiamo incontro ma non si sono mai superati certi limiti, ma stasera no qualcosa di diverso, stanno barando portano le torce, non vale bastardi mi vogliono fare la festa, ma non mi prenderanno, fa freddo, non ce la luna è buio, sono qui rannicchiata dietro la duna, sono arrivata puntale all’appuntamento con il mio motorino, costume da bagno e sopra una felpa. Ho contato 10 cacciatori, Wolf due suoi amici che sinceramente non mi sono simpatici affatto, uno bassino peloso ma cazzo non ci sono estetiste in questo buco del mondo avrei voluto gridargli, tozzo e semicalvo, l’altro smilzo alto quanto me ma con un naso alla Ciranò, ce la stronza di Bea e certo quella troia non poteva mancare visto che sono io la preda, non la sopporto dal primo giorno quando ci siamo presentate, e lei non sopporta me, milanese anche lei bassina e con un culone da “mami” di via col vento, mi invidia, invidia il mio fisico da “velina” dice lei con arroganza, invidia i miei outfit e soprattutto invidia il fatto che mi girano tutti intorno ed lei se ci sono io neanche la guardano, si è portata dietro l’amichetta del cuore Viola insignificante essere, poi ci sono altri non li conosco o forse si me li hanno presentati ma sicuramente non sono interessanti visto che non ricordo i nomi. Ma una cosa in tutto questo mi ha turbato, mi ha fatto capire che questa volta sarebbe stato diverso, non so chiamiamolo sesto senso o cattivo presagio, la jeep di Wolf furgonata, dietro diversi attrezzi coperti da un telo, che cazzo avrà in mente, non lo so non lo voglio sapere tanto non mi prenderanno.
“Allora ci siamo tutti?”, urla Wolf, eccolo il capo branco chiama a raduno tutti i cani, “bene la nostra L O L I T A, la nostra strafiga stasera sarà la preda, togliti la felpa stronza le sai le regole, solo slip”, “ma cazzo dici dove sta questa regola”, “il gioco lo comando io, via felpa e reggiseno o vuoi correre nuda? Non ci metto molto a strapparti tutto di dosso”, ok volete il gioco duro? Credete che abbia paura di farmi vedere le mie belle tette da voi? Eccovi serviti arrapatevi pure segaioli, e cosi ho tolto la felpa e il reggiseno, tenendo le braccia in aria facendo una piroetta, “contenti? E loro Wolf”, “si dai Bea, Viola ragazze le regole valgono per tutte”, come cagnette addestrate anche loro tolgono il reggiseno, “bene allora siamo pronti, hai 5 minuti per nasconderti da noi Lolita e noi poi 20 minuti per scovare la troietta, avete capito tutti?” “si dai siii siamo pronti boss”, ci guadiamo un attimo negli occhi, ci sfidiamo con gli sguardi non mi prenderai Wolf non ti darò questa soddisfazione, fa freddo, la brezza marina che al mattino piacevolmente rinfresca i nostri corpi esposti al mare adesso è come una lama che pizzica sulle carni, granelli di sabbia portati dal vento che sembrano proiettili di vetro, fa freddo, la luna è coperta da una nube le stelle sono sparite.
Cazzo sono vicini, sento le loro voci, “puttanella, uuuu dove sei? Dai che ti ci divertiamo dopo, fatti vedere”, risate insulti vogliono mettermi paura, e forse me la stanno mettendo, cavolo qui non sono più al sicuro, raggomitolata dietro una duna braccia e gambe incrociate per sentire tanto il freddo, papà dove sei tu sapresti cosa fare ora, dammi un’idea aiutami ti prego, vediamo Lolita devi essere razionale, non manca molto posso farcela ancora, la macchia mediterranea, troppo lontana mi vedrebbero e mi prenderebbero subito dovrei uscire allo scoperto sono troppo vicini, dai Lolita non piangere non è ora il momento, vediamo a si il mare, sono una brava nuotatrice e so stare in apnea per parecchio, una paio di immersioni ed è fatto, cazzo dovevo pensarci prima, vediamo dove sono, si eccoli i bastardi sono solo in tre, gli altri vanno dalla parte opposta e quelle stronze non si sono mosse dal punto di partenza, ma che fanno non riesco a focalizzare, ma chi se ne frega pensiamo a salvarci ora. Ok dai Lolita al tre si parte verso il mare verso la salvezza, e via, corri Lolita dai corri manca poco, sento le voci dietro di me, forse mi hanno vista o forse no, dai eccoti, sento la sabbia bagnata, ce bassa marea non importa sono in acqua ancora qualche metro e ce la faccio, cazzo l’acqua è gelata il mare è nero come la pece ci sono un bel respiro dai vai sotto ma.. “troia trovata uuuuuuuu bingoooooo”, “lasciami Wolf mi fai male cazzo haiiaaaaa”, “sta zitta troia ora sei mia”, il bastardo mi ha trovata mi tira fuori dall’acqua tirandomi per i capelli, invano