Piccoli e piccanti episodi del servizio militare di una giovane recluta! parte 1

Scritto da , il 2019-07-17, genere gay

Vi ho già raccontato delle mie avventure durante il servizio militare, ma ogni tanto mi tornano alla mente nuovi episodi di quello che è stato il periodo più intenso e bello della mia vita.
Sono stato letteralmente stuprato, abusato, schiavizzato sessualmente sia dai colleghi di plotone che dai superiori, senza che potessi o volessi comunque fare nulla per impedirlo.
La mia bisessualità era arrivata ai massimi livelli per l’età che avevo, 19 anni, e mi piaceva immensamente quella situazione di dominazione, violenza fisica e psicologica, dipendenza sessuale sia dal cazzo (dei miei commilitoni) che dalla figa (della mia fidanzatina).
Appena arrivato in caserma, a Maddaloni in provincia di Caserta, ero stato subito adocchiato per il mio fisico magrolino, i tratti delicati, il culo piccolo e ben fatto, quasi femminile nel portamento…
Ovviamente avevo già avuto molte esperienze omosessuali, sin dai 15 anni con mio cugino e poi a scuola al liceo, quindi ero pronto a tutto! Mi hanno fatto subito capire i superiori che se voleva fare una bella carriera tranquilla dovevo…dare qualcosa! Nel plotone c’era già un ragazzo dichiaratamente gay, il quale cercava di soddisfare le voglie di tutti, ma eravamo in 50 e il suo unico buco di culo non bastava per l’intero plotone e i tre graduati! Ci confidammo, e mi disse le varie modalità di approccio con tutti, dal sergente e i caporali ai vari commilitoni. Le mie “prestazioni” mi avrebbero fruttato permessi premio, turni migliori, libere uscite, e in generale una positiva considerazione nella caserma.
Mi suggerì di andare sempre a fare la doccia per ultimo, nel seminterrato, dopo il contrappello…qualcuno si sarebbe fatto vivo. Ero un po’ titubante di quella scelta, non mi convinceva faro lo schiavo sessuale per 50 militari assetati di sesso e in crisi ormonale dei 20 anni e in più soddisfare tre graduati di 45 anni, sposati con figli, perversi e odiosi nei modi! Ma la vita in caserma era durissima, e provai…
Qualche giorno dopo scesi nel locale docce alle 23,30, in accappatoio; era un locale squallido, in penombra, diviso in tanti loculi da 10 docce ciascuno. Mi misi nell’ultimo, col cuore in gola mi feci una doccia bollente, e mentre stavo finendo mi girai e vidi il caporale G., un pugliese molto rozzo, che mi fissava vicino alla finestra, in uniforme. Lo salutai, le mani davanti al pube, rosso di vergogna. Il caporale si avvicinò senza dire nulla, cominciò a tirarsi giù i pantaloni della mimetica, le mutande, e si impugnò un cazzo enorme già da moscio, masturbandosi lentamente. Mi prese per il braccio e mi levò da sotto l’acqua, mi afferrò il collo e mi costrinse a inginocchiarmi davanti a lui. Feci finta di non sapere cosa volesse, rifiutavo di prendergli il cazzo in bocca ma lui disse con voce roca “il soldato T. (il gay) mi ha detto tutto, non fare la troietta e succhiamelo…” e a questo punto non potei fare altro che impugnarlo, masturbarlo e scappellarlo e poi prenderlo in bocca, iniziando un lungo pompino al mio caporale di plotone! Il suo pisello divenne enorme nella mia bocca, un vero cazzo adulto, gonfio e durissimo, facevo fatica a spompinarlo, lo leccavo e succhiavo con foga, tentando di dare il mio meglio! Il caporale sembrava apprezzare e gemeva “cazzo quanto sei bravo…hai una bocca fantastica…succhi da vera troia, mi sa che ci divertiremo parecchio con te soldato Andrea!” e fui felice dei complimenti…gli strinsi la cappella tra le labbra e lo masturbai velocemente e poco dopo una violenta serie di schizzate di sborra mi riempi la bocca, con un grugnito sordido del caporale! Glielo succhiai ancora, pulendolo per bene, poi glielo rimisi nei pantaloni da brava femminuccia…il caporale con un ghigno soddisfatto mi diede uno schiaffo in testa e andò via. La sera dopo si presentò nello stesso modo il caporale F., al quale ugualmente feci un vorace pompino con sborrata in bocca, e così anche il giorno dopo con il sergente, con il quale misi più impegno e gli leccai doverosamente gli enormi coglioni, facendomi sborrare in pieno viso, leccandomi poi tutto di fronte a lui. Le danze erano iniziate!
