L'alfabeto degli amori (Prima parte)

Scritto da , il 2012-02-02, genere gay

Introduzione, Aurelio, Basilio
Introduzione
Il mio nome è Gianpaolo e sono un fotoreporter di 35 anni in una grande società editrice specializzata in pubblicazioni di viaggio ed esplorazione. Il mio lavoro mi porta in tutto il mondo, una settimana è possibile che stia girando per la campagna francese e la seguente potrei essere a cavallo di un cammello nel deserto Tunisino. Sono pagato (e bene direi) per fare il giramondo; bello vero? In quindici anni di foto giornalismo ho avuto avventure innumerevoli, ho visto cose straordinarie e ho incontrato persone affascinanti. Parlo scorrevolmente cinque lingue e ne conosco sommariamente molte altre.
Però in questo lavoro c’è un aspetto poco bello, non ho alcun luogo da poter chiamare casa. Ho un appartamento a Milano, senza mobili eccetto un letto ed alcune scatole. Inoltre non ho alcun motivo per tornare a casa. Una volta avevo un amico, Aurelio, ma si è stancato di questa relazione intervallata da lunghi viaggi. Chi potrebbe biasimarlo?
Da allora non ho tentato altre relazioni serie. Non fraintendetemi, ho avuto incontri di una notte ed alcuni anche "a più lungo termine". Non sono orgoglioso dei miei modi dissoluti, ma non guardo in faccia a nessuno quando voglio soddisfare il mio sano appetito sessuale. Sono debole davanti ai begli uomini e li attiro.
Con una bella modella brasiliana per madre ed un attore sex simbol per padre, ho dei buoni geni. Mi dicono che ho un aspetto "esotico". Dalle mie parti non è facile vedere un tipo come me, salvo forse nelle pubblicità di Calvin Klein, capelli ondulati e neri, occhi nocciola, pelle caramello. Mi è stato detto anche che sono modesto al punto di disapprovarmi. Io non penso di essere brutto, ma non do molta importanza al mio aspetto.
La maggior parte del tempo io viaggio con Jake. È di gran lunga il miglior scrittore che abbiamo, così ha senso che lavori col miglior fotografo. Jake è un ragazzo abbastanza bello e ha avuto anche la sua giusta parte di scappatelle sessuali. Purtroppo è etero ma è curioso di cose sempre diverse, anche del comportamento gay. Penso sia questo che lo rende il buon scrittore che è.
Spesso ci scambiamo storie su chi abbiamo fottuto la notte precedente; durante uno di quei colloqui mi ha mostrato un diario che tiene coi nomi delle donne con le quali è stato, una breve descrizione di ognuna unitamente ad una valutazione delle loro prodezze sessuale. Era una cosa grossolana, lo so, ma le sue descrizioni erano sempre divertenti ed il suo sistema di valutazione di solito comicamente soggettivo. Eravamo seduti all’aperto in un café di Londra un giorno e lui si stava appuntando i dettagli sulla vittima della notte precedente, Kylie.
"Quale valutazione?" Ho chiesto.
"Sto dandole un 9 per tecnica, ma solo un 4 per originalità."
"Quindi era eccellente ma monotona, giusto?"
"Sì! Ti sembra giusto?"
"No, non completamente" ho risposi con un riso soffocato. "Non pensi di essere un po’ ingiusto? È dura trovare qualche cosa di originale quando hai fatto di tutto con tutti."
"Non tutto" Ha detto canzonatoriamente, ammiccando verso di me. "Inoltre, che coraggio hai! Ti ho visto portarti via un ragazzo diverso ogni notte questa settimana!"
"Sì, ma almeno io non scrivo i loro nomi in un quaderno."
"Forse dovresti... almeno i migliori. Così potresti ricordarti di loro tornando nella loro città."
Dapprima ho riso per l'assurdità del suo suggerimento, ma dopo una notte cupa al bar, mi sono trovato a fare precisamente quello. Ho scritto solamente i nomi dei ragazzi che per primi mi sono presentati alla memoria. Ho pensato che gli altri erano troppo mediocri per ricordarli. Quando ho finito l'elenco mi sono accorto di una cosa strana: c'erano precisamente 26 nomi ed ognuno cominciava con una lettera diversa dell'alfabeto.
"È una cosa originale!" Ha detto Jake quando gli ho mostrato l'elenco. " una bella idea per un libro, sai?"
"Sì" ho risposi afferrando l'elenco dalle sue mani.
"No, seriamente. Dovresti scrivere un libro su questi ragazzi. Io ti aiuterò se vuoi. Sarà bello! Posso già vedere il prossimo best-seller 'L’alfabeto degli amori.' Suona bene, non ti pare?"
Ho pensato stesse scherzando, come fa di frequente, ma quella volta era tremendamente serio e scoppiava d’entusiasmo. Il suo entusiasmo ha dovuto essere contagioso perché tempo di finire la tazza di caffè e stavamo risolvendo i dettagli per il primo capitolo. Abbiamo lavorato sino a tardi quella sera, dimenticandoci persino di soddisfare le nostre libidini per il momento. E così cominciò la stesura di "L’alfabeto degli amori".

