L'Inquisitore Fornieres e i contrabbandieri della Somme.

Scritto da , il 2019-10-22, genere pulp


Si reca al castello già nel primo pomeriggio, si accorge di smaniare per poter rivedere quel seno ansante, per gustare il profumo di quella epidermide che sembra scaturire proprio dalla valle fra i due globi candidi.

E' solo, ha dato ordine di cercarlo al castello se necessario. La Contessa lo accoglie con calore. Sono consapevoli ambedue della forte attrazione che provano a vicenda e sanno anche che è predestinato e inevitabile che succeda.

-Monsignore... il Conte mio marito ha chiesto di poterla vedere subito, è nella sua stanza, a letto, è malato...-

Lo conduce e poi lo lascia alla presenza del Conte.

-Si sieda, Monsignore...-
-Come si sente Altezza Reale? La vedo sofferente.-
-La mia gotta! Che sia la malattia dei Re... è la mia unica consolazione al dolore, ahah! Mi racconti come ha risolto la cosa dei Diavoli della Notte!-

L'Inquisitore riporta i fatti senza tralasciare nulla.

-Bellissima operazione di giustizia, Monsignore! Dimostra molta sagacia e originalità, ma proprio quel... Gautiers? Il padre è un uomo subdolo e pericoloso, stia molto attento, non ha nessuno scrupolo e come capo della Gilda dei Mercanti è molto potente e ricco e lei sa che il denaro compera tutto. Comunque è coincidenza che proprio di lui le voglio parlare...-
-L'ascolto... Altezza Reale...-
-Devo assentarmi dalla città fra pochi giorni e andare a fare la cura delle acque ma ho un grave problema di pubblica sicurezza e non posso fidarmi dei miei sottoposti, come ho detto... il denaro compera tutto. So di certo che c'è un traffico di contrabbando con l'Inghilterra, grosse barche risalgono la Somme di notte, sbarcano balle di lana grezza e ripartono cariche di allume che è necessario agli inglesi per tingere i tessuti e che è sotto embargo dal nostro Sovrano e altri materiali con divieto di commercio o quanto meno soggetti a forte dazio. E' una forma di commercio illegale di grande importanza e molto dannosa per il nostro Paese, il Sovrano mi ha dato ordine di debellarlo... ma ahimè? Non sono in condizione di farlo e lui stesso mi ha incaricato di trovare un uomo di grande valore e fiducia... e entra in gioco lei, Monsignore.
Ho ragione di ritenere che sia proprio il Gautiers il capo del traffico, ma non solo lui... anche altre persone importanti ne sono coinvolte, non abbiamo solo bisogno di tagliare le teste dell'idra che si ricomporrebbero, Monsignore, ma di eliminare completamente la sua esistenza! Le imbarcazioni vengono scaricate e caricate ad Ailly sur Somme, da dove la lana riparte con carriaggi verso le province fiamminghe, penso che abbiano un deposito nelle paludi che la Somme fa a monte di Ailly...-
-Cosa devo fare... Altezza?-
-Le darò un mandato plenipotenziario! Potrà agire senza limite alcuno, avrà ogni potere... deve uccidere l'idra, Monsignore, è necessario un uomo deciso e pragmatico, che agisca, se necessario, fuori dagli schemi...-
-Grazie della sua fiducia e spero di esserne degno... Altezza.-
-Emanerò oggi stesso il decreto di delega del potere, Monsignore.-
-Altezza... di chi posso fidarmi? Chi posso utilizzare senza rischiare di essere tradito?-
-In città... di nessuno, non ne accenni al Vescovo, potrà utilizzare invece le mie truppe acquartierate a Beauvais, avviserò io stesso il Tenente Generale Grimand di mettersi a sua completa disposizione.-
-Lo farò, Altezza... immagino che possa fidarsi della sua guardia d'onore, vorrei due giovani ufficiali che possa usare come messaggeri...-
-Li metterò a sua disposizione, una altra cosa, Monsignore... spero che riesca a dare sollievo alla mia povera figlia, faccia tutto il possibile e l'impossibile. Poi? Siamo ambedue uomini pratici, è di un fatto personale che voglio parlarle e lei capirà oltre le parole, ho sposato la Contessa che era giovanissima e io già al margine della vecchiaia, mi ha dato una figlia... avrei voluto dei figli maschi ma non sono stato in grado di generarli, è da molto tempo che non frequento il suo letto e lei è una donna nel pieno della vitalità, lasci che le cose accadano, lasci scorrere il fiume verso il mare.
Ora vada Monsignore... voglio riposare... -
-Le auguro di guarire presto, Altezza Reale... -
-Lei è un uomo giusto, Monsignore, l'ho intuito subito e io mi pregio di conoscere gli uomini, mi fido di lei in tutto.-

