L'uomo di casa - Prologo

Scritto da , il 2020-08-19, genere incesti

Ciao.
Io mi chiamo Martina, sono una donna felicemente sposata e madre di uno splendido figlio.
La storiella che vado a raccontarti risale a qualche tempo fa e riguarda quello che fu, a tutti gli effetti, il periodo sessuale migliore e più attivo di tutta la mia vita.
Cosa aspetti? Mettiti comodo, slaccia i pantaloni e goditi la storia... proprio come ho fatto io 😁.
Come ti dicevo sono sposata, mio marito si chiama Fabio ed è un uomo fantastico. Decisi di sposarlo dopo un suo lungo corteggiamento, all'inizio in realtà lo consideravo una nullità ma, nel tempo, capì che le sue qualità erano perfette per quello che sarebbe stato il mio stile di vita.
Fabio era (ed è) un uomo sensibile e premuroso, gentile, dedito al lavoro ma soprattutto ubbidiente. Quest'ultima sua caratteristica fu quella decisiva che mi indusse a sposarlo.
Ero la donna dei suoi sogni e questo lo portò a sviluppare una fiducia e un'ubbidienza cieca nei miei confronti, tanto che non ricordo una volta in cui Fabio non abbia eseguito un mio ordine senza fiatare.
Ho sempre pensato che se mai mi avesse scoperto in flagrante con uno dei miei tanti amanti, sarebbe bastata anche solo una mia parola per convincerlo del contrario.
Come ti dicevo Fabio era un gran lavoratore. Con grandi sforzi e un mio piccolo aiutino (magari un giorno ti racconterò anche questa storia) riuscì a fare carriera arrivando a rivestire un ruolo dirigienziale di una certa importanza.
Grazie al suo nuovo stipendio iniziammo a passarcela davvero bene, tanto che arrivai a prendere la decisione di abbandonare il mio lavoro.
La mia decisione fu accolta con gioia da Fabio che anzi insistè molto affinché io lasciassi il lavoro.
Così, finalmente, potei iniziare a fare la vita che avevo sempre desiderato. Fabio mi trattava non come una regina, le regine hanno delle responsabilità, ma come una principessa. Potevo fare tutto ciò che volevo e quando volevo. Senza il lavoro tra i piedi potei dedicarmi alle mie attività preferite. Andavo spesso in palestra e seguivo corsi di spinning per rassodare il mio corpo stupendo, facevo shopping, uscivo con le amiche ma soprattutto scopavo.
Eh si, hai capito bene. Scopavo, scopavo molto in quegli anni.
Adescavo con facilità uomini diversi ogni qualvolta ne avevo voglia, ma quelli che preferivo erano i ragazzi.
Scopai infatti con molti ragazzetti in quegli anni, questi avevano compiuto la maggiore età e spesso avevano la stessa età di mio figlio Roberto e questa cosa mi faceva letteralmente impazzire. Adoravo gli amplessi che avevo con loro, innanzitutto perchè non si limitavano a leccarmi ma tendevano letteralmente a mangiare il mio corpo.
Mi divoravano. Sentivo le loro linguette ovunque e spesso, dopo essere venuti, mi chiedevano se potevano continuare a leccarmi facendomi tornare a casa tutta appicicaticcia e cosparsa di saliva.
Inoltre, essendo molto giovani seguivano le mie istruzioni in maniera minuziosa chiavandomi sempre nei modi che più mi piacevano.
Ah una cosa importante, i ragazzi giovani che volevano scopare con me dovevano rispettare un solo obbligo ovvero... quello di chiamarmi Mamma durante l'amplesso.
Sentirli godere dentro di me e invocarmi come se fossi la loro madre era qualcosa che mandava ogni zona erogena del mio corpo in estasi.
Ben presto iniziai a chiedermi come mai avessi quel desiderio... un desiderio che divenne ben presto una perversione e che mi portò a superare il limite.
Pensandoci bene se non avessi oltrepassato quel limite commettendo (più volte) uno degli atti più indegni e indecenti che sia mai esistito, oggi non sarei qui a scrivere e tu non saresti qui a leggere.
Prima di raccontarvi la storia nel dettaglio, vorrei soffermarmi a parlare un attimo di mio figlio Roberto.