Aurelio
Ho incontrato Aurelio all’università, nei giorni in cui stavo ancora cercando di capire qualcosa della mia sessualità. Io ero uno studente del secondo anno, abbastanza socievole, piuttosto popolare e mi piaceva divertirmi. Lui era più avanti ed il tipico bravo universitario: intelligente, sportivo, divertente, ricco ed oh così eccitante! Alto più di un metro ed ottanta per ottanta chili di muscoli ben distribuiti, aveva capelli biondi ed occhi verdi.
Tutti volevano starci assieme, e specialmente io. Lui era il primo ragazzo che mi avesse colpito, ed io non potevo avvicinarlo per preservare la mia vita; mi intimidiva troppo. Non a causa del suo comportamento o delle sue azioni, badate. Nessuno poteva incantare più di lui, era così mondano, poteva parlare di qualsiasi cosa; e lui parlava con tutti.
Era etero, o almeno si presumeva che lo fosse, anche se nessuno chiedeva di essere la sua ragazza (o ragazzo) e la sua vita amorosa sembrava quasi inesistente, però flirtava sempre con una ragazza o un’altra. Quindi pensando che fosse etero avevo paura di direi qualche cosa che l’offendesse e mi facesse diventare il paria della scuola. Sembrava amichevole coi ragazzi gay, ma lo era anche con i ragazzi etero.
Comunque era bellissimo e la sua sola vista mi faceva spappolare il cervello. Non avevo il coraggio di parlargli e quando finalmente lo trovai finii per balbettare come un idiota. Aurelio sorrise appena e tentò di fare del suo meglio per mettermi a mio agio; umiliato oltre l'immaginazione, mi scusai rapidamente e mi nascosi nella mia stanza per il resto del fine settimana.
Decisi di salvarmi da ulteriori imbarazzi evitandolo completamente; chiaramente da quel momento cominciai ad incontrarlo dappertutto: a mensa, alle feste, alle lezioni. Lui tento di avviare ogni volta la conversazione con me ed ogni volta io sembravo sempre più sciocco. Era una fottuta cospirazione.
Un giorno mi stavo riposando in giardino fra due lezioni, era bello e faceva caldo, così mi sono tolto la camicia e l’ho usata coi libri come cuscino. Stavo sonnecchiando quando ho sentito dei passi avvicinarsi. Ho aperto gli occhi e ho visto Aurelio che faceva footing. La prima cosa che ho notato è stata la sua t-shirt grigia e sudato incollata ai suoi pettorali nerboruti. Mi sono alzato sui gomiti per vedere meglio.
"Quindi questo è il segreto della tua abbronzatura assassina" ha detto tra sbuffi di aria.
"Oh no, è del tutto naturale" gli ho risposi con prontezza sorprendente.
"La genetica può essere così ingiusta" ha commentato continuando a correre sul posto.
"Che bisogno c’è della genetica quando la si può comprare?"
"L’abbronzatura forse, ma non il resto del pacco?".
"Credo di non capire... "
"Voglio dire che non si può comprare un tale aspetto; non c'è un chirurgo plastico al mondo che possa duplicare una cosa così. Giuro che sento le mutande che precipitano ogni qualvolta ti avvicini... e anche i sospensori. Seriamente ragazzo, è dura per uno normale come me avere appuntamenti quando tu sei qui in giro!"
Non potevo credere a quello che stavo sentendo: la stella dei miei sogni bagnati che mi diceva che non poteva avere degli appuntamenti perché io ero meglio di lui. Doveva essere uno scherzo. Voglio dire, non nego di essere un ragazzo abbastanza bello, ma lui era pazzo a pensare che chiunque pensasse a me quando c’era lui nei dintorni.
"Tu non sei proprio normale, tu sei il ragazzo più bello dell’università" ho detto velocemente. "Voglio dire che conosco donne che pagherebbero per stare con te."
"Sì" ha detto alzando le spalle. "Ascolta, io devo finire la mia corsa prima della prossima lezione. Stasera vieni alla festa?"
"Sicuramente".
"Benissimo" ha detto con un grande sorriso mostrando i denti perfetti. "Ci vedremo là."
Se ne andò, io lasciai cadere di nuovo la testa sui libri e tentai di dare un senso alla conversazione. Dopo quello che era successo non sarei stato capace di riaddormentarmi.
Pensavo che il giorno non sarebbe finito mai, le due lezioni di un'ora sembravano durare dieci ore. Io non ero mai stato tanto eccitato in vita mia ma non era il pensiero di una bella birra e della bella musica quello mi aveva così eccitato. Ho passato in rassegna tutto l’armadio per scegliere qualche cosa da mettermi. Erano le quattro e la festa non cominciava prima delle nove, ma io pensavo che quel tempo l’avrei passato a provarmi tutto ciò che trovavo nell’armadio.
Mi sono recato al luogo della festa (in conveniente ritardo, chiaramente) e mi sono subito guardato in torno in cerca di Aurelio. Era sufficiente cercare il solito gruppo tumultuante che gli gravitava intorno. Non c'era, né l’orda né Aurelio non si vedevano. Ho tentato di nascondere la mia delusione di non averlo trovato. Non volevo chiedere per paura di sembrare patetico, così io mi sono rintanato vicino al banco, ho afferrato una tazza di birra tiepida e mi sono diretto verso l’imbarcadero.
