Culo d'Oro grazie a badoo

Scritto da , il 2019-02-19, genere etero

Storia vera
Sono stato iscritto ad un social network senza saperlo e da questo social non né so davvero uscire. Si tratta di un social molto famoso di cui non ne sapevo l’esistenza finché sulla mia posta elettronica sono comparse delle note fra cui una che mi segnalava l’interesse di una donna. Sono andato a vedere di cosa si trattava, la curiosità e l’idea di conoscere donne in chat non mi dispiaceva. Io da solo non mi sarei mai iscritto ma visto che ero stato iscritto ho guardato di che si trattava. Tutto abbastanza sobrio, devo dire, gli scemi e le sceme ci sono ovunque, figuriamoci in una chat, ma basta non dare troppo peso. Ho iniziato a chattare con una donna. In chat tutto mi è apparso splendido e meraviglioso. La donna che chiamerò Ronny ha iniziato ad aprirsi e io ad aprirmi con lei. Abbiamo iniziato a raccontarci molte cose. Lei non viveva a Roma, pur se originariamente era romana. Mi è iniziata a piacere, una 40enne con due figli e da quello che mi aveva scritto un sanissimo desiderio sessuale. Aveva molto appetito sessuale come me. Nel corso dei nostri incontri in chat, sempre non volgari, mi sono dedicato a fornirle molti miei elementi peculiari e distintivi e lo stesso ha fatto lei: una bella donna con due occhi verdi che ti perderesti. Aveva alle spalle un matrimonio finito e una serie molto lunga di esperienze date da legami molto forti con gli uomini del suo passato. Le piaceva essere donna anche se la sua vita difficile l’aveva resa per alcuni frangenti dura, forse durissima. Abbiamo deciso di comune accordo di sentirci anche telefonicamente la sensazione e il desiderio di conoscersi sono aumentati di molto. Siamo distanti e lei da ottima mamma di famiglia vive con i suoi figli. Il mio lavoro mi porta in giro per l’Italia e per l’Europa ma ero certo di poterla raggiungere sebbene non immediatamente. Dopo lunghissime chat ci siamo impegnati in lunghissime telefonate, con il desiderio che aumentava esponenzialmente. Ronny ha iniziato ad essere esplicita e anche le nostre telefonate sono diventate via via interminabili . Ronny mi ha raccontato sempre più di lei, della sua vita, dei suoi due figli, di tutte le difficoltà e di tutte le cose belle e così ho iniziato a conoscere anche i figli per telefono. Mi è sembrata subito una situazione insolita ma ciò mi ha provocato una grande grandissima curiosità e soprattutto desiderio. Nel corso delle nostre telefonate ho costantemente avvertito una crescita della voglia del desiderio carnale mio nei suoi confronti e Ronny non si è tirata indietro anzi abbiamo discusso moltissimo di questo. Mi è apparsa desiderosissima e mi ha detto subito di avere una caratteristica che spera mi piacerà molto. Mi ha incuriosito e ho iniziato a desiderarla ancora di più. Inizialmente Non mi ha voluto dire di che si trattava e allora anche io le ho detto che avevo un segreto per lei e l’ho incuriosità. Anzi ne avevo due per lei e lei non ha retto al gioco. Era talmente tanto il desiderio di sapere cosa non le volessi dire che mi ha svelato la sua caratteristica. Mi ha detto di essere una donna pluriorgasmica e di avere frequenti squirting… ovviamente la cosa mi ha fatto enorme piacere questo è sempre stato il mio sogno e denotava una sua libertà di vivere il sesso a dir poco fantastica. Io, invece, le ho detto di avere un pene poderoso e soprattutto di essere pressoché instancabile. Mi ha detto che questi per lei non sarebbero stati assolutamente dei problemi e che anzi non vedeva l’ora di mettere alla prova la sua esperienza con la mia resistenza per vedere chi dei due l’avrebbe spuntata. Da donna intraprendente e sessualmente libera sapeva benissimo che a letto è come in guerra che si fa tutto a patto che sia voluto da entrambi. Mi ha raccontato che una delle cose che la fa più godere era prenderlo nel culo, tante volte e anche in modo continuativo e questo mi ha reso ancora più eccitato visto che sono un