Una volta c'erano i titoli di coda

Scritto da , il 2018-10-21, genere etero


19 Aprile. Ogni fottutissimo 19 Aprile.

Sorridi.

- Come stai?

- Bene…non sono incinta, ho preso un altro cane, è nato un nuovo puledro… l’ennesimo maschio, mio fratello ti saluta e i miei vogliono che passi a trovarli.

- Che noia!!!Ma non succede mai niente qui???!!!



Con la nonchalance di chi entra ed esce da quella casa più volte al giorno mi superi, mi fai l’occhiolino, posi la valigia e vai in cucina. Ti fermi, torni indietro e mi baci.

Rispondo al bacio. Stronza.

Torni in cucina, ti guardo sfilare davanti i miei occhi. “Bello come er sole” questo è il solito pensiero che accompagna il mio sguardo su di te.



-La Nutella è nuova, posso aprirla??

- Da quando hai imparato a chiedere il permesso prima di fare qualcosa?

- Da quando vedo due bicchieri da vino rosso, ancora quasi colmi di succo d’uva…uno con il rossetto che lascia l’impronta delle tue labbra e l’altro senza…….. te lo sei scopato???!!!

- No…non abbiamo scopato… (bugia…gratuita, senza alcun fondamento)

-Bugiarda…

Me lo sussurri nell’orecchio, vicino troppo vicino, le tue labbra che ripetono e scandiscono le lettere stavolta dure, troppo dure:

-“B-U-G-I-A-R-D-A!!!!E non guardarmi così! Non stai mentendo sull’avere o meno fatto sesso ieri sera, quello è un dato di fatto, il vino è ancora tutto nei bicchieri! Io ti ho chiesto se te lo sei scopato e tu hai risposto che “non avete scopato”….ERRORE!!!TU TE LO SEI SCOPATO ECCOME!L’HAI USATO COME FOSSE UN CAZZO DI GOMMA, LO SO, LUI NON HA AVUTO VOCE IN CAPITOLO, AVRà PENSATO CHE ERI PAZZA DI LUI PER LA BRAMOSIA CHE GLI HAI RISERVATO!!!!E SCOMMETTO CHE NONOSTANTE Ciò NON SEI NEMMENO VENUTA!



Furia. L’unica cosa che provavo era una incontenibile furia. Mi rigiro come un serpente, pronta a mordere a iniettarti tutto il veleno che possiedo come se fosse l’unica via di fuga, ucciderti.

Mi guardi. Con disprezzo e non solo. Rimango interdetta, mi blocco non riesco più a dirti niente.



-Dillo, dimmi che te lo sei scopato!!!

Esplodo.

-IO NON TI DICO PROPRIO UN CAZZO!



Buio. Mi sollevi come nei migliori placcaggi. Sento solo il tuo corpo addosso che mi inchioda sul muro e la tua mano sulla gola.

Occhi negli occhi. Aspetti solo un cenno di pietà, un cedimento.

Più stringi e più la convinzione che un arresto respiratorio è quello che ti meriti.

Nessuna esitazione, nessuna resa.

Mi tradisce solo, un mortale e vigliacco istinto di sopravvivenza. Ho bisogno di aria. Tu continui a stringere, io comincio a piangere. Forse un moto di umanità, avvicini le labbra alle mie senza chiudere gli occhi, le appoggi lentamente e soffi. Mi soffi aria nei polmoni e allenti la stretta alla gola. Scivolo seduta lungo la parete. Tossisco. Aspetti l’ultimo sussulto di tosse, mi prendi per un braccio e mi trascini dietro di te.

Apri la porta della camera.



-ANCORA IL LETTO DA RIFARE??!!!

Mi guardi, furente.

-Và sul letto, ora.

Mi parli con voce piatta, inespressiva…fredda. Testa bassa e vado verso il letto evidentemente, troppo lentamente, visto che mi spingi e atterro con la faccia sulle lenzuola. Lenzuola che profumano di sesso, della notte appena trascorsa.

Provo a girarmi. Mi blocchi. Una mano sulla schiena, per tenermi giù, l’altra sotto di me che cerca il bottone e la lampo dei pantaloni. Frettolosa. Strattoni i pantaloni verso il basso, cerchi di sfilarli senza criterio, loro oppongono resistenza, io non faccio nulla. Decidi che basta portarli sotto le ginocchia, niente di più.

Come alienata in un'altra dimensione, ti lascio disporre di me come vuoi.

Mi illudi di una grazia che non vuoi concedermi, la tua mano scivola gentile sui miei glutei, li accarezza dolce. Perché? Perché torturarmi così???

Non troverò pace se non nella resa incondizionata, riconoscere il mio limite, accettarlo.

Il mio limite con te, era non darti limiti né col mio cuore, né con la mia anima.

La mano continua a danzare sul mio sedere, incontra lo spacco, e lo percorre verso il basso.

Ti blocchi. Come se non ti aspettassi di trovarmi così, come se per te fosse un’insperata sorpresa e per me un’agghiacciante conferma.

Tendo i glutei verso la tua mano, non voglio che tu abbia dubbi.



Sono bagnata, lo senti? Lo senti.

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