L'iniziazione di Francesco Cap.: XII

Scritto da , il 2020-11-18, genere pulp

Cap.: XII
Raggiunto l'obiettivo: compartecipazione nell'azienda
Bondage, pulp, zoofilia



“Cesco, amore mio, sei pronto? L’autista ci sta attendendo!” Francesco aveva già fatto presente per telefono ad Alessandro e al fratello la richiesta della madre. Essi accettarono, mandandoli a prendere da Federico, data la loro impossibilità data da impegni di lavoro.
“Mamma, ti presento Federico, il maggiordomo dei fratelli che ci avranno ospiti.”
“Piacere, Margherita!”
“Buongiorno Signora e ciao, Francesco. Salga pure Margherita: i fratelli l’attendono!”
“Mamma, mi hanno riferito che prepareranno una festa per darti il benvenuto. Non so, … sai niente Federico?”
“Francesco, non è dei domestici anticipare le notizie o i saluti. Lascia che siano i padroni a ricevere tua madre. Tra poco saremo arrivati a destinazione e troveremo Placido al cancello di entrata. Non tema Signora: è Placido di nome, … di temperamento, ma per altro sarà un giocherellone focoso, violento, bestiale con gli amici dei padroni.” I cancelli, su commando, si apersero e l’auto proseguì la corsa verso il retro della villa al riparo da occhi indiscreti, verso l’accoglienza che Alessandro aveva preparato per il suo Adone.
“Ciao Cid, amico mio!” Francesco, con le spalle verso l’auto, si ritrovò, appena sceso, le zampe del suo cagnolone sulle spalle e con costui che lo salutava festoso, esuberante, eccitato, slinguandolo follemente dal mento agli occhi, non tralasciando le gotte. “Cid, … Ciddd, … lo so che mi vuoi bene, ma lasciami respirare!” … nel frattempo il ragazzo, felice e deliziato dal saluto, gli accarezzava il muso. Alessandro e il fratello con degli amici osservavano avvinti i movimenti gioiosi del cagnolone e il suo desiderio di gravare sul corpo del giovane, che non vedeva da giorni.
“Francesco … sgusciali via; non star lì!”
“Lo so Fede, ma … ohhhh nooooooooooo! Mi trascina per un lembo della t-shirt verso …ohhhhhhhhhh, no Cid, … mi stai strappando la maglietta!” Agganciato per l’indumento veniva trascinato verso il tappeto erboso e, là, steso; iniziando con la bestia una furibonda lotta di carezze, di spintoni, di coccole, che lo condussero a respirare con fatica, a stancarsi, a cedere, dominato e vinto dal peso del suo Placido; costretto a ricevere bave, leccate e umidità al basso ventre. Sfiancato, sfinito, si lasciò strappare, lacerare i pochi indumenti. Sotto i pantaloncini non aveva intimo, come consigliato e richiesto dal suo Alessandro. Palesava un’eccitazione datagli dal strofinio del pelo della bestia al suo basso ventre. “Placidoooo, … Placido … mi stai … non … Ohhh Placido, … basta! Lasciami, … per favoreee … Federicooo, … mammaaaaaa!” Nessuno ascoltava la sua preghiera, anzi Fede, compresa l’intenzione del molosso, presolo per i piedi, lo costrinse ad inarcarsi e ad aprire le natiche per invitare a curiosare, a soffiare, a scaldare, inumidire, leccare, irritare e snervare il suo rugiadoso dianthus caryophyllus; mentre la madre era incantata e ammaliata dallo spettacolo di zoofilia tra un maschietto e un cane.
“Franci … è da giorni che non ti vede … e ora ti vuole punire alla sua maniera, sotto gli occhi dei nostri padroni e di alcuni loro clienti.”
