L'archetto scorre...sul violoncello

Scritto da , il 2021-11-21, genere etero

Una giornata lavorativa lunga e stressante, il tempo fuori nuvoloso e una fitta nebbia rimane fino a pomeriggio inoltrato, lasciando poi un tempo uggioso, umido e terribilmente sconsolante, gli alberi ormai hanno perso la maggio parte delle foglie, un tappeto multicolore dal giallo al rosso fodera i prati…..una voglia pazzesca di rientrare a casa privarmi dei vestiti un pezzo alla volta , sprofondarmi in una vasca di acqua bollente fino agli occhi e rimanere li immersa come se l’acqua riuscisse a cancellare via tutto…..e poi di colpo ricordarmi che quella sera li, si proprio quella sera sei stata invitata ad un concerto di soli archi a teatro…vorresti piangere…no stasera no!!
Ma poi sai che se non vai, avrai perso un occasione magari piacevole…
Mi violento esco dalla vasca, il corpo gocciola, mi guardo allo specchio, non sono più una bambina ma il mio corpo è ancora amabile, morbidamente amabile, forme generose di altri tempi, mi riempio le mani di olio profumato e partendo dalle spalle scivolo giù, l’acqua facilita la discesa , scorrono morbide sui miei capezzoli ormai turgidi dal fresco dell’ambiente, poi giù sull’addome, sui fianchi, risalgono nelle pieghe dell’inguine, sul mio monte nudo e caldo e ancora più giù velocemente sulle cosce… sollevo un piede sul bordo della vasca e massaggio dolcemente i miei polpacci, robusti, muscolosi e mi fermo sui piedi, scorrendo su ogni dito, tra ogni dito dolcemente, sui malleoli, sul tallone, risalgo sulle gambe sul dietro e con dolci movimenti circolari accarezzo le mie soffici natiche, morbide e calde….mi guardo sono lucida e profumata, se fossi un uomo e avessi una donna così davanti, non potrei resistere dovrei sfiorarla, accarezzarla, fare scivolare le mie possenti mani su di lei… si vorrei avere un uomo adesso qui davanti a me e donarmi a lui, senza pensare, senza parlare…..scuoto la testa come liberarmi dai pensieri infilo dolcemente le calze autoreggenti velate, un completino nero di pizzo, poi stringo il mio corpo in uno tubino nero aderente elasticizzato che non lascia nulla all’interpretazione….le spalle nude, il seno spinto e sorretto, generosamente mostrato… un decolté tacco 12…
Il telefono squilla mi aspettano sotto, le solite amiche ingorde di avventure e di emozioni…
Sedute su morbide poltrone di velluto rosso, in prima fila, il palcoscenico si apre davanti a noi, i leggii e gli strumenti sono già disposti appoggiati in attesa di essere amabilmente posseduti….10 violini, 6 viole, 5 clavicembali, e 6 violoncelli…
Da li a poco i musicisti entrano e si accomodano sui relativi sgabelli, ho la testa chinata per leggere il solito messaggio dal lavoro, ho dimenticato di staccare il cellulare, lo leggo fugacemente e poi sollevo lo sguardo i musicisti stanno entrando con un ordine preciso: davanti a me i violoncellisti, tra di loro….un lui attira il mio sguardo, un uomo alto, possente, bellissimi capelli mossi scuri, la pelle ambrata , uno sguardo a mandorla magnetico, indossa un completo nero doppio petto, camicia di lino bianca, rimane in piedi come tutti gli altri musicisti, solleva con la mano di destra il suo violoncello, appoggiato sulla sedia, lo afferra dal manico, lo adagia sul suo corpo, sulla sua gamba e lo avvolge passandogli la mano davanti, non si accorge che istintivamente, inizia ad accarezzare la tavola armonica, il laterale…la sua mano scivola aperta sul liscio del legno, protettiva, calda, rassicurante sembra che stia accarezzando una bella donna, rilassata e adagiata su di lui.
La sua mano scorre calda e morbida ed eccola scivolare lungo la mia spalla, lungo il braccio e la mia schiena, arriva fino alla vita e poi risale su, stringendomi forte, in alcuni tratti solo sfiorandomi con le dita…..un solletico, sempre più intenso mi rabbrividisce la pelle.
