L'amore di una spia 4/4

Scritto da , il 2021-11-23, genere sentimentali

L'elastico nero, manco a dirlo, se l'è preso Valentina. Annalisa prova a vedere se sulla mensola ce n’è un altro per legarsi i capelli. Esce dal bagno seccata, mentre la sua ragazza seduta sul letto le sorride dispettosa: "Cerchi qualcosa?". Annalisa le sillaba uno "sgrunt" e ne recupera uno dalla borsa, torna a darsi un'occhiata davanti allo specchio.

Non è seccata per l'elastico, magari fosse l'elastico. Dopo una settimana passata a scandagliare le informazioni del computer e del telefono di Bashaar deve riconoscere che l'indagine non ha fatto un solo passo in avanti. Niente, non si trova niente che possa dare qualche informazione sulla rete terroristica di Bashaar e sui suoi finanziatori. Niente ovviamente nemmeno nel telefono di Penelope, ma lì non si aspettava di trovare alcunché. Anzi, una cosa l'ha trovata, un video criptato. Ad aprirlo non ci è voluto molto. A vederlo, Annalisa si è fatta un'altra idea di Penelope. Era il video di una lunga scopata tra la donna e due uomini, nessuno dei quali era Bashaar.

"A Penelope piacciono i tipi arabi, anche a coppie direi", aveva sorriso alla prima visione. "Ma guarda te sta zoccolona" alla seconda. Alla terza si era masturbata nel suo ufficio davanti alle immagini dell'amante di lei presa a sandwich tra i due uomini. O sarebbe meglio dire tra i due ragazzi, a trent'anni non ci arrivavano. Le era rimasta la curiosità di sapere cosa strillasse ai suoi infoiati amici. Incitamenti, di certo, ma per quanto capisse l'arabo non riusciva a comprendere le parole. Probabilmente era Penelope a sbagliare vocabolario, pronuncia, chissà cosa. Però lo sforzo era apprezzabile, e eccitante. Come era eccitante vedere i suoi scatti e i suoi sussulti ogni volta che quello di sopra lo tirava fuori quasi tutto e poi riaffondava. Altro che "mamma-mia-come-ce-l'hai-grosso-Bashaar".

La notte in cui era stata da loro, mentre la osservava a gambe spalancate sotto il suo amante, aveva pensato che presumibilmente un cazzo davvero grosso Penelope non l'avesse mai conosciuto. Invece, davanti a quel video doveva ammettere che le parole per gratificare un uomo non le mancavano. Gran donna, grande imprenditrice ma anche grandissima mignotta. Ora che poteva inquadrarla meglio le stava decisamente più simpatica e chissà, se fosse stata in un'altra fase della sua vita avrebbe anche potuto chiederle di aiutarla ad estendere le sue conoscenze. La giovane, timida ed arrapata ricercatrice portata al cospetto di due uomini per assaggiare per la prima volta una doppia penetrazione. Chissà che faccia farebbe.

"Difficilmente però il capo si accontenterà del video di Penelope", pensa ora sistemandosi la coda. Sa che questa mattina il suo superiore le farà lo shampoo: troppo tempo e troppe risorse impiegate per un'indagine che non ha portato a nulla. Deve prendere in considerazione l'idea di essersi sbagliata (cosa che odia ammettere sin da quando era bambina) e peggio ancora di avere fatto qualche errore nell'analizzare l'enorme mole di dati raccolta. Bisognerà ricominciare da capo, con calma, più che altro per individuare le falle nel suo ragionamento. E nel frattempo rimuovere l'indagine dall'elenco delle priorità e dedicarsi ad altro.

Fino a qualche mese fa questa prospettiva l'avrebbe fatta uscire di capoccia, l'avrebbe resa nervosa per giorni e giorni. Ma fino a qualche mese fa il lavoro era la parte più importante della sua vita. Ora che c'è Valentina guarda le cose con molto più distacco, è più serena. Prende il cappotto, è pronta per uscire. Valentina l'aspetta davanti alla porta.

- Cioè, non solo mi freghi l'elastico, anche la stola? - la rimbecca sorridendo Annalisa.

- Anche la catenina... - ridacchia Valentina.

- Anche la catenina... - constata Annalisa - oh, non la perdere che era di nonna.

- E anche il peri di pizzo.

- Beh, potevi prendere anche gli stivali, già che c'eri... anche il peri di pizzo, eh? E' per il semplice piacere di indossarlo o devi andare da qualche parte? - ironizza Annalisa.