Rob, come ero solita chiamarlo, era un figlio educato e studioso.
Molto simile a suo padre, Rob era magrolino, portava un paio di occhiali e dei capelli arruffati che gli incorniciavano il viso.
Rob era il classico ragazzo nerd, troppo a mio avviso. Non prestava attenzione alle ragazze della sua età, né tantomeno usciva ka sera preferendo di gran lunga trascorrere la serata con il naso immerso tra le pagine di un buon libro.
Come ti ho detto Rob non prestava molta attenzione alle ragazzine sue coetanee, nonostante ciò io non ho mai avuto dubbi sulla sua sessualità.
Passando molto del suo tempo a casa avevo modo di osservarlo e facilmente riuscì a capire i suoi gusti.
A Rob non piacevano le sue coetanee, piacevano le donne. Le donne mature.
A Rob piacevo io, piaceva sua madre.
Mi fu facile arrivare a questa conclusione. Molto spesso, mentre eravamo a tavola lo sorpresi a fissarmi le cosce o la scollatura. Mi guardava con occhi grandi, bramosi e un espressione sbalordita, probabilmente non era ancora consapevole del tutto di ciò che provasse dentro di sé.
Io per tutta risposta non feci mai niente per metterlo in imbarazzo. Non lo sgridai ne tantomeno gli feci mai notare che mi ero accorta dei suoi sguardi.
Qualcosa però la feci. Cercai in tutti i modi di assecondarlo.
Se lui mi fissava i piedini, io li sfilavo dalle ciabatte in modo che lui potesse guardarli meglio. Mi fissava le gambe? Io le divaricavo in modo da scoprirle ancora di più.
Per me era diventato un gioco, un gioco che conducevo in maniera abbastanza sadica.
In quei giorni Rob passò molto tempo in bagno,  probabilmente a smanettarsi. La faccenda mi lusingava, mio figlio si ammazzava di seghe pensando a me e io non potevo essere più felice...
L'estate era ormai iniziata da un po', il mese di giugno stava per giungere al termine e,come ogni anno, l'arrivo di luglio segnava l'inizio delle nostre vacanze estive che si concretizzavano con il trasferimento alla villa al mare.
La sera prima di partire ci trovammo tutti e tre a cena, Roberto mangiava in silenzio fingendo di ascoltare la tv mentre ripetutamente sbirciava l'imponente scollatura con la quale mi ero presentata a cena.
Fabio ed io parlavamo del più e del meno, quando ad un tratto Fabio con voce sconsolata si voltò verso Roberto e disse a malincuore:
F -Rob devo darti una brutta notizia-
R -Pà? ... è successo qualcosa?- chiese, colto alla sprovvista, Roberto distogliendo rapidamente lo sguardo dalle mie tette.
F -ah... non so come dirtelo... guarda... Rob quest'estate sarà un po' diversa... abbiamo delle grane da sbrigare in ufficio... credo proprio che sarete solo tu e la mamma al mare quest'anno...- concluse Fabio tristemente.
R -oh... Papà... m-mi d-dispiace... i-io...- balbettò Roberto ancora molto confuso.
A quel punto io mi sporsi verso Roberto, gli accarezzai dolcemente la mano. Il mio seno poggiava sul tavolo e la scollatura era totalmente rivolta verso mio figlio.
M -Rob... dovrai pensare tu alla mamma- dissi sorridendo con malizia e parlando in maniera affettuosa, come si fa ad un cucciolo per tranquillizzarlo.
F -Sarai tu l'uomo di casa!- disse Fabio con fierezza dando una pacca sulla spalla al proprio figlio.
R -L-l-l'uomo di casa...- ripeté Roberto con tono assente perso nelle sue fantasticherie.
Lo vidi scrollare la testa nel tentativo di riprendersi e lanciare un ultimo fugace sguardo al mio seno.
Dopodiché si alzò dal tavolo, la patta dei pantaloni era rigonfia nel tentativo di contenere la sua erezione e lasciò me e suo padre soli.
"Un mese intero da sola con mio figlio..."pensai poi mi avvicinai il calice di vino alla bocca e gustai la bevanda ad occhi chiusi, sentendone il sapore squisito... il sapore del vino e della soddisfazione.

Consigli o richieste a isaia.racconti@gmail.com

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