Il mio Veleno

Scritto da , il 2020-06-27, genere tradimenti

Amo Carlo, è un uomo bello come il sole, premuroso ,gentile, vitale, pieno di attenzioni, generoso, grande amatore, non potevo sperare di avere un compagno, un marito e un padre per i miei due figli migliore di così.
Ma ,non riesco a non tradirlo con Luca il mio ex.
Luca è la nemesi di Carlo, poco attraente con una scarsissima igiene personale, violento, volgare, senza scrupoli ,sordo ai sentimenti suoi e degli altri e capace di vivere solo di istinti.
Mentre Carlo vive seguendo il cuore e la ragione ,Luca ragiona solo con le viscere e il suo uccello a cui appagamento si è votato come ragione di vita.
Ieri sera mi ha chiamato, ero a cena con la famiglia per il compleanno di mio suocero.
Come sempre ho dovuto fingere che fosse Lia, un'amica zitella alle prese con la solita crisi esistenziale.
In otto minuti di sconcezze e volgarità, Luca è riuscito a convincermi a vederlo oggi in mattinata quando i miei figli sono a scuola e Carlo a lavoro.
Ho il cuore in gola non riesco a stare seduta per più due minuti, lo stomaco in subbuglio ,ho caldo e tra le mie gambe le fiamme dell’inferno.
Luca è in ritardo sarebbe arrivato quando gli avrebbe fatto comodo o quando avrebbe deciso che mi aveva torturato abbastanza e sapeva che non potevo resistere oltre.
Mi sono vestita come piace a lui, solo con la biancheria più sexy che ho nell’armadio, fremo al pensiero di quello che mi farà una volta varcata la soglia di casa.
Ma poi sullo smartphone mi arriva un messaggio di Carlo, poche righe piene di affetto e qualcosa dentro di me fa in frantumi.
Mi guardo allo specchio della camera da letto provando disprezzo, come posso tradire l’uomo che bacia la terra su quale cammino, che mi onora e mi ama ogni giorno, ogni attimo della giornata.
Scoppio in lacrime, il trucco pesante cola dal mio viso e vedo quale mostro sono.
Ho deciso, è ora di darci un taglio e dire a Luca di prendere la sua via, lasciarmi in pace e non farsi vedere mai più.
Ma non posso farlo al telefono o via sms, devo guardarlo negli occhi e urlarglielo in faccia perché si convinca che tra noi è finita.
Sono passate le due del pomeriggio quando si degna di presentarsi, è deluso nel vedermi indossare i leggings e una felpa comoda che di solito uso quando sono a casa.
Lo faccio entrare ma invece di portarlo come al solito in camera da letto andiamo in cucina, lo faccio sedere e poi parto diretta e gli dico quello che provo.
Lui mi ascolta senza interrompermi mi, guarda e per me è difficile sostenere il suo sguardo.
Quando mi sono sfogata e prendo un po di respiro, anche se gli dico di non farlo che la puzza resterà in casa, si accende una sigaretta, tira due boccate e tranquillamente mi dice che per lui va bene, non ci sono problemi.
Mi sono tolta un peso dal cuore e mi sembra incredibile che le cose stiano andando così lisce, forse serviva solo un pò di coraggio.
Sono più calma e gli chiedo di andarsene ma, lui ha altri progetti, dice che è digiuno e che come ultimo favore potrei almeno offrirgli un pranzo veloce, gli basta un piatto di pasta.
Non ho mai cucinato per lui, per lui sono sempre esistita per un unico motivo saziargli il cazzo e questa cosa nuova, mi confonde tanto da accettare di farlo per la prima e unica volta.
Non faccio molto, mi limito a far bollire dei maccheroni e a scaldare un sugo già pronto, lui non dice una parola mi guarda e fuma una sigaretta dietro l’altra.
Quando gli metto il piatto in tavola, non mi invita neanche a fargli compagnia ma, mi chiede solo se ho da bere, gli prendo una birra dal frigo e lui la apre facendo saltare il tappo con la chiave della sua moto.
Se ne sta seduto in silenzio mangia, beve direttamente dalla bottiglia, i suoi occhi cattivi non smettono un attimo di fissarmi, lo sento spogliarmi col pensiero, desiderarmi forse piu ardentemente di quanto mai abbia fatto prima e il mio cuore sobbalza e il cavallo delle mie mutandine si bagna, lui sembra saperlo. Quando ha finito si alza, apre il frigo prende un altra birra e va in salotto.
Gli dico di andarsene ma, lui si sbatte sul divano posando i piedi sul tavolino e mi chiede di dargli solo il tempo riprendere fiato, non so dirgli di no.
Beve, siamo arrivati alla terza bottiglia di seguito, fuma una mezza dozzina di sigarette il tempo passa e i suoi occhi non mi lasciano mai.
Non so come ci sia riuscito ma, mi ritrovo seduta sul divano con lui, il suo braccio mi circonda le spalle, mi dice che gli mancherò o meglio che gli mancheranno le mia mani, le mie cosce tornite, la mia bocca, il mio seno, la mia passera ma, più di ogni altra cosa, il mio culo a mandolino.
La sua voce è quella suadente di un serpente i suoi occhi maligni mi ipnotizzano ,mi convince a farglielo vedere per un'ultima volta, gli rispondo che lo avrei fatto a due condizioni, la prima che avesse tenuto le mani apposto ,l’altra che dopo se ne sarebbe andato via, lui non mi risponde ma, per me vale come promessa fatta.
Mi alzo sollevo leggermente la felpa e gli porgo visione del mio culo dentro i leggins attillati ma, Luca vuole di più, vuole veder la carne viva.
Tentennò ma, so che non andrà via se non lo faccio, così faccio scivolare fino a sotto le natiche il tessuto elastico dei miei pantaloni, sotto indosso ancora la biancheria sexy che avevo deciso di mettere quella mattina quando i miei propositi erano ben altri.
Luca a meno di un metro da me apprezza ma, vuole guardarlo meglio e pretende che mi pieghi leggermente in avanti. Quando assume la posizione, mi ritrovo la sua faccia tra le natiche, la sua bocca mi divora il sesso senza neanche superare il fastidio dell’intimo ormai pregno dei miei umori vaginale.
Sposta di lato gli slip e la sua lingua mi entra nella carne, provo a fermarlo, ma le mie parole non sono seguite da nessuna azione concreta.
Mi ritrovo per terra in ginocchio, lui troneggia sopra di me in piedi, libera il suo cazzo e me lo presenta
Non sono più in me quando mi scopa la gola fino in fondo, sono perduta quando gattano sul pavimento del mio salotto e il suo cazzo mi affonda nella fica
Sono completamente smarrita, quando ormai completamente nuda gli cavalco il cazzo sul divano, remissiva e sconfitta mentre si gode la sua vittoria su di me e svuota la sua virilità sul mio viso e nella mia gola.
Si riveste mentre io resto seduta sul pavimento sconvolta, pallida in viso e ansimante, Luca è tossico per me, io lo odio ma, sono altrettanto consapevole che non posso fare a meno di lui, perché ogni volta alla fine di quei nostri incontri io, finalmente, mi sento appagata.

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