Voglia d'amare 8

Scritto da , il 2012-01-12, genere incesti

È mattina; il suono di un clacson mi sveglia. Lo riconosco, è quello della macchina di mamma. Non ha perso tempo. Appena la madre l’ha invitata a raggiungerci non ha resistito. Muore dalla voglia di sapere. Balzo giù dal letto e mi precipito ad andarle incontro. Sapere che il mio amore è arrivato mi eccita. Mi è mancata. Arrivo alla porta, l’apro. Lei è lì splendente della sua bellezza. Mi precipito ad abbracciarla. Anita stende le braccia e frena il mio slancio.
“Non ti vergogni? È così che ricevi tua madre? Ti sei guardato? ”
Dio! Ho dimenticato di indossare i pantaloni. Sono nudo come un verme e con il cazzo in tiro. Farfuglio cercando di addurre scuse che non ci sono. Il pensiero di stringerla fra le braccia mi ha fatto dimenticare che in casa non sono solo. In camera da letto c’è mia nonna che sta ancora dormendo. Anch’essa è nuda. Non può essere diversamente dal momento che abbiamo trascorso una notte a chiavare come conigli.
Mia madre dopo aver frenato il mio slancio lascia che una sua mano scenda ad artigliare il mio cazzo. Lo avvolge con le dita e lo stringe.
“Vedo che è bello duro e pronto all’uso. Anche se è passato appena un giorno mi è mancato molto.”
“Mamma anche tu mi sei mancata. Si, con la nonna ho dato libero sfogo alle mie perversioni ma è te che desideravo chiavare.”
“Non dirmi che mentre ti chiavavi mia madre con il pensiero la tradivi con me?”
“Oh no. Julie è una vera sacerdotessa del sesso. Avevi ragione quando mi hai detto che tua madre mi avrebbe divorato. Non ci è riuscita perché i tuoi insegnamenti mi hanno aiutato a tenerle testa. Se ti dico che l’ho fatta svenire dal piacere mi crederesti?”
Senza lasciare la stretta sul mio cazzo Anita mi guarda sorpresa.
“Davvero è svenuta? Dio come sono contenta. Sono orgogliosa di te. Finalmente mia madre ha trovato pane, meglio dire un cazzo, per i suoi denti. Se quanto dici è vero mi devo preoccupare. Conoscendola lei non ti darà più tregua.”
Mi avvicino e la circondo con le braccia. Lei continua a stringere il mio cazzo.
“Mamma non devi preoccuparti. È vero, la nonna già mi ha detto che mi vuole per amante, ma io le ho detto che sarò sempre pronto a soddisfare le sue esigenze di vacca in calore fermo restando che la mia preferita sei tu. Lei ha detto che voi due avreste trovato un intesa per alternarvi nel mio letto.”
Anita ha uno sguardo pieno di libidine. I suoi occhi sono fissi nei miei ma il suo sguardo mi sta chiedendo altro. La sua mano libera guida una mia mano fra le sue gambe fino a fermarla sulla sua figa. È senza mutande. È tutta bagnata. La sua vagina sta secernendo rivoli di piacere.
“Figlio mio, non ce la faccio più. Sono tutta un fuoco. L’unico modo per spegnerlo è di mettere il tuo idrante nella mia fucina ed innaffiarla fino a consumare il fuoco che mi sta divorando. Dai, chiavami.”
È quello che volevo fare fin dal momento che l’ho vista. La faccio indietreggiare fino all’auto. Poi la giro e le faccio mettere le mani sul cofano motore; le sollevo il vestito portando allo scoperto le sue bianche e lisce natiche. Lei ha allargato le gambe. Il mio cazzo sembra il cazzo di un cavallo. Si agita, vibra. Lo prendo con una mano e lo guido fra le grandi labbra della vagina di Anita. Un colpo e, favorito dagli umori di cui è già piena, affondo nel caldo ventre di mia madre. Un lungo ululato si propaga nell’aria. È mamma che sta gridando la sua gioia. Faccio scorrere la zip del vestito e glielo sfilo. Non ha nemmeno il reggiseno. Era talmente ansiosa di raggiungerci che non ha indossato altro che il solo vestito. Mi chino sulla sua schiena; la circondo con le braccia e le abbranco le grosse mammelle. Le pastrugno. Le dita delle mie mani hanno artigliato i grossi capezzoli e li stanno torturando. Anita nitrisce.
