Trilogia dell'imene - (II)- 26 maggio 1954

di
genere
prime esperienze

È la festa del Santo. Tutto il Paese attende questo giorno da mesi. C'è stata la processione per le vie decorate di fiori e i lunghi pranzi pomeridiani. Ora, alla luce sempre più fioca del tramonto, la piazza centrale brulica di gente: ci sono le piccole orchestre che arrivano dai paesi vicini e i balli tradizionali. Rosa è in mezzo alla folla con i genitori e i fratelli più piccoli. Ha indossato un vestito a fiori e le scarpe nuove. È felice e batte le mani a tempo con gli altri mentre i ballerini saltano in cerchio e sventolano fazzoletti colorati. In mezzo alla gente ha intravisto Pietro, i suoi occhi azzurri sulla faccia saracena scurita dal sole sono inconfondibili. Le fa un cenno e sparisce nel mare di volti che ondeggia nella piazza. Rosa esita ma poi sospira, si fa coraggio e dice alla madre:" Ma', ho freddo. Vado un attimo a casa a prendere uno scialle". La madre annuisce distrattamente e Rosa si allontana. Si avvia per le vie deserte, ma Pietro è già dietro l'angolo che l'aspetta. Sorride e le fa cenno di seguirlo. Apre con le chiavi la porta di un vecchio magazzino pieno di paglia e la richiude dietro di sé. Rosa improvvisamente ha paura."Che fai? Apri!", grida. Pietro sorride sempre, ha la camicia bianca dei giorni di festa, è ben pettinato e ha lo sguardo di un diciannovenne innamorato. Rosa di anni ne ha diciotto non ha mai ovviamente baciato un uomo in vita sua, ma il suo cuore batte forte. Sì baciano, labbra contro labbra. Pietro le sfiora un seno. Rosa si ritrae come se si fosse scottata ma respira più velocemente. " Domani vado a parlare con tuo padre" le dice Pietro. "Me lo prometti?" Chiede lei. "Te lo giuro", risponde lui. È così eccitato che le prometterebbe la luna, non ha mai sfiorato una donna e il sangue gli pompa forte nelle vene. Sì stendono, sanno di avere poco tempo a disposizione. Nessuno dei due sa bene come si fa, a parte le confidenze degli amici sussurrate mentre i genitori non sentono. Pietro le solleva il vestito e si abbassa i calzoni. Le mutande scivolano via fra le mani tremanti. Sono diversi: magro e scuro lui con i muscoli induriti dal lavoro nei campi, bianca e morbida lei. Rosa sfiora per un istante il membro di lui, con curiosità. Legno avvolto nella sera: lo accarezza con le dita un po' ruvide. Pietro è immobile, inebriato dall'odore di lei, odore di femmina, dal pelo scuro che circonda il suo sesso, intorno al buco che ha sognato ogni notte masturbandosi di nascosto. Non resiste più, d'istinto prende il pene fra le dita e glielo spinge dentro bruscamente. Le fa male. Rosa urla, si è sentita strappare improvvisamente. Pietro si ferma, la accarezza e comincia a spingere con dolcezza. È inesperto ma è un ragazzo gentile e sarà un compagno gentile per tutta la loro lunga vita insieme. Poco alla volta Rosa comincia a bagnarsi di più e il cazzo di lui le scivola dentro fino in fondo. Insieme al bruciore sente una sensazione di calore e piacere che le arriva fino alla punta dei piedi. Mentre Pietro spinge muovendo i fianchi con urgenza lei gode della durezza che si muove dentro di sé mentre il suo fiore viene lacerato, aperto e riempito. Viene. Pietro la stringe forte, si inarca spingendoglelo tutto dentro un ultima vuota e viene anche lui. Sì svuota e il piacere è quasi doloroso. Sa che sta rischiando di metterla incinta ma non gli importa. La sposerà e, comunque, il piacere primordiale di venirle dentro è irresistibile. Rimangono così per qualche istante poi si Rosa si rialza e corre via sorridendo. Deve tornare dai suoi prima che la festa finisca e corre felice mentre il suo vestito a fiori sul quale domani troverà una macchia di sangue simile a una rosa svolazza leggero accarezzato dal vento che viene dal mare.
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scritto il
2021-02-24
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