grande amante delle inculate e inculo molto bene. Man mano che la confidenza cresceva io le ho detto i miei desideri più reconditi e lei ha fatto lo stesso. Credo di aver desiderato Ronny in una maniera così violenta che solo poche volte ho provato… Lei mi ha raccontato di come ha subito le inculate pazzesche che ha subito, con un uomo in particolare, che con lei è stato insieme molti anni e io le ho raccontato le inculate che ho fatto con le mie donne e ci siamo eccitati vicendevolmente. Ad un certo punto è sembrato logico a Renny propormi di fare sesso telefonico, cosa che io non avevo mai fatto e quindi mi è sembrato stimolante farlo. Ronny aspettava che i figli andassero a letto e poi si chiudeva in camera e mi telefonava. Ho sentito lei chiamarmi amore, l’ho sentita desiderarmi e soprattutto l’ho sentita parlare di sesso in maniera infuocata. Ronny dimostrava di essere assolutamente istintiva e io ormai la desideravo conoscere ero completamente travolto, specie mentre la sentivo godere a ripetizione con le sue dita e un vibratore mentre mi davo da fare con il mio bel cazzone a segarmi sulla base delle fantasie porche che Ronny sapeva proporre e più ne proponeva lei più ne prospettavo io. Più volte mi ritrovai a esaudire la sua richiesta di infilarmi come fosse il suo un dito e poi due dita nel culo per dirle cosa mi faceva provare ed anche io volevo il suo culo e le chiedevo di infilarsi nell’ano il vibratore e sentivo i suoi singhiozzi i suoi gemiti e anche le sue grida quando con le dita, intanto provocava i suoi dilanianti squirting. Godeva a non finire Ronny da distante e io non che non arrivavo mai godevo del fatto che le mie parole e la mia fantasia erano in grado di raggiungere il bersaglio pur non conoscendola fisicamente, anatomicamente. Arrivavo pochissime volte ma quando arrivavo era in maniera poderosa e sempre in coincidenza con uno dei suoi molteplici orgasmi. Non vi era dubbio che dovevo assolutamente conoscerla e concretizzare queste fantasie che mi apparivano meravigliose. Non bastava mai; Ronny sembrava un coacervo di desideri e rimanevamo a raccontarci le nostre fantasie fino a tarda, tardissima notte, con lei che concludeva sempre sconquassata dagli orgasmi telefonici e in un mare di umori. Mi raccontava il giorno dopo che per le tante emissioni di liquidi aveva dovuto distendere sul letto un telo di cotone come una sorta di copriletto per evitare di sbrodare tutto. Questa cosa mi faceva impazzire e non vedevo l’ora di vedere, di provare quelle fantastiche emozioni. Non faceva altro che ripetermi in modo ossessivo e al contempo dolce che avrei dovuto adorare la sua miciotta e io la rassicuravo, le promettevo che avrei adorato e riempito la sua micia come mai le era stato fatto e questo io mi accingevo a fare, perché con il passare delle settimane facendo sesso telefonico almeno 4 volte alla settimana il desiderio fisico era ormai alle stelle. Avevo iniziato a desiderare con tutte le mie forze, con tutta la mia volontà una donna che conoscevo solo per alcune foto viste sul computer e per la sua voce un po’ rude ma assolutamente esplicita. Quello che mi aspettava non lo sapevo ma lo pregustavo intimamente. Intanto ero stato nuovamente contattato da Ornella, ma Ornella poteva bollire nel suo brodo sapevo che il desiderio l’avrebbe resa ancora più schiava, si era ritornata a far sentire Barbara e anche Carla, ogni volta che mi incontrava, aveva in viso scritto la parola Scopami. Io dovevo puntare su Ronny…l’incontro al buio mi eccitava da morire. Decisi con lei che avremmo preso una camera di albergo e così facemmo per un fine settimana. Presi l’autobus dalla stazione Tiburtina di Roma e dopo alcune ore di viaggio giunsi nella città della donna. Ci eravamo sentiti nel corso del viaggio e quando scesi lei mi riconobbe subito io no. Era diversa da come appariva nelle foto ma dopo il primo impatto trovai che era interessante. Aveva un viso arrapante da porcona con degli occhialoni scuri e