L'amica di mia sorella

Scritto da , il 2011-06-13, genere feticismo

Dovevo superarlo per forza quel benedetto esame all’ università, era troppo importante per la mia carriera scolastica, ed allora per isolarmi da ogni tentazione decisi di trasferirmi a Bari a casa di mia sorella, oramai prossima alla laurea.



La mia sorellina era tornata a casa e per questo motivo mi aveva lasciato le chiavi del suo appartamentino barese che divideva con altre due ragazze: una sua amica d’infanzia (nel frattempo rientrata a Lecce ed una zitellona di 42 anni della quale mi hanno sempre parlato male insinuando spesso delle facili ironie sui suoi gusti sessuali.



Mia sorella mi aveva detto che era una dirigente di banca originaria del Veneto che mal si adattava ai gusti e ai costumi del sud, piuttosto antipatica e quasi asociale, mentre ammettevano che sotto l’aspetto fisico era veramente carina.



“Ma chi se ne frega, io devo solo studiare come un pazzo per prendere almeno un 18” – le dissi ridacchiando – “figuriamoci se sto badando a queste cose”.



Incurante del caldo massacrante decisi di raggiungere Bari con la mia auto e finalmente giunsi a casa che era ora di pranzo, e naturalmente non c’era nessuno…



Dopo aver posato i bagagli andai subito in bagno per darmi una rinfrescatina quando nel bidet scorsi uno slip da donna usato da poco… naturalmente l’istinto prese il sopravvento ed iniziai ad annusarlo con curiosità prima, con morbosità successivamente: non avevo mai sentito un odore così forte, era come un profumo inebriante che mi aveva conquistato e mi entrava nella pelle.



Ero oramai preso in piena eccitazione ad annusarmi quel bocconcino quando all’improvviso una presenza estranea entrò nel bagno che incautamente avevo lasciato socchiuso: era Lidia, la famosa inquilina zitellona con la fichetta che emanava quell’ aroma indimenticabile.



Ancora a petto nudo sobbalzai spaventato con il suo indumento intimo ancora in mano e lei che tutta agitata mi chiese: “Ma non ti vergogni? Sei il fratello di Francesca vero? Peccato che non hai preso niente da lei… “



Mi sentivo sprofondare per la vergogna e non spiaccicai una parola, cercavo di giustificarmi dicendo che avevo bisogno di lavarmi e dovevo per forza spostare quelle mutandine, ma lei non volle sentire ragioni ed io comunque continuai a lavarmi come se niente fosse non prima di averla guardata per bene…



Lidia era veramente una bella donna: 42 anni ben portati con i capelli castani,molto curata e con una bella voce, ma soprattutto un corpicino apparentemente minuto che lasciava immaginare forme sinuose.



Subito mi pervase il desiderio di scoparmela per provare da vicino l’ebbrezza di avere tra le mani una bella 42enne dai modi forti ma dalle voglie strane, cosa che comunque non tardai a scoprire…



Scocciato per il gran caldo decisi di andare nella sala in comune per guardarmi un po’ la tv, ma presto i miei occhi si posarono invece sulla matura coinquilina che girava per casa con un reggiseno ed un pareo dal quale si vedeva chiaramente un bel perizomino nero ed un culo meraviglioso tutto da scoprire…



Mentre passava e ripassava impegnata a far chissà che, notavo che Lidia ogni volta che si allontanava ridacchiava sotto i baffi che non aveva: probabilmente quella scena degli slip le aveva fatto piacere ma non aveva il coraggio di mostrarsi…



Mi addormentai sul divano con la tv accesa ma ben presto fui svegliato da una voce familiare: era Lidia che si era messa sulla poltrona di fronte a leggere una rivista, col chiaro intento di provocarmi e vedere fino a che punto ero disposto ad arrivare…



“Oh scusami, non sapevo che dormissi” – esordì falsamente imbarazzata mentre accavallava le sue belle coscette ben tornite – “quasi quasi me ne torno in camera mia per non disturbarti”, mi disse mentre io ero ancora mezzo rimbambito da quel sonnellino…



“Non preoccuparti, tanto oramai mi sono svegliato” – le sorrisi – “anzi, è il momento buono per rimettermi un po’ a studiare”…



“Che cosa studi?” – mi ribattè lei - e mentre parlava sembrava avesse perso la sua aggressività e la brutalità con la quale mi accolse con le sue mutandine in mano, era cambiata nei modi diventando nello stesso tempo dolce e complice…



“Giurisprudenza,mi tocca l’esame di diritto privato e se non lo supero sto nei casini” – risposi mentre notavo che il mio pisellone si gonfiava a dismisura dai pantaloncini – “altrimenti mi tocca partire per il servizio militare” …



Lei iniziò a ridere come una pazza e quasi non respirava; pensando che mi stesse prendendo in giro con una smorfia di arrabbiatura le chiesi: “Ma cosa c’è che ti fa tanto ridere nel fatto che devo studiare diritto privato?” …



E lei, dimostrando un’ironia davvero inaspettata, almeno secondo quanto descritto da mia sorella mi rispose prontamente - “Non so come ti andrà l’esame, non so se è privato, ma di sicuro è diritto…” – disse provocatoriamente buttando uno sguardo inequivocabile sul mio arnese gonfio…



Io arrossii e le risposi che il mio “irrigidimento” era causato da quel ben di Dio che mi trovavo davanti agli occhi e che lei non faceva niente per nascondere…



“Ma ti eccito di più io o i miei slip sudaticci che stamattina stavi quasi per mangiarteli?” – chiese ridendo a crepapelle…