Si sparse la voce della mia disponibilità anche tra i colleghi di plotone, e fui ovviamente associato al soldato Roberto T., il gay, non sapendo che invece ero felicemente fidanzato e scopavo regolarmente ad ogni permesso o licenza con la mia Giovanna! Ma poco importa…quasi ogni giorno soddisfacevo le voglie represse omosessuali dei tre graduati e di qualche commilitone, e avevo effettivamente tutte le sere di libera uscita, niente servizi armati o pesanti, permessi premio ogni mese…una pacchia. Ma la posta si sarebbe alzata…
Una sera, sempre nei locali doccia, si presentò in accappatoio il caporale G.. Si tolse l’accappatoio, venne sotto la doccia tutto nudo, con fare spavaldo, il cazzo in mano masturbandolo lentamente. Si mise con me sotto l’acqua, poi mi costrinse ad andare in ginocchio e a fagli un bel pompino, poi però mi tirò su per le ascelle e mi piazzò di fronte al muro, prese dello shampoo e mi lubrificò il buchino del culo con le dita, dilatandolo per bene, mi piazzò il cazzo sull’ano e me lo spinse dentro senza troppi complimenti! Io lanciai un urlo soffocato, il dolore fu enorme, mi ruppe letteralmente il culo…nonostante fossi già ampiamente rotto, ma il suo pisello era veramente enorme e lo fece senza nessuna pietà o delicatezza! Mi girai supplicandolo (anche per dargli un po’ di soddisfazione…) “signor caporale, per favore, faccia piano…sono praticamente vergine…lei ha un cazzo gigantesco…bellissimo…ma è troppo per me…la scongiuro non mi faccia male!” il caporale G. sorrise beffardo, e spinse ancora di più il cazzo dentro il mio sfintere dilaniandolo! Cominciò così a incularmi come un treno, tenendomi fermo per i fianchi, come una puttana qualsiasi! Poco dopo, con la coda dell’occhio vidi arrivare anche il sergente, in mimetica, ci guardò per un attimo divertito e poi si spogliò completamente nudo, vendendo anche lui sotto la doccia, mi fece chinare sul suo pisello a spompinarlo, finchè non mi divenne durissimo come il marmo il bocca. Capii che quella sera stavo facendo il salto di qualità…i due si lanciavano apprezzamenti sulla mia bravura sessuale, sul mio stretto buco del culo, le mie morbide labbra…come se niente fosse, si scambiarono i ruoli e il sergente venne dietro a incularmi e il caporale si fece ingoiare il cazzo, e andarono avanti così per un paio di cambi, sino a che non mi inondarono insieme di sborra sia nel culo che in bocca! Devo dire che fu estremamente piacevole, e li feci godere per bene. Il giorno dopo mi ritrovai in licenza per due giorni e andai subito a Genova dalla mia fidanzatina, alla quale a sua volta ruppi il culo, dietro le sue insensate e isteriche proteste!
Al ritorno in caserma, la sera, trovai l’altro caporale F. che faceva il contrappello. Una volta terminato, mi convocò nell’ufficio dei graduati per comunicarmi i turni della settimana. Già avevo notato lo sguardo eccitato e il pacco gonfio sotto la mimetica. Ero sull’attenti di fronte alla scrivania, quando il caporale mi ordinò “soldato, abbassati i pantaloni e le mutande! È un ordine…forza!” spaventato dal tono, esegui l’ordine, rimasi col cazzetto esposto e penzoloni. Lui si avvicinò, si sedette sulla scrivania e disse “ora masturbati, dai…fatti una pippa di fronte a me…” umiliato ma eccitato dalla situazione, mi masturbai sull’attenti, in mimetica abbassata alle caviglie, guardando il vuoto…il caporale mi guardava eccitato, si toccava il pacco, non perdeva di vista la mia cappella…il mio pisello era durissimo, le palle gonfie, e il caporale mi incitava “ti piace masturbarti eh?! frocetto di un soldato…ti piace il pisello duro…dai, adesso sborrami davanti, voglio vedere come schizzi da solo!” a quelle parole accelerai la sega e sborrai in piedi, sull’attenti, con un’enorme spruzzata in aria di sborra, che ricadde sul pavimento, i miei anfibi, sulle mani. Il caporale era eccitatissimo, mi mise di fronte a me e con un ordine imperioso mi fece inginocchiare e spompinarlo! Nella penombra dell’ufficio scrivani e nel silenzio dell’intera caserma, si udiva solo il mio ciucciare voluttuosamente l’enorme cazzo del caporale, che si godeva il pompino tenendomi per la testa e dirigendomi come una puttana da strada sul suo lungo e grosso pisello! Lo masturbavo tenendomi la cappella ben stretta tra le labbra, sentendolo gemere sottovoce…poi mi alzò, lui