La mia super prima. L'addio.

Scritto da , il 2019-04-23, genere prime esperienze

Restammo senza vederci una settimana perché mia madre, per via dei turni di lavoro compatibili con la mia uscita da scuola, mi portava e mi riaccompagnava a casa, tutti i giorni.
Comunicavamo solo per sms, mi scriveva di aver voglia di strapazzarmi ma soprattutto, mi invitava a non masturbarmi.
Ammetto che fu difficile dargli retta, però, non mi toccai per otto giorni di fila.
Iniziò la settimana, mio padre, mi ricordò del matrimonio di un parente, un cugino di mia madre per l'esattezza.
Si sarebbe sposato sabato, io, ovviamente, non volevo andarci, feci di tutto, pur di rimanere a "casa" , non ne potevo più! Avevo voglia di Assunta, troppa voglia di lei.
Insisto oggi, insisto domani, sino a convincere i miei:
" Allora stattene a casa"!
Disse, mia madre, non potendone più di sentirmi.
La settimana passò lentamente, scrissi ad Assunta che i miei, sarebbero partiti venerdì pomeriggio per rientrare domenica mattina.
" Portati il cambio😍"!
Mi rispose.
Capì che mi voleva lì con lei, la cosa mi preoccupò, avrei dovuto stare fuori di casa, senza dire nulla ai miei e tornare sabato sera. Non m'importava, ero disposto a tutto pur di stare con quella donna.
Il venerdì alle 15:00 i miei partirono, io, presi un cambio di biancheria, lo buttai bello zaino e un'ora dopo ero sull'autobus, direzione casa di Assunta.
Arrivato lì, neppure suonai, lei mi vide dalla finestra aprendomi la porta.
Che un bomba! Pensai, quando la vidi sulla porta con una camicia da notte rosa, sotto portava delle culottes gialle e un reggiseno in pizzo.
I capelli sciolti, erano lucidi e piastrati, in viso un trucco leggero la rendeva seducente.
Mi abbracciò forte baciandomi.
In casa c'era un profumo di pasta al forno:
" Sono cannelloni"
Mi disse, ridendo.
Ero già duro, mi diede le spalle per riporre del burro in frigo, io, sicuro di volerla la presi da dietro, senza esitare la baciai sul collo stringendogli i seni, la camicia da notte, liscia al tatto mi ubriacò i sensi, sempre dietro di lei mi inginocchiai incominciando a baciarle le gambe stringendo i suoi glutei forte nelle mie mani, lei si voltò, sussurrando:
"Andiamo in camera"!
Spense il forno, mi prese per mano e assieme percorremmo il breve corridoio, in camera si sfilò la camicia , si girò mettendosi a novanta sul letto.
Io, la baciavo sulle cose e lentamente gli sfilavo via le culottes, aveva un fresco profumo, gli passai la lingua sulla vaggina, era liscia, depilata, calda. Gemeva, chiedendomi di metterci tutta la bocca, era bellissimo sentirla godere, vederla stringere le lenzuola con forza. Alcuni minuti dopo, prese un cuscino e se lo mise sotto la pancia, io nel mentre mi spogliavo.
"Bagnati con l'olio... E lì... Sul comò"
Mi disse, ansimando.
Immersi entrambe le mani nel olio, mi lubrificai il pene, il quale, diventò ancora più duro, tornai da lei, gli passai le mani unte sul sedere, che bello era, malgrado la sua età, era sodo, stringerglielo mi caricava.
Gli misi le dita nella vagina, accarezzandola lentament, lei urlò e quasi singhiozzando disse di infilzarla, lo voleva in culo!
Io misi la mia lingua nel suo ano, il suo corpo vibrava, sempre ansimando mi disse:
" Ale... Salimi sopra"!
Le montai sopra , appoggiai il pene durissimo nel suo buco scivoloso e unto.
" Spingi Ale!... Spingi"!
Gridò.
Io spinsi, era stretto, spinsi ancora più forte ed entrò di colpo tutto dentro:
" Ahhh! Ahhh"!
Urlò forte, credetti di avergli fatto male, mi fermai.
" Spingi piccolo mio! Spingi"!
Continuò, ansimando.
Ecco una nuova sensazione, incominciai a colpirla forte, lei teneva il culo alto mentre io affondavo colpi decisi, distese le braccia in avanti, urlando sempre più:
" Va bene così"?
Le chiesi.
" Si! Ahhhh! Sei fortissimo"!
Replicò.
Io, mi tirai ancora più in su, facendo forza sulle mie braccia, abbassai lo sguardo, vedendo il cazzo duro, scivolare dentro il suo culo, sbattevo forte, sempre più forte, non sapevo se avrei potuto o meno venirgli dentro glielo chiesi:
" Sono tua"!