L'Inquisitore si ferma un attimo nei corridoi del castello prima di ritornare dalla Contessa, pensa a quanto gli ha detto l'uomo. Desidera di certo la donna e sa che succederà e che diventerà una cosa importante, ma che ciò avvenga con il benestare del marito? Ormai non combatte più con il dovere della castità, si è pienamente arreso e accettato il suo stato di peccatore, un certo disappunto lo ha provato anche se non l'ha mostrato nel sentire le parole del Conte.
Raggiunge la donna nella sua stanza. Le siede accanto, non fa una parola sul colloquio avuto. Le prende le mani, le bacia... le mostra tutto il suo desiderio, è assurdamente eccitato.

-Nel trattare la cosa di Cristina, dobbiamo essere complici... Altezza, non aver segreti fra noi, deve dirmi tutto, ogni particolare, ogni sensazione...-
-Si...-
-Dobbiamo entrare in perfetta sintonia, sentire le stesse cose... vorrei poterla chiamare con il suo nome... Altezza. Io mi chiamo Jacques...-
-Lo so... Jacques, io sono Eloisa...-
-Sei molto bella, Eloisa e il tuo nome lo è altrettanto, dimmi da quando sono iniziate le crisi di Cristina...-
-Da circa due mesi... all'inizio lievi per poi peggiorare via via...-

Jacques ora sta passando le labbra sulle mani di Eloisa in una lenta carezza, causandole dei brividi di piacere.

-C'è stato un accadimento particolare coincidente con l'inizio? Un fatto? Qualcosa che possa averla inquietata?-
-No... uhm... Jacques, la tua bocca...-
-Le tue mani... Eloisa, le tue braccia, le tue spalle... la tua gola... dov'è ora Cristina?-

Le labbra di Jacques corrono leggere su quella pelle di seta, ora la bacia a lungo sul collo, sulla gola... ha il seno sotto il suo sguardo...-

-Il tuo seno... Eloisa. Splendido... rigoglioso...-
-E' tuo... Cristina è nel suo appartamento, studia con il suo precettore... -
-Scoprilo... voglio baciartelo...-

Eloisa lo libera velocemente dalla costrizione del corsetto e glielo offre. Un seno colmo, candido, due areole larghe e di colore tenue e i capezzoli puntuti.
Lui ci porta la bocca e si perde, la mangia di baci, di piccoli morsi, le succhia i capezzoli, le sue mani hanno come vita propria, una a tenerla stretta a se mentre le bacia il seno, l'altra a vincere la resistenza delle gonne e sottogonne e arrivare fra le sue cosce. Supera veloce l'impedimento delle ampie mutande e arriva al suo paradiso, lo accoglie un boschetto di serico vello, morbido e assolutamente bagnato, lo divide con le dita e accarezza le labbra piene della sua conchiglia, ora non è più possibile fermare il fiume che scorre verso il mare. Le mette dentro le dita e si scotta quasi da quanto lei è calda, le spinge a fondo causandole un gemito di piacere, la accarezza e la penetra a lungo godendo del piacere che lei sta provando, gode dei gemiti e dell'inarcarsi del corpo sotto l'orgasmo.
Jacques è immensamente eccitato, vuole questa donna, la vuole intensamente ma non vuole nulla di forzato, vuole che il desiderio e che quanto succederà sia condiviso, che lei lo desideri quanto lui.