“Entrambi allo stesso modo” – le dissi seriamente – “ma ne approfitto per scusarmi ancora per stamattina, in quanto al mio arrapamento non posso farci niente, anche se so che delle strane idee potrebbero passarmi per la mente”…



“Lo sai che a noi quarantenni piace la carne giovane” – riprese Lidia ormai soffocata dal desiderio – “non pensare che noi donne mature non proviamo le stesse perversioni di voi ragazzi” – il tutto mentre divaricava le gambe ed io invidiavo quella poltrona …



Detto questo mi ritirai in camera di mia sorella per provare a studiare, ma quel discorso lasciato così senza seguito mi turbò molto al punto che mi misi coi libri sul lettino a studiacchiare quando sentivo dei rumori strani in prossimità della porta…



Lidia entrò in punta di piedi per non far casino ed io feci finta di essere addormentato: volevo vedere cosa aveva in mente…



Mentre mi giravo e rigiravo un profumino familiare mi attanagliò i sensi, lo stesso che avvertii qualche ora prima ma che stavolta mi eccitava ancora di più…



Sempre fingendo un sonno profondo scoprii che quella porcellona mi stava mettendo sotto il naso il suo perizoma appena smesso, che oltre ad essere sudato era pure impregnato delle sue voglie di sesso, al punto che qualche goccia mi sfiorò pure il viso…



Feci finta di svegliarmi di soprassalto e la scoprii vicina a me con quelle mutandine tra le mani e il pareo scoperto che lasciava vedere una fica molto ben curata e quasi depilata: ero eccitatissimo, ma non volevo lasciare il gioco nelle sue mani…



“Sniff sniff… questo aroma l’ho già sentito da qualche parte” – le chiesi facendo finta di essere stralunato dalla pennichella – “ma stavolta è tutto bagnato, come mai?” – mentre ridevo…



Nemmeno il tempo di una risposta che lei si sbottonò il reggiseno, si tolse il pareo e si mise a cavalcioni su di me sbattendomi in bocca quella fica matura in calore…



“Lecca ed odorala tutta, visto che ti piace tanto” – mi disse con gli occhi di fuori – “e non lasciarne nemmeno una goccia perché altrimenti devo pensare che non ti piaccio” - esclamò ormai in preda ai fumi del sesso…



“Non c’è bisogno di dirmelo, così sei bellissima” – blaterai confusamente tra una slinguata e l’altra con la bocca piena del suo succo: mi stavo innamorando e quasi non me n’ero accorto…



Ebbe subito un orgasmo sul mio viso ed io ero senza fiato, ma lei insaziabile non aveva ancora finito… si mise a pecorina e voleva essere scopata da dietro mentre il mio uccellone altro non chiedeva…



“Sfondami il culo, perché davanti per ora mi è bastato” – mi implorò con una espressione da vera troiona – “ma fai piano perché voglio che godi pure tu” : pensate un po’ che altruista, anche se davanti ad un sedere così ben fatto c’era ben poco da scherzare…



Perso ormai ogni ritegno le leccai dapprima il buco giusto per riscaldarla, e lei già gemeva di piacere, ma quando lasciai la mano per mettere il mio cazzo lei gettò un urlo di dolore; le faceva male, ma non desiderava altro…



Mentre la inculavo desiderava essere masturbata, ed io l’accontentai sparandole un ditalino mozzafiato, lei era impazzita per il godimento ed intanto si girò mettendosi in una posizione a “ “smorza candela” ma con le spalle senza naturalmente lasciare il suo culetto solo soletto…



“Mmmmm, non resisto, non resisto più…” – esclamava come in uno stato di trance – ma io non capivo il senso di quelle frasi, preso com’ero dalla situazione eccitante…



“Si sto per …, sto per …, non ce la faccio, non ce la faccio” - e non finiva mai quelle frasi che io non riuscivo a decifrare finchè non provai sulla mia pelle quello che voleva dire…



Si staccò dal mio uccello ancora durissimo e vedevo che si metteva insistentemente una mano sotto, io per scherzo le feci il solletico quando lei esclamò: “no, così no…..” e le scappò una pisciata che non riusciva più a trattenere sul mio petto…



Io rimasi colpito da quella scena, nessuna ragazza era arrivata fino a tanto con me, e la situazione invece di schifarmi mi eccitava ancora di più…



“Scusami non prendermi per una sporcacciona” – si scusò quasi piangendo – “ ma la verità è che non lo faccio da quasi un anno, tu sei un bel ragazzo e volevo goderti tutto tutto” …



“Ma figurati se io me la prendo” – le dissi con fare quasi da uomo consumato – “ma non è che ti sei stancata di godere per caso?”…



Detto questo la presi di forza con la fica ancora bagnata di piscio e le infilai il mio cazzo in posizione laterale… era una goduria unica e lei sembrava pronta per altri orgasmi…



Cosa che puntualmente avvenne in simultanea quando decidemmo di metterci a 69 senza risparmiarci altri attimi di goduria… si leccò tutto il mio succo e continuava a toccarmi il cazzo senza sosta…



Ripresici dall’ avventura restammo sul lettino abbracciati ed esausti quando squillò il telefonino e vidi che era mia sorella…



“Fratellino, tutto a posto a casa?” – esclamò ironicamente – “e con la mia coinquilina ci hai già litigato oppure non l’hai conosciuta? – proprio mentre Lidia era lì vicino…



Trovai qualche scusa e poi chiudemmo la telefonata… oramai era tardi e le ore per studiare erano poche, comunque riuscii lo stesso a superare l’esame, anche se per le prossime volte ho pensato che frequentare un po’ di lezioni a Bari non può certo far che bene, tanto nella casa ho già chi mi accoglierebbe a braccia (e gambe) aperte … o no???

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