Rispose, ansimando.
La colpì ancora tre, quattro, cinque volte, forte, sentivo d'essere ormai arrivato quando, all'improvviso, il campanello di casa suonò.
Assunta, si agitò, io, l'afferrai per le braccia bloccandola, stavo per venire, ma il momento era ormai rotto, lei si tirò su ed io, mi scostai.
" Scusami Ale"!
Disse, con voce impastata.
Si alzo' di fretta dal letto, mentre il campanello suonò una seconda volta:
" Accidenti! È mio fratello"!
Sussurrò, guardando dalle fessure della persiana.
" Non aprire"!
Gli dissi.
" Figurati! Sa che sono in casa! Tu mettiti sotto il letto veloce"!
Presi i miei vestiti, mi infilai sotto il letto, come un ladro. Assunta, si rivestì in fretta, infilandosi un jeans e un maglione bianco preso di tutta fretta dall'armadio.
" Stai buono qui"!
Mi disse, uscendo dalla camera, chiudendo la porta alle sue spalle.
Ero nudo, sotto il letto, con i vestiti in mano, vedevo le mutande di Assunta davanti a me, le presi per timore che il fratello, per un qualche motivo entrasse in camera.
Sentivo Assunta parlare, faceva entrare il fratello in casa.
" Non hai sentito il campanello.
Chiese.
" Ero al bagno"
Rispondeva, lei.
Non percepì più nulla di chiaro, non sapevo cosa volesse il fratello, parlucchiavano tra loro, ma non riuscì capire più nulla per un quarto d'ora.
All'improvviso, un colpo, era la porta di casa.
" Ci sei ancora"?
Disse ridendo Assunta, rientrata in camera.
Io, uscì da sotto il letto.
"E' andato via! Vieni"!
Sussurrò lei, con voce calda.
" Che voleva"?
Chiesi.
Lei, non rispose, nella penombra della camera si spogliò, io mi sdraia sul letto, mentre, Assunta, eccitata, si avvicino' a me, unta la mano nell'olio, mi strofinò il pene, sedendosi sopra.
Facendo forza sulla parete del letto, si portò più avanti del solito, respirando profondamente, sussurrò:
" Rimettilo dov'era"!
Io, capì, preso in mano il pene, lo infilai dentro il suo ano, lei lo senti' e con forza venne giù incominciando a sbattere forte, stringendo forte le mani alla parete del letto.
Era seduta su di me, i seni gli coprivano il viso, gemeva e spingeva, la sua vagina era aperta, io gliela toccai, calda e umida.
Era fantastica averla sopra, una padronanza unica, per me era tutto nuovo.
Su e giù, veloce, ansimava e urlava, io le afferrai i seni stringendo i capezzoli, quanto le piaceva quando gli facevo questo, mi guardava con gli occhi mezzi chiusi dal piacere dicendomi:
" Bellissimo! E' bellissimo"!
Il cazzo scivolava perfettamente dentro, io allungai le braccia all'indietro, faceva tutto lei, vedevo tutti i suoi movimenti, colpiva forte col suo culo, sbatteva forte, sempre più forte, urlando:
" Sto venendo"!
All'improvviso sentì la sua crema scendere su di me, era venuta, si fermò sedendosi stravolta.
" Tu ci sei Ale"?
Chiese con affannata.
" Ancora... Ti prego".!
Risposi.
Riprese fiato e sorridendomi mi disse:
" Ora ti finisco"!
Non me lo disse, ma io capì che era sfinita, quella posizione era difficile da riprendere per lei, mi tirai su, lei si lasciò andare appoggiando la schiena sul materasso ormai senza più lenzuola a coprirlo, ora, ero sopra di lei, preso nuovavamente il cazzo in mano, cercai il suo culo, voleva venirgli lì, lei sollevò le gambe tenendosele con le braccia.
" Mettilo dentro Ale"!
Disse.
Io, lo rimisi dentro, era scivoloso, mi distesi allungandomi, incominciai a colpirla forte, due, tre, quattro volte, non tardai a venire, esplodendo dentro il suo culo, una settimana di astinenza.
Crollammo entrambi dalla stanchezza, ero rilassato sul letto, lei mi baciò in modo amorevole, poi, sorridendo si alzò
lasciandomi solo, crollai nel sonno.
Quando Assunta mi svegliò, erano le 8 di sera, guardai il cellulare, trovai quattro chiamate di mia madre. Gli telefonai dal bagno mentre mi sistemavo, raccontandogli di aver completamente dimenticato il cellulare nello zaino, che era tutto a posto,si tranquillizzò, dicendomi che sarebbero rientrati domenica in mattinata.
Andai in cucina, Assunta, indossava una camicetta da notte nera, era docciata, profumata, sedeva a tavola per la cena con due piatti di cannelloni pronti in mano, mi disse di sedermi a mangiare.
