Ravenant-Un'altra storia 2

Scritto da , il 2020-09-07, genere pulp

RAVENANT-UN’ALTRA STORIA 2
Vendetta.
Esco dal bagno e vado a pagare. Con le dita sfioro le mani della cameriera che subito arrossisce e mi guarda maliziosa. Che il Gris mi abbia trasformato in una specie di carica ormonale per uomini e donne. Leggo il nome sulla targhetta JUDITH. La tocco ancora e le chiedo “A che ora stacchi?”
“Io… Io ho una pausa di mezz’ora per il pranzo” balbetta lei sorpresa
Sorrido, senza lasciarle la mano “Allora, diciamo che, per mezzogiorno ti vengo a prendere e, abiti con qualcuno?”
“No, sono sola..”
“Allora, andata” mi alzo, pago, lascio una generosa mancia
Esco, salgo in auto. Afferro un cellulare e compongo un numero. Al terzo squillo risponde una voce assonnata “Ciao, Vassili”
“Zaya?” fa sorpreso lui “E’ successo qualcosa?” in sottofondo sento una voce biascicata di donna. Scommetto che il caro Vassili si è fatto il suo bel giro questa notte
“Hai presente la storia sul Gris che ci raccontava tua nonna?”
“Sì?”
“Ecco. Non era una storia”
“Che intendi dire?”
“Intendo dire che si è attivato, Vass. Il cazzo di Gris che mi portavo dietro, mi ha arpionato e mi ha trasformato in una cazzo di ravenant”

Vassili mi raggiunge un’ora dopo. Ha l’aspetto sgualcito come il resto del suo vestiario. Pantaloni di jeans rosso ruggine, stivali da cowboy, camicia azzurra portata fuori dai pantaloni, giacca di pelle sdrucita. Ha le mani sprofondate in tasca, i capelli biondo cenere spettinati, lo sguardo basso. La vecchia abitudine di camminare guardando per terra in cerca di qualche moneta.
Si lascia cadere pesantemente sulla panchina del parco dove mi sono seduta. Ho comprato delle briciole da gettare alle papere nello stagno “Gesù, Zaya, ma cosa è successo?”
Sospiro “Un figlio di puttana mi ha ucciso”
“Quasi ucciso. Il ravenant si..”
“Mi ha sparato quattro volte al ventre e una in testa” mi picchietto l’indice sul lato destro della testa “Hai presente quel tizio che veniva a trovarmi una volta al mese?”
“Quello che sembra un divo del cinema?”
“Lui”
“Sai come si chiama?”
“Ha detto di chiamarsi Kennet”
“E poi?”
“Kennet e basta”
“Non gli hai mai chiesto il cognome,o il nome?”
“No, cazzo, Vass! Era uno che mi portava in una stanza di motel e mi scopava come un dannato. Poi se ne andava lasciandomi cinquanta dollari sul comodino e via”
“A chi hai pestato i piedi, Zaya?”
“Che diavolo ne so, io. Sono solo una puttana. Dopo l’esperienza con Matt, sono caduta in una spirale depressa che mi ha trasformata. Sì, una fottuta troia che fa sesso in cambio di soldi”
Lancio un pezzo di pane verso le anatre “A proposito, chi è la fortunata?”
“Ah, uh.. si chiama Miriam. Fa la chiromante”
“E stanotte ti ha letto il fante di bastoni?” faccio sarcastica
Ignora la mia domanda sarcastica e chiede “Come ti senti?”
“Come ad una a cui hanno sparato”
“Voglio dire, fisicamente”
“In forma e piena di rabbia. So che devo trovare il bastardo ma non so come fare” guardo Vassili “Come funziona questa cosa?”
“Io so che, con il prossimo tramonto, il tuo corpo si trasforma e il gris prende il controllo del tuo corpo. Durante il giorno, il tuo corpo è vulnerabile al dolore e, puoi morire ancora”
“In maniera definitiva?”
“Fino al tramonto”
“ cosa succede dopo il tramonto?”
“Il tuo corpo diventa indistruttibile e niente può ferirti”
“Cosa succede dopo? Divento polvere?”
“All’alba torni nella tua attuale forma”
“No, intendevo dopo? Dopo la vendetta, che succede?”
“Nulla”
“Nulla?”
“Rimani così fino a che non avrai esaurito le tue vite”
“Le mie vite?”
“Come i figli di Azhasi che sono 999, così tu avrai il pari numero”
“Cazzo”

