L'avvocatessa - cap 38

Scritto da , il 2022-01-19, genere trio

"Ciao Monica, sai che ho ereditato una villa ?"
La telefonata di Stefano fu un lampo di luce in una giornata a dir poco uggiosa, anche perchè non solo sentivo la sua voce, ma già immaginavo una festa per inaugurarla.
"Davvero ! Ma sono felice per te, però dimmi di più."
Lui mi spiegò che era deceduto suo zio, il quale per ringraziarlo per essergli stato vicino sino alla fine, aveva deciso di lasciargli il suo villino, sulla collina vicino alla città.
"Pensa che l'aveva sistemata poco prima che gli diagnosticassero il cancro." mi disse quasi vergognandosi "Di fatto ho solo dovuto fare il trasloco perchè per me è già perfetta così, minimalista ma di classe."
"Puoi dirmi dov'è oppure è un segreto di stato ?" gli domandai non vedendo l'ora d'andare a trovarlo.
"Via delle eriche numero sette, se vuoi sono in casa."
"Certo che voglio, vengo subito."
Presi la macchina per recarmi da Stefano, ma mi trovai subito imprigionata nel traffico del centro, col risultato d'impiegare quasi un'ora per arrivare a destinazione.
Vista da fuori la villa di Stefano era davvero graziosa, i muri color pesca facevano da contorno a grandi vetrate, che sicuramente rendevano gli interni ben luminosi, e il giardino tutto intorno era tagliato all'inglese, proprio come piaceva a me.
Non feci quasi in tempo a suonare che lui mi venne ad aprire, e dopo un breve saluto sulla porta, mi fece accomodare nel vano principale, un misto fra un grande salotto e una sala da pranzo.
"Monica lui è Gordon, il mio nuovo vicino di casa." mi disse presentandomi un grosso uomo di colore sui quaranta, che s'alzò da una poltrona per darmi la mano.
Per un attimo pensai che Stefano non avesse compreso le mie reali intenzioni, ma poi decisi di vedere il suo gioco e mi presentai come Monica Faziole, prossima signora Soleri.
Gordon, che non era certamente una gran bellezza, era un ex giocatore di football americano, che si era trasferito da noi per allenare la squadra locale.
Come m'accomodai sul divano Stefano prese una scatola ben fasciata, e la porse dicendomi che era un regalo.
"Spero che tu l'indossi per me quanto prima."
Aprì la scatola per scoprire che dentro c'era un bel completo intimo di raso e pizzo rosso acceso, molto audace viste le dimensioni davvero minime del perizoma.
"Sai Gordon Monica è fidanzata con un gran cornuto, non solo lo tradisce dal giorno che si sono messi insieme, ma continuerà a farlo finché morte non li separi." disse Stefano rivolgendosi al suo nuovo amico.
Per un attimo ebbi l'impulso di tirare uno schiaffo in faccia al mio amante, però subito dopo compresi le sue reali intenzioni di avere un rapporto a tre, e la sola idea di farlo davanti a Stefano m'eccitò subito.
"Non ci credo !" rispose Gordon "Una così bella donna deve avere un vero maschio al suo fianco."
Stefano mi fece allora alzare in piedi per mettersi dietro di me, ed iniziare a baciarmi il collo alzandomi sempre di più l'abito già corto di se, sino a far quasi le mie microscopiche mutandine.
"Vedi il tuo amico ha ragione." dissi girandomi verso Stefano per baciarlo "In realtà la situazione è un po' complessa, però lui è uno dei miei amanti preferiti, non è vero mio bel dottore ?"
Lui mi alzò l'abito fino alla vita, scoprendomi così il sedere, sul quale poggiò le mani.
"Gordon devi imparare a credermi." gli disse facendomi girare un'altra volta e scoprendomi il seno "Qui ci sono donne che vogliono solo prendere del gran cazzo, non è vero Monica ?"