si mise seduto sulla poltrona della scrivania e tenne il cazzo in verticale…mi sedetti sopra, impalandomi dolorosamente…mi sfondai il culo da solo, ma non potevo fare altrimenti e comunque poi godetti come una cagna in calore…lui mi guardava orgoglioso dell’effetto del suo membro…iniziai a muovermi su e giù, lentamente, assaporando il cazzo che mi scorreva nello sfintere, allargandolo sempre di più…il caporale grugniva come un porco, poi gli squillò il telefono e intuì che era la moglie! Il caporale rimase lucido, rispose senza tradire nessuna emozione e eccitazione, mentre io in assoluto silenzio continuavo a farmi inculare su e giù sul suo pisellone! Salutò la moglie con un tenero “ciao amore, ti amo” e attaccò il telefono, riprendendo a scoparsi la sua recluta! Mi eccitai di nuovo, il cazzo mi tronò durissimo, il caporale F. lo guardò ingrossarsi e sorrise…mi prese la mano e me la mise sul mio pisello, invitandomi a masturbarmi. Lo feci eccitatissimo, ma dopo un minuto mormorai “signore…vengo…sborro…” e subito dopo gli spruzzai un litro di sborra sulla giacca della mimetica…lui rimase sorpreso, poi sorrise malizioso, e tenendomi bloccato per i fianchi, senza preavviso, mi sborrò lui nel culo, con un gemito sordo!! Mi sentii lo sfintere inondato di caldo liquido seminale…mi diede dei colpi violenti di cazzo in alto che mi fece sobbalzare…sorrisi, felice per il suo orgasmo…poi mi alzai sfilandomi dal suo palo e subito mi inginocchiai tra le sue cosce, leccandoli e pulendogli il cazzo, avvolto di sperma e dei miei umori anali.
Mi tirai in piedi e mi rimisi sull’attenti dopo essermi rivestito. Lui mi rimproverò ”cazzo recluta, mi hai sborrato addosso sporcandomi tutto…domani mattina vai subito in lavanderia a farmi pulire la mimetica, poi torna che ti troppo il culo per punizione! Fuori, march!” e tornai in camerata, mi misi in branda e crollai di stanchezza!
La mattina dopo, venni sodomizzato nel bagno della camerata dal caporale F. prima che smontasse dalla notte e tornasse a casa, dalla moglie dai figli…
Ma non erano solo i graduati a divertirsi per via della mia ricattabilità e disponibilità. Anche i miei commilitoni non mi risparmiavano sevizie e abusi.
Ogni tanto qualche compagno di plotone mi supplicava letteralmente di fargli un pompino e una sega per farlo sfogare, per via della mancanza di permessi o licenza per andare dalle fidanzate. Allora lo portavo nei bagni, chiudendoci dentro una cabina, mi sedevo sulla tazza con loro di fronte, gli tiravo fuori il cazzo e lo masturbavo o lo spompinavo sino a farlo sborrare abbondantemente, in bocca o in mano, pulirlo con la carta igienica e rimetterglielo dentro e via…
La sera, nei locali doccia, quando i graduati non venivano, scendeva quale commilitone a incularmi…il mio collega T. li aveva abituati bene, e ognuno di loro si sentiva in diritto di possederci quando gli faceva più comodo. Una sera di sabato ero rimasto in caserma per un servizio, nel plotone eravamo rimasti pochissimi per le licenze. Mi misi a letto verso le due di notte stanco morto. Ad un certo punto, mi sono sentito sollevare con tutto il materasso e gettare in terra, pensai a uno scherzo goliardico, invece mi ritrovai addosso tre commilitoni completamente nudi, con i cazzi dritti e duri come il marmo…capii che erano completamente ubriachi…mi spogliarono tutto nudo, infilandomi a turno i loro cazzi in bocca…li assecondai, succhiandogli i piselli per bene, cercando di farli contenti, li masturbai tanto, sperando che venissero subito, ma l’alcool li fece durare di più…mi misero a pecorina sul materasso, mi sputarono nel culo come a una vecchia troia e mi incularono uno dopo l’altro, mentre spompinavo quelli fuori. Non capii nulla quella notte, era un turbine di corpi e di cazzi che mi girava intorno…uno mi sborrò in piena bocca, ma si riprese subito, un altro mi venne due volte di seguito in culo…ero la loro preda, mi stavano sbranando! Mugugnavano in silenzio, mi scopavano in bocca e in culo grugnendo come maiali…io mi masturbai sborrando sul mio materasso un paio di volte…finirono schizzandomi sul petto tutti e tre insieme e scomparirono ognuno nelle loro stanze e brande. Rimisi il materasso fradicio di sperma sulla rete e mi accasciai sfinito!
to be continued....

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