-Vuoi Eloisa... vuoi?-
-Oh si, Jacques, lo voglio!-

Certi di non essere disturbati si spogliano con frenesia, lui il più veloce e poi l'ammira mentre si toglie gli innumerevoli indumenti, gli piace quel corpo formoso e voluttuoso, il seno gonfio, il sedere ampio e rotondo... le forme sinuose e la sua epidermide candida.
Lei lo guarda, è impressionata dalla sensazione di potenza sessuale che mostra il pene rigido. Lo desidera, desidera toccarlo, accarezzarlo e lo desidera dentro di se, tutto! A fondo... che scavi forte nella sua grotta dell'amore.
Lui la piega sul letto e succede! Tutto è come da loro sognato, la frenesia del contatto, le loro bocche incollate e i corpi avvinghiati, lui dentro di lei senza difficoltà a prenderla, possederla e lei che gli si concede con tutto il trasporto possibile. E prendono assieme il piacere, un lungo meraviglioso orgasmo con lui che si svuota dentro di lei, poi dopo l'attimo meraviglioso che condividono abbracciati. Le bocche che si cercano in lunghi baci.

-E' stato meraviglioso, Eloisa... tu la mia prima donna...-
-Assolutamente... e tu il mio primo uomo, Jacques...-

Per ambedue è una asserzione assolutamente sincera, ne sono convinti entrambi.
Poi Eloisa si alza sul gomito e lo guarda!

-Jacques! C'è stato un episodio coincidente con l'inizio delle crisi di Cristina! Come ho fatto a non pensarci? Circa due mesi fa abbiamo cambiato il nostro confessore... è arrivato da noi Padre Xavier...-
-Padre Xavier?-
-Un frate del convento dei domenicani, raccomandatoci dall'Abate, ma a volte è un uomo strano...-
-Spiegami Eloisa... ogni cosa può essere importante...-
-A volte... con me, nella confessione, mostra un interesse strano e ambiguo, insiste per sapere se.. ho peccato contro la castità e se si... come e quante volte, insomma a volte mi ha messo a disagio e provocato una strana agitazione e eccitazione, Jacques, ma non si è mai permesso il minimo gesto irriguardoso... ma è un uomo che ti trasmette una sensazione negativa... di peccato...-
-Uhm... un atteggiamento del genere potrebbe influire negativamente nella psiche di Cristina, è giovane e indifesa... su questo Xavier dovremo approfondire... attenderemo la prossima confessione, ma... posso dirti la mia convinzione sulla confessione? Dio sa tutto essendo onnipotente, sa anche dei nostri peccati e delle nostre mancanze, non abbiamo bisogno di un tramite per parlare con lui, chiediamo quindi perdono direttamente a lui, non sono certo le temporanee penitenze a redimerci. Tu continua a confessarti... ma le cose tue, quelle importanti, tienile per te, Dio le conosce. Non commetti peccato, sono le regole sbagliate e fatte per controllare i fedeli, per la voglia a volte libidinosa dei religiosi.-
-Jacques... prendimi ancora... adesso! Con tutta la tua forza! Voglio sentirmi tua... pienamente! Ti prego... prendimi!-

Non serve altro invito ad Jacques e nuovamente entra in lei, nel lago che è diventata la sua conchiglia, la prende a lungo causandole una serie interminabile di orgasmi, le bacia e morde il seno pieno, la tiene a se stringendole le bellissime natiche lasciandole sopra nettamente i segni delle dita!
E' a notte iniziata che torna al suo palazzo, deve controllare i rapporti dei sottoposti, dare disposizioni, leggere i documenti arrivati.
Nell'avvicinarsi all'entrata vede appoggiata al muro del palazzo una figura che gli sembra di conoscere, è il mendicante con la stampella che l'aveva guidato alla Corte dei Miracoli, si dirige verso di lui mentre una guardia dell'entrata si muove per scacciarlo.
L'Inquisitore lo ferma.

-Lascialo... è un figlio di dio in disgrazia, lasciatelo chiedere qui la carità, dai disposizione al corpo di guardia che possa farlo in futuro.-

Si avvicina e gli da una moneta d'argento, capisce che è il suo tramite con la Corte dei Miracoli.
Fra le biascicate parole di ringraziamento... sente il messaggio.