Per qualche ragione non c’era nessuno sul retro della casa, io mi ci sono diretto per allontanarmi dalla musica tecno e dalle matricole che pensavano di toccare il cielo con un dito per il fatto di essere stati invitati ad una festa. Ma c'era già qualcuno sull’imbarcadero ed era Aurelio.
"Lo sapevo che l’avresti fatto prima o poi" ha detto mentre mi mettevo accanto a lui. "Vieni qui spesso". Mi ha sorpreso che l’avesse notato.
"Effettivamente."
"Ma allora perché vieni?"
"Per la birra gratis" ho mentito prendendo un altro bicchiere. Mi viene ancora da aggrottare le ciglia a diciassette anni di distanza al pensiero del sapore acre di quella birra.
Lui ha accennato col capo e ha sorriso furbescamente guardandomi. "Sai che è la seconda volta che ci parliamo oggi" ha detto. "Cominciavo a pensare di non piacerti."
"Non essere ridicolo! Tu piaci a tutti. Voglio dire, cosa potrebbe dispiacere? Sei intelligente e divertente e soprattutto..." Ho ingoiato la birra e poi ho d aggiunto "Di bel aspetto."
È rimasto fermo guardando nel bicchiere di plastica vuoto. "Non vieni da queste parti per la birra, vero?" ha chiesto alzando verso di me il suo sguardo d'acciaio.
L’ho fissato di nuovo negli occhi. "No, a dire il vero."
E allora Aurelio, il ragazzo dei miei sogni, l'uomo più sexy sul pianeta, si è chinato su di me e mi ha baciato. Inaspettatamente, senza preavviso, mi ha solo baciato! Dapprima è stato esitante, come se volesse vedere la mia risposta. Quando ha visto che non protestavo, si è avvicinato ulteriormente e ha cominciato a baciarmi intensamente. Il gusto di birra era forte sulla sua lingua e sulle labbra, ma era dolce mescolato al suo sapore virile.
Dapprima la cosa mi ha sconcertato. Non potevo crederlo: Aurelio stava baciandomi! Mi stava baciando veramente! Poi improvvisamente ho pensato "Sto baciando un altro ragazzo!"
"Qualche cosa non va?" Ha chiesto Aurelio quando mi sono tirato via. "Io pensavo... non è questo quello che volevi?"
"Oh ragazzo, lo è. Avrei voluto farlo da molto tempo, ma... io... io non ho mai fatto questo genere di cose con un altro ragazzo... Ti sembra strano? Mi ha eccitato."
La preoccupazione e la confusione che gli avevano fatto aggrottare le sopracciglia sono sparite. Ha sorriso e ha detto "Se la cosa ti fa sentire meglio, anch’io sono un po’ eccitato. Voglio dire che sono già stato con altri ragazzi, ma nessuno come te; nessuno che io abbia voluto tanto come voglio te." Il mio cuore è schizzato. Non una del milione di volte che avevo sognato questo primo incontro, avevo immaginato qualche cosa del genere. Lui era l'uomo dei miei sogni, nient’altro che questo. Ma lui era là che aspettava impazientemente che facessi la prossima mossa ed io a momenti lo deludevo. Mi sono chinato in avanti e l’ho baciato. Questa volta non avevo intenzione di togliermi.
Qualsiasi apprensione avessi avevo prima se n’era completamente andata. Ho risposto ad ogni sua leccata di passione con una leccata, ad ogni piccolo morso con un piccolo morso. Ci siamo esplorati uno il corpo vestito dell’altro, mentre entravamo in una vera frenesia sessuale. Ho iniziato ad alzargli la maglietta ma lui si è divincolato.
"Non qui" ha detto ansante. "Andiamo a casa mia, OK?"
"Va bene" Ho risposto ansando anch’io.
Per "casa sua" pensavo che intendesse la sua stanza al pensionato, ma quando mi ha condotto al parcheggio, ho compreso che intendeva il suo appartamento in città. Siamo saliti sulla sua Porsche ed in cinque minuti eravamo sulla statale. Aurelio picchiava sull’acceleratore e la piccola macchina sportiva andava sparata nella notte, con un ringhio selvaggio che incarnava l'energia sessuale che noi stavamo lottando per contenere.
"Possiamo sentire della musica?" Ho chiesi pensando che questo mi avrebbe aiutato a dimenticare la mia eccitazione.
Aurelio ha fatto scivolare un CD nel lettore ed alcuni secondi più tardi un basso motivo dolcissimo è uscito dalle casse. Poi iniziò la voce con lamenti seducenti e richiami come di sirena dalla voce di seta. Ho guardato il pilota che stava ghignando nel vedere come la canzone aveva avuto effetto sulla mia libidine; lui sapeva cosa stava facendo. Ha messo una mano sulla mia gamba e ha cominciato ad accarezzarmi la coscia. Io ho inspirato bruscamente poi ho chiuso gli occhi e ho cominciato a lamentarmi insieme al cantante della canzone.
Ad ogni chilometro la sua mano saliva un po’ di più lungo la mia gamba finché non è arrivata all’inguine. Ho aperto le gambe e ho fatto scivolare le anche in avanti per permettergli un miglior accesso. Ha messo la sua grande mano sul mio cazzo e sulle mie palle e ha cominciato a stringerli al ritmo della canzone.
