Gianni il camionista (prima_parte)

di
genere
dominazione

Arrivammo al parcheggio per l’ora di cena, come Patrizia aveva concordato con Gianni. Un posto di merda, semi deserto, visto l’orario e la dislocazione periferica; un posto da far paura. Entrai, superai le pompe di benzina, girai a destra ed imboccai il viale che portava all’area di stazionamento dei camion.
Che cazzo di posto, dissi e lei, subito, sei il solito cacasotto, stai tranquillo Gianni sa il fatto suo. Comunque la prossima volta viene a casa, mi hai scocciato con tutte queste storie.

Gianni in effetti era già lì, seduto su un muretto tutto rotto, vicino al suo camion, fumando una sigaretta, con aria sicura. Accostai davanti al muso del suo mezzo, come mi aveva detto mia moglie, e scesi dall’auto. Piacere Paolo, dissi allungando la mia mano per stringere la sua; ma lui non mi degnò né di una parola né di uno sguardo, limitandosi a stritolarmi la mano. Poi, continuando ad ignorarmi, si avvicinò a Patrizia, l’abbracciò stretta e le mise la lingua in bocca per salutarla. Poi abbassò le mani sulle sue natiche e la fece girare di schiena verso di me e, mentre la palpeggiava oscenamente, mi guardò con aria di sfida.

Non sono un ingenuo, né era la prima volta che accompagnassi mia moglie da un suo amante, sapevo altrettanto bene perché mi volesse lì con lei, ero cosciente di tutto. Ma quel tipo non mi piaceva, non mostrava alcuna pietà per me, né alcuna gratitudine. Patrizia ci aveva già scopato un paio di volte, lì nel suo camion, ma di giorno, nel parcheggio di casilina sud. Di sera, col buio, non se l’era sentita di andare da sola, mi aveva portato solo per la sua sicurezza.

Gianni era il suo tipo: alto, magrissimo e muscoloso, capelli rasati, deciso e maschio. Avrebbe fatto follie per lui, compreso quell’orologio che mi aveva mandato a comprare e che stasera gli avrebbe regalato, insieme alla sua fica. Compresa la cena in quella trattoria li vicino, a cui ero invitato solo per pagare il conto.


A tavola si sedettero vicini, come fossero marito e moglie e, fin da subito, mi isolarono volutamente dalla conversazione. Provai ad introdurmi, più volte, ma fui trattato da lei con molta sufficienza e da lui in tono contrariato.
Dai caro, che ne sai tu, mi diceva lei, non interrompermi cornuto, non scocciare, seguitava lui a voce alta, in modo da farsi sentire dal proprietario del locale e dagli altri suoi colleghi seduti a mangiare. Ero molto seccato dal suo comportamento e quando mi chiamò di nuovo cornuto, a voce alta, lo mandai a fanculo; ora ce ne torniamo a casa e la finiamo con questa pagliacciata, dissi.

Patrizia rimase allibita ma lui, senza rispondere, diede un cenno al proprietario del locale. Lui mi si avvicinò e mi chiese cortesemente di seguirlo. Ti parlo da amico, mi disse nel retrobottega accendendosi una sigaretta, Gianni lo conosco e so bene cosa siete venuti a fare qui.
Scusa ma cosa dici?
Fidati, lo so che sei un cornuto, si vede ad un miglio gli stai creando problemi, lo stai facendo incazzare, lascia perdere.
Ma perché dici così?
Lo conosco, ci viene spesso qui con puttane come tua moglie, fai la tua parte e quando è tutto finito te ne ritorni a casa senza tanti problemi, segui il consiglio.
Ma perché dici così? E’ un tipo pericoloso??
Non fare domande a cui non posso rispondere, lui è qui per farsi tua moglie, tu lo sapevi bene e ce l’hai portata. Ora non puoi più tirarti indietro, almeno io te lo sconsiglio. Tanto lui o con le buone o con le cattive stasera si scoperà tua moglie. Quindi goditi la serata e non creare problemi se vuoi tornare tutto intero.


Quando rientrai nella sala, Gianni e Patrizia si stavano baciando e, smisero solo quando mi sedetti davanti a loro.
Allora? Che cazzo ti guardi?, urlò Gianni stizzito ed infastidito, paga sto cazzo di conto che abbiamo da fare.
Ubbidii e pagai il conto, poi li segui di fuori, fino alla cabina del camion.
Amore sai sempre come rovinarmi la serata, mi fai sempre fare figure di merda, che palle, piagnucolò mia moglie.
Ma che dici?
Dai ora stai buono in macchina, che noi abbiamo da fare per un po’.
Non scendere o spostarti per nessuno motivo, intimò Gianni, fino a che non ho finito. Poi prese Patrizia per la vita e la fece salire in cabina.

Fine prima parte
di
scritto il
2019-09-05
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