Un sonoro applauso dal pubblico, mi scaraventa nella realtà, il direttore d’orchestra ha fatto ingresso sul palcoscenico, i musicisti sono ancora tutti in piedi in devoto rispetto, poi un segno della mano e tutti rigorosamente si accomodano sulla propria seduta…
Dopo avere sganciato dolcemente i bottoni del doppio petto, e mostrando la sua camicia morbida infilata nel pantalone….si accomoda sulla sedia, tenendo le sue gambe leggermente divaricate e il suo fortunato violoncello, adagiato sul suo interno cosce, sul suo pube, i laterali ancorati tra le sua gambe muscolose, il manico appoggiato sulla sua spalla sinistra, e il riccio con i suoi piruli per accordarlo , accanto alla sua guancia…di nuovo quell’abbraccio, ora sono io adagiata e accovacciata davanti a lui….sono io il suo violoncello….”dai vediamo se sei capace di fare vibrare la mia pelle come fai muovere le sue corde” seduta davanti a lui, le mie natiche premono sul suo pene compresso nel suo pantalone, la mia schiena appoggiata sul suo torace, abbandonata e adagiata sul suo corpo, sodo, compatto…..il suo calore diventa il mio calore, la mia testa appoggiata sulla sua spalla sinistra e il mio collo appoggiato al suo viso….la pelle morbida, rasato da poco un profumo accattivante e seducente agli aromi di sandalo e spezie.
Oscilla e muove il suo strumento prima in avanti poi indietro, leggermente a sinistra e di nuovo a destra, e poi lo fissa con il punteruolo al pavimento e io oscillo con lui, le mie natiche premono contro il suo pene, mi muovo, lentamente strusciando con lo stesso ritmo del suo strumento, prima a destra poi a sinistra, leggermente in avanti e poi di nuovo indietro…. inizio a sentirlo puntare tra mie natiche, avida e ingorga, premo, oscillo e ripremo, sento il suo turgore aumentare e iniziare a pulsare….la mano scorre nuovamente sulla tavola armonica, lo tiene premuto a se….sento la forza della sue braccia premermi contro di lui….. e le carezze dalla spalla si orientano sul mio abbondante seno… lo sfiora, scorre con la punta delle dita mi disegna il contorno, lo solleva e cerca di afferrarne uno per intero ma sborda, dalla sua mano… la mia pelle oleata morbida, affamata e ingorda….rabbrividisce …..eccola adesso risalire lungo il manico, accarezza le corde, setose, come per incoraggiarle del lavoro che dovranno fare, si ferma sui piruli neri di ebano e lentamente li gira uno ad uno per accordare lo strumento, l’archetto strofina sulle corde e un suono caldo e intenso fuoriesce vibrando…..
”dai accordami, fammi vibrare, poi io farò vibrare te”….le dita afferrano il capezzolo turgido e caldo, lo premono e lo fanno roteare, “accordami non smettere”…l’areola si accartoccia sotto il suo tatto, lo fa scorrere lungo il bordo interno delle sue dita….senza saltarne nessuna…tutte….mi sento bagnata…..le vibrazioni sono in sincrono con il suo respiro …..ogni carezza e un impulso che si irradia in fondo e dentro alla mia oscurità, calda e famelica….
il suo respiro caldo ondeggia sul mio collo, lo chino affinché tutto il suo respiro scorra sulla mia pelle e mi inebri, la sua guancia calda appoggiata sulla mia…..
…..silenzio e un solo colpo della bacchetta sul leggio, il direttore d’orchestra segna l’inizio del concerto.
Durante l’ iniziale assolo dei violini con il loro suono dolce e passionale…. lui afferra l’archetto e lo posa leggiadro sulle corde…mentre le dita della sua mano sinistra si posano in alto sulle 4 corde del manico…. lo spartito indica l’entrata in scena dei violoncelli …l’archetto leggermente inclinato scorre morbido, sensuale strofinandosi sulle corde, facendole vibrare a ritmo come la mia pelle nuda calda, strofina dolcemente sulla sua..sfregano tra di loro, fino a diventare un'unica pelle… la sua mano di sinistra pizzica le corde del manico le sfiora, le accarezza le massaggia…… ora scivola sul mio corpo mi massaggia le colline abbondanti, mentre l’altra scende andando da destra a sinistra sul mio ventre, scende sul mio monte nudo e affamato, scivolando con il crine di cavallo dell’archetto sul mio ventre ,fermandosi li appena sopra il precipizio…..”scendi….ti prego scendi…non puoi’ fermarti lì” ..un ritmo più veloce, l’archetto sembra impazzito, scorre, prima e dopo del ponticello, suoni dal timbro corposo e profondo le vibrazioni si propagano su di me, trasmettendosi alla mia pelle, cambia l’inclinazione ora il suono più caldo e a tratti brillante e acuto…..i brividi mi sconvolgono….la mia oscurità lo reclama, i miei seni massacrati…..la mia pelle un tutt’uno con lo strumento.