-Monsignore... vada alla Corte, al più presto... ne va della sua vita...-

Rientrato, sbriga quindi gli affari correnti e al suo segretario ordina:

-Fuori dal palazzo c'è un mendicante. Non dimentichiamo il nostro dovere della carità, ordina alla cucina di dargli del cibo caldo e inoltre ho un altro compito delicato per te... chiedi informazioni presso il Vescovado di un certo Padre Xavier, un domenicano, ma fallo con tatto, massima discrezione e segretezza.-

Consuma una frugale cena e dopo nella sua stanza apre il suo vecchio baule, contiene dei suoi antichi abiti di quando non era solamente un religioso.
Indossa pantaloni neri di panno, stivali, una casacca pesante anche nera e un berretto e infine prende il suo vecchio stiletto, del tipo tristemente famoso come “Misericordia” che veniva usato nel campo di battaglia per dare una fine rapida e dignitosa a chi era gravemente ferito. Un'arma che lo ha accompagnato per tutti quegli anni di pericolose peripezie. Il pugnale ha un fodero che lo contiene e questo va assicurato all'avambraccio sinistro sotto la manica e così la Misericordia è pronta all'uso con un rapido movimento della mano destra.
Poco prima della mezzanotte esce da un portoncino che porta in un giardino vicino e camminando rasente ai muri si avvia verso la Corte dei Miracoli... ora i suoi sensi sono tutti attivati e ha viva la percezione del pericolo. E' tornato ad essere un Guerriero di Dio. Poco prima del largo dove arde il falò viene bloccato da alcuni mendicanti, riconosciuto e quindi lasciato proseguire, si porta davanti al Re dei mendicanti.

-Benvenuto Monsignore, era urgente avvisarla che è in pericolo, in grave pericolo, hanno assunto dei sicari per ucciderla. E sono molto abili... i migliori... da Parigi.-
-Chi li ha assunti? Lo sai?-
-I mercanti... e il Vescovo...-
-Sono i contrabbandieri della Somme?-
-Si, Monsignore, attento anche ai veleni... l'arma dei pavidi, possono arrivare nel suo palazzo...-
-Come posso ringraziarti?-

L'Inquisitore intuisce che l'uomo non è comune, mostra una signorilità innata pur essendo vestito di stracci e interessato gli chiede:

-Chi sei tu veramente?-
-Solo un mendicante... Monsignore, immeritatamente scelto come re dai sui simili...-

L'Inquisitore non crede affatto a questa affermazione, anzi lo convince ancora di più del giustezza del suo intuito. L'uomo è un uomo di origini non comuni.

-Forse un giorno la racconterai la tua storia e io ti ascolterò. Potrai aiutarmi nel distruggere il contrabbando? Posso pagarti molto bene o sdebitarmi in altro modo...-
-Posso avvisarla quando le barche attraccano, cosa scaricano e caricano ma non prevederlo-
-Avvisami... ogni cosa mi è utile, chi sono le persone che operano, dove immagazzinano il materiale... metti all'opera i tuoi occhi nella notte... e tutte le tue orecchie ad ascoltare...-
-Sarà fatto. Monsignore... ora la mia preghiera, hanno arrestato un ragazzo, un piccolo ladro di appena dodici anni ed è imprigionato nelle segrete del castello dove è trattato duramente, la prego di voler intercedere per lui... è colpevole e va punito ma è tanto giovane...-
-Farò il possibile... e domani consegnerò al mendicante con la stampella un sacchetto di monete d'argento... -
-Grazie Monsignore... ora se permette le farò un regalo...-

E fa cenno al gruppo di mendicanti, si fa avanti un gigante. Un uomo possente.