“Mio figlio è più scrofa di me. È appena nato e già fa esperienze che io feci molto tardi. Sei una puttana, Francesco! Da chi avrai preso, da chi avrai appreso, … ma … sei mio figlio e …; perché fai quello che feci, io, da piccola, ossia la puttana, … la prostituta. Che tempi … e ora sono una madre … e anche la tua puttana. Ecco troietta, … aiuterò Federico e loro a farti prendere, a farti inculare, … a farti sventrare da Placido, ma, poi, voglio essere presa, stantuffata, inzuccherata, inforcata, per essere ingravidata da te e il tuo Alessandro lo permetterà, perché amerà il frutto dell’incesto fra la madre e il suo Francesco; ma anche dai suoi ospiti che godranno a vederti chiavare tua madre. Probabilmente ti faranno fottere ancora da Placido, mentre mi scopi ed entrambi percepiremo i contraccolpi dei suoi movimenti dentro di te. Avremo piaceri diversi, … forse più intensi, più … Sono in periodo fecondo e … il frutto che germoglierà, sarà ancora più lussurioso, carnale, concupiscente di te: sarà bellissimo! Signor Federico … l’inarchi, in modo che quel bestione possa lappargli il culo per prepararlo ad essere penetrato, sfondato, invaso dal suo cazzone. Sai ragazzo mio: questo bisonte da guardia ha un membro rosso vivo, ricoperto di vene che è un piacere stringere; … che eccita, che … ti chiede ospitalità, asilo, amore, con la forma e le dimensioni simili ad un birillo da bowling con una palla grossa, serica come una pesca alla base, Da come vi comportate, noto che vi conoscete, ma io bramo accostartelo perché ti unga dei suoi unguenti; perché voglio vederti ansare per sentirtelo dentro. Ohh, come spasimo di osservare il tuo anello da bruno divenire bianco-opalescente, impallidito, teso al massimo; percepire il tuo pisellino ergersi, diventare chiodo e vedere le tue labbra chiudersi per mordetele; avvertire i tuoi uggiolii, i tuoi miagolii di dolore e piacere, poi, per come ti riempirà. Vederti culo contro culo come una sua cagna entusiasma, trascina, stimola. Sono bagnata come non mai; i liquidi del desiderio scorrono fluiscono abbondanti, ma ora preferisco essere una voyeur appassionata, che gode a vedere suo figlio incaprettato da un cane e che gli ordina di chiedere a Federico di dargli il suo cavatappi per disinfettarlo, lucidarlo, oliarlo con le sue salive. Mai ho avuto il privilegio di essere spettatrice di un amplesso sessuale del genere: un corpo umano messo sulle forchette dello spiedo di due membri. Riceveva, succhiava, mordeva, leccava e … aspirava, mentre dietro …”
“Ohhhhhh, … ohhhhhh, … hmmmmm, … Cid!”
“Ce l’hai, … heee!”
“Sìììì, … ohhhhhhhhhpps … Cid!” Abbracciata la preda ai fianchi con le zampe, il molosso iniziò a fotterla con veemenza, facendo sobbalzare le grosse palle ad ogni affondo contro le natiche del ragazzo. Grugniti, guaiti, fremiti, parole del vocabolario erotico, incoraggiamenti, concedersi: la scena prendeva, eccitava, mentre Il molosso, addentato il ragazzino per i capelli, come fosse la collottola della femmina, lo obbligava ad inarcarsi e a pigliarlo più a fondo, oppure picconandolo velocemente lo bagnava con la lingua di fuori Mentre Francesco diventava sempre più rosso in viso per il piacere, Placido alle sue spalle lo martellava con tanta frenesia da costringerlo ad aggrapparsi saldamente con entrambe le mani a Federico. Boccheggi, sbuffate, bave, … natiche contro culi, … silenzi rotti da spasmi, … guaiti, … attese, … trepidazioni, emozioni, … stupore.
“L’essere ospiti in questa casa è sempre un piacere, come il fare affari con Lei, signor Alessandro. Mi hanno riferito che è il suo ragazzo e, viste le sue idee, penso che non ci siano problemi ad averne la condivisione, dopo la firma della commissione. È straordinario, … rapisce, conquista, … seduce. Partecipa all’azione con un’attitudine singolare, rara, sbalorditiva. È incredibile! Gode a succhiare, a lappare, ad aspirare, mentre contemporaneamente stringe fra le natiche, spremendo e limando, un membro canino. Beve, gode, riempie lo stomaco con la sborra del suo maggiordomo e l’intestino con il torrente di sperma del vostro guardiano notturno. Mugola, riceve, sussulta. Sta tuttora a pecora, che osserva appagato l’abnorme cazzo bagnato di Placido, ancora gocciolante di sperma. È … vederlo ricoperto di caldo, profumato, libidinoso sperma.”