Una piccola pausa, la battuta si ferma e cede il passo al contrabbasso che suona insieme alle viole….. alza lo sguardo e mi vede, lo fisso senza mai staccargli gli occhi di dosso, se sapesse quello che mi sta facendo non sarebbe così tranquillo, ma non posso stare ferma li a farmi torturare e senza trascinarlo nel mio vortice del piacere
…divarico le gambe, il tubino risale….le luci soffuse intorno al palcoscenico creano quel vedo non vedo interessante…mi nota, “e come fai a non notarmi….violoncellista,” la mia giacca e sulle gambe, scivolo con una mano sotto ad essa e mi accarezzo l’interno di una cosca, dal ginocchio vado su, mi sfioro lo slippino, scorrendo con il dito sul bordo, lo sposto leggermente mostrandogli la mia pelle nuda bagnata….mi guarda i suoi occhi sono lucidi e sprofondano curiosi, con le sue dita disegna sulla cassa armonica la "effe" incisa nel legno, ne disegna i contorni, penetra leggermente nel solco del legno, scorre all’esterno e poi di nuovo all’interno…..disegna senza fermarsi, sempre più velocemente ed io con lui…..le mie dita seguono le mie grandi labbra dolcemente, sposto lo slippino da un lato dell’inguine e gli mostro la mia natura nuda e bagnata, deglutisce…..arrossisce….ora affondo con movimenti più rapidi intrufolandomi nelle piccole labbra, lasciando il mio bottone, turgido al centro, scorrono accarezzandolo…. pulsa, divarico leggermente le labbra mentre lo strofino, mostrandogliele….“ho voglia…si ho voglia.”
Mi guarda, si apre l’ultimo bottone della camicia, sta sudando…..anche io ho caldo, molto caldo....afferra l’archetto ed è di nuovo in scena , lo sfrega e lo scorre nuovamente sulle corde, che sono più calde di prima…. il mio dito segue il suo movimento, mi penetro, affondo ….il suono ora è corposo, esco dolcemente scorrendo fino al clitoride e poi di nuovo giù …..umori caldi, riempiono le mie mani……. la musica si rallenta per un attimo, non guarda più il leggio ma io sono il suo spartito la sua chiave di SOL..…”lo so che ti stai eccitando”…strofina la sua asta ormai rigida sul fondo del violoncello…lo preme contro di se come se fosse la mia mano a premerlo, lo sposta con piccoli movimenti appena percepibili, si accarezza rapido lo sevizio lo torturo, preme contro il pantalone, e poi sullo strumento…….ora un suono più intenso e penetrante…il mio corpo è pervaso da brividi, gemo in silenzio…anche il mio respiro aumenta, non smetto fino a che l’ultima vibrazione dell’orgasmo mi pervade…lo fisso…”non sai cosa ti farei se potessi passare dietro al tuo strumento proprio in questo momento in cui la tua asta reclama di essere liberata”…….la mia vulva bagnata accaldata aperta davanti a lui….trema… strofina il pene sempre più energicamente sullo strumento….l’archetto scorre sempre più intensamente “dai vieni violoncellista, vibra, gemi, godi”….tra poco ci sarà l’ultima battuta, l’ultima sollecitazione , l’ultimo getto, la vibrazione più lunga ….il suo umore caldo morbido e abbondante esplode e colma il suo pantalone….
…..il pubblico in piedi a osannare il concerto……mi alzo, goduta, frastornata, non abbasso lo sguardo da lui… il direttore fa un cenno e tutti i musicisti in piedi a ricevere il meritato ringraziamento…
…velocemente chiude il doppio petto …solo io e lui sappiano per nascondere cosa…
Bellissima e intensa serata….se avessi guardato la voglia non sarei andata e adesso…..non vorrei più rientrate a casa!!

Cit: la musica e il ritmo trovano la loro strada nei luoghi segreti dell’anima. Platone

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