soprattutto sembrava marziale molto ruvida con stivaloni. Andammo subito in albergo e prendemmo una camera per noi. I figli li aveva lasciati al padre. Non avevamo mangiato nulla e io non sentivo più nulla se non il rimbombare della sua voce roca al telefono mentre facevamo sesso telefonico. Già nel corridoio l’avevo abbrancata e dopo aver aperto la porta la spinsi sul letto. Fu un attimo in cui lei rise e vestiti iniziammo a goderci limonando in un bocca a bocca e lingua a lingua senza fiato. Fu così per molto tempo con lei che cercava di frenare il mio impeto. Io la volevo, volevo la Ronny che scopava da dio che mi doveva dare la miciotta e il suo culetto. Ronny cercava di impormi il suo modo di fare sesso ma non aveva tenuto conto di quanto io fossi arrapato e voglioso. In men che non si dica ero a slinguare, suggere e adorare la sua spettacolare clitoride e inserivo in profondità il mio naso tra le labbra della sua caldissima vagina. Sapevo che la cosa importante era farla partire perché una volta partita se era vero quello che avevo sentito telefonicamente sarebbe stato un festival di trionfo erotico. La fica era magnificamente accogliente profumata e lubrificata. Tutta l’ansia di Ronny si era scaricata li. La lavorai intensamente bocca, lingua naso, poi mi resi conto che si poteva osare di più e allora dita, uno, due, tre, mano. La rimestavo, la pastrugnavo con lei che sentiva tutto e chiedeva di essere fatta come meglio volessi. Era in mia balia e io la addomesticai a tutti i servizi. Oramai con la mia mano agitavo dentro tipo frulllatore e Ronny vomitava liquido, urlava come una folle e godeva senza tregua. Era lei. In quell’orgia le imposi il mio pene bello robusto, sano e vigoroso e lei fiottò e fiottò e fiottò ancora liquido caldo che io scesi a bere, a succhiare alla fonte e più mi dissetavo più con le dita continuavo a far fiottare con Ronny che ormai era in preda ad orgasmi in sequenza e non riusciva a smettere più con me che più la sentivo più mi eccitavo e la funestavo irrimediabilmente. Ronny era fuori di testa e il liquido si riversava sbrodolando tutto. Il letto era divenuto una sorta di lago in cui io sguazzavo senza respiro la mia bocca era tutt’uno con la sua sorca e il mio intento era quello di distruggerla dal godimento. Ad un certo punto del pomeriggio era sfatta totalmente sfatta ed io non avevo ancora raggiunto l’orgasmo. Mi chiese di masturbarmi, ci provò ma non aveva l’energia e la fantasia giusta per cui dopo qualche minuto la feci sospendere. Mi era venuta la fantasia di incularla ma a questa proposta rifiutò lei. Non voleva darmi il culo al primo incontro. Dopo aver sentito gloriare tanto per telefono le pazzesche inculate che i suoi uomini avevano potuto fare con lei rimasi male ma la lasciai fare. Tentò di farmi un bocchino ma a metà dell’opera si rese conto che riuscire a farmi arrivare non era cosa sua. In quello stato io piuttosto ricominciavo a infilare le mia dita nei suoi buchini e il lavoro produceva sempre soddisfazione. Ronny era diventata nuovamente una fontana e ora era lei che mi chiedeva una pausa. Avevo capito come funzionava e sebbene lei si fosse presentata quasi come una mangiatrice di uomini io sapevo come maneggiarla e come farla sfogare tutto il succo che avrei voluto era semplice gestirla e non appena la lasciai quieta non ebbe neanche la forza di alzarsi per andare al bagno a farsi un bidet e umida e pregna di umori come era si addormentò volgendosi di culo. Ebbi la tentazione di prenderla da fianco sarebbe stato facile ma decisi di aspettare e aspettai tanto perché si fece oltre tre ore di sonno. Non appena si risvegliò io ero già pronto a succhiare la micia e a titillarle la clitoride. Il mio pene fece un altro bagno nel lago con la donna che mostrava evidenti segni di cedimento. Facemmo una doccia insieme ma lei mi chiese di non sollecitarla più se no le sarebbe preso un infarto e dopo esserci vestiti uscimmo e andammo a cena. Ronny mangiò tanto e io ne fui ben