L'infermiera (nona parte)

Scritto da , il 2021-11-20, genere dominazione

Marco trascorse i giorni seguenti a riflettere sulla situazione in particolare e sulla sua vita più in generale.
Dal caos, generatosi nella sua mente a seguito degli accadimenti degli ultimi giorni, una cosa emergeva chiara e inequivocabile: mai e poi mai avrebbe potuto ripresentarsi in facoltà, guardare negli occhi i colleghi dopo l’umiliazione patita.
D’altronde l’abbandono degli studi avrebbe portato con sé delle complicazioni non da poco.
I suoi genitori non avrebbero certo continuato a mantenerlo a Palermo, sarebbe dovuto tornare al paese natio e quindi, di conseguenza, smettere di frequentare Marta e Sonia.
Quest’ultimo pensiero era quello che più di tutti lo faceva soffrire.
Al di là delle umiliazioni patite, del dolore provato, sentiva di aver trovato la sua vera inclinazione sessuale. Inutile girarci intorno, era ormai chiaro ed evidente, lui godeva ad essere dominato, ad essere uno strumento nelle mani altrui che, nel caso specifico, erano le mani di due ragazze che gli facevano perdere la testa.
E allora come fare? Non riuscendo a trovare una soluzione decise di parlarne con Sonia.
- Il problema è serio, non vedo molte vie d’uscita – disse lei, parecchio preoccupata.
- Tu non hai un euro e dovrai lasciare presto il tuo appartamento. Potrei ospitarti io ma il mio è troppo piccolo, in due finiremmo col pestarci i piedi e poi c’è anche Marta…già Marta…gliene parlo, vediamo…forse una soluzione possiamo trovarla.
Il giorno dopo Marco vede presentarsi a casa le due ragazze, i tre si siedono al tavolo della cucina e Sonia prende la parola.
- Abbiamo preso una decisione, ci abbiamo riflettuto bene e riteniamo che possa essere la soluzione migliore. Il prossimo mese la coinquilina di Marta lascia l’appartamento, quindi si libera una stanza e potresti andare a viverci tu. Ma, non illudetevi, io non vi lascio soli, liberi di fare i vostri comodi alle mie spalle, per cui verrò anch’io a vivere lì, lascio il mio appartamento e mi trasferisco da Marta.
Io dormirò con lei e tu nell’altra stanza, tranne quando vorremo invitarti nel nostro letto. I nostri due stipendi dovrebbe essere sufficienti a mantenere anche te, ma visto che noi lavoreremo e tu non farai niente, ti dedicherai alla casa, pulirai e cucinerai per noi. Sarai la nostra donnina di casa. Che ne pensi?
A Marco non parve vero, in un colpo solo avrebbe risolto tutti i suoi problemi, certo la prospettiva di diventare la loro cameriera non è che gli piacesse molto, ma non aveva scelta e accettò.
I primi tempi furono fantastici, lui si dava molto da fare durante la giornata, l’appartamento era spazioso, oltre alle due camere da letto e la cucina, c’era un ampio soggiorno, due bagni, di cui uno con doccia e l’altro con vasca, e le pulizie, la spesa, la preparazione del pranzo lo impegnavano parecchio ma non gli pesava. Era ricompensato dall’arrivo delle due coinquiline che accoglieva affettuosamente e ne riceveva in cambio baci e sculacciate, dolore e piacere…una goduria.
La domenica avevano preso l’abitudine di fargli il bagno, come se fosse un bambino, lo spogliavano, lo facevano immergere nell’acqua calda e insieme si divertivano a strofinarlo con delle spugnette ruvide, quelle che si usano per i piatti, che gli procuravano brividi di piacere e al tempo stesso lo grattugiavano nelle parti più delicate arrossandole e dando alle due, ma principalmente a Marta che doveva avere la vocazione della crocerossina, l’occasione per lenire le sue sofferenze massaggiandolo con pomate che portava dalla farmacia.
Le sculacciate erano all’ordine del giorno, raramente il suo culo veniva risparmiato, ma queste era soprattutto Sonia a somministrargliele e non ci andava certo leggera, Marco sospettava che gli facesse pagare la sua intimità con Marta, non avendo la forza di prendersela con lei si sfogava su di lui. Il suo culo era costantemente rosso e bruciante, ma la sofferenza era compensata dal tocco fresco delle mani di Marta sulle sue natiche bollenti.
Insomma tutto andava per il meglio, ma era troppo bello per durare.
