L'amante sulla chat - l'incontro

Scritto da , il 2020-11-11, genere etero

Questa è la continuazione di “L’amante di mamma”, ma adesso vi voglio raccontare un’avventura successo poco tempo fa (circa dieci giorni). Tutto è cominciato da un commento a un mio racconto e abbiamo cominciato a scriverci per mail. Prima ha cominciato a chiedermi informazioni generali sul mio racconto e poi siamo andati sempre su temi più caldi; è riuscito a sedurmi con poche parole. Stavo capendo quanto a noi due piacessero le stesse cose nel sesso. Non ci importava se io fossi 19enne e lui avesse più di 40 anni, la nostra differenza d’età era stata un’arma per farmi eccitare di più. In più lui era sposato e la cosa era ancora più attizzante. Non volevo che la bilancia pendesse verso di lui per cui gli ho fatto una proposta pazza per mettere le cose di nuovo sullo stesso piano: scoparmi senza protezioni con la possibilità di ingravidarmi. L’ipotesi di scopare uno sconosciuto maturo mi eccitava un sacco anche se lo nascondevo.

Abbiamo organizzato tutto: posto dove trovarci, appartamento dove alloggiare, vestiti da metterci per la prima volta,… Abbiamo trovato il weekend l’ultimo di ottobre, avremmo fatto dal venerdì in tarda mattinata fino alla domenica. Quel weekend era ottimale perché sarei stata fertile e avrebbe potuto ingravidarmi (non so perché lo stavo facendo, ma l’ho fatto). Lui è del sud io del nord, abbiamo deciso di fare la nostra luna di miele in un paesino sul mare a pochi chilometri da Pescara. Io sarei arrivata in treno a Pescara e lui in macchina poi saremo andati in macchina insieme nella nostra sex-house.
Nella valigia metto un po’ di vestiti, tutto l’intimo porno e altre cose per la sopravvivenza: una valigia spropositata per tre giorni che solo le donne sanno fare.
Mi vesto come lui mi desiderava: stivalini neri con i tacchi, delle calze corte nere, una minigonna sempre nera, sotto un perizoma rosso, un reggiseno da spiaggia rosso e una camicetta bianca attillata che risaltava il mio seno e faceva intravvedere il reggiseno rosso nascosto sotto. Il viaggio in treno è stato un’agonia, sia perché Trenitalia se non viaggi in top class è scomoda sia perché continuavo a pensare a Fabrizio (lui, si si chiama Fabrizio). Prima della mia fermata vado in bagno e mi tolgo le mutandine e mi preparo per scendere. Quando esco dalla stazione e vado al terminale degli autobus che è un edificio abbastanza vistoso: era il nostro punto di incontro. Di fronte vedo un uomo, il mio cuore si blocca ci guardiamo, capiamo di essere noi. È carino vestito in camicia e pantalone, è un uomo nella norma sia per altezza che corporatura, ma a colpirmi sono i suoi occhi blu cielo. Quando siamo a un paio di metri di distanza mollo la valigia e gli corro in contro, ci abbracciamo forte, le mie tette si schiacciano sul suo petto, mentre le sue mani vano a tastare la consistenza del mio culo, ci stacchiamo un istante solo perché io possa limonarlo e lì il tempo si ferma.

“Ti piaccio, sono come ti eri immaginata?
“No Giulia, sei dieci volte più figa di come ti descrivevi, poi il tuo culetto è fantastico”
“Sei troppo buono, mi hai stupito anche tu e poi i tuoi occhi azzurri mi hanno stregato”
Mi sarei fatta scopare lì all’istante ma non si poteva. Andiamo in macchina sua, una polo nera, mi mette la valigia e saliamo. Una volta in macchina ci scappa un altro limone e stavolta lui mi mette una mano tra le gambe, si ferma a limonarmi quando si accorge che sono senza mutande e poi riprende mettendomi due dita nella figa. Nel mentre io gli palpo il pacco da sopra i pantaloni, non mi aveva mentito sulle dimensioni, ero proprio contenta.

Ci ricomponiamo e partiamo, ci mettiamo poco e siamo a Francavilla al Mare, cerchiamo l’appartamento, facciamo tutte le pratiche e ci andiamo. Prendiamo i bagagli ed entriamo. Appena chiusa la porta lui mi mette a novanta sul muro e alza la mia gonna. Mi avrebbe scopato lì e subito. In meno di cinque secondi aveva il cazzo in mano, era duro: aveva ragione erano 18 cm, ma mi piacque di più il diametro era bello grosso con una cappella scura. Si sputa sulla mano e si lubrifica la cappella ed era pronto. “Ti prego prenditi il culo, sai quanto ho aspettato questo momento vai inculami – mi appoggia la cappella nell’ano e comincia a spingere lentamente – fai pure con forza, non avere paura, voglio sentire il mio culo aprirsi con il tuo cazzo” In due colpi entra tutto e io con altri tanti urli rispondo. “Sì così adesso sfondami per bene, sfoga tutto il desiderio represso per questo momento.” Mi scopa duro. Io urlavo e lui rispondeva con dei gemiti di piacere. Rallenta un po’ e sposta le mani dai miei fianchi alle tette, me le palpa, poi comincia a maneggiare con i bottini per slacciarmi la camicetta, mi slaccia solo la parte davanti, mi slaccia il laccetto superiore del reggiseno in modo che uscissero le mie bocce e me le palpa e stuzzica i capezzoli.
Ci fermiamo un attimo, il mi abbasso e comincio a succiarglielo con bei movimenti profondi e lenti, una volta bello umidificato mi alzo un po’. Gli appoggio le tette tra il cazzo e gli faccio una cosa che mi ha detto gli piaceva tantissimo: una spagnola. Prima di tornare a scopare gli prendo le palle e me le passo per bene in bocca.

Finita la pausa mi mette a pecorina, mi salta sopra e mi incula fortissimo di nuovo. Dura un paio di minuti così poi mi dice che stava per venire. “Ti prego vienimi in figa” sposta la sua mazza nell’altro buco e con un paio di colpi viene “Si così, ingravidami…che bello il tuo sboro caldo su per le ovaie…” Finito gli pulisco il cazzo con un paio di succhiate.

Il nostro weekend era appena cominciato, e mi stava piacendo…

Questo racconto di è stato letto 3 8 3 6 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.