L'artefice - parte prima

Scritto da , il 2018-09-18, genere etero

Domenica sera.

Mi trovai sperduto lungo strade secondarie contornate da campi di grano e prostitute, grosse fabbriche con cancelli chiusi e lontani falò accesi dai Rom.
Era ormai notte fonda; non riuscivo a capacitarmi di come, quella sera, io che avevo sempre vantato un forte senso dell'orientamento, io che avevo sempre guidato gli amici nella visita delle città straniere, proprio io mi fossi perso in modo così sciocco in una zona così brutta.
Le ruote della mia auto alzarono una coltre di polvere, delle nuvole beige circondarono il veicolo ed ostruirono la luce dei fari. Non si vedeva niente, eppure continuavo a guidare. Il sudore sulla fronte, il buio e la polvere, eppure continuavo a guidare, veloce, benché non sapessi dove stessi andando.
All'improvviso udii un grido, proprio di fianco al mio finestrino; quel grido fu subito seguito da una raffica di colpi sulle pareti, sul tettuccio dell'auto. Sentivo delle imprecazioni, delle parole pastose; era una donna, ma sbraitava in una lingua che non conoscevo.
Non scesi. Mi limitai ad abbassare leggermente il vetro, affinché da quello spiraglio potessi lanciare due parole alla donna; anche solo per chiederle cosa fosse successo.
Provai in italiano, in inglese; la donna non comprendeva, sbraitava, quasi piangeva tirando grida lacerate da una sofferenza profonda. Fui preso dal panico, non sapevo come comportarmi, premere il piede sull'acceleratore o scendere, rischiare e soccorrere la donna? Finché ero in auto, mi sentivo al sicuro. Ma scendendo?
Pensai di premere sull'accelleratore e scappare; il grido più forte che abbia mai sentito, al pari di quello di un porco che viene sgozzato, squarciò l'aria nera alle mie spalle.

Lunedì sera.

È dai ieri che penso a quella donna, mi lavo più volte il volto, le mani, quasi volessi lavarmi via la vergogna di cui mi sono macchiato. Quella donna era in difficoltà. Io l'ho lasciata al suo destino.

Mercoledì sera.

Non ce la faccio. Non ce la faccio più! È troppo che ci penso, devo tornare dalla donna! Devo vedere che ne è stato di lei, di quali effetti sono stato la causa, l'artefice!

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