Un timido spione

di
genere
voyeur

Finalmente, iniziano le giornate primaverili. Ci vuole un po' di caldo dopo il freddo dell' inverno. Sto completando l' ultima pratica in ufficio e poi via a casa. Guardando dalla finestra, vedo che c'è ancora il sole nonostante siano già le sei di sera. Terminata la pratica, chiudo l' ufficio e mi avvio in direzione di casa. Faccio qualche passo sul marciapiede e sento un rumore di passi leggeri dietro di me. Non mi volto, proseguo nel mio cammino. Quando raggiungo un negozio, mi fermo davanti alla vetrina. Il riflesso di luce sulla vetrina, mi consente di vedere quello che accade dietro di me. All' inizio non noto nulla di strano. Poi, quasi per caso, vedo un piccolo movimento dietro un bidone della spazzatura. Faccio finta di guardare gli oggetti dentro la vetrina, ma, in realtà, con la coda dell'occhio cerco di non perdere nessun movimento, anche minimo, che avviene dietro di me. Dopo alcuni minuti, vedo il suo riflesso sulla vetrina.
Lo conosco. È André. Ha sempre corti capelli rossi ma è un po' ingrassato dall' ultima volta che è venuto nel mio ufficio.
Mi aveva supplicato di dargli un lavoro, perché la sua azienda era fallita e lui aveva urgente bisogno di lavorare per pagare l'affitto della casa.
Io sono la direttrice di una filiale che si occupa di import export. Gli risposi che non potevo accontentarlo. Ho già dei bravi dipendenti, non c'è nessun bisogno di assumere un estraneo. Lui era deluso dalla mia risposta, ma mi fece comunque i complimenti per la mia bellezza e per il vestito elegante che avevo indosso. Subito dopo lui uscì di corsa dal mio ufficio. Adesso, André mi segue e mi spia nascondendosi dietro ad un bidone. Mi viene in mente un idea. Prendo dalla borsetta il mio cellulare è chiamo mio marito, Gianfranco. "Ciao caro. Quando hai finito di lavorare,vieni al parco. Ti aspetto lì, seduta su una panchina" Dopo aver chiuso la conversazione, mi allontano dal negozio e mi dirigo verso il parco. Con la coda dell'occhio, avverto che Andrè mi sta seguendo. Faccio finta di nulla e mi siedo su una panchina proprio sotto un grande albero. Mi tolgo la giacca e allargo la scollatura della mia camicetta.
Sento che qualcuno sta ansimando. È quello che volevo. Voglio divertirmi un po' con lui, prima che arrivi mio marito. Accavallo le gambe e tiro leggermente in su' la mia gonna. Alzo la gonna sopra al ginocchio. Sento un gridolino soffocato provenire da dietro di me. Quindi appoggio una mano
sopra al mio ginocchio e la faccio scorrere lungo la mia coscia. Infine, chiudo gli occhi e mi massaggio in mezzo alle cosce. I gridolini
repressi di Andrè, si uniscono ai brividi di eccitazione che mi sto procurando da sola con il massaggio delle mie parti intime. Mi sdraio, supina, sulla panchina e inizio a strofinarmi il clitoride.
La mia eccitazione aumenta sempre più. "Esmeralda, non c'è la faccio più a guardarti da lontano. Mi stai facendo impazzire. Sto venendo" era la voce di Andrè. Mi rimetto seduta e guardo dietro la mia panchina. Andrè si trova a due metri da me e sta nascondendo il rigonfiamento dei suoi pantaloni. Mi metto a ridere e, guardandolo in faccia, infilo la mia mano dentro la scollatura della mia camicetta e stringo i miei capezzoli. Inevitabilmente, la mia eccitazione aumenta.
Lui si strofina più velocemente il rigonfiamento dei suoi pantaloni. Il suo stato confusionale, mi fa ridere ancora. "Non c'è la faccio più a guardarti da lontano. Esmeralda, sei stupenda.
Voglio abbracciarti" mi dice Andrè. Ma non riesce a fare neanche un passo verso di me, perché Gianfranco lo afferra per le spalle e lo scaraventa a terra. Andrè si rialza e scappa via. "Caro Gianfranco, sei arrivato in tempo. Il mio massaggio mi ha fatto eccitare così tanto che ho fatto fatica a calmare le mie emozioni. Se Andrè mi avesse raggiunta, non so se sarei stata in grado di oppormi al suo abbraccio. Voglio fare l'amore con te" dico a mio marito. Gianfranco mi bacia sulle labbra. Io faccio scivolare la mia lingua dentro la sua bocca. Le nostre lingue si uniscono, si intrecciano. Poi, Gianfranco mi fa sdraiare sulla panchina e si abbassa velocemente i pantaloni.Io mi tolgo subito il perizoma e allargo le gambe.
Gianfranco mi afferra i fianchi e penetra dentro di me. Il suo membro affonda ripetutamente dentro la mia vagina. Ho l' orgasmo e gli bagno il pene.
Gianfranco affonda un'altra volta dentro di me e viene anche lui. Il suo sperma cola dalla mia vagina. Ci baciamo ancora sulla bocca. Ci rivestiamo velocemente e,mano nella mano, ci avviamo verso casa.
di
scritto il
2019-03-12
7 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.