L'Apparenza Inganna Capitolo 11

Scritto da , il 2019-06-11, genere tradimenti

Amici lettori, vi avevo lasciato nello scorso capitolo con la confessione di Francois Urbain. Subito dopo essere uscita dalla casa del francese, Federica sentì l'euforia salirle fin sopra ai capelli. E in quel momento pensò solo ad una persona: Alessandro. Voleva correre da lui e farsi quattro risate, sfogarsi, divertirsi. Prese la macchina e sfrecciò verso l'Alex Man che, era sul punto di chiudere.
Quando giunse davanti al bar, vide che le serrande erano abbassate per metà e si tuffò dentro.

"Ale!" Disse lei. Lui era in mezzo alla sala che lavava il pavimento.

"Fede, che ci fai qui?"

"Sono ancora in tempo per una birra?"

"No, il locale è chiuso!" Rispose tranquillamente Alessandro.

"Per un'amica la fai un'eccezione?" Disse lei sorridendo.

"Sono stanco, è stata una giornata dura. Facciamo che la bevi domani, ok?" La voce di Alessandro era sempre gentile, ma aveva qualcosa di "vuoto". Federica si innervosì.

"Insomma, io non ti capisco, sai? Sono qui per stare in tua compagnia, perchè mi fa piacere!"

Lui continuava a pulire e un'aria malinconica gli comparve sul viso.

"Per scacciare il chiodo del tuo fidanzato traditore? Scusami, ma non sono quel tipo di compagnia!"

Federica si sentì ferita. Non aveva mai pensato ad una cosa del genere, non gliene fregava niente di scacciare il chiodo di Roberto. Era li solo perchè voleva stare con lui.

"Come ti permetti di dire cose del genere? Per chi mi hai preso? Anche se sei abituato a frequentare delle stronze non significa che io lo sia!"

Lui la interruppe con una voce gentile e sincera. "Non penso che tu sia una stronza. Penso solo che una persona dovrebbe essere sicura dei propri sentimenti, ecco tutto."

Federica lo trovava eccezionale. Un uomo gentile e sensibile, capace di pensare prima ai sentimenti che all'attrazione. Abituata com'era a Roberto e ai suoi amici, un uomo come Alessandro spiccava come un gigante. Gli si avvicinò e gli prese una mano.

"Allora, se la metti in questo modo, prima metterò ordine nella mia vita. Chiuderò il cerchio, e poi tornerò qui! E quando lo farò, tu ti fiderai di me, senza arrogarti il diritto di presumere i miei sentimenti! Ti sta bene?"

Alessandro le sorrise di nuovo. Un sorriso solare, gentile, dolce: "Come vuoi! Aspetterò quel momento!" Lei non resistette, gli avvinghiò le braccia intorno e gli diede un bacio. Alessandro non oppose resistenza e si lasciò andare anch'egli. Lei si staccò e lo guardò negli occhi.

"Facciamo l'amore..."

"No" rispose lui.

"Perchè?" Federica era esausta.

"Perchè prima devi chiudere il cerchio, lo hai detto tu stessa"

Federica si rassegnò. "Come vuoi!"

Fece per uscire, si voltò a guardarlo un ultima volta.

"Mi mancherai stanotte!"

Alessandro rispose con un cenno della mano.

"Buonanotte Federica"

La mattina seguente, Eleonora si alzò dal letto radiosa. Si fece una doccia, lavandosi e depilandosi accuratamente ogni parte del suo corpo. Le piaceva tenere la vagina completamente rasata, la trovava più igienica, più di classe. Indossò un paio di mutandine nere trasparenti con un piccolo fiocchetto rosa applicato al bordo più alto. Nessun reggiseno, le sue tette erano piccole a sufficienza da non aver bisogno di essere contenute. Rinnovò lo smalto rosso su mani e piedi e indossò quel bellissimo vestitino da cocktail color corallo chiaro. Era il suo vestito delle grandi occasioni e lo aveva pagato molto. Ai piedi mise le sue scarpe modello chanel color corallo chiaro, come il vestito. Si guardò le lunghe gambe nude dallo specchio e si complimentò con se stessa per quanto fossero belle.
Si applicò un trucco leggero, non le piaceva coprirsi con dei mascheroni di fard. Impreziosì le labbra con un rossetto color fuoco che faceva risaltare i suoi grandi occhi azzurri. Le era sempre piaciuto essere considerata una donna di classe. Le piaceva anche il termine inglese con cui venivano identificate le donne come lei: "Ladylike". Così come le piaceva essere diversa dalla maggiorparte delle sue coetanee. E questo fin dall'adolescenza, quando tutte le altre ragazze si infighettavano allo stesso modo mentre lei era una punk che indossava lunghi giubbotti verdi, jeans larghi strappati e Converse All Star. Dopo aver rinnovato i suoi boccoli ramati con la piastra, prese la borsetta ed uscì. Salì a bordo della sua Lancia Y nera e partì.