"Magari iniziando dal tuo che fra un po' t'esplode nei pantaloni." gli risposi ridacchiando.
Effettivamente l'uomo stringendomi a se, mi faceva anche sentire il suo pacco contro le chiappe, e ben presto le sue mani dentro il perizoma non mi bastarono più.
Mi tolsi l'abitino che ormai era solo d'intralcio, per poi sfilarmi il perizoma che lanciai a Gordon, e quindi inginocchiarmi davanti a Stefano per tirargli fuori il cazzo ed iniziare il più classico dei pompini.
Quando il pene di Stefano divenne duro, mi girai verso Gordon che vidi ancora seduto in poltrona, e per un attimo ebbi paura che fosse solo un guardone.
"Vuoi rimanere li seduto ancora a lungo ?" gli chiesi con un po' di malizia.
"Eccomi !"
Lui s'alzò e in un batter d'occhio era già davanti a Stefano col cazzo giù fuori dai pantaloni, pronto a ricevere ogni mia attenzione.
E che gran bella mazza !
Se quello di Stefano era già gonfio e duro, quello di Gordon era si ancora floscio, ma le dimensioni erano notevoli, non tanto il lunghezza, quanto in larghezza, tanto che ebbi qualche problema a prenderne all'inizio la sola cappella in bocca. Ritrovarmi con quelle due belle nerchie davanti m'eccitò ancor di più, tanto che non avrei mai smesso si tenerle in mano o succhiarle con avidità.
Mi staccai da loro solo il tempo necessario per andare in camera, dove ripresi la mia posizione, ma soprattutto il mio lento lavoro di mani e bocca. Leccai con cura ogni lembo dei loro genitali, facendoli anche sdraiare sul letto per essere più comoda, succhiando con tutta calma i testicoli o passandoci intorno la lingua, sino a portarli ad una completa erezione.
“Che ne dici d'iniziare a scopare ?” mi chiese Stefano, ben sapendo che non aspettavo altro.
“Eccomi.” fu la mia risposta prima d'impalarmi sulla sua mazza ricoperta di saliva.
Il suo cazzo scivolò dentro di me senza che io provassi alcun dolore, anzi ebbi più d'un fremito di piacere in quella dolce discesa.
“Mio Dio ma quant'è che non scopi ?” disse Gordon stupito da quel che vedeva “Il suo cazzo t'è entrato dentro in un attimo !”
“Credimi il tuo farà la stessa fine.” gli rispose Stefano allungando le mani sulle mie tette “Tu intanto tienilo caldo e mettiglielo in bocca.”
Mi ritrovai così Gordon in ginocchio di fianco a me, e non mi rimase che riprendere a succhiargli il pene mentre cavalcavo quello di Stefano.
Il nero mi prese facendomi sdraiare al centro del letto, e salendomi sopra con ben poca grazia, ma molta sostanza, e l'altro prese il suo posto al mio fianco per farsi spompinare.
Nonostante i due uomini mi stavano di fatto usando per il loro piacere, il mio non era da meno, anche perchè entrambi erano ben dotati, e sapevano bene come usare la loro attrezzatura. Inoltre non facevano alcuna gara fra di loro, anzi si scambiavano spesso il posto dandosi a volte anche il cinque, come se fossi davvero un giocattolo o poco più.
Mentre ero carponi sul letto con Stefano che mi stava scopando in bocca, e Gordon mi prendeva da dietro, sentii il primo dire fin troppo chiaramente all'amico di usare la porta del piacere più peccaminosa.
“Non ti ho detto che Monica gode nel prenderlo nel culo ? Però devi buttarglielo dentro bello forte altrimenti non gli piace.”
“Ok amico vediamo se ho capito bene.” gli rispose il nero puntando la cappella contro il mio buchetto.