Con l’aumentare del ritmo della canzone aumentavano la velocità di guida e l'intensità del massaggio al cazzo. Preso dalla velocità, dalla musica e dall’azione della sua mano esperta, io mi caricavo sempre più e stavo per sborrare nei pantaloni quando lui ha tolto la mano. È entrato in un garage e nel momento in cui si è fermato nel parcheggio, la canzone frenetica è finita. Si è chinato verso di me e mi ha baciato, poi è saltato fuori dalla macchina.
Siamo saliti su di un ascensore e prima che le porte potessero chiudersi, mi è piombato addosso. "Sei sicuro di volerlo fare?" Mi ha chiesto fra un tenero bacio e l’altro sulle labbra, sul mento e sul collo. Gli ho risposto dando una forte stretta al suo pacco gagliardo. Le porte dell’ascensore si sono aperte; lui ha tolto la mia mano dal suo cazzo e mi ha fatto entrare.
Quella sera non ho visto molto del suo appartamento perché siamo andati direttamente alla camera da letto lasciando dietro di noi una scia di vestiti.
Ben presto siamo stati nudi e ci contorcevamo sul suo grande letto. Le mie dita hanno esplorato ogni dettaglio del suo corpo che era più superbo del mio. Alla fine ho seguito la sottile striscia di peli scendendo dal suo stomaco duro come pietra fino a che la mia mano non si è trovata sulla sua verga gonfia. Sono rimasto affascinato da come il suo cazzo sembrava diverso dal mio: era un po’ più corto, ma più grosso e coperto da spesse vene. Lui mi ha schiacciato il collo mentre io gli accarezzavo lentamente il palo.
"Vedi come mi fai diventare duro, Gianpaolo?" si è lamentato. "Divento così ogni volta che ti sono vicino."
"Poi l’adopererai per fottermi."
"Non ancora. Non sei pronto" Ha aggiunto con un ghigno "Sarà la fine. Ora rilassati e lasciami fare il resto" Mi ha comandato facendomi rotolare sulla schiena.
Mi è sembrato di sciogliermi nel letto quando lui ha cominciato a baciare il mio corpo lasciando tracce bagnate sul torace e sullo stomaco che si rinfrescavano con l'aria. Mi ha baciato la cappella che picchiava sotto il mio ombelico. Non mi avevano mai fatto un pompino prima di allora e volevo disperatamente che fosse lui il primo a farmelo, ma non era nei suoi piani. Ha leccato e baciato scendendo verso la parte inferiore del membro pulsante finché le sue labbra non hanno trovato le palle.
Si è spostato per inginocchiarsi tra le mie gambe distese, ha afferrato il retro delle mie ginocchia e le ha spinte alle mie spalle. Facendolo il mio culo si è aperto mostrandogli il vergine buco increspato. Io ero nervoso nell’attesa ma lui non mi ha fatto aspettare molto; mi ha stuzzicato le palle leccandole di tanto in tanto, poi ho sentito la sua lingua sul perineo prima di dare la prima leccata esitante al buco del culo.
Dapprima è sembrato strano ed invasivo, così ho stretto istintivamente i muscoli del culo. Aurelio ha continuato a leccare intorno al mio bocciolo aspettando pazientemente il momento giusto. Quel momento arrivò dopo poco quando il mio buco non abituato cominciò a vibrare come il resto di me. Cogliendo l’occasione, ha spinto la lingua dentro e da quel momento il mio culo gli è appartenuto.
Ha leccato, succhiato e pungolato furiosamente il mio culo. Stavo già contorcendomi di piacere quando mi ha ficcato un dito nel buco. La penetrazione improvvisa è stata sufficiente per spedirmi in un overdrive sessuale. Lui aveva le mani di un vero uomo con dita lunghe e nocche grosse. Il mio culo le ha afferrate con forza mentre scivolavano dentro. I brividi mi hanno attraversato il corpo quando lui l’ha mosso dentro. Dal mio cazzo dolorosamente rigido è caduto un torrente di liquido pre seminale sulla mia pancia.
Quando ha presentato un secondo dito ho sentito il culo stirarsi a limiti nuovi. Ho digrignato i denti e dopo pochi secondi del suo spingere delicato, i formicolii sono ritornati. Io spingevo contro la sua mano tentando di far entrare maggiormente le dita e lui ne ha aggiunto un altro. L'ultimo inserimento non è stato fastidioso perché in pochi attimi è riuscito ad infilare le tre dita ed a dimenarle nel mio culo cercando ogni punto sensibile che potevano trovare. Io ero in estasi ed ero impaziente di provare la vera cosa.
"Fottimi!" Ho ringhiato.
Lui ha sogghignato diabolicamente e si è posizionato tra le mie cosce. Sostenendo le mie ginocchia con le sue spalle, aveva il pieno accesso al mio buco dolorante. Con la punta della sua virilità spinta fermamente contro l'ingresso, si è chinato, mi ha baciato e poi ha spinto le anche seppellendo il suo cazzo nella mia condotta. È scivolato dentro dal principio alla fine, con un unico movimento fluido e doloroso. Io ho stretto i denti per lottare contro il dolore. Lui faceva del suo meglio per confortarmi con baci morbidi sul viso mentre muoveva le anche in un piccolo cerchio, ed improvvisamente la punta del cazzo ha colpito qualche cosa in profondità. Ho abbandonato la presa sulle sue spalle e ho emesso un gemito gutturale che gli ha fatto sapere che ero pronto.