“L’ospitalità da noi è sacra e deve essere piacevole, per cui …”
“Desidero che il servizio in tavola lo faccia il suo ragazzo, così com’è preso … con gli abiti stracciati, … con il culo gocciolante. L’averlo vicino, … sentirne l’effluvio di sborra, … tastarne la delicatezza delle carni, l’eccitabilità e l’apertura alla trasgressione … mi fa schiumare e fremere.” Date le opportune direttive, Alessandro invitò i presenti ad entrare per ritemprare le energie e per le presentazioni.
“Francesco mio, i partecipanti che non conosci provengono dal Giappone e, grazie alla tua performance, ci hanno appena fatto una commissione importante, per la quale avrai il tuo dovuto premio. Hanno richiesto che tu rimanga come ti ha lasciato Placido, con abbigliamento sbrindellato e con gli omaggi che lui e Federico ti hanno confezionato. Servi pure in tavola senza arrossire o vergognarti per come ti trovi, poiché per loro sei terribilmente sensuale ed impudico. Per tua madre, che aveva espresso il desiderio di conoscerci, derivato da mancanza di fiducia e di essere messa incinta da te, qui nella nostra casa, come se lei appartenesse alla famiglia, i nostri ospiti hanno delle idee, che intendiamo realizzare. Per loro le donne possono essere delle compagne di lavoro, ma non di letto. Le considerano delle vacche con un ovulo in grembo da fecondare, ma non per fare sesso, per cui dopo saliremo per farle conoscere i nostri costumi e le nostre risposte alla sua insana curiosità. Accomodatevi pure nei posti assegnati.” Placido era sempre presente; era l’ombra del ragazzo. La signora Margherita stava tra due giapponesi, mentre Federico e Francesco si muovevano tra i commensali per servire e portare in tavola.
“Francesco vienimi vicino: voglio odorarti e tastandoti … eccitarmi.”
“Eccomi Signore!”
“Accostati e lasciati abbracciare e stringere. Tra le tue chiappette cola il succo viscoso del tuo amico: sarà un ottimo lubrificante per godere del tuo intestino. Ti vedo perplesso. Hai timore?”
“No Signore!” Un dito nel culetto innescò languore, bisogno, desiderio. Il suo corpo si scuoteva, mosso da onde di piacere. L’altra mano dell’uomo si muoveva tastando, stringendo, massaggiandogli il ventre, lo scroto, il membro.
“Quanta panna dal tuo bugio! Il tuo amico ti vuole tanto bene per rimpinzarti in questo dato modo. Fanne colare un po' nella mano, perché la desidero odorare, assaporare, distendere sul tuo visetto come crema solare. Uhmmmmmm … quanta! Buona, … assaggiala anche tu, piccolo mio! Voglio vedertela in bocca! Uhmmm … ne fuoriesce ancora. E’ stato generoso il tuo amico, … ti piaceva e … dimmi perché? Non è da tutti essere sodomizzati da un cane.”
“Sì! E’ stupendo averlo dentro! Il percepirlo cercare il pertugio, … chiedere di entrare con quella punta calda, umida, timida inizialmente, che scivola lentamente, … schiude, penetra, profonda … e poi … lui, Placido, che ti stringe con le zampe anteriori e … dopo averti bloccato, serrato, immobilizzato inizia a muoversi forsennatamente, con forza sino a farti percepire i primi assaggi idrici sulle pareti intestinali, come a dirti: … sto coprendoti … lasciati riempire. … e quando … sentendoti gonfiare, dilatare, tirare, ti giri per guardarlo commosso, emozionato negli occhi, … vedi in suo sedere contro il tuo … e lui neanche ti caga, indifferente, incurante, freddo, … e in seguito percepisci una forte dilatazione e assidui, ripetuti schizzi contro le tue mucose, … e grazie al forte calore, che parte dal basso ventre per salire lungo la colonna e ritornare per esplodere, … capisci che sei la sua cagna, la sua femmina … e accetti, infiammata, di esserlo.”
“Ti senti cagna?”