Cercai di rilassarmi il più possibile, e allo stesso tempo d'infilarmi in bocca tutto il cazzo di Stefano, ben sapendo che Gordon m'avrebbe fatto male. L'ex giocatore infatti prima fece entrare solo la cappella, poi m'afferrò saldamente per i fianchi e diede una spinta tale da farmi entrare quasi tutta la nerchia nel retto. Non urlai solo perchè mi era impossibile farlo, ma il dolore che provai fu tale da togliermi il fiato per diversi secondi, ma anche da non sentire quasi il resto della mazza di Gordon che finiva d'entrarmi dentro.
“Che ti dicevo, questa gran signora è tanto abituata a prenderlo nel culo che non dice mai nulla, anche se la sfondi peggio d'una troia.”
Le parole di Stefano mi fecero male, ma del resto erano la verità. Gordon iniziò a fottermi con forza quasi brutale, e il diametro del suo cannone faceva sembrare ogni spinta una frustata, ma io non dissi nulla, anzi inizia a gemere sommessamente, avendo quasi paura di dire che stavo godendo. Anche quando i due uomini si scambiarono posizione non cambiò nulla, la mazza di Stefano era si più stretta, ma anche più lunga, e il suo furore non era certo inferiore a quello del suo amico.
Scoprii con una certa sorpresa, che se da un lato godevo immensamente nell'essere sodomizzata con violenza, dall'altro quasi me ne vergognavo e cercavo di nascondere il mio piacere.
Quando però i due cercarono di scambiarsi nuovamente posizione, spinsi Stefano sul letto per dar sfogo a tutta la mia libidine.
“Vi voglio tutte e due. INSIEME !”
Presi il pene di Stefano e me l'infilai senza alcun problema nella passera fradicia dei miei umori, poi
Gordon si mise dietro di me e mi sodomizzò con meno violenza di prima, ma pur sempre con notevole ardore.
“Si sbattetemi come una troia voglio solo godere dei vostri cazzi !” urlai prossima ad un orgasmo.
I due non si tirarono indietro, anzi mi fecero mettere di fianco in modo da potermi scopare entrambi con facilità, facendomi urlare dal piacere.
“Lo sapevo che in fondo eri solo una puttana.” mi disse Stefano quasi con disprezzo.
“Stai zitto e scopami, perchè se io sono una puttana tu sei solo un puttaniere con una bella casa.” gli risposi per ferirlo nell'orgoglio.
Come aveva fatto sino a poco prima, Stefano e Gordon mi fecero letteralmente girare come una bambola fra le loro mani, scopandomi senza tregua così da farmi godere come in fondo volevo io. Non badai agli insulti che soprattutto Stefano mi lanciava, dandomi della troia senza limiti, ma pensavo unicamente a godere.
Alla fine fummo tutti e tre travolti dall'orgasmo, con loro due che mi schizzano il loro seme sulla bocca e sul seno, mentre io mi masturbavo senza alcun ritegno per prolungare il più possibile il picco del piacere.
Non appena mi rialzai sentii il cellulare suonare e corsi a rispondere.
Era Tommaso che mi ricordavo che quella sera avevamo una cena con dei suoi amici, alla quale non potevo mancare.
“Quasi quasi mi dispiace di dover andar via, ma quando chiama il dovere bisogna rispondere.” dissi ridendo.
“Vai vai tanto prima o poi torni perchè del mio cazzo non puoi proprio farne a meno.” mi rispose Stefano con altrettanta ironia.
Mi diedi una veloce lavata per poi prendere il regalo di Stefano e dirigermi verso la porta.
“Posso invitarti un giorno a casa mia, abito alla villa di fronte a questa.” mi domandò Gordon ancora nudo.
“Perchè no, la strada la conosco e anche la mazza.” gli risposi dandogli un piccolo schiaffetto sul pene.
Mi diressi verso casa col sedere ancora un po' dolorante, ma felice d'aver passato del tempo col mio amante preferito, e di averne conosciuto un altro che non ne era da meno.


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