La prima volta sull'autobus

di
genere
prime esperienze

Era la classica giornata di fine luglio calda e afosa. Come al solito all'uscita dal lavoro mi recai alla fermata del bus. Già dalla calca capii che sarebbe stato un viaggio super affollato il che non la calura estiva non è mai un piacere. Tuttavia perlomeno avevo azzeccato il vestiario essendomi messa super leggera; indossavo un bel vestitino floreale che arrivava sopra il ginocchio e sandali.
Dopo qualche minuto di ritardo arrivò il bus che stavo aspettando. Salii e mi sistemai verso il fondo dove c'era l'unico spazietto disponibile. Chiaramente l'unico posto che trovai fu un posto in piedi, ma almeno ero vicina al finestrino e riuscivo a vedere fuori e a respirare un po'.
Il mezzo partì con i soliti strattoni bruschi.
Dal lavoro a casa mi devo sciroppare quasi tutti i giorni una quarantina di minuti di autobus.
Alla seconda fermata la folla dentro il mezzo si fece ancora più fitta.
Dietro di me si incollò un uomo, lo guardai con la coda dell'occhio. Mi dava la schiena, la sentivo un po' sudaticcia attaccata alla mia. Poi, mentre ero intenta ad osservare il traffico fuori, sentii che si girava. All'improvviso capii perché si era voltato. Avvertii il contatto di qualcosa sulla mia natica destra, mi stava inequivocabilmente facendo la mano morta. Avevo sempre pensato che avrei reagito con un ceffone ad una situazione così, invece incredibilmente la cosa mi faceva sentire a disagio, ma anche un po' eccitata, quindi rimasi ferma e decisi di far finta di nulla. Il mio atteggiamento passivo probabilmente incoraggiò l'uomo dietro di me che dalla mano morta passò ad afferrare con una presa bella salda la mia natica. Sono sincera, quella presa ferrea fece passare il disagio che lasciò posto del tutto all'eccitazione.
Iniziai, però, a guardarmi a destra e a sinistra per verificare che nessuno ci stesse guardando. In realtà eravamo così stretti che nessuno stava facendo caso a quello che lo sconosciuto stava combinando.
Lui nel frattempo era passato all'altra natica. Io per fargli capire che ci stavo inarcai leggermente la schiena alzando di un po' il mio culetto. Questo evidentemente fu un segnale molto chiaro per lui che non perse tempo a portare il taglio della sua mano nel solco tra le natiche, sempre da sopra il vestitino. Io mi sentivo già bagnata tra le gambe e sapevo che non era sudore causato dall'alta temperatura.
L'uomo di sicuro sembrava sapere il fatto suo e poco dopo divenne ancora più audace e insinuò la mano sotto il vestitino. Per prima cosa tocco le natiche lasciate nude dal mio perizomino. Ammetto che la sensazione della sua mano sul mio culetto nudo mi dette i brividi. Quindi scostò con una manovra sapiente il perizoma e appoggiò un dito sul forellino di dietro. Pensai tra di me che avrebbe infilato il dito e ciò mi avrebbe fatto saltare, ma non lo fece. Giocò insistentemente con il mio buchetto del culo facendomi eccitare fino all'inverosimile. Inutile dire che ormai ero fradicia sulla fighetta. Inevitabilmente lo sconosciuto porto la mano sulla mia fessura bagnata. Si capiva che era uno esperto, trovò subito il clitoride. Io sentivo il mio viso avvampare e i brividi di piacere iniziarono a farsi sempre più intensi, fino a che dopo qualche minuto che titillava il bottoncino del mio piacere gli venni in mano riuscendo a stento a trattenere i gemiti. Avevo perso completamente il controllo e guardando che nessuno ci stesse osservando allungai una mano dietro. Cercai la patta dei suoi pantaloni e rimasi stupita dal fatto che indossasse una tuta. Lui afferrò la mia mano e la