“Amore è passato appena un giorno da che non stantuffi il tuo pistone nel mio cilindro e mi sembra un’eternità. Ora sei qui, nel mio ventre. Sento tutta la potenza del tuo cazzo squassarmi la vagina; dio, come godo.”
La sua vagina si sta riempiendo delle sue stesse secrezioni. Lo avverto dalla facilità con cui il mio cazzo entra ed esce dalla sua figa. Non sento attrito. I miei affondi sono a volte violenti ed a volte dolci. Mamma è in piena estasi. Ad ogni fendente che le meno nella pancia con il mio gladio nitrisce e ulula. Sono talmente impegnato a chiavarmi mia madre che non mi accorgo di un'altra presenza.
“Avevi talmente voglia di chiavarti tua madre che non le hai dato tempo di farla entrare in casa. Meno male che siamo ben addentro alla proprietà e lontani dalla strada. Sai lo spettacolo che avreste dato.”
È Julie, si è svegliata. Le grida di piacere della figlia l’hanno attirata. Anche lei è nuda. Si posiziona su di un lato dei nostri corpi e si gode la chiavata. Il suo sguardo si sta riempiendo di libidine. Si sta eccitando. Sale sul cofano dell’auto e ci si siede. Allarga le cosce e strofinando il bacino sulla lamiera avvicina la sua vagina alla testa della figlia. Anita solleva la testa e la vede.
“Mamma ci sei anche tu?”
“Si, bambina. Vedervi chiavare mi ha mandato in ebollizione gli ormoni. Stanno danzando. Hanno bisogno che qualcuno li accompagni nella danza. Solo tu puoi dare sollievo alla mia passera. Vieni, baciala. Leccala come solo tu sai fare.”
Mamma fionda la testa fra le gambe della madre incollando la sua bocca sulla vagina di Julie che al primo contatto della lingua della figlia lancia un nitrito da cavalla imbizzarrita. Non avrei mai creduto di giungere a tanto. Io sto chiavando mia madre e contemporaneamente mia nonna si sta facendo leccare la figa dalla figlia. Vista da fuori deve essere una scena da film porno e lo spettacolo diventa più eccitante se si sapesse che le due donne sono madre e figlia e l’uomo che sta chiavando la più giovane è il figlio di questa e nipote dell’altra. Andiamo avanti per diversi minuti. Nonna, sotto il sapiente lavoro di lingua della figlia, raggiunge diversi orgasmi. Mamma non le è da meno. Io, invece, favorito dalla lunga notte trascorsa a chiavarmi mia nonna riesco a non venire rendendo cosi felice mia madre che si gode il galoppo del mio cazzo nel suo ventre per un periodo abbastanza lungo. Per quanto possa trattenermi devo convincermi che sono un uomo e che, avendo sotto di se il corpo meraviglioso di sua madre e con il cazzo piantato nell’infuocato ventre della stessa, non ho molta resistenza. I miei colpi nella figa di mamma si fanno più violenti e l’andatura del dentro fuori diventa un veloce galoppo che termina allorché dai miei gonfi testicoli il liquido seminale sale lungo il condotto uretrale. Così come un vulcano che va in eruzione cosi il mio cazzo riversa nel ventre di mia madre una quantità considerevole di denso sperma che le riempie la orrida vagina andando ad infrangersi contro il suo utero. Sono sfinito. Mi abbatto sulla schiena di mamma. La mia bocca e sulla sua nuca. Le mordo il collo. Anita gira la testa e mi porge la sua bocca che mi precipito a penetrare con la mia lingua. Frugo la sua cavità orale e avverto un sapore che già conosco. Appartiene a mia nonna. Mamma ha la bocca piena delle secrezioni vaginali di sua madre; li faccio miei. Le pulisco la bocca lappando quei gustosi liquidi. Quando gli ultimi brividi hanno abbandonato i nostri corpi ci ritroviamo, tutti e tre, in piedi a guardarci negli occhi; non c’è ombra di vergogna per quello che abbiamo appena fatto. Ci sorridiamo e ci abbracciamo. È mia nonna la prima a parlare.