Osserva Valentina, per meglio dire la ammira. Spesso si sono dette che sembrano due amiche sceme, due adolescenti che fanno di tutto per essere l'una come l'altra, che vestono allo stesso modo, si truccano allo stesso modo. Sorelle, più che amiche. Quasi gemelle, vista la somiglianza. Anche a letto, nel sesso, il gioco si replica: "Io sono te e tu sei me, dimmi una cosa che ti piace e fammela", "ahahahah col cazzo, così poi la prossima volta tu me la fai davvero", "perché, cos'è di tanto atroce?", "lascia perdere", "non fare la stronza, dimmelo", "ok, voglio farti diventare il culo rosso a forza di schiaffi". Quella volta Valentina si era abbassata pantaloni e mutandine in cucina, dicendole semplicemente "dai". Nessuna manovra di avvicinamento, nessun bacio, nessuna carezza. Solo il suo bel sedere in offerta speciale. "Sicura, Vale? Fino alle lacrime", "non avere pietà, zoccola". Annalisa l'aveva toccata in mezzo alle gambe, colava. Dopo averla sculacciata fino a spellarsi le mani aveva passato la lingua sulle natiche bollenti. E quando dalle natiche era passata ad asciugarle la fica si era accorta che colava anche più di prima. Valentina non ci aveva messo più di venti secondi per sospirare il suo orgasmo.

Adesso che la guarda si domanda cosa abbia fatto per meritare una tale fortuna.

- In effetti stasera ho appuntamento con una troia... - ride Valentina.

- Ah sì, eh? E chi sarebbe sta troia?

- Ah, una proprio zozza, come dice lei... pensa che stanotte ha strappato il lenzuolo mentre la leccavo, a un certo punto mi ha stretto così forte la testa tra le cosce che quasi me la strizza come un foruncolo.

Annalisa avverte il crampetto. Non riesce a capire se quella della sua ragazza sia una provocazione o altro. Non può credere che abbia voglia in questo momento, dopo che si sono preparate per uscire, mentre sta per andare al lavoro. E soprattutto dopo la notte appena trascorsa. Eppure Valentina la attrae anche adesso, come sempre, com'è stato sin dalla prima sera. Allunga le mani e gliele mette sul petto, a contatto con il cachemire.

- Non che voglia darti il permesso di usarla, eh? Ma sta stola sta meglio a te che a me, almeno si intuisce che sotto c'è qualcosa...

- Non che ci voglia molto - le sussurra beffarda Valentina avvicinando le sue labbra a quelle della fidanzata.

- Stronza... - sussurra a sua volta Annalisa. Tira fuori la lingua, le lecca la punta del naso.

- Mi sono appena messa il rossetto...

- Anche io...

Grazie alla sua ragazza, Annalisa ha riscoperto, o forse proprio scoperto del tutto, il piacere del sesso lento, a volte addirittura languido. Non ci è mai stata tanto abituata, non è mai stato il suo genere. Nemmeno con Lollo, nemmeno con l'ex marito. Con loro due, con gli amanti occasionali cui si è concessa per togliersi la voglia, persino con i terroristi che ha scopato per raccogliere informazioni e poi ucciderli, le è sempre piaciuto essere posseduta in modo veloce, brusco, rapace. Che si tratti di un letto, di una palestra, di un luogo all'aperto o del bagno di una discoteca il suo format è il più delle volte quello della sveltina. Poi le sveltine possono essere anche due o tre di fila, ma il concetto è lo stesso: poche smancerie, come le ha sempre definite. E con le ragazze è andata in modo appena appena più rilassato, ma a ben vedere non tanto. "Una cagna scopata per strada ci mette più sentimento", le era capitato di pensare una volta dopo essere stata presa da un figo di cui conosceva a malapena il nome sulla terrazza di una villa dove si svolgeva il ricevimento di un matrimonio. Ma lo aveva pensato sorridendo, soddisfatta di sé e di come il porco l'aveva messa a novanta su un divanetto dismesso infilzandola senza nemmeno toglierle le mutandine, scostandole semplicemente.

Con Valentina, invece, possono andare avanti per ore. Le piace infinitamente baciare, succhiare e mordere le sue mammelle, che trova assolutamente perfette. Le piace mettersela a cavallo delle gambe e denudarle, adorarle, soffiarci sopra mentre sono bagnate di saliva, passarci il ghiaccio per far intirizzire i capezzoli mentre con le dita le perlustra i buchi. Le piace essere dispettosa e rallentare quando Valentina implora invece di essere finita.

Non sempre però, a volte domina la furia dell'una o dell'altra. Come adesso, che se ne fregano di avere appena terminato di prepararsi e si buttano l'una tra le braccia dell'altra, anche se sono già pronte per varcare la soglia di casa.

Del resto Valentina è così. E anche Annalisa è così. "Tu sei pazza, amore mio", "pazza di te". Se lo dicono spesso. E un'altra cosa che si dicono spesso è:

- Scopami...

Stavolta lo dice Valentina, ma potrebbe essere tranquillamente Annalisa. E forse, chissà, ha paura che la sua ragazza non la prenda sul serio, o che le dica che è tardi e che bisogna uscire, fatto sta che si sbottona freneticamente i pantaloni e le afferra la mano, quasi se la guida nelle mutandine balbettando "così... dai, ti prego".

- Sei una fontana, sei proprio una troia... andiamo sul divano.

- No, qui!

"Qui" vuol dire accanto alla porta di ingresso, vuol dire dimenarsi fino a far cadere la cornetta del citofono, passarsi una mano in faccia per poi guardare Annalisa negli occhi e dire "sì, sono la tua puttana".