-Questo è Pancho, è muto... gli infedeli di Tunisi gli hanno mozzato la lingua, ma è forte e fedele, pratico di ogni tipo di arma. Lui sarà la sua ombra per il periodo che vorrà... gli dia ricovero e una mansione qualsiasi nel suo palazzo e lui la proteggerà a costo della sua vita...-
-Se è pratico di armi... e non lo dubito, sarà il mio maestro d'arme, ho bisogno di riprendere l'antica destrezza...-
-Vada Monsignore e Pancho la seguirà a distanza come fosse la sua ombra, buona fortuna...-
-Altrettanto a tutti voi...-

Lascia la Corte e si dirige verso il suo palazzo, immagina che Pancho lo segua ma è davvero invisibile il colosso. Poi vicino al palazzo? L'impressione di un pericolo imminente! E vede materializzarsi davanti a lui due ombre, due uomini ricoperti da un ampio mantello nero e alla luce della luna vede scintillare le lame dei coltelli. Si porta con la schiena contro il muro e li affronta, sfodera il suo stiletto e iniziano le schermaglie con i coltelli, affondi e ritirate e poi... un ombra gigantesca abbranca uno dei due assalitori, una mano immobilizza quella munita dell'arma e l'altro braccio lo stringe al collo e sente distintamente l'osso cervicale schiantarsi, lui approfittando del momento di sorpresa dell'altro sicario entra nella sua difesa e gli affonda lo stiletto nel petto cercando il cuore e lo lascia cadere.
Pancho ha assistito e si è nuovamente dileguato nell'ombra. L'Inquisitore si inginocchia accanto ai due corpi, pulisce la lama del coltello sul vestito del morto, poi segna loro la fronte con la croce e sussurra...

-Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti...-

A palazzo entra con Pancho, chiama il segretario e gli ordina:

-Questo uomo è il mio Maestro d'Arme, si chiama Maestro Pancho, è muto, voglio che sia trattato con rispetto, riapri quindi la sala d'arme, lui dormirà nella stanza vicina, mangerà nella cucina del palazzo con il personale, provvedi al suo vestiario e a tutto quello che gli abbisogna.-

E a Pancho...

-Grazie Pancho... ora vai a riposare, ci troviamo domani per la prima lezione...-

Si ritira nel suo appartamento, chiude ogni accesso, si inginocchia e prega brevemente, prega per le anime dei sicari uccisi e prende sonno a fatica, troppi accadimenti in poche ore e Eloisa? Il suo corpo, la sua passione? La desidera... la pensa a lungo, infine si addormenta.
La mattina è in piedi molto presto, si reca in sala d'arme e trova già Pancho ad attenderlo, ha bisogno di sciogliere i muscoli appesantiti da anni di attività sedentaria e il gigante è il suo partner ideale, solo nella scherma con spada e stiletto può pensare di batterlo, ma nel resto? Troppa la diversità fisica e la mancanza sua di allenamento.
Più tardi è al lavoro nel suo studio quando viene interpellato dal segretario.

-Inquisitore... c'è quella donna, Melania, che vuole parlarle...-

Ricorda che l'aveva invitata ad un colloquio in quella notte dei Diavoli e fa cenno di farla entrare.
Melania come sempre ha l'aspetto di un essere naturalmente sensuale. I capelli mossi sulle spalle, il bel viso acceso... il corpo pieno.

-Siediti Melania... dimmi come va, immagino che tu abbia delle difficoltà da quella notte...-
-Si... il commercio è senza clienti, mi hanno messo sulla lista degli indesiderabili e a casa non sono sicura...-
-Lo immaginavo, ho una proposta... fino a quando non distruggerò i nostri nemici, vuoi venire a vivere qui? Nel mio palazzo? Ho necessità di una governante, che curi la mia persona e che mi cucini il vitto, cucinerai per me e per te... e comprerai tu stessa le vivande al mercato, cercano di avvelenarmi.-
Melania sorride sensuale...

-Dovrò anche scaldarti il letto, Jacques?-

L'Inquisitore risponde al sorriso, la donna gli piace.

-Oh... Melania! Sei stata la mia più grande e piacevole tentazione e caduta, lo sai! Ma sono un religioso, devo vivere in castità e quindi, no... non mi devi scaldare il letto...-

Melania accetta la proposta, prenderà servizio già in giornata. Dormirà vicino all'appartamento dell'Inquisitore.

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