L’ha estratto lentamente in modo da farmi sentire ogni colpo della sua grossa asta. Lasciando dentro solo la testa, ha dimenato ributtandolo tutto dentro.
"Sì! Oh sì, Aurelio, fottimi il culo... proprio così!"
Era l'incoraggiamento di cui aveva bisogno per cominciare ad arare il mio ano col suo bastone. Ci ha messo dentro tutto, ogni muscolo del suo corpo si fletteva e rilassava mentre adoperava il suo tubo. Il rumore delle sue palle che schiaffeggiano contro il mio culo ha riempito la stanza. Grugnivamo e sudavamo come maiali. Mi stava letteralmente fottendo mentre fiumi di pre eiaculazione scorrevano per i miei fianchi.
"Dannazione che culo meraviglioso!" ha barrito. "Uhn, sì, mi scoppieranno le palle!"
"Ooh sì, riempimi di sborra!"
Aurelio ha spinto tre volte schiacciandomi al limite le ossa, dopo di che ha eruttato profondamente nel mio intestino. Io gli ho munto la verga col culo, determinato ad estrargli anche l’ultima goccia di sperma caldo. L'ultima convulsione ha provocato il mio orgasmo ed io ho spruzzato otto o nove getti di sperma spesso sul mio torace e sul mio stomaco. Uno è atterrato sulle mie labbra ed Aurelio si è tuffato come un avvoltoio per leccarlo. Poi è crollato su di me; il suo cazzo lentamente si è ammosciato restando ancora piantato nel mio buco allargato ed il suo torace ansante spingeva con forza contro il retro delle mie cosce.
"Era quello che ti aspettavi?" mi ha chiesto ancora ansante.
"Hmm, Mmm, anche di più. Potrei farlo ogni notte" ho risposto crogiolandomi nei postumi dell’orgasmo più potente che avessi mai sperimentato.
Ho sentito di nuovo il suo cazzo sussultare. "Speravo che l’avresti detto!"
Poi mi ha chiavato di nuovo. Quindi io l’ho fottuto un paio di volte. Ci siamo addormentati uno nelle braccia dell’altro per svegliarci la mattina seguente e ricominciare. Quel week-end non mi ha fatto pompini, mi ha riaccompagnato al pensionato la domenica pomeriggio con un bacio e la promessa che mi avrebbe chiamato più tardi quella sera. Ma, non appena se n’è andato e ho passato in rassegna gli eventi del fine settimana, ho cominciato a dubitare che mi avrebbe chiamato. La nostra fuga al suo appartamento privato che avevo ritenuto essere una fuga romantica ed intima, ha cominciato a sembrarmi uno stratagemma per tenere nascosta la nostra relazione. Improvvisamente tutto ha avuto un senso: Aurelio era estremamente bravo a letto, doveva aver fatto molte esperienze e poteva tenere segreti i suoi incontri scopando nel suo nido d’amore cittadino.
Ma come potevo criticarlo? Come potevo se anch’io avevo accettato di seguirlo? Cosa m’importava sapere quanti erano stati là prima di me? Aveva chiavato anche il giorno prima? Ed io, in tal caso, ero stato l’ultimo? Se mi avessero chiesto la settimana prima se sarei stato felice di fare sesso con Aurelio avrei detto "Dannazione, sì!" Ma quando mi sono sdraiato sul mio letto ho capito che volevo di più. Volevo essere con Aurelio, come suo ragazzo, suo amante e suo compagno.
Ma Aurelio avrebbe potuto avere altri propositi.
Le mie preoccupazioni sono sembrate vere quando Aurelio non mi ha chiamato come mi aveva promesso. Il lunedì ho evitato tutti i miei amici ed anche le prime due lezioni. A mezzogiorno ho deciso di ritornare nella mia stanza ed il mio umore era pessimo. E lui era là che parlava con un piccolo gruppo di suoi amici. Io ho finto di non vederlo e ho continuato camminare.
"Ehi, Gianpaolo, aspettami!" Ha gridato. Ha lasciato il gruppo e mi si è avvicinato. Io ho rallentato per permettergli di raggiungermi.
"Ehi bello, ti ho cercato dappertutto, non sei andato a lezione."
"Mi hai cercato all’università?"
"Sì, volevo scusarmi per non averti chiamato ieri sera. Sono ritornato al pensionato e sono crollato. Mi avevi distrutto." Diceva sempre le cose più dolci. "Ed io volevo riprendermi per te" ha aggiunto.
"Come?" Ho chiesto.
Ha sorriso diabolicamente in maniera seducente, poi mi ha messo le mani sui fianchi e mi ha baciato. Era un bacio morbido, lungo sulle labbra, non tanto da essere osceno ma più che sufficiente per mettere la parola fine ai nostri giorni di rapporto segreto.
Lo scandalo si sparse come un fulmine. All’ora di cena tutta l’università sapeva del bacio e di noi. Vorrei dire che noi eravamo "felici e contenti", ma non era così. Comunque per fortuna i problemi erano pochi. Abbiamo affrontato la nostra posizione di "culi"e siamo stati abbandonati dagli "amici", ma la cosa non è stata così traumatica come avevo pensai che sarebbe stata. Comunque tutto ciò non mi importava, Aurelio valeva bene qualche problema.