Marta, infatti, aveva una passione che col tempo era diventata un vero e proprio vizio. Il poker. Dedicava almeno un paio di ore al giorno al gioco online e una volta a settimana organizzava a casa sua una partita con amici. Quella era una serata sacra per lei, l’aveva posta come conditio sine qua non, non intendeva rinunciarvi per niente al mondo. Sonia aveva dovuto abbozzare, anche se a malincuore, e nella serata in questione sia lei che Marco si ritiravano nelle rispettive stanze lasciandole campo libero.
Marco, dalla sua camera, sentiva le voci dei partecipanti, uomini e donne, ricavandone l’impressione che non fossero sempre gli stessi.
La cosa non creò particolari problemi fino al giorno in cui, a serata conclusa, udì Marta discutere animatamente con Sonia.
Gli ospiti erano andati via e le due si trovavano in soggiorno
- Sei una irresponsabile, una scriteriata, e ora come facciamo? – la voce di Sonia tradiva tutta la rabbia che aveva in corpo
- Stai calma, vedrai che una soluzione la troviamo
- Altro che soluzione, dobbiamo trovare i soldi entro domani. Proprio contro quel delinquente dovevi perdere? Quello ci fa passare i guai.
Allarmato da quel che sentiva si precipitò in soggiorno e le guardò con aria interrogativa
- Ma che succede?
- Succede che la signorina qui presente ha avuto la brillante idea di mettersi a giocare con un poco di buono e gli deve molti più soldi di quanti ne ha, anzi ne abbiamo. E deve darglieli entro domani.
Marco non seppe cosa dire e rimase in silenzio guardandole. Notò che Marta lo osservava pensierosa, come se stesse elaborando un’idea.
- Forse ce la possiamo cavare, ho avuto un’idea
Entrambi la guardarono interrogativi
- A questo tizio piacciono i ragazzi, ne sono certa, me lo ha confessato quando gli ho proposto di pagare il mio debito in natura.
- Sei proprio una zoccola – era Sonia a parlare – saresti andata con quel vecchio porco…
- Inutile stare a fare il processo alle intenzioni, intanto non è così vecchio e poi non ci sono andata e tanto ti basti. Ma non capisci che abbiamo la soluzione a portata di mano?
Si guardarono negli occhi e, all’unisono, si girarono a guardare Marco
- E no eh, non scherziamo, non se ne parla proprio. Tu perdi ed io dovrei pagare i tuoi debiti? Ed in che modo poi? Accoppiandomi con uno che manco conosco?
- Ma noi mica ti costringiamo – disse Marta con l’aria più innocente del mondo – scegli pure liberamente.
- Sì deve essere una tua scelta – rincarò Sonia – scegli… o soddisfi quel porco o te ne vai affanculo.
E lo disse con un tono di voce talmente determinato, con uno sguardo talmente cattivo da non lasciare dubbi sul fatto che non avrebbe esitato a mettere in atto la minaccia.
- Fallo, e non te ne pentirai – aggiunse Marta, stanno giocando a sbirro buono/sbirro cattivo fu il pensiero di Marco
- Saprò ricompensarti – concluse con tono lascivo, come solo lei sapeva fare.
Marco di fronte alla prospettiva di esser cacciato di casa e di dover tornare al suo paese, capì di non avere scelta, allargò le braccia e sconsolato acconsentì.
Con un urlo di gioia Marta corse ad abbracciarlo e lo baciò con foga
- Grazie grazie sei un tesoro, vado subito a telefonargli e gli propongo lo scambio.
E così dicendo si allontanò.
Anche Sonia gli si avvicinò e lo baciò
- Bravo hai fatto la scelta giusta, ti confesso che mi sarebbe dispiaciuto perderti – e lo abbracciò, infilandogli una mano nei pantaloni del pigiama e accarezzandogli affettuosamente il culo e solleticandogli il buchetto – appena torna Marta, se tutto è andato bene, festeggiamo.
- E’ andata, ha accettato!!!! E’ per domani! – Marta era al settimo cielo e prendendolo per un braccio
- Vieni, voglio darti un anticipo, te lo sei meritato – e trascinando anche Sonia si trasferirono in camera da letto.
Marta mantenne la sua promessa, lo leccò dappertutto, infilò la sua lingua nei più reconditi recessi del suo corpo. Lo voltò e rivoltò, gli leccò le palle, infilò la faccia in mezzo alle natiche, cercò di infilargli la lingua nel buco del culo, lo succhiò come se non ci fosse un domani. Insomma ce la mise tutta, ma i suoi sforzi risultarono vani, Marco oppresso dal pensiero del giorno dopo non riuscì a farselo drizzare e la serata terminò con Marta che si fece consolare da Sonia e Marco immusonito e silenzioso.

Continua…

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