Il viaggio

Scritto da , il 2022-02-17, genere dominazione

Come prima cosa volevo ringraziare tutti/e coloro che mi hanno scritto, facendomi i complimenti e dandomi giusti suggerimenti per migliorare i miei racconti. Davvero grazie. Il racconto che segue è una storia vera, direi purtroppo, la mia amica speciale che qui chiamerò Lolita è una "Donna" vera, fragile e forte allo stesso tempo, ho raccolto il suo sfogo ed ho cercato di romanzare quanto a Lei accaduto. Mai e dico mai nessuna Donna dovrebbe vivere un'esperienza cosi, e se questo racconto mia dolce Lolita è servito per scacciare qualche tuo demone sappi che ne sono felice. Per chi volesse contattarmi la mia mail è: giocotraamici@virgilio.it

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…….. chiudi il rubinetto della doccia e resti immobile con le mani appoggiate alla parete viscida e umida, scorrono lente dal tuo corpo mille goccioline d’acqua, scivolano accarezzando dolcemente il tuo corpo forse ancora acerbo, apri gli occhi sono gonfi hai dormito quasi per un giorno, hai pianto dentro, con la mano spanni i vetri della doccia, si sei sola in quella grande casa, il vuoto dentro di te. Cammini nuda verso la tua stanza il rifugio preferito da chi è sempre in fuga forse da se stessa forse dalla vita o forse da nessuno, chiudi a chiava la porta non ce nessuno ma non permetti nemmeno alle ombre di seguirti, li nella tua tana, giri lo sguardo intorno ricordi, foto, sorrisi abbracci di un tempo passato e che mai tornerà. Ti guardi allo specchio nuda spogliata di tutto, sei bella e lo sai, silhouette da pin up, alta, bionda, tonica, i tuoi occhioni azzurri profondi come il mare, il mare…., la vacanza in puglia un viaggio nel profondo sud lontano un viaggio nel profondo degrado della tua anima, e poi ti guardi, questi segni, morsi sui seni, segni sul collo sui fianchi sul tuo bel culo sodo, lividi che passeranno dopo qualche giorno o forse mai. Appoggi le mani sul settimino sotto lo specchio, chini il capo in avanti, i capelli ancora bagnati anche se corti lasciano cadere le ultime gocce d’acqua chiudi gli occhi, ora ricordi, non era un brutto sogno è successo davvero, lentamente giri la testa tenendola bassa verso la sedia, sono li i pantaloni gialli stropicciati e sporchi, il top che indossavi, il perizoma no, probabilmente è rimasto sui sedili del Range di Max, quel bastardo ci ha provato tutta la vacanza mi guardava con lo sguardo affamato del lupo, si toccava davanti a quella stronza di Viola fissandomi negli occhi, “ok stronzo tieniti pure il tuo macabro trofeo, fallo vedere ai tuoi amici, ho cassetti pieni di perizoma non ne sentirò la mancanza come non sentirò la vostra di mancanza”.

Lentamente vai verso il tuo letto, ti lasci cadere a peso morto, tenti di chiudere gli occhi ma non vuoi dormire, ricordi tutto adesso…….