tento mettendo le mie mani sulle sue di fargli mollare la presa, si ferma mi da due ceffoni in pieno viso, “hai finito adesso di tirartela miss ho la figa di diamante”, è senza nessun rispetto continua a trascinarmi sulla sabbia tenendomi per i capelli fino alla partenza. Qualcuno ha acceso un fuoco per riscaldarsi, altri hanno piantati quattro paletti sulla sabbia, “ed ecco a Voi la nostra predaaaaa” l’urlo di Wolf riempie la spiaggia fa eco nel mare mentre subito dopo tutti quanti urlano compiaciuti la fine della caccia e l’inizio del mio incubo. Scalcio come un cerbiatto catturato, tento di rialzarmi, dignità Lolita ma lui con la mano sulla mia testa sempre tenendomi per i capelli mi tiene giù, poi lanciandomi come fa un cacciatore al ritorno da una battuta mi butta quasi ai piedi degli altri, “legatela e lavatela è piena di sabbia”, i suoi compari mi prendono, mi stendono per terra, mi legano i polsi ai paletti e poi le caviglie, sono stesa sulla fredda sabbia legata come a braccia e gambe aperte, “ma che fate dai basta avete vinto cosa centra tutto questo”, “ora piange la fighetta, ora chiede basta se no che fai? chiami paparino?”, e li inizio a piangere copiosamente, non per la situazione non perché legata e seminuda su una fredda spiaggia d’estate ma perché cazzo quella frase non dovevi dirla bastarda, che centra mio padre che centra lui che ora non c'è più, se ci fosse ti farebbe un culo come una scimmia bastardo di merda.
Un gettito d’acqua gelida sul mio corpo, mi contorco chiudo gli occhi, altra secchiata non posso evitarla vado in apnea istintivamente, “bastaa dai bastaa”, e poi come in un sabba infernale iniziano a gridare e girarmi in torno, “troia troia troia troia”, eccola qui la stronza Bea insieme alla sua amica Viola si avvicinano hanno in mano dei rami di mirto, iniziano a percuotermi a frustarmi, cazzo mi fate male puttane, ridono in maniera sadica e poi Bea in piedi davanti a me, “non te la tiri più vero Lollita?, non fai più la fighetta Lollita?”, ride e poi si accovaccia sul mio viso, con quel suo schifoso culone, “leccami la figa puttanella, dai leccamela”, sfruscia la sua figa sul mio viso, scosta il costume mi viene da vomitare nel sentire il suo nauseabondo odore, o forse ho conati di vomito perché penso che ci sia lei sopra quella figa, ridono tutti si divertono a insultarmi, a scalciarmi contro la sabbia, sento mani sul copro non vedo di chi sono ho ancora questo culone di merda davanti agli occhi, “hei ma che cazzo fate dai basta”, la lama di un coltello vicino il mio bacino, qualcuno mi sta strappando tagliandoli gli slip, “Bea togliti dal cazzo adesso tocca a noi”, gli intima Wolf e lui subito frustandomi i seni con il mirto ubbidisce con un ghigno perverso.
Mi sento una schiava, catturata dal branco di cacciatori, trascinata per i capelli legata a dei paletti, spogliata, insultata, frustata sadicamente, si avvicina Wolf al mio viso, “bene principessa del cazzo, questa è la tua punizione” mi dice infilandomi due dita in figa, si la mia figa bagnata non voglio ammetterlo ma non so cosa mi prende ma sono eccitata, lui se ne accorge, si alza in piedi con le dita per aria, “la troia è bagnata, la troia è bagnata”, un mantra isterico girando su se stesso per far vedere a tutti cosa ha scovato nel mio scrigno del piacere, si sono bagnata ma non voglio, non sono io, il mio corpo non risponde ai miei comandi come posso provare piacere da questo? Come posso pensare di godere nell’essere cosi usata, abusata, si toglie i boxer e li sopra di me in piedi, un cazzo grosso non lungo ma molto grosso, se lo mena davanti a tutti, “sai principessina tutti i giorni ci guardi dall’alto della tua superbia da fighetta viziata, ci schifi quasi vero? bene stasera sarai tu in basso e noi ti guarderemo dall’alto mentre ti scopiamo, piangi? Non di ci nulla? La tua figa mi sembra approvare, allora troietta”, serro le labbra non gli voglio dare la soddisfazione di supplicarlo, di pregarlo tanto lo so non servirebbe a nulla, cerco di liberarmi di divincolarmi ma è tutto inutile mi hanno legata perbene, “stronzo” è l’unica parola che mi viene fuori, sento le sue mani addosso, mi strizza i seni mi contorce i capezzoli, dolore lancinante come un pugnale nella testa, e poi sento il suo pezzo di carne inutile un colpo secco mi fai male, non si scopa cosi bastardo è dentro di me, il suo viso vicino al mio mi lecca le guance, mi lecca il naso gli occhi, gli sputo contro, uno schiaffo