Aurelio si è laureato l'anno seguente e ha iniziato a lavorate nella società editrice di suo padre. Quando mi sono laureato l'anno dopo mi ha convinto a rinunciare ad una carriera nel mondo della finanza per qualche cosa che mi piaceva di più, la fotografia, e la società di suo padre stava cercando un fotografo.
Ci siamo trasferiti a Milano e le nostre carriere ci hanno portato di successo in successo. Sfortunatamente però il mio successo ci teneva divisi; due anni più tardi ci siamo separati; è stata una cosa amichevole come lo può essere una separazione. Ci amavamo pazzamente ma il lavoro non ce lo permetteva. Lo chiamavo ogni giorno anche parecchi mesi dopo la separazione, finché lui non cominciò ad essere pazzamente geloso.

Basilio
Davanti al Partenone è evidente come le piccole fotografie non rendano giustizia alla struttura possente. Anche se visto in rovina io non potevo che essere sorpreso dalla sua grandezza e dal genio degli antichi che l’avevano costruito.
"Questo è il punto" ho esclamato. "Come si può catturare tutta la magnificenza in un solo scatto?"
Jake ha scarabocchiato qualche cosa sul suo quaderno. "Ma tu vedi una colonna di marmo ed inizi a piangere?"
"So che non condividi il mio senso per le antichità, ma mi stai dicendo che non provi niente per tutto questo?"
"Assolutamente niente ma i miei lettori penseranno il contrario ed è questo che conta."
"Non sei per nulla divertente."
"Grazie" ha detto ridacchiando e si è girato per abbandonare il tempio. Mi sono girato per seguirlo e ho visto un ragazzo che ci sorrideva; doveva aver udito la nostra conversazione. Gli ho reso cortesemente il sorriso, l’ho salutato con un cenno del capo e poi ho iniziato a camminare per raggiungere Jake.
"Solo un momento per fare qualche altro scatto" gli ho detto.
"OK, ma affrettati, non vorrei perdere la nave."
Ho fatto qualche foto cercando di trovare lo scatto perfetto, e l’ho trovato. Era l'angolazione perfetta con l'illuminazione perfetta e... una testa imperfetta in fondo all’inquadratura. Ho alzato gli occhi dal mirino e ho visto ancora il ragazzo del Partenone.
"Ciao" ho detto cercando di essere il più gentile possibile nonostante mi avesse rovinato la foto.
" Il suo amico non sembra condivide il suo apprezzamento per il Partenone."
"Effettivamente"
"Oh e cosa gli piace?"
"Per il momento le spiagge di Mykonos"
"Non è irrecuperabile, almeno ha del buon gusto per le spiagge" ha detto con una risata soffocata.
"Oh, non è per lui; è per il nostro articolo" ho spiegato. "Ma le spiagge di Mykonos sono belle, huh?"
"Sono eccellenti come il Partendone; beh forse non così meravigliose, ma io non sono imparziale, io sono di Mykonos."
"Davvero? Wow! È una cosa eccezionale, ho bisogno di fare alcune foto per l’articolo, ma non ho tempo da dedicare all’esplorazione per trovare i posti giusti. Pensi che potresti aiutarmi?"
"Oh sì! Mi farebbe piacere."
"Benissimo! Oh, a proposito, io mi chiamo Gianpaolo... il mio amico è Jake."
Ho steso la mano e la mia guida appena assoldata l’ha scossa con forza e ha detto, "Io mi chiamo Basilio."
Basilio era un dono del Cielo, ci ha accompagnato e mi ha mostrato i posti migliori da fotografare ed anche i posti meno conosciuti dell'isola.
Grazie a lui alla fine della giornata avevamo materiale sufficiente per la nostra storia ed un giorno da spendere a nostro piacimento. Ha rifiutato di farsi pagare per l’aiuto dicendo che era un onore e suo dovere dividere la sua bella isola con noi. E così mentre il sole tramontava sul Mediterraneo le nostre strade si sono divise.
Il giorno seguente io decisi di andare in una delle magnifiche spiagge che Basilio ci aveva mostrato. Era piccola, lontana dalla strada battuta e perciò attirava soprattutto i locali e solamente alcuni di loro. Era il posto ideale per me per provare il mio costume da bagno nuovo. Sebbene avessero le gambe come pantaloncini da nuoto, avevano la forma dei costumi Speedo. Io non avevo mai portato niente di così “rivelante” in pubblico ed avevo preferito un pubblico più piccolo per il mio esordio. Jake si è fatto una grossa risata ma dopo cinque minuti che eravamo in spiaggia ha adocchiato una brunetta in bikini e mi ha mandato da solo ad affrontare la folla.
Non so perché fossi così impacciato. Facevo ginnastica e si vedeva, il mio pacco creava una protuberanza rispettabile nel costume ed avevo una perfetta abbronzatura. Se devo essere sincero penso di aver fatto una discreta figura quel giorno.
Non avevo bisogno di abbronzarmi ma era un giorno perfetto per fare un pisolino. Mi sono spalmato l’olio solare, ho disteso per terra l’asciugamano e ci sono piombato sopra con un tonfo. Mi ero appena accomodato e stavo per addormentarmi quando ho sentito qualcuno chiamare il mio nome. Chi mi stava chiamando impedendomi di dormire?