Tante volte le aspettative vengono deluse dalla realtà eravamo arrivati sorridenti e pieni di voglia di vivere e goderci una meritata vacanza, oramai la puglia e Gallipoli in testa erano la nuova mecca del divertimento, eri out se non ci andavi e noi non potevamo esser da meno. E qui subito la prima delusione, l’appartamento preso in fitto su internet si era rivelato un tugurio, squallido davvero ben diverso da come immaginavi, pazienza siamo qui per divertirci tanto al massimo passeremo poco tempo tanto per dormire un po' tra una discoteca e l’altra tra una festa sulla spiaggia ed uno sballo. “Vivremo dal tramonto all’alba”, era stato il mantra durante il viaggio di andata, ma dopo qualche giorno tutto l’entusiasmo iniziava a svanire. Viola e Max una coppia male assortita, litigavano sempre, lei stizzosa e noiosa lui vanitoso ed edonista all’ennesima potenza, viscido come una lumaca dopo un temporale, e poi Wolf che girono dopo giorno si stava rivelando un perfetto stronzo, a volte mi sembrava di non esserci di essere invisibile, e poi lunghe discussioni, litigate anche per le cose più stupide come cosa ordinare al ristorante e il suo fare il cascamorto con tutte, ok ieri sera eravamo sballati ma non c’era bisogno di provarci con quella troia rossa, speriamo finisca presto questo incubo e poi un gran vaffanculo a tutti.
Ultimo giorno finalmente finita non vedo l’ora di tornare a Milano alla mia vita, lontana da questo posto che si è rivelato alla fine solo un girone dantesco di alcol, droghe, e carne umana racchiusa in spazi angusti, voglio respirare ancora. Silenzio in auto sembra il ritorno da un funerale, dobbiamo farci passare questo lungo viaggio e le tante ore in auto, forse dormirò o forse ascolterò qualcosa con l’ I PAD, corre l’auto lungo la carreggiata corre la Range su questo anonimo asfalto, “dai vieni qui Lolita dammi un bacio”, che stronzo ora ci prova, “dai lo so che ti piace”, in un attimo mi sfila il top, non indosso il reggiseno non ne ho bisogno, il porco eccolo sento le sue mani addosso mentre indifferente guardo fuori dal finestrino, mmm che porco mi sto bagnando ma non voglio non ora non con te, “metti questo sotto non vorrai bagnare i sedili a Max sai quanto ci tiene”, sono un automa lo faccio, prendo l’asciugamano e me lo metto sotto il culo, e un attimo e Wolf mi sfila i pantaloni gettandoli per terra, via il perizoma, sono nuda in auto con un polipo su di me, la sua mano è calda ma la sento fredda mentre mi infila due dita in figa, chiudo gli occhi non voglio ma mi bagno, la mia testa dice no basta, il mio corpo per conto suo reagisce al tocco, il piacere cos’è davvero il piacere? Sentire qualcuno che ti fruga dentro e senza nessun riguardo viola i tuoi segreti, due dita ora tre apro le gambe mi lecco le labbra, “ti piace vero troia?”, lo guardo cerco di fulminarlo con lo sguardo troia dillo a tua madre, ma mi blocco, mugolo.

Sui sedili anteriori non fanno caso a noi, o forse fanno finta di nulla, lei dorme beata mentre Max sembra concentrato alla guida, ma cazzo come fate a non accorgervi di nulla? Sembrano in un'altra dimensione o come quei chauffeur di una limosine che chiudono il vetro dietro di loro per lasciare la massima privacy ai loro passeggeri. “fammi una sega Lolita dai non vedi come sono eccitato?”, “fattela da solo Wolf”, laconica e pungente la mia risposta alla sua oscena richiesta, “sei una puttanella dispettosa”, mi dice all’orecchio mentre mi strizza un capezzolo come se volesse staccarlo, mi morde il seno, ride mentre ammira il segno sul mio corpo, e poi sento due dita in figa ed uno nel culo, bastardo vuoi anche questo vero? “mi fai male Wolf basta”, un urlo nell’abitacolo fa eco solo nella mia testa, lui continua trapana mi masturba mi fa male ma sono bagnata che succede, dovrei piangere graffiarlo tirargli i capelli, ma non gli do questa soddisfazione, mi divincolo mi rinchiudo a riccio con le gambe sul sedile e le braccia che avvinghiano le mie gambe, intanto la Range corre lungo l’autostrada, non riesco a leggere le indicazioni stradali non so dove siamo so solo che Milano è ancora lontana.

Sussurri qualcosa all’orecchio di Max, non capisco, vedo solo il tuo ghigno cattivo sul volto, siamo in prima corsia ora rallentiamo, è notte e non ci sono stelle il cielo è buio fuori, è buio dentro di me. L’auto si ferma che succede, forse Wolf o Max devono fare pipì ma cazzo potevano aspettare di arrivare ad una stazione di servizio vorrei un bel caffè. E poi Wolf apre il mio sportello, “vieni fuori troia”, due assatanati mi tirano fuori con forza, sono nuda in mezzo alla strada, “ma che cazzo fate, Viola aiuto heiii fermi”, ho le loro mani addosso, mi strattonato mi toccato, strizzano i mei seni, “ma senti come è bagnata questa puttanella Wolf le piace proprio fare la troia vero?”, è lui lercio con il suo alito pessimo tentare di baciarmi in bocca, serro le labbra sento la sua bava sul mio viso, mi spingono sono in ginocchio e mi sbattono i loro cazzi sul viso, colpiscono il mio corpo sento questi inutili pezzi di carne sulle guance, “apri la bocca e succhia e se fai la stronza ti lasciamo qui nuda in mezzo alla strada”, cedo, apro la bocca e quel bastardo di Max me lo infila in bocca, è acre il sapore, sudato lo sento scivolare fino a toccarmi le tonsille, mi sta scopando la bocca tenendomi le sue luride mani sulla testa tra i miei capelli mentre Wolf mi strizza ancora i capezzoli me li gira come fossero spiedini.