Era una di quelle calde mattinate di giugno, cielo terso e sole splendente. Trovò un pò di traffico, ma era talmente di buon umore che niente avrebbe potuto guastare la sua giornata. Arrivò davanti al parcheggio del centro estetico Giglio Nero, dove avrebbe firmato il contratto che ne avrebbe fatto la responsabile. Attraversò il parcheggio camminando con il suo modo sinuoso di ancheggiare, il tutto sottolineato da quel vestito così perfetto che la faceva sembrare una sirena. Entrò nel centro e si diresse alla segreteria, già affollata da diverse clienti intente ad aspettare il loro turno. Alla scrivania vi era una ragazza giovanissima dai capelli neri, carina ma con il naso un pò adunco. Sulla targhetta aveva scritto "SILVIA".

"Buongiorno!" Esordì Eleonora.

"Buongiorno signora, cosa posso fare per lei?"

"Desidero parlare con Francois!"

Silvia fece una faccia stranita. "Chi lo desidera?"

"Le dica solo che Eleonora è arrivata!"

Silvia alzò un sopracciglio e fece un'espressione divertita.

"Ooooh, dunque tu sei "LA" Eleonora!"

Eleonora alzò un sopracciglio anch'ella. Quel "La" davanti al suo nome significava che Silvia aveva sentito parlare di lei. Ma certo, sicuramente Francois aveva avvisato le dipendenti che sarebbe arrivata una nuova responsabile e che si chiamava Eleonora.

"Proprio quella", disse orgogliosamente lei.
Silvia sorrise e prese l'interfono.

"Pronto? Si, è arrivata Eleonora!"

Eleonora si gonfiò il petto. "Posso entrare?"

"Signora, forse non lo sa, ma il Signor Urbain non si occuperà più di questo centro estetico!"

Una doccia fredda gelata le si scaricò addosso con la potenza di una tempesta. Sbiancò.

"Come..come dice?"

"Ho detto che il Signor Urbain non gestirà più questo posto! Ora se ne occupa sua moglie, la Signora Vitali!"

Eleonora avvertì un mancamento, le gambe la sostenevano a malapena.

"E...da quando?" Sussurrò.

"Da ieri sera!"

"Questo...non è possibile...dev'esserci un errore..."

La voce imperiosa di Milena Vitali irruppe nella stanza.

"Nessun errore!"

La donna si stagliava sull'uscio della porta dell'ufficio. Eleonora respirava a fatica, ad un certo punto pensò fosse un incubo e tentò di svegliarsi. Milena si avvicinò a lei. Nella stanza, tutte le clienti e alcune massaggiatrici stavano osservando in religioso silenzio.

"Mio marito, anzi, quello che presto diventerà il mio ex marito, non ha più voce in capitolo qui! Così come tutto quello che aveva stabilito in precedenza non ha più alcun valore!"

Eleonora aveva gli occhi lucidi, il labbro tremante. Non era possibile che stesse succedendo realmente. Milena arrivò a pochi centimetri di distanza da Eleonora e la fissò negli occhi.

"Questo significa non avrai quello che credevi di aver ottenuto facendoti leccare i piedi da quel pervertito"

Nella sala partirono brusii di disaprrovazione. Eleonora era rossa in volto per la vergogna. Era stata scoperta. Le gambe tremavano. Cercò un pò di coraggio dentro di se.

"Non so di cosa lei stia parlando! Lei mi sta calunniando..."

Milena le sferrò uno schiaffo in pieno volto. Eleonora si tenne la guancia per il dolore e spalancò la bocca dalla sorpresa. I brusii diventarono un vociare confuso. La sua testa girava e il senso di umiliazione cresceva in lei. Milena la guardò freddamente.

"Ora porta quel culo grasso fuori dal mio centro, o ti sbatto fuori con le mie mani, puttana!"