Trovai tutto strano, essere lì piuttosto che a casa mia, a mangiare con lei, però allo stesso tempo ero felice, la luce soffusa della cucina gli illuminava il corpo, la sua voce calda e sicura, mi ubriacava.
Mangiammo parlando, della scuola, dei compagni miei, della sua vita, triste, mi disse, perché la semplicità delle cose non esisteva più, era una donna ferita, è vero, però forte, genuina che cercava di andare avanti, fu bello ascoltarla e parlarci assieme, confidandogli, senza riserve, le mie paure e i miei sogni, la mia prima super esperienza di sesso con lei, fu bello davvero, gli dissi, lei mi baciò, di nuovo facemmo nuovamente sesso; stare sopra di lei, vederla ansimare mentre forte la sbattevo sul materasso, era bellissimo, venirgli dentro, sentire la sua vagina riempirsi di spersa, un'emozione unica, una libertà totale.
Il mattino dopo, l'erezione fu puntuale, Assunta, mi prese, scherzosamente, un po in giro accarezzandomi il corpo, mi tolse gli slip, io, me ne stavo sdraiato con le gambe strette, lei, sopra di me, con le braccia larghe mi leccava il petto, la pancia, scendendo, dolcemente, al pene lo prese in bocca con sicurezza. Calda, piena di saliva, la sua bocca era un tripudio di piacere per me, il pene scivolava veloce, lei mi guardava godere, continuando a muovere la bocca sino ad accogliere il mio sperma di primo mattino.
Che stanchezza provai, mentre lei, continuò a baciarmi il corpo.
Dormì sino alle 10 del mattino, mi svegliai, lei era in cucina beveva il caffè, mi accolse con un sorriso:
" Mangi qualcosa"?
Mi chiese, indicando merendine varie sulla tavola.
" Grazie! Ma la mattina non mangio mai".
Risposi sedendomi.
Tutta la mattina restammo in casa, penso di non aver mai parlato così tanto come quel giorno, nel pomeriggio incominciò a piovere, un forte temporale risuonò forte sino a sera.
Il mio autobus partiva alle 20, feci la doccia, lei entrò in bagno infilandosi sotto l'acqua con me, la presi da dietro, accompagnò il pene dolcemente dentro la vagina, sotto l'acqua che scorreva forte e calda, misi le mie mani sulle sue spalle spingendo forte, lei, con i pugni sulla parete della doccia, urlava dal piacere sporgendo sempre più il sedere verso di me, la presi forte per i fianchi spingendo quasi violentemente, era stupendo sentirla urlare:
" Sono tua! Sbattimi forte"!
Non resistetti più, venendogli dentro l'ennesima volta.
Era insaziabile, io, glielo dissi, lei, asciugandosi i capelli mi disse che ero un ragazzo fortunato:
" Anche tu... Sei una donna fortunata"
Replicai, sorridendo assieme a lei.
" Cosa ti piace di me?... Cosa ti colpisce più di tutto"?
Mi chiese nel bagno, mentre mi rivestivo.
" Il tuo fisico è pazzesco! Poi la tua personalità, un uomo appena intelligente non dovrebbe lasciarti mai"!
Risposi.
Era la verità, era cio' che pensavo di lei, la vedevo e la sentivo così, chiunque con un pizzico di buon senso, non gli avrebbe dato più di 51, 52 anni, era giovane:
" Faccio un'assidua attività fisica"!
Disse, io sorrisi e lei subito replicò:
" Non in quel senso... Scemotto"!
Ma a parte gli scherzi, lei, era giovane soprattutto dentro, il suo sorriso portava luce ovunque ci fosse buio.
Mi trovai quasi a disagio, quando la vidi commuoversi sentendo le mie parole.
Assunta, mi faceva sentire un'altra persona in tutto, io non gli chiesi mai nulla, era come se lei sapesse già cosa avrei voluto fare con lei, la posizione del sesso, un gioco particolare, tutto gli era chiaro, stupendamente chiaro.
Dopo quella sera, non la sentì più, non la vidi mai più, 11 giorni dopo venne investita sulle strisce pedonali uscendo dal parrucchiere, l'impatto gli fu fatale, mio padre lo seppe da una vicina di casa che lo chiamò al telefono, mia madre rimase sconvolta, malgrado non avesse mai conosciuto Assunta.
Quanto ho pianto nella mia camera, ancora oggi nel mio cellulare ormai vecchio e inutilizzato, conservo i suoi sms, sono segreti stupendi, folli, morbosi, che tengo con me come reliquie nell'anima.
Assunta, quella donna bella, divertente, genuina, mi fece crescere in poco tempo, a distanza di quasi 18 anni, nessuna più fu come lei.

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