Era Basilio, era abbastanza lontano da non coprirmi il sole, ma abbastanza vicino da permettermi di dargli un’occhiata; ed era proprio una bella occhiata. Non l’avevo mai osservato bene prima di allora; la faccia era abbastanza graziosa, direi, ma non era precisamente il mio "tipo". Poi portava vestiti troppo larghi per potermi fare un’idea di come era fatto. Però quel giorno sulla spiaggia quello che indossava permetteva di giudicare.
Dava una nuova definizione al termine "dio greco" lì in piedi con quel bikini. Il piccolo pezzo di stoffa argento era stirato al massimo della sua capacità per cercare di celare le sue virtù. Era piccolo ma ben fatto. L’olio solare accentuava la sua muscolatura e dava alla sua pelle l'aspetto di una mela burrosa. Mi sono leccato le labbra immaginando che il suo sapore fosse dolce e dimenticandomi che mi stava guardando.
"Il suo ragazzo è coraggioso a lasciarle portare quel costume succinto" ha detto facendomi uscire dalla trance.
"Il mio ragazzo? Intendi Jake?" Ho riso alla sua fantastica supposizione che Jake ed io facessimo coppia. "Jake non è il mio ragazzo. Lui sta tentando la fortuna con quel bikini rosa."
Basilio ha guardato Jake che faceva le sue avances alla riluttante brunetta poi si è rivolto di nuovo a me arrossendo. "Mi scusi, spero di non averla offesa. Dal modo come vi trattavate io ho pensato che foste... che lei fosse... sa..."
Ho riso. "Tutto bene, non sei il primo ha fare quel errore."
"Quindi lei non è gay?"
"Io lo sono, lui non lo è".
"Oh" ha detto ed il sorriso gli è tornato sulle labbra. "Allora non tutto è perduto, le dispiace se mi unisco a lei?"
Ho inarcato un sopracciglio e ho sorriso furbescamente. "No, non mi dispiace affatto".
Basilio ha steso il suo asciugamano accanto a me e poi ci si è disteso sopra, eravamo più vicini di quanto l’etichetta normalmente detti. Ha chiuso gli occhi, si è messo gli occhiali e si è sdraiato. Pensavo volesse solo crogiolarsi al sole, così ho ritentato di prendere sonno. Ancora una volta, nel momento in cui mi stavo appisolando, mi ha detto "È molto bello il suo costume."
Ho girato la testa e l’ho visto appoggiato ad un braccio che mi osservava da sotto gli occhiali da sole.
"Grazie. Io non mai ho portato niente di così stretto in pubblico prima d’ora, sono impacciato".
"Perché vorrebbe negare al mondo tale vista spettacolosa?" mi ha chiesto posando una mano sulla mia coscia.
Ho finto di ignorarlo, anche quando ha cominciato ad accarezzare l'interno della gamba. Quando la mano è arrivata all’inguine, tuttavia, l’ho allontanata.
"Non penso che dovremmo farlo".
"Perché? Da quello che posso vedere le piace quello che le sto facendo."
Ho guardato la protuberanza tra le mie gambe che stava rispondendo rapidamente alle sue manipolazioni.
"Forse, ma siamo su una spiaggia pubblica."
"Si guardi intorno, nessuno bada a noi."
Ho dato un rapido sguardo intorno per la spiaggia e ho notato che, effettivamente, tutti gli altri erano troppo presi dalle loro imprese sessuali per preoccuparsi di quello che noi stavamo facendo. Anche Jake era occupato con la sua brunetta.
"Ohh... è quel genere di spiaggia" ho detto.
"Sì. Perché pensa che abbia suggerito così caldamente questa spiaggia? Come si dice ho giocato d’azzardo."
Non mi piaceva essere stato manipolato, devo ammettere che quella spacconeria mi ha eccitato un po’. Da alcuni giorni non ero stato con nessuno, così il mio cazzo era estremamente pronto per la cavalcata, attendeva solo di scivolare in un culo caldo.
"Dove eravamo rimasti?" Ho chiesto.
Basilio ha sorriso e ha stretto la mia verga supplicante. Io di solito non sono molto bravo nella masturbazione, nel farla o riceverla, ma volevo che mi accarezzasse. In poco tempo mi ha portato a contorcermi e lamentarmi selvaggiamente. Volevo giocare con lui ma lui ha spinto via la mia mano. Stavo chiedendogli perché l’aveva fatto ma lui diede una forte stretta alle palle ed improvvisamente la cosa non mi importava più.
Si è piegato a baciarmi e quando le nostre labbra sono state unite, ha fatto scivolare le mani nel mio costume e ne ha pescato fuori il membro palpitante. Il mio cazzo è scivolato facilmente nel suo pugno scivoloso di olio solare e lui ha interrotto il bacio per concentrarsi nel darmi il piacere manualmente.
"Ha un bel cazzo grosso" ha uggiolato. "Scommetto che sa come usarlo, non è vero?"
"Ho avuto delle esperienze" ho balbettato, trovavo duro concentrarmi su una conversazione mentre lui mi faceva una sega tanto abilmente.
"Sì, le piace fottere. Lo posso dire" mi ha bisbigliato in un orecchio, "ma lei non mi fotterà."
"Cosa cazzo? Cosa...?"
"Shh. Si rilassi. Le piacerà, lo prometto, ma non ci saranno chiavate."