“No, femmina! Lei, massaggiandomi con un dito il pertugio, mi fa illanguidire, svigorire, … mi fa … Tutto il mio corpo attende, chiede appagamento, piacere che solo un membro caldo, vellutato, marmoreo riesce a darmi. Io sono di Alessandro; … non ho obbiezioni per essere condiviso, ma mi sento suo. … Quando mi sento penetrare, … pieno, … stantuffare … con quel movimento di vieni e va … ohhhhh, vorrei che non finisse mai, … averlo sempre dentro come una serpe raggomitolata, acquattata nel suo caldo, accogliente rifugio. … e, nella mia mente, quella biscia d’acqua … è la sua.”
“… e tua madre; scoprendo che sei un omosessuale autentico, vero, puro, … voleva conoscere, sapere con chi andavi, frequentavi, … con chi ti univi. Si spogli … Signora! Lei voleva conoscere e … essere ingravidata … e non esibisce, non rivela il suo corpo? Non va bene … Signora Margherita! Via tutto e vada con Federico! Le farò conoscere, ora, le usanze del mio paese che adottiamo con persone come Lei.” Il corpo della madre, poco più che trentenne, apparve in tutta la sua bellezza, … con uno sfizioso, attraente ciuffetto nero inguinale, … da cui si potevano notare bagliori, fiamme sinonimi di ansia da piacere, … da orgasmi, … da sovraeccitazione; con due anche sode, bianche … da mordere, strizzare, impastare, … vellutate, lisce, delicate, leggiadre, … ma ora … o meglio con quello straniero, cliente di Alessandro e di Massimo, avrebbero cambiato colore, … sarebbero diventate più calde, … più sensibili. Su di loro quell’uomo avrebbe fatto un dipinto d’oraziano di carne.
“Preparala Federico sulla cavallina, … deve essere coperta, ingravidata con il seme di suo figlio … a 90°!”
“Ma …”
“Vieni con me ad osservare, controllare, esplorare con le dita la vagina tua madre. Guardala come, se la sfiori, si apre. Sembra che abbia sete. … Sembra in periodo … e noi la prepariamo perchè sia fecondata con il tuo seme; che adesso ci darai. Toccala, penetrala con le dita e percepirai un calore diverso, … un profumo. Ti vuole, … ma andiamo davanti che possa osservare come ti masturbo per estrarti quei liquidi, a lei cari, che servono per farti avere da tua madre un figlio. Siediti sulle ginocchia. Urtami, … infastidiscimi il cazzo. Lui desidera la tua tana, … calda, umida, assettata, desiderosa di trovarsi ingolfata e mentre ti masturbo, … mostra a tua madre quanto brami avere il culo pieno. Voi, aiutanti, con Massimo preparate l’occorrente per raccogliere il seme e per riporlo nello strumento per ingravidare questa vacca. Stiamo usando con tua madre il metodo per ingravidare le bestie e lei, per noi, è una bestia, … un animale femmina.”
“Sì, … ma … mi sta … non cosìììììììììì, … bastaaaaa, … sto per …”
“Lo so, stai per darmi il seme. Baciami, … intrecciamo le lingue, … così la tua eiaculazione sarà più violenta. Guardi, signora Margherita, suo figlio come si contorce fra le mie mani. Il suo culo suona e piange lacrime calde, mischiate a sborra canina. Palpita, … chiede, … freme. Che caldo che sei; … poi, mi ricompenserai, facendomi godere con la bocca e tua madre godrà nel vedere come ti fotterò l’ugola.” Francesco, stremato, illanguidito dal movimento delle mani, dal perno fra le chiappe versò la sua semenza in un contenitore apposito, da cui gli altri due giapponesi riempirono una specie di siringa, per spremerla subito dopo nella vagina della donna sotto gli occhi dei presenti.
“Spostiamoci ancora e miriamo gli oggetti che i miei aiutanti hanno fra le mani. Uno è una specie di plug con il perno rigido, con all’interno un meccanismo che vibra tremendamente se viene colpito dall’esterno, causando, a chi lo indossa, fremiti, sussulti, scosse, tremori, … piacere e dolore. Dolore che sarà ancora più forte per le vergate che tua madre riceverà su ogni natica per aver dubitato dell’onesta e dell’amore del tuo Alessandro. Puttana, … osserva gli oggetti che i miei assistenti useranno sul tuo corpo.”
“Che cos’è quello e quelli?”