E’ mezzogiorno. Judith sta staccando in quel momento. Le faccio segno dal finestrino della Mini. Lei si avvicina e sale sul lato passeggero. Io le tocco la mano e gliela stringo, lascio che la mia carica di desiderio si insinui dentro di lei.
Cinque minuti di auto, arriviamo ad una palazzina su due piani con la facciata di un colore indefinito. Due scalini per entrare, subito un corridoio. Lei ha un mazzo di chiavi che usa per aprire una porta sulla destra. Entra quasi di corsa, le lascio chiudere la porta prima di avventarmi su di lei, la lingua ficcata tra le sue labbra. Un brivido forte alla passera, la frenesia di slacciare i bottoni della sua blusa. Lei che freme ma lascia fare. Sotto, un intimo bianco piuttosto dozzinale e due bocce da paura. Le strappo il reggiseno e comincio a massaggiarle e strizzarle le tette, premo il mio corpo contro il suo, continuo a limonarla. La trascino nel suo appartamento, non faccio caso all’arredamento: in questo momento ho una furia sessuale che mi prende e mi manda in tilt. Deve essere un effetto collaterale dell’essere un ravenant. Trovo la stanza da letto e la sbatto sopra, le sfilo gli slip e mi inginocchio con la faccia tra le sue gambe. E’ già bagnata, l’ho fiutato già da prima: annuso l’odore del sesso come un vampiro fiuta il sangue. Immergo la m lingua nelle sue grandi labbra perfettamente rasate, la mia saliva che si mescola ai suoi umori. Incomincio a lavorarmela, la lingua che si muove frenetica al suo interno, neanche fosse quella di un visitor. Lei geme, inarca la schiena, prega di non smettere. Ci do dentro per un po’. Alla fine lei ha un’orgasmo e mi viene in faccia. Mi alzo, mi pulisco con un asciugamano trovato in bagno. Mi spoglio di tutto e mi porto sopra di lei, struscio i miei capezzoli sul suo corpo, lascio che il mio sesso si appoggi al suo, premo e incomincio a muovermi, simulando un amplesso. Ci baciamo, le lingue che danzano tra loro,io che continuo a dimenare i miei fianchi. Una sensazione meravigliosa mai provata prima. Dopo il secondo orgasmo, mi adagio accanto a lei, spossata ma felice “E’ stato a dir poco meravigliosa”
“Sì, anche per me” e sono passati venti minuti
“Non è da me fare queste cose”
“La prima volta anche per me”
“Oh”
“Vale la pena fare un altro giro, appena ho l’occasione” dico “Ma, nel frattempo, mentre ci rivestiamo, che ne diresti se rispondessi a qualche domanda?”
“Non è stata una scopata e via, vero?” chiede lei già in delusione
“No” sorrido “Sei stata un ottimo disimpegno. Era da molto che non scopavo così” (beh, con una donna mai fatto “Hai una figa succosa come una pesca”
“Mi fai bagnare ancora”
“Ho bisogno di farti un paio di domande. Vorrei sapere se ti ricordi di una persona” e le descrivo del killer che mi ha ucciso(omettendo che sono una rediviva) “Lo hai mai visto un tipo così qui, negli ultimi sei mesi?”
“Mmm.. Mi sembra di averlo visto qualche volta”
“Lo hai mai visto con qualcuno o qualcuna?”
“Un paio di volte parlava con una ragazza.. Sonia, credo. Anche con una delle nostre cameriere. E’ stata con noi un mese solo”
“E questa Sonia?”
“Era una cliente abituale. Poverina, era uscita da una brutta storia con il suo ragazzo, una rottura al fidanzamento dopo due anni. Lei veniva qui e sembrava l’ombra di sé stessa” eccolo, il campanello d’allarme “Lui ha attaccato bottone con lei. Li vedevo ben legati insieme. Dopo qualche giorno le ho visto una luce diversa negli occhi. Ho presunto che, lui e lei avessero fatto sesso”
“Quanto tempo fa?”
“Sei mesi fa. Veniva qui a pranzo”
“E poi?”
“Poi boh? Più vista ne fatta sentire. Aveva detto che sarebbe partita per un week end romantico e.. Basta. Lui si è visto due settimane dopo ma, lei no”
“E non ti è sembrato strano?”
Nel frattempo stiamo uscendo dal suo appartamento. E’ giusto che la riaccompagni alla tavola calda “Ho rivisto Kennet, questo era il suo nome e ho chiesto di lei. Lui ha sorriso e ha risposto che Sonia si era stabilita da lui a New York e che presto si sarebbero sposati. Mi sono congratulato con lui. Una settimana dopo e ritornato e, mi ha comunicato una terribile notizia. Un ladro era entrato nel loro appartamento ed era stato sorpreso da Sonia. Purtroppo, Sonia era stata uccisa. Che dispiacere” Bingo
“E che mi dici della vostra cameriera?”
“Veronica. Una ragazza di 19 anni. Aveva bisogno di un lavoro part time per sbarcare il lunario. Lei studiava all’Università. So che aveva un ragazzo ma, non ho mai capito chi fosse. Kennet incominciò a flirtare con lei e mi sembrò un po’ strano, dal momento che, il lutto per Sonia era di poche settimane”
“Fammi indovinare” dico parcheggiando la Mini davanti alla Tavola Calda “Di punto in bianco, Veronica sparisce senza dire cosa o perché”
“Sì.. Strano, ora che ci penso”
“Fammi un favore Judith” afferro un foglietto e una biro e ci scribacchio sopra un numero di cellulare “Se dovessi rivedere quell’uomo, chiamami ma, non andare oltre alle semplici ordinazioni”
“Così mi fai preoccupare”
Le accarezzo una mano, sento lei fremere “Ti verrò a cercare e ti leccherò ancora la tua dolce fica”
“Ti aspetto”
Non avevo intenzione di dimenticarla. Volevo ancora del sesso con lei. Ma, prima, avevo un compito da portare a termine.


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