Ho cominciato a protestare ma, di nuovo, ha fatto tacere le mie proteste con alcuni colpi secchi. Non avevo mai visto così sodo il mio cazzo prima di allora. La testa era scura, pressoché color porpora, e le vene sembravano sul punto di scoppiare. Ruscelli di pre eiaculazione fluivano dalla punta e si mescolavano all’olio abbronzante. Il fluido faceva un rumore di risucchio mentre Basilio mi percuoteva la carne con la mano. Cinque, dieci, quindici colpi dopo io ero sull'orlo di esplodere. Nessuno mi aveva mai portato all’orgasmo solo con una sega... mai!
"Oh cazzo, sto per venire!" Ho gridato.
A quel punto Basilio ha fatto una cosa inaspettata, ha avvolto le labbra intorno alla mia cappella e ha continuato a carezzare l'asta. Io mi sono lasciato andare e gli sono esploso in bocca. Lui non si è ritirato, ha tenuto la punta tra le labbra e ha succhiato un getto dopo l’altro di sperma che eruttava dal mio cazzo. Quando è finita, ha spremuto fuori le ultime gocce rimanenti ed io ho pensato avesse finito. Sbagliato! Dopo l'ultimo brivido di soddisfazione che ha attraversato il mio corpo, Basilio ha spinto il mio palo ancora rigido profondamente nella sua bocca. Quasi sono saltato fuori della pelle quando la punta ipersensibile ha colpito il fondo della sua gola. Sono rabbrividito incontrollabilmente prima di abituarmi a quella sensazione esagerata.
La sua bocca sembrava più scivolosa del solito, mi avevano fatto abbastanza pompini per sapere com’è l'interno di una bocca calda, ma la sua era diversa. È stato quando ha aperto la bocca intorno al mio cazzo che ho realizzato che aveva ancora la mia sborra in bocca. "Cazzo che cosa incredibile!"
Lui ha sorriso come meglio poteva con la mia carne che gli riempiva la bocca e mentre continuava lentamente a succhiarmi. Era una sensazione selvaggia sentire il mio cazzo che sguazzava in un lago di saliva e sperma, una cosa a cui avrei voluto essere sottoposto ogni giorno. Mi sono dimenato per uscire dal costume da bagno per dargli un migliore accesso.
"Spero che la tua mascella non sia stancata perché passerà del tempo prima che tu ottenga un secondo carico."
Basilio non ha risposto, ha continuato nel suo pompino metodico e lento. Stava lavorando la parte superiore del cazzo ma, dopo il mio commento, ha fatto scivolare tutti i ventidue centimetri nella sua gola. Non era la prima volta che provavo una gola profonda, ma certamente era quella riuscita con minore sforzo. Il mio palo è scivolato giù nella sua gola come un coltello caldo nel burro. La punta del mio cazzo si è annidato comodamente all'interno del suo gozzo ed il resto nuotava nella cavità della sua bocca piena di saliva e sborra.
È rimasto un po’ soffocato, ragazzi come mi piace quel rumore!, ed alcune gocce di sperma gli sono uscite dalla bocca, sono gocciolate giù per le mie palle nella fessura del culo. Ne ha lasciato uscire ancora un po’, si è bagnato l’indice nella pozza formatasi nei peli del mio culo e lo ha spinto nel mio buco che non se lo aspettava.
La mia testa ruotava. Avevo avuto molte esperienze sessuali fino a che quel punto, ma io non avevo mai sentito prima di allora qualcosa del genere, una bocca piena di sborra, una gola che mi avvolgeva il cazzo ed un dito bagnato di sperma che mi invade il culo. Ha fatto scivolare il dito più profondamente e ha estratto il cazzo dalla presa della gola. Poi lo ha ingoiato di nuovo e ha estratto il dito dal mio retto. Ha continuato ad alternare in quel modo, lentamente dapprima poi sempre più velocemente. Mi ha portato ad un livello di passione da farmi sobbalzare ed urlare incontrollabilmente.
Tutto è finito più presto di quanto mi aspettassi o desiderassi. Sentendo il mio corpo tendersi sotto di lui, Basilio ha ingoiato la mia verga il più profondamente possibile nella sua gola; col naso schiacciato con forza nel mio inguine spingeva il dito dentro e fuori di me, solleticandomi il punto G ad ogni colpo. Sono venuto meno di dieci minuti dopo la prima volta e sono venuto più potentemente della prima volta, sembrava stessi versando litri di sborra nella sua gola. Nessun problema, Basilio ne ha ingoiata ogni goccia. I muscoli della sua gola mi hanno strizzato fuori ogni goccia che io gli offrivo volentieri.
"Maledizione che cosa incredibile!" Ho pensato sguazzando nel mare al tramonto. Quando sono ritornato a terra Basilio se n’era andato come la maggior parte delle altre coppie. Anche Jake ed il suo pulcino non c’erano, sono scivolato nel mio costume, ho raccolto la mia roba e barcollando mi sono diretto verso l’albergo.
Siamo rimasti a Mykonos un altro paio di giorni ma non ho rivisto Basilio. Ho pensato di chiedere in giro per l’isola ma poi non l’ho fatto, spero solo di poter tornare sperando di incontrarlo per permettergli di mostrarmi il resto delle sue abilità.

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