Il Patto - 3 - L'Umiliazione

Scritto da , il 2020-12-20, genere sentimentali

15 luglio

Terrorizzato, ancora gocciolante di sperma, mi giro e guardo dietro di me. Vedo due ragazze che non conosco arrampicate sugli scogli: una indica verso di me, mentre l'altra mi fissa ad occhi sgranati, poi entrambe scoppiano a ridere indicandomi e imitando il gesto di una sega. Sono entrambe more con i capelli lisci, abbondanti sia davanti che dietro, ma in quel momento non riesco propriamente a godermi lo spettacolo, e rimango col pisello in mano a fissare inorridito le due ragazze che mi hanno scoperto a masturbarmi mentre guardavo i miei amici che facevano sesso. Mi sento arrossire mentre mi vergogno come un ladro, e vorrei solo sprofondare nella terra.
Dopo pochi istanti, ancora ridendo a crepapelle, le due scompaiono dietro agli scogli, e le sento correre via. In quel momento sento la voce sorpresa di Edoardo: "Tony! Che ci fai qui?"
Mi giro di nuovo, sempre più disperato. Edoardo si è rimesso il costume e sta venendo verso di me. Ha ancora le guance rosse ed è tutto sudato, e appena mi giro verso di lui, ancora con il cazzo all'aria, e l'asta e la mano ricoperti di sborra, si blocca di colpo e mi guarda sbalordito. "Tony" ripete, "che cazzo stavi facendo?".
Io non so cosa rispondere. In quel momento da dietro gli scogli spunta Giulia, anche lei mi vede e si porta le mani alla bocca inorridita.
In fretta e furia, riesco finalmente a rimettere il pisello nel costume, ma sento ancora il cuore battere all'impazzata e penso ad una sfilza caotica e infinta di scuse improbabili, senza che dalla mia bocca esca più di qualche mugugno senza senso.
"Tony, te lo chiedo di nuovo: cosa stavi facendo? Chi era che rideva?" mi chiede ancora Edoardo e io, guardando la sua espressione seria, guardando gli occhi azzurri e inorriditi di Giulia, faccio la cosa più stupida che potevo fare: mi metto a piangere.
Piango come un bambino, non so come mi ritrovo seduto per terra, e appena riprendo un attimo coscienza, mi accorgo che Edoardo e Giulia sono accanto a me, e mi tengono le mani sulle spalle. "Tony, ascoltami" dice Edoardo, con voce calma, "sei visibilmente in stato di confusione. Forse è il caldo. Facciamo così: buttati in acqua e rinfrescati un attimo, poi ci dici". E così dicendo, mi aiuta ad alzarmi. Come in trance, cammino verso il mare, entro in acqua e mi immergo completamente. L'acqua fresca mi aiuta effettivamente a rientrare in me, smetto di piangere e mi lavo accuratamente.
Torno a riva e li trovo entrambi in piedi, che mi guardano con aria preoccupata.
Vergognandomi di me stesso, mi avvicino ad occhi bassi e borbotto a mezza voce: "Scusate. Non volevo farlo".
"Chi era che rideva?" chiede Edoardo.
"Due ragazze. Non so chi siano, mi hanno visto... mi hanno visto... così" e di nuovo sento le lacrime bruciarmi gli occhi, il che mi fa vergognare ancora di più.
"Hanno visto anche noi?" chiede Giulia, allarmata.
"Non lo so"
"Non importa" fa Edoardo, "non sappiamo chi siano e non ci interessa di loro, basta che non ci rompono le scatole". Mi rendo conto che non l'ho mai visto così serio. Mi guarda: "Ma tu, Tony. Perché ci stavi spiando?"
"Non vi stavo spiando! Sono capitato qui per caso!"
"D'accordo, ma perché hai dovuto fare... questo?"
Abbasso gli occhi. Sento la vergogna che brucia. "È colpa vostra. Potevate evitare di farlo all'aperto".
Anche se è una risposta senza logica, vedo Giulia che arrossisce.
"Ascolta, Tony" riprende Edoardo, " chiariamoci: non siamo arrabbiati con te. Lo so che per te può essere difficile, senza una ragazza. Capisco che a volte ti sembra di impazzire. Però devi controllarti, non puoi fare queste cose".
Lo ascolto ad occhi bassi, la sua voce mi sta tranquillizzando.
"Certo che hai fatto un macello!" esclama Giulia, osservando i miei schizzi ancora ben evidenti sugli scogli. Sento un fremito feroce nelle mie parti basse. Maledetta! Proprio ora dovevi metterti a guardare il mio sperma? Lo sperma che avrei voluto schizzarti sulle... no, ok, mi devo calmare.
Edoardo intanto continua: "Vedi, se fai così ci metti tutti in difficoltà. Cerca di controllare i tuoi istinti. Ora noi non diremo niente e faremo finta che non sia successo nulla, però tu ci devi promettere che non farai più nulla del genere. Né masturbarti in luoghi dove ti possono vedere, né tantomeno osservare altra gente che fa sesso. Lo prometti?".
"Lo prometto" riesco a mormorare.
"Benissimo. Ora torniamo dagli altri. Poi Tony, qui è pieno di ragazze. Ti pare che non ne riesci a rimorchiare nessuna? Devi solo essere un po' più spigliato: alle ragazze piace cazzeggiare! Stasera andiamo in paese, ci facciamo un paio di giri, e poi io e Giulia ti facciamo da spalla: vedrai quante ne acchiappi!" e mi dà una gran pacca sulla schiena. Rincuorato dalle sue parole, ma sempre vergognandomi tantissimo, riesco a fare un mezzo sorriso e li seguo verso la spiaggia. Ma mentre camminiamo, non posso fare a meno di guardare il culo di Giulia, che mi precede. Immagino come deve essere sentire tutta quella carne poggiata sul mio pacco. I pensieri prendono il via, e subito mi ritrovo a sognare di essere in un locale, di sera, musica alta, Giulia al mio fianco con quella scollatura monumentale, ci avviciniamo a due ragazze more con i capelli lisci e le chiediamo se hanno bisogno di una spalla....

Questo racconto di è stato letto 3 3 0 3 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.