forte improvviso, si solleva mi guarda con occhi insanguinati, “godi puttana”, ed inizia a fottermi si a fottermi non a scoparmi non a fare l’amore a fottermi come fossi una bambola gonfiabile, mi sputa sul viso, sulla bocca e spinge e mi fa male e mi sbatte ed io inerme legata, silenzio intorno tutti guardano, alcuni schifati non hanno la forza e la voglia di contraddirlo, altri guardano sadicamente, altri in maniera ossessa, i suoi compari si menano il cazzo sono pronti dopo il capo, come un branco di lupi aspettano che il capobranco si sazi per primo per poi prendersi il resto, per fortuna non dura molto Wolf si alza in piedi si sega su di me si avvicina al mio viso, “io ti benedico puttanella, ti benedico troia” e viene grugnendo e ridendo sul mio corpo, sul mio viso, sulle mie labbra serrate, “avanti ragazzi e tutta vostra ahahhah” , si fionda lo smilzo ha tirato a sorte con quello basso e tozzo per chi dovrebbe scoparmi dopo Wolf, ha un cazzettino, non sento nulla ma mi fa male, mi fa male all’anima tutto questo, urlando mi viene sul ventre mi verrebbe da dirgli “tutto qua secco di merda?”, meglio tacere, intanto Bea e Viola ridendo isteriche mi calpestano il corpo, mi schiacciano i seni mettono i loro luridi piedi di sabbia sul viso, mi calpestano come si fa con le cicche per spegnerle per terra, il peloso tozzo grezzo ha un cazzo grosso, lo sento dentro di me stantuffare come un martello, suda come un porco sbava dalla bocca, che schifo cazzo e poi viene non dentro bastardo non dentro, per fortuna si butta all’indietro e si sborra sulle gambe. E poi no so più chi e quanti tutti abusano di me su di me, ho gli occhi chiusi sono un pezzo di carne nelle loro mani, sono un oggetto, “uno sborratoio” come mi definisce Wolf che come lo spettatore di una Kermesse teatrale del macabro assiste allo spettacolo del mio decadimento morale. “il culo dai ora il culo il culo” urlano alcuni mentre le mie lacrime hanno scavato un solco sul mio viso sporco di sabbia, “dai wolf fatele il culo daiii”, implora quasi quella troia di Bea, “basta cosi per oggi, sarà lei a chiederci di farle il culo, slegatela e andiamo via”.
Sono andati tutti via io sono li nuda rannicchiata su me stessa, il vento mi taglia il viso rigato dalle lacrime, ho dolori dappertutto, segni e lividi, ogni volta che la sabbia sollevata dal vento percuote il mio corpo sui graffi lasciatimi dalle percosse subite dai rami di mirto un dolore lancinante mi scuote la testa, mi guardo in giro cerco i miei abiti, trovo solo la felpa la indossa, gli slip del costume tagliati, me li metto, tento di metterli facendo un paio di nodi, guardo l’orologio lo prendo dalla mia sacca, sono le 5 di mattina, l’alba tra un po' sorgerà, vorrei sparire con il vento, restare forse li su quella spiaggia per sempre, ma poi ho uno scatto di orgoglio non l’avranno vinta.
Tornata a casa sono le 7 di mattina, mi faccio una doccia, cerco di togliermi di dosso la loro onta, la loro bava, la loro sborra e di lavare via il dolore ma non ci riesco, nuda dolorante, piena di graffi e lividi mi butto sul letto per un sonno profondo quasi comatoso.
Apro gli occhi, sono le sei di pomeriggio, piango ancora non è stato un brutto sogno non è stato un incubo i segni sul mio corpo me lo rammentano, è stato un gioco crudele contro di me, uno stupro si non devo avere paura di chiamare le cose con il proprio nome, sono stata violentata ma non tanto nel corpo sono stata violentata nell’anima, li denuncio? Che faccio dimmelo tu papà, mi vendico? E come non sono una criminale sono una semplice normale ragazza come tante che vuole uscire da un tunnel e si sta cacciando un abisso.
Mi vesto di tutto punto, il vestito più bello e sexy, mi trucco, che gran figa che sei Lolita, mi guardo allo specchio compiaciuta, sembri la reginetta del ballo, pronta per una grande serata, decisa vado in piazzetta non si aspettano di vedermi li stasera con loro, mi accoglie wolf con il solito sorriso da stronzo, “buona sera Principessa che piacere vederti tra noi”, ci fissiamo negli occhi il mio sguardo ti fulmina, non hai vinto Wolf io sono qui più bella, più figa di prima, non tieni il mio sguardo e poco dopo lo abbassi, ti sorrido, “sono passata a salutarvi, ora vado i miei amici mi aspettano, sai sono più interessanti di voi, mi stavo annoiando insieme a voi” e girando i tacchi sculettando di proposito vado via mostrando a tutti il dito medio.

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