Telo per terra gettata come un oggetto dal finestrino, sono sopra di me, sento il respiro affannato di Max ho gli occhi chiusi e le gambe aperte, mi sta scopando il bastardo chissà da quanto tempo voleva farlo ed adesso ha il permesso del suo amico bastardo ma non il mio, “cazzo che figa pazzesca Lolita sei bagnata come una fontana, ti piace vero? sisisisi hahahhhaha”, urlo urlo nella notta chiedo aiuto ma nessuno mi ascolta, le macchine passano sfrecciando sull’asfalto, Viola finge di dormire sul sedile, ma come cazzo fa a dormire mentre mi stanno violentando questi due bastardi, come fa una donna a permettere tutto questo, dovrebbe uscire picchiarli, chiamare qualcuno, invece no, dorme come in un complice letargo perverso.

“sta zitta puttana”, mi urla Wolf cercando di tapparmi la bocca con il suo cazzo, Max viene grugnisce come un maiale sborrandomi sul ventre, si alza sudato sembra soddisfatto e ride, “dai amico e tutta tua ora”, “bastaaaaaa bastaa lasciatemi vi prego”, a nulla servono le mie suppliche le mie grida ora è Wolf che assatanato abusa di me, e pure glielò data senza problemi, sei il mio ragazzo stronzo, perché questo? si la domanda perché.
“Dai che gli spacchiamo anche il culo alla troia”, incitato da Max, Wolf affonda i colpi, “mi fai male basta”, le mie inutili parole si perdono nell’etere e poi godo, sii un orgasmo non voglio no darei a loro la ragione, cazzo godo mmmmmmmmm “hai visto Wolf la puttanella fa tanto la santarellina è gode come una scrofa”, “ si Max te l’avevo detto che è una troia dai ora gli facciamo il culo giriamola, vero che lo vuoi nel culo cara?”, offesa, derisa, insultata e pure ho avuto un orgasmo pazzesco, pieno intenso, devastante. “Hei Max, cazzo vedo dei lampeggianti che stanno venendo verso di noi”, “cazzo Wolf torniamo in auto cazzo”, mi tirano su con forza mi sbattono in auto sul sedile posteriore come fossi un pacco raccolto per strada, sono sporca mi fa male dappertutto, dovrei gridare, schiaffeggiarli, graffiarli, urlare la mia rabbia, ma no non gli do questa soddisfazione. Silenzio tombale in auto, nessuno parla nessuno respira, sguardi fissi nel vuoto, ti guardo Wolf ti sfido e mi tocco, e si mio caro bastardo la mia sfida al tuo orgoglio di maschio del cazzo, non ti do la soddisfazione di farmi vedere debole e fragile da te, mi tocco, davanti a te, mi masturbo, accarezzo il mio corpo che avete violato senza ritegno, i miei seni graffiati, morsi, strizzati, i miei turgidi capezzoli, e godo da sola.

Mi scende una lacrima adesso che ho ricordato, ma è solo una, mi accarezzo delicatamente, ho ancora i segni sul corpo passeranno ma quelli dentro chissà se riuscirò mai a lasciarli alle spalle, eccola la bottiglia di vodka sul mio comodino, tracanno un sorso, che aspra e dolce allo stesso tempo, un paradosso forse, come tante cose della vita, e mi tocco si mi tocco mi voglio, accarezzo e sfioro i capezzoli mi bagno le dita e me li sfioro, un filo di vento, la finestra aperta, mi accarezza e mi eccita mentre la mia mano scivola sul ventre accarezzo l’ombelico e via giù, cazzo sono bagnata, sarò forse davvero troia come dicevano? Chiudo gli occhi mi masturbo, volete il mio corpo vero bastardi? Ok ve lo concedo ma me lo pagherete, me lo pagherete profumatamente ed eccitata e vogliosa mi masturbo.

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