“Questo perno, fatto per essere battuto alla base, emetterà dei suoni vibrazionali, sordi, perché emessi dentro di te, ma che percepirai come un’esplosione di fuochi artificiali, che si espanderanno su per la colonna sino al cervello per ridiscendere e riprendere a causa delle percosse che riceverai sulle natiche. Ogni tre battute a gluteo prenderai un colpo sul cardine. Per non sentire i tuoi urli ti riempiremo la bocca con un bavaglio-pallina forata, atto a farti respirare e ad espellere bave.” Pacchng …
“Ahhhhhhhh!” seguito dai sibili del nerbo prima su una natica e poi sull’altra e riprendere sempre più violenti per ben tre volte, … poi di nuovo il colpo duro, feroce, veemente e di nuovo l’urlo strozzato. Sguardi interrogativi, sobbalzi, guizzi, inarcamenti, urli strozzati e di nuovo, … ancora e ancora. Dalla vagina colavano unguenti. Pisciava e lacrimava. Insultata, sferzata, scudisciata, … le sue natiche avevano una composizione a righe che andavano dal rosso intenso al viola con sgocciolamenti bruno rossastri o rosso Ferrari; ma, nonostante tutto, il suo corpo vibrava, sussultava come se un violento sisma lo avesse preso.
“Troia, … sei calda, scotti. Guarda ragazzo come tua madre cola, … guadala solo, … non toccarla, … non voglio sentire l’odore di femmina in calore. Stai pisciando umori, … puttana! Guarda ora come fotterò tuo figlio. Ti assomiglia per la troiaggine, ma lui è un ragazzo, una sgualdrina come te, ma un ragazzo. Prendilo in bocca, Francesco, e pompalo, succhialo, aspiralo. So che è lungo, ma lo puoi fare. Apri l’esofago ingurgitando … Deglutisci!” Francesco faceva del suo meglio, ma … e allora quel cliente, prendendogli la testa, se la pressò contro con forza … sino a premerlo contro l’ispido, l’irsuto bosco. Da esperienze precedenti aveva imparato a respirare con il naso, ma … quello … che faceva? Approfittando dell’attimo dell’apertura dell’esofago, spingendolo ancora più addentro, iniziò a pisciare come a volergli riempire lo stomaco di calda piscia, sotto la visione degli astanti.
“Ecco, … ragazzo il mio omaggio alla tua lussuria, … alla tua lascivia. Sento che stai per avere dei conati, … che stai per vomitare. Sìììììì … stai quasi per soffocare, … non me ne frega niente. Il cibo che hai assunto prima, mischiato alla mia orina, sarà per il mio cazzo un massaggio eccezionale. Vomita pure, … vomita, … anche se ti esce per il naso, … non soffochi. Vacca, … madre puttana, … contempla come te lo fotto! I suoi conati per la mia serpe sono una delizia. Vacca, … guardalo! Mi sta pisciando sui piedi e forse … caga … a causa dei rigurgiti. Sto per sss …borare, … sìììììììììììì, … prendi … più a fondo, … inghiotti! Sììììììììììì sei una troia come tua madre, … un ragazzo-puttana! Rimetti ancora, … e … ancora; e quello che espelli … te lo ridò, te lo riporto sul viso, sulla testa per farti proseguire, per farti prolungare con spruzzate più violente, … più incontrollate, … travolgenti la tensione in cui ti ho spinto per darmi appagamento. Sto pisciando ancora … fuori. Puttana, io … sarà meglio che ti impiastri il viso, … quel muso da scrofa con il prodotto partorito da tuo figlio e che ti sfili il birillo dal culo in modo che i miei assistenti possano godere dei tuoi buchi e di quelli del tuo ragazzo. Madre e figlio erano soggetti entrambi alle angherie, alle sevizie dei giapponesi, quando una figura massiccia, pelosa,si avvicinò a Francesco, presentandosi con un brontolio e per lappare dal volto della sua cagna la mondezza che quegli uomini gli avevano indotto e generato. Lo inculavano, … lo scopavano, lo trombavano, mentre lui veniva nettato dalla lingua-ramazza del suo amico Placido. Godeva della raspa e della continua assidua sodomizzazione. In sala l’orgia proseguiva con Alessandro che sbatteva Federico, inculato a sua volta dal fratello. In casa, al profumo di sperma si era aggiunto anche quello di piscio.


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