- Stanotte però ero io la tua puttana, la tua schiava - le ringhia Annalisa con un tono che potrebbe apparire cattivo.

- No! Io, io! Sono io che voglio esserlo… sono io!

Il bacio mozzafiato che si danno riesce solo per un po' a interrompere il delirio erotico delle due ragazze. "Io te la compro davvero quella zucchina...", "due! comprane due allora, devi farmi proprio male". E' la prima volta che glielo chiede così esplicitamente, di solito è Annalisa a farlo e all'inizio Valentina non capiva, si ribellava anche. Ma dopo quella serie di sculacciate qualcosa è cambiato. Non è detto tuttavia che vada proprio a finire così, non è detto che quello che si promettono accada per davvero. Ma che importa? Da qui a stasera cambieranno cento volte idea e magari si addormenteranno baciandosi e accarezzandosi e basta. Chi può saperlo? E soprattutto: a voi cosa ve ne frega? Il loro è un amore che ha centomila facce, impossibile raccontarvele tutte.

Valentina è la prima a crollare a sedere sul pavimento, le gambe non ce l'hanno fatta a reggerla quando è arrivato l'orgasmo. "Sto godendo!" e poi di colpo giù. Annalisa la segue, si siede accanto a lei, la stringe, la sente che le ansima addosso come se non riuscisse a respirare. La stringe e dopo un po' comincia a ridere sommessamente, poi sempre più forte. "Siamo due ninfomani...". Valentina si lascia stringere, piegare, quasi accoccolata tra le braccia della sua amata. Inizia a ridere anche lei.

- Io ti amo da morire...

- Io invece ti amo da vivere...

- Toccherà risistemarci...

- Non dirmi che è colpa mia, la mia unica colpa è di avere una ragazza mignotta.

- Ti faccio fare tardi, mi dispiace...

- Capirai, oggi ho una riunione in cui il capo mi farà il culo, ogni minuto di ritardo è un minuto guadagnato.

- Ok, allora non me ne frega un cazzo ahahahah... come mai ti fa il culo?

- Nulla, ogni tanto deve farlo, è un algoritmo. Poi gli passa. Sai che ti sta bene il rossetto così sbaffato?

- Cos’è che è nella bocca di tutte?

- Prego?

- Ma che hai capito, maiala? E’ la pubblicità di questo – dice Valentina mostrando il lipstick – solo che sti scemi te la fanno vedere in spagnolo così non si capisce il doppio senso. “Ya està en la boca de todas”.

- Ma va’ a cagareee, sei una maniaca!

In un quarto d'ora si rimettono a posto, a colpi d'anca si contendono ridendo lo specchio del bagno, resistono alla tentazione di ficcarsi un'altra volta selvaggiamente le lingue in bocca. Lo fanno piano, standoci attente. "Ma da te lo sanno che vivi con una ragazza?". "Per il lavoro che faccio, a quest'ora lo saprà anche il presidente del Consiglio", risponde Annalisa. Che poi ripensa al colloquio riservato chiesto al capo. "Amo una persona, capo, non mi chieda più certe cose", "E' una ragazza magnifica, Annalisa, spero che sia alla tua altezza, hai la mia benedizione", "la sua benedizione, eh? beh, grazie per aver rinunciato allo jus primae noctis!". Che scema, doveva saperlo che avevano già preso informazioni.

- Voglio andare da Maisons du monde a comprare un po' di addobbi per l'albero di Natale - dice Valentina quando sono scese in strada.

- Magnifico amore mio, ma devo dirti una cosa...

- Cioè?

- Io non ho un albero di Natale, mai avuto.

- Gli addobbi allora te li appiccicherò addosso, mona! Lo compro io, no? Da quando vivo da te ho un sacco di soldi.

- Che cogliona, ti ho fatto il doppione del bancomat.. usalo, no?

- Lo userò quando ti pagherò la cena all’Eden ahahahah...

- Stanotte esci tardi?

- Solita ora, no, forse un po' prima. Mi vieni a prendere?

- mmm... vediamo, se fai la brava... mi aspetti un attimo? compro le sigarette.

- Ok, sto qui fuori.

Come al solito, dentro la tabaccheria c'è sempre fila. In genere vecchi sordi e rincoglioniti che ci mettono un quarto d'ora per scegliere con cura e poi comprare un Gratta e vinci. Stavolta davanti a lei c'è una donna anziana, Annalisa si mette in attesa pronunciando la formula di rito: "Tanto sono soldi buttati, almeno non metterci un'ora". Dalla strada i rumori di sempre, compreso il solito cafone che arriva rombando con la moto. Lo scoppio secco che sembra quello di un motore e poi una nuova sgasata. Un attimo dopo, lo strillo di una donna. Il presentimento. Annalisa corre fuori dalla tabaccheria. Valentina è stesa sul marciapiede. Ha un buco rosso in fronte e gli occhi ancora aperti.


4. CONTINUA

Questo racconto di è stato letto 1 5 1 1 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.