Eleonora si guardò intorno paonazza. Umiliata scoppiò a piangere e corse fuori dal centro estetico. Com'era stata possibile una cosa del genere? Entrò di corsa nella macchina e pianse sul volante. Non era mai stata umiliata in quel modo in vita sua. Schiaffeggiata in pubblico, apostrofata come una puttana. Il suo obbiettivo era volatilizzato, scomparso nel nulla.
Dopo aver pianto per una decina di minuti, sentì la rabbia ribollire dentro di lei. Prese il telefono e cercò il numero di Francois. Voleva parlargli, voleva insultarlo, voleva distruggerlo almeno a parole. Il numero squillava, qualcuno rispose.

"Francois!!!" Urlò lei.

"Buongiorno...Tesoro!" La voce di Federica rispose al posto di quella di Urbain. Eleonora raggelò

"Federica?"

"Si, sono proprio io!"

Eleonora perse le parole, non pronunciò niente per una ventina di secondi. Il suo cervello non riusciva a capire quello che le stava succedendo. Fu Federica a rompere gli imbarazzi.

"Immagino che tu ti stia chiedendo cosa succede, vero? Ti senti spaesata, vero? Sarò felice di rispondere a tutte le domande che ti stanno frullando nella testa!"

"Dove sei?" Le disse in tono calmo ma minaccioso.

"Hai presente quella bella spiaggia dove un sabato pomeriggio di fine maggio hai scopato dietro ad una roccia il mio fidanzato? Ecco, mi trovo li!"

Eleonora ansimava colma di rabbia. Chiaramente era stata tutta opera di Federica.

"Vieni fino alla spiaggia, poi vedrai diversi gazebi bianchi sulla spiaggia. Sono seduta qui ad un tavolino, davanti ad una birra gelata. Se mi dici cosa vuoi posso ordinare anche per te!"

"Vaffanculo!!!! Urlò Eleonora, fuori di se. "Sto arrivando!!!"

La donna partì sgommando a tutta velocità. Mentre guidava si guardava allo specchietto cercando di cancellare il trucco colato sulle guance. Quella sgualdrina da 4 soldi aveva rovinato la sua carriera, la sua vita, la sua reputazione. Anni e anni con una reputazione irreprensibile guastati da una puttanella ignorante e gretta. Aveva sempre odiato quelle ragazzette facili, mezze nude, che vivevano facendo shopping e senza un minimo di cultura. E Federica rappresentava la summa di quello stereotipo di donna che lei detestava. E quel giorno gliel'avrebbe fatta pagare. Aveva perso Roberto per lei, aveva perso la carriera. Federica l'avrebbe pagata a tutti i costi.

Quando arrivò alla spiaggia non si curò nemmeno di parcheggiare bene l'auto, saltò giù dalla vettura e si diresse a passo svelto verso la spiaggia. Vide diversi gazebi sparsi sulla spiaggia. Erano dei tendoni bianchi, sotto i quali vi era un tavolino e due poltrone bianche. Si guardò intorno e poi la vide. Federica era appollaiata su una poltrona, con le gambe allungate sul bracciolo. Era in costume da bagno, uno striminzito bikini azzurrino e aveva gli occhi celati da occhiali da sole neri rotondi. In una mano teneva una Ceres, mentre con l'altra si portava una sigaretta alla bocca. Eleonora si avvicinò a lei, le scarpe sprofondavano nella sabbia. Pensava solo a quanto il suo odio stesse montando. Arrivò davanti al gazebo con l'aria furiosa.

"Ciao, Tesoro!" disse Federica. Lei non rispose, impietrita.

"Accomodati pure, cara, dobbiamo parlare un pò.

Eleonora si avvicinò alla poltrona e si sedette, guardando fissa negli occhi Federica.

"Bel vestito, se non ricordo male lo hai indossato la sera che hai scopato Roberto in macchina, giusto?"

Eleonora si mordeva le labbra dalla rabbia. Federica tirò una boccata di fumo dalla sigaretta.

"Come vedi, ho parecchie cose di cui parlare!"

TO BE CONTINUED...

Siamo arrivati alla resa dei conti. Due modi di essere, di vivere, di apparire, di pensare e di essere donna completamente agli antipodi. Federica contro Eleonora. Bellezza contro Semplicità. Moda contro Classe. Mondanità contro Cultura. E voi da che parte state? Prima dello scontro finale, lasciatemi un sempiterno commento qui sotto, oppure scrivetemi a cobralocke@gmail.com

Questo racconto di è stato letto 2 9 1 4 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.