“Oggi è l’inizio di una nuova storia d’amore. Ti ho invitata a venire perché, tenuto conto che tuo figlio dovrà soddisfare anche le mie voglie di donna lussuriosa e viziosa, voglio raggiungere un’intesa con te per meglio gestire le sue prestazioni di toro da monta. Non solo; devo metterti al corrente di un progetto che ho già discusso con tuo figlio e che spero incontri il tuo favore perché la sua realizzazione soddisferà: a) un desiderio di tuo figlio; b) ci permetterà di vivere il nostro rapporto incestuoso con consapevolezza e nella massima segretezza. Per farlo dobbiamo fare in modo che le allusioni vengano messe a tacere. Vieni, entriamo in casa; staremo più comodi.”
Sono in mezzo a loro due. Loro mi cingono la vita con un braccio, io ho le mani poggiate sui loro culi. Così avvinghiati facciamo il nostro ingresso in casa. Julie si distacca.
“Vado a preparare la colazione, voi intanto fate pure quello che volete.”
Anita fissa i suoi occhi nei miei.
“Mamma non ti dispiacerà se mentre sei in cucina io comincio a prendermi qualche anticipo assaggiando il cornetto di tuo nipote?”
“Fai pure. Basta che non lo consumi tutto.”
Mia madre mi spinge verso il divano; mi fa sedere.
“Allarga le cosce.”
Eseguo. Lei si inginocchia a viene a sistemarsi fra le mie cosce. I suoi occhi sono puntati sul mio cazzo che è penzoloni. Allunga una mano e lo circonda con il palmo e le dita. Il calore della sua mano si trasmette al mio cazzo che ha prima un movimento incontrollato e poi incomincia ad indurirsi. Mamma china la sua testa in avanti e poggia le sue labbra sul vermiglio glande. Sento lo schioccare del classico rumore del bacio; risolleva la testa e mi guarda.
“Spero che il tuo cornetto sia anche fornito di gustoso yogurt. Ho uno sfrenato desiderio di riempirmi la bocca del tuo sperma; voglio sentirlo scendere lungo la trachea fin giù allo stomaco.”
La sua mano lascia il mio cazzo ed insieme all’altra solleva le grosse mammelle e le porta a circondare il cazzo con la loro soda carne. Le preme contro il mio muscolo e comincia a segarmi con le tette. Sento il cazzo aumentare di volume. Si indurisce. Vedo la testa di mia madre di nuovo chinarsi in avanti; sento la punta della sua lingua darmi dei veloci colpi sul glande e poi vorticare sul frenulo e intanto continua a massaggiarmi il cazzo con le sue favolose zizze. Dalla mia bocca escono lunghi ululati. Le labbra di Anita hanno completamente fagocitato il mio glande. Le leccate hanno lasciato il posto alla suzione. Mamma mi sta succhiando il pene e lo sta facendo con maestria. Sembra che nella sua vita non abbia fatto altro che succhiare cazzi. So con certezza che gli unici due falli che hanno avuto il piacere di godere dei favori della sua bocca sono stati quello di mio padre ed il mio. Sono arrivato al limite. Stringo le mani intorno alla testa di mia madre e la blocco. Agito il bacino e le chiavo la bocca. L’orgasmo arriva; lo aspettavo. Dal glande vengono sparate possenti bordate di sperma che si perdono nella bocca di mia madre la quale non fa molta fatica per ingoiarle. La mia gioia di averla riempito la bocca del mio sperma gliela dimostro infilando la mia lingua nella sua bocca e lappare i residui di sperma che non sono scesi nel suo stomaco. Sto ancora deliziandomi della bocca di mia madre che mia nonna fa il suo ingresso. Ha le mammelle al vento ed un grembiule le cinge la vita coprendole la pancia.
“Spero che ne hai lasciato un poco anche a me?”
“Mamma, non arrabbiarti, ma non sono riuscita a contenermi. Era troppo la voglia di bere il suo yogurt. Potrai sempre rifarti. Lascialo ricaricare e poi vedrai come ti sparerà in gola il suo frutto.”
“Ricordati, figlia mia, che tuo figlio non è una macchina. Lui è fatto di carne ed ossa ed ha bisogno di essere nutrito oltre che riposare per poter soddisfare i miei e tuoi bisogni. Lo dobbiamo noi aiutare a preservarsi.”
Detto questo Julie viene a sedersi al mio fianco.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute è puramente casuale.

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