lieto. Mi aveva promesso una notte fantastica e io non stavo dentro la pelle. Vissi una delle sere più eccitate che abbia mai vissuto. Aspettai tutta la serata, andammo poi in un bar e prendemmo un liquore quindi ritornammo in albergo. Ronny aveva promesso e cercò di fare il suo meglio aveva un tanga tigrato e nonostante puntasse a dominare la serata gestendola con le sue forze ben presto divenne mia succube e io riiniziai a dirigere la danza con lei che a cosce aperte non poteva fare altro che gemere e guaire. Povera Ronny mi avrebbe dovuto soddisfare in tutti i modi e tutte le maniere ma ero io che per l’ennesima volta la stavo rivoltando come un calzino e lei non riusciva ad imporsi ma si svuotava sempre di più. Non era passata neanche una oretta che già si sentiva piena e assolutamente paga, mentre io cercavo di raggiungere l’orgasmo, mi disse che aveva bisogno di riposo e io la lasciai tranquilla. Questa volta si alzò, andò in bagno si fece una breve doccia e si lavò i denti. Mi disse che avrebbe riposato e poi mi avrebbe fatto vedere lei di cosa era capace. Le lenzuola erano da strizzare per cui si addormentò in una pozza di liquidi suoi e io rimasi ad acquietarmi. Prese sonno e in capo ad una ora mi resi conto che mai e poi mai la notte di fuoco ci sarebbe stata. Ero rassegnato ma mentre cercavo un sonno che non arrivava iniziai a sentire le attività frenetiche della coppia che stava nella camera che stava a fianco alla nostra. Quella si che fu una nottata straordinaria. Le urla della donna si sentivano in modo inequivocabile e tutte le parole si comprendevano. Fecero sesso violento e a tratti brutale fino a circa le 6 di mattina e io non potei che ascoltare tutto. Fu almeno per tre volte che l’uomo prese il culo della sua compagna o forse addirittura una quarta contro il suo volere, ma questa cosa mi aveva fatto imbestialire. Una notte intera a sentire un uomo squartare la sua donna con me che avevo a fianco una donna che mi aveva promesso sfacelli e che ancora dormiva beata nonostante il rumore indiavolato che la coppia faceva. Non ressi più e mi misi dietro Ronny iniziai ad accrezzarla, ad abbracciarla e poi le infilai la nerchia nella fica o come diceva lei nella micia. Sembrava non dare segni e io continuai a fare il mio finché divenni veramente grosso e lei in una situazione di dormiveglia lasciava fare. La vagina si riscaldò subito e anche gli umori si attivarono e io iniziai a pistonarla senza tregua. Ci volle qualche minuto per ricominciare a sentire Ronny carburata e questo significò quasi subito sentire e vedere il suo sbrodolare con mugolii vari e gemiti che mano mano divenivano urli. Guardai il display della sveglia sul mio comodino erano poco più delle 6.30 e pensai che quella mattinata della domenica sarebbe dovuta essere indimenticabile: Ronny non l’avrebbe dovuta dimenticare mai e io dovevo prendermi tutto quello che mi era stato promesso. Fui possente spietato e avido, fui ingordo di tutto, questa volta senza lasciarle tregua e quando Ronny iniziò a lamentarsi che non arrivavo smisi di trattarla con la dolce tenerezza che avevo utilizzato sino ad allora e le dissi tutto quello che avevo in mente. Le raccontai di tutto quello che avevo sentito durante la notte precedente mentre lei dormiva profondamente e senza darle altro tempo la misi alla pecorina fra le sue proteste. Iniziò a crearsi una sorta di clima di competizione con me che la volevo sfondare e lei che tentava di sfuggire anche se io sapevo che non sarebbe mai riuscita in questo intendimento. Per essere più chiaro ed esplicito presi il telefono e parlai con la portineria segnalando che ci saremmo fermati un’altra notte in camera e cosi Ronny capì che l’avrei distrutta. Chiusa la comunicazione con l’albergo mi dedicai alla donna che ora dimostrava di voler opporre delle resistenze e soprattutto mi disse che non poteva rimanere l’intera domenica con me poiché il lunedì sarebbe dovuta andare al lavoro, sebbene io non fossi interessato