I labirinti della mente

Scritto da , il 2020-02-25, genere pulp

Reduce da una storia finita male,che gli ha portato un breve periodo di depressione,lo scrittore John Bravilsky, acquista un piccolo capanno in mezzo al bosco con vista lago.
Preparati quei quattro cartoni con la poca roba che gli serviva,si è messo subito in marcia con l'intenzione di vivere il resto della sua vita in quasi totale solitudine.
Porta con sè il suo amico fidato Toby,un cane meticcio di taglia media.
Sistemate le poche cose portatosi dietro, Bravilsky accende un fuoco fuori dove cucina un'enorme bistecca che divide col cane, ingurgitando birra a tutto andare e, dopo una buona tazza di caffè,si beve un bicchiere di vecchia romagna che poi diventano due,poi tre e in un attimo la bottiglia é vuota.
Bravilsky si addormenta davanti al fuoco sulla vecchia sedia a dondolo trovata già al capanno.
Più tardi quando il fiato inizia a condensare, l'uomo apre gli occhi e sente dei rumori in mezzo alle piante.
"TOBY,RAZZA DI BASTARDO! PER QUALE CAZZO DI MOTIVO NON ABBAI SENTENDO RUMORI IN MEZZO ALLE PIANTE", urla Bravilsky, prendendosela col cane che a sua volta lo guarda con aria interrogativa.
L'uomo vede un'ombra fuggire in mezzo ai cespugli,allora corre in casa,prende il fucile e spara un colpo per aria giusto per far sentire che comunque è armato.
La mattina seguente l'uomo fa un giro di perlustrazione per vedere se trova qualche traccia dello sconosciuto ma nulla.
Al suo rientro, l'uomo trova una ragazza davanti la porta del suo capanno che bussa insistentemente.
"TU CHI CAZZO SEI!?!" grida l'uomo.
"Sono Marina,la figlia dei boscaioli che stanno a otto kilometri da qua,stanotte abbiamo udito dei colpi di arma da fuoco e mio padre mi ha mandato a controllare. Comunque non mi sembra il caso di essere così villani" risponde la ragazza!
"VIENI DENTRO CHE TI OFFRO DEL CAFFÈ CALDO E PRENDI UN CEPPO DI LEGNA PER LA STUFA",ribatte Bravilsky.
La ragazza seppur intimorita dal tono di voce obbedisce a quell'invito che sembra più un ordine.
L'uomo mette la caffettiera sulla vecchia stufa arrugginita e prepara il caffè.
Mentre lo porge alla ragazza, sbadatamente glielo versa sul vestito.
La ragazza, ovviamente lancia un urlo.
Quel modo di urlare ricorda all'uomo la sua vecchia compagna che gli ha rovinato la vita e preso da un attimo di lucida follia,stringe le sue mani intorno al collo della ragazza che cerca di liberarsi dalla presa inutilmente. L'uomo non molla fino a quando non ne sente più il respiro.
Con una calma spaventosa l'uomo prende una pala,va fuori,scava una buca.
Rientra in casa trascina la ragazza fuori e la sotterra.
La sua giornata prosegue come se nulla fosse successo.
Al calar del sole, l'uomo attizza la stufa e si prepara per andare a dormire quando nuovamente sente bussare alla porta.
"CHI CAZZO É ADESSO! LASCIATEMI IN PACE,ANDATE VIA",urla Bravilsky.
" SONO PIETRO,IL PADRE DI MARINA DOV'È MIA FIGLIA!!? L'HO MANDATA QUA STAMATTINA"! urla l'uomo.
Sentendo quelle urla Bravilsky si siede dietro la porta e non proferisce risposta.
L'uomo intanto continua a bussare e ad urlare continuando a chiedere dove é la figlia! Toc,toc..... Toc,toc,....... Toc,toc,...... Toc,toc.
Bussano alla porta,sono John Bravilsky deve essere l'infermiere é l'ora delle mie medicine : due pastiglie,una rossa ,una verde e mezzo bicchier d'acqua!

Qualche anno fa, dopo essere stato lasciato dalla sua compagna ed essere caduto in depressione, Bravilsky si precipita dalla polizia in stato confusionale e racconta la stessa storia.
A seguito di indagini la polizia scopre che non esiste nessun bosco,nessun capanno,nessun cane e che non è stato ucciso nessuno.
Lo scrittore viene così rinchiuso in un istituto psichiatrico dove risiede ancora oggi e continua a districarsi nel labirinto della sua mente.


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