a questo problema e siluravo la sua fica senza tregua in un entra ed esci fantastico. Ronny intendeva fare i capricci, continuava a dire che poi vi erano i figli e che lei non poteva proprio lasciare tutto per dedicarmi una giornata intera. I suoi figli avrebbero dovuto andare a scuola l’indomani mattina ma bastò che aumentassi il ritmo e la donna fu in preda al desiderio. Questa fu un’ulteriore conferma che sapevo oramai come dominarla e lo facevo con una certa semplicità. Ricordo di aver fatto il confronto con Ornella che dominavo da qualche tempo e rispetto a lei Ronny era assolutamente maneggevolissima. La sua passerotta era il guanto ideale per il mio cazzone e ben presto Ronny iniziò a rendersene conto . La consistenza del suo corpo era in parte flaccida ma il culetto ispirava cose molto porche e anche la vagina era molto desiderabile con le sue labbra accentuatissime. La clitoride poi era spessa e evidente creando un quadro nel complesso scopabile. L’addome era con una pancetta significativa e le tette erano mosce e cadenti ma il viso era da porca indiscutibile. Volevo sbatterla e raggiungere i miei orgasmi. Oramai avevo deciso la lavoravo con le mani mentre le insellavo la fica e non appena iniziava a recalcitrare mi ponevo in modo assai perentorio obbligandola a farle fare le cose. Le diedi una serie di ceffoni sulle natiche e all’altezza dei reni palpandole il deretano che volevo a tutti i costi e più entravo e uscivo dalla fica, più lei gemeva il suo piacere e più io ero convinto che l’inculata si doveva fare. Il suo ano si apriva voracemente e sembrava invitarmi ad entrare ogni volta che si apriva come un fiore carnivoro, pronto a ingoiare il mio pene. Aveva ragione in questo era stata sfondata analmente in maniera regolare metodica e il suo culo era stato rotto alla grande. Improvvisamente le infilai due dita in cullo e Ronny ebbe una risposta immediata, oserei dire violenta. Si rivolse a me e mi disse: “che cazzo fai stronzo ti ho detto che nel culo no la prima volta”…e anche se mi guardò rabbiosa e continuò ad apostrofarmi con parolacce fui io a risponderle per le rime dicendo che l’avrei inculata eccome, subito, e che lei non avrebbe potuto più dire o fare niente per impedirmelo. Le misi l’intera mano nella fica e presi umori su umori con lei che cercava di divincolarsi ma perdendo inutilmente forze. Le schiaffai tutti i succhi trovati nel buco , le sputai dentro l’ano tre o quattro volte. Senza dirle nulla la infilai nel culo. Ronny era furente. Urlava come un’ossessa di smettere ma io la colpii ripetutamente ai fianchi e in viso mentre lei si voltava per dirmi le cose più terribili. Ogni ceffone andava a segno e io ero sempre in sella. L’ano era prolassato e non avevo avuto nessuna difficolta ad inserirmi. Resistette non più di una decina di minuti dopo di che ero padrone totale dell’ano e Ronny si fece inculare. Quel breve, anzi brevissimo momento di opposizione da parte della donna mi aveva ancora di più reso famelico e questo si trasformò in una inculata fatta a ritmi pazzeschi che mi condusse a sborrarle nell’intestino tutto quello che avevo e fu veramente molto. Era la mia prima eiaculazione nel corpo di Ronny. Mentre inculavo le mie mani agivano nella vagina della donna per cui lei sbrodolava a fontana ricreando l’effetto piscina nel letto. Era sugo denso appiccicoso e tutte e due le mie mani ne erano impregnate. Era quello che io ritenevo essere il miele di una donna e schizzava e colava dalla sua fica inzuppando tutte le lenzuola. Svuotai tutto quello che avevo e rimasi nel culo fino alla fine. Il mio pene aveva raggiunto la parte dell’intestino con escrementi per cui resomi conto la presi e la portai con me in bagno con fare molto sbrigativo. Mi fece lavare accuratamente da lei il pene e aspettai che evacuasse tutto quello che doveva. Le dissi che non avevo alcun desiderio di ritrovarmi altra merda sul glande. Fece quello che dovette fare e ritornò a me profumatissima al che io le feci scontare l’incidente costringendola a sbocchinarmi e questa volta fu un magnifico pompino. Iniziò infatti con il leccare sapientemente il membro succhiando al momento giusto la spada di carne e lavorò benissimo anche le palle mentre io sapevo come eccitarla sempre più. La vagina e il buco del culo erano miei ogni volta che decidevo di assaltarli con le mie dita La porca sotto comando funzionava e funzionava benissimo e io le orgasmai in bocca per la seconda volta. Fu a questo punto che Ronny si sentì soddisfatta. Ero arrivato per ben due volte consecutive e lei era assolutamente appagata. Mi disse che se avessimo lasciato la stanza entro mezzogiorno avrei potuto prendere l’autobus che partiva nel primo pomeriggio per Roma. Evidentemente voleva fingere di non capire che io ormai avevo deciso di rimanere tutta la giornata e la notte successiva con lei, o meglio dentro lei. Non provai neanche a ripeterle il mio programma, ricominciai ad assalirle la clitoride con la lingua e succhiai intensamente. Ronny recalcitrò un po’ ma come al solito andò nel pallone e io non dovetti fare altro che assecondare i suoi orgasmi multipli. Era una vera e propria beatitudine veniva a cascata e il letto era sempre più fradicio. La presi e la portai di fronte al tavolino con lo specchio e la posi a 90 gradi. Era una delle mie posizioni preferite e Ronny si posizionò. Sbrodava a non finire e io ero orgoglioso di tutto quanto questo ben di dio. Ero di nuovo in tiro e andai possente dentro la vagina stantuffandola senza tregua, anzi il ritmo era talmente alto che Ronny spesso doveva fare dei saltelli per resistere. Ad un certo punto decisi di farle mettere una coscia sulla sedia e fu tutto ancora più profondo. Entravo in maniera secca e precisa oramai con la vagina che era un buco ardente pieno di umori infuocati. Ronny non poteva tirarsi indietro in nessun modo oramai non era padrona del suo corpo perché bastava che io le maneggiassi la fica e lei perdeva la testa partendo subito per orgasmi continui. Non avevo ancora completato l’assalto in vagina che il mio pensiero era a penetrare di nuovo nel culo. Ronny capì e mi disse di no ma questo fu il motivo per forzarla nuovamente all’ano. Non mi piaceva come lei imponeva i suoi divieti. Aveva una faccia autoritaria che di fatto mi arrapava ancora di più, per cui più lei rifiutava una cosa più io volevo ottenerla e così feci. Questa volta Ronny non smise di ribellarsi e l’inculata fu ancora più soddisfacente. La penetrai prima con un dito, poi con due quindi con tre e subito le imposi il pistone turgido che aveva appena sconquassato la sua fica. Non mi interessava che lei avesse deciso di irrigidirsi io entrai brutalmente e lei urlò la sua rabbia impotente. Fui violento nel modo giusto e quando l’azione delle mie dita sulla clitoride fu evidente Ronny si accasciò prendendo per l’ennesima volta tutto quello che le fornivo. Ronny aveva capito che non si poteva opporre e continuava a godere senza pace. Irrigai il suo intestino nuovamente e imperversai con le mani dentro la sua fica per essere certo fino all’ultimo che la donna rimanesse sottomessa e così fu. Non potette fare altro che assecondare tutte le mie voglie solo che ora non si reggeva più in piedi. Troppe erano state le performance che le a avevo chiesto e ormai era ora di pranzo mentre noi non avevamo fatto nemmeno colazione. La obbligai ad un sontuoso pompino con panna e ci prendemmo il tempo che ci volle avrei avuto voglia di una spagnola ma vista l’inconsistenza del suo seno flaccido non era assolutamente realizzabile e allora optai per il bocchino che la umiliò abbastanza. Ormai sapevo che il modo migliore di trattarla era tenerla sotto pressione e così feci, senza lasciarle mai l’iniziativa e rimanendo sempre in una condizione di indifferenza, come se tutto mi fosse dovuto e a lei niente. Finalmente il seme uscì e lei che la volta precedente lo aveva rigettato questa volta fu costretta da me ad inghiottirlo fino all’ultima goccia. Protestò, è vero ma ingoiò che lo volesse o meno. Quando finì andammo in bagno e facemmo la doccia obbligatoriamente insieme e li ebbe modo di sfiancarla ulteriormente facendola arrivare con i miei giochini di lingua e con le dita, dopodiché mentre lei mi diceva: “Ma che sei un satiro, non ti basta mai, secondo me sei malato” e cose di questo genere, io tranquillo le dissi che potevamo vestirci e andare a pranzo. Le dissi anche che avrei voluto conoscere dal vivo i suoi due ragazzi e lei come esitante sembrava non volerci credere. Io la spinsi a chiamare la figlia femmina, la più grande per dirle che saremmo andati al ristorante, di avvertire anche il figlio maschio, più piccolo. Passò poco più di mezz’ora e ci trovammo tutti seduti come una allegra famiglia su di un tavolo in un bel ristorante. La ragazzina era sveglia aveva 14 anni ed era molto ben educata garbata e spigliatissima, il giovanottino sbruffoncello e molto meno simpatico della femminuccia, ma nel complesso due bravi ragazzi che Ronny stava crescendo da sola. Mi faceva tenerezza la donna nell’approccio con i suoi figli ma non perdeva mai quel carattere ruvido guerreggiante che invece con me aveva subito perso a letto. Fu un bel pranzo dopodiché risalimmo in macchina e riaccompagnammo a casa del padre di Ronny i due figli. Il maschio chiese alla mamma quando sarebbe tornata a casa e Ronny guardò me, non sapeva cosa dire e io intervenni dicendo che io e la mamma avremmo avuto da fare per tutto il pomeriggio e la notte e il ragazzino mi guardò sorridendo in maniera maliziosa. Capii cosa voleva dire quello sguardo ma io ripresi dicendo: “se fate i bravi stasera andiamo tutti a cena insieme e soprattutto potreste venire in albergo con me e mamma così mentre io e mamma lavoriamo voi potreste dormire in una stanza vicina a mamma…che ne dite?” Il ragazzino fu subito entusiasta la femminuccia disse va bene e poi per suscitare il suo entusiasmo dissi anche…”e comunque domani niente scuola ve lo prometto”. Così il plebiscito fu universale; vidi Ronny più serena e dal suo volto che prima era una maschera accennò un sorriso, infine non pago dissi che neanche la mamma sarebbe andata a lavoro l’indomani e intanto Ronny era giunta sotto casa del padre, aveva suonato e dopo le giuste catechizzazioni che una madre deve fare ai suoi figli li lasciò andare con la promessa che ci saremmo visti in serata. Il giovane era assolutamente felice e anche la ragazzetta non lo era da meno. Ripartimmo alla volta dell’albergo e fu un pomeriggio da antologia. Costrinsi Ronny a fare di tutto e di più salvo arrampicarci sui muri e appenderci ai lampadari facemmo tutto in una maniera indiavolata con lei che alla fine si lamentava di avere la fica e il culo che le bruciavano per quanto avevamo scopato . Erano quasi le 21 quando ero alle prese con la sesta montata del suo culo e andavo dritto come un treno quando squillò il suo telefono ed era il ragazzino. Mi chiese di smettere ma io non lo feci dovevo portare a termine la mia impresa per cui lei rispose lo stesso ansimando e con il fiatone dicendo che io e lei stavamo lavorando ontensamente e mentre rispondeva io esplosi nel suo culo e feci a tempo a prenderle il telefono e chiuderlo prima che sentisse anche lei e il suo urlo molto più potente. Le cercai di tappare la bocca ma ci riuscii solo in parte. Rimanemmo sfatti sul letto finché non riprendemmo le forze poi andammo in bagno per le solite abluzioni e di nuovo in macchina a prendere i ragazzi. Fu una cena da re in un ristorante cinese che Ronny e i suoi figli conoscevano bene. A fine serata andammo come promesso tutti in albergo e io mi accomiatai presto dalla comitiva mentre Ronny rimase da buona madre con i suoi pargoli. Io sbrigai tutto quello che dovevo per prepararmi a dormire e per svolgere le adempienze igieniche. Ci volle una buona ora perché Ronny tornasse e mi dicesse che era sfinita. Le sorrisi e le dissi che non era vero per cui la feci salire sopra e fece uno smorzacandela che ricorderò per tutta la vita. Ci volle moltissimo per farmi arrivare ma quando inniettai tutto me stesso in lei fu una girandola di emozioni per lei che cavalcava famelica e per me che mi feci cavalcare alla grande. Non persi la cura della miciotta che feci allagare più e più volte e dopo aver ripulito tutto lle chiesi, quasi alle quattro della notte di invaderle il culo per l’ennesima volto. Le mi disse no ma io lo feci lo stesso e in men che non si dica il mio cazzo pompava dentro il suo ano per la settima volta. Ronny aveva il culo in fiamme, almeno così diceva, colpa dello sfregamento senza crema o nulla ma a me piaceva così. Andai fino alla fine e sborrai, snborrai e sborrai senza tregua con Ronny che non resse più e mi disse basta ti prego, non ci riesco più Era provata. Bello il tuo pisellone ma basta. Anche io ero molto soddisfatto e se lei si addormentò subito io in silenzio rimasi ad ascoltare. Niente rumori si sentivano solo i due ragazzini che dicevano che altro che lavoro hai sentito come la scopava, quella che diceva basta e che godeva era la mamma… la mamma lo ha chiamato pisellone, hai sentito? Disse il ragazzo e io sorrisi addormentandomi. La notte porta sempre consiglio per cui la mattina Ronny si svegliò con il mio cazzo in bocca. Sorrise e lo prese dimostrando anche nel dormiveglia una capacità erotica e sensuale notevole. Gusto quello che chiamava oramai continuamente il suo pisellone e fece un pompino da record il migliore che avessi avuto in quei due giorni, spremendo i testicoli nella giusta maniera e inghiottendo tutto. Fu lei a prendermi per mano e a accompagnarmi al bagno facemmo una doccia poi aprì il suo beauty case e tirò fuori un fallo-vibratore enorme e mi disse: hai fatto di me ciò che hai voluto, adesso tocca a me e questo è per te e me lo infilò nel culo facendomi sentire un dolore cane stavo morendo con quel cazzo posticcio in culo e fu peggio quando lo accese era posto a ventosa o non so come e nonostante volessi toglierlo non si staccava. Lei sorrise beffarda e mi disse non te ne liberi e inutile non ci riesci piuttosto incula me mentre il vibratore incula te e così feci fu una sorta di reazione a catena. Più il vibratore inviava impulsi al mio ano più io inculavo con violenza Ronny e la mia violenza si trasmetteva anche alla vagina perché le mie mani avide si muovevano per provocare il massimo del piacere alla donna. Non so quanto resistetti ma mi sembrò di resistere moltissimo perché Ronny era davvero sfinita in questa azione a ciclo continuo e quando la donna mi tolse il suo giocattolo potette notare che era intriso di sangue dalle mie emorroidi e di feci. Erano oltre le 11 quando i ragazzi vennero a bussare io ero in bagno e loro uscirono per un attimo con la loro mamma. Ci preparammo tutti e andammo a fare colazione. Una ricca colazione anzi ricchissima. Tutti e tre vollero accompagnarmi all’autobus per Roma e così fecero anche se a Ronny che per me era diventata culo d’Oro toccò scendere dalla macchina e darmi il saluto perché forse era la prima e l’ultima volta che ci vedevamo. Ancora il culo mi faceva male per l’inculata che avevo subito. Era stata la prima in assoluto ma ardevo dal desiderio di dare a lei, al suo culo l’ultima botta… chiesi all’autista quanto tempo vi fosse ancora prima della partenza lui mi disse 10 minuti. Lasciai i bagagli nel bagagliaio, presi Ronny cercammo un bagno e ci infilammo fra la fretta, l’ansia, la stanchezza, la possibilità di un addio, quella di non vederci mai più, fu un misto, un cocktail fantastico afrodisiaco e io venni con tutte le mie forze ancora nel suo culo d’oro. L’autobus stava partendo lei si era rivestita alla meno peggio e mi salutò felice. Ero combattuto molte cose erano accadute nel corso del viaggio pensai a tante cose. Chissà cosa sarebbe successo. Due giorni fa ho letto un messaggio sms: alla mia miciotta manca il suo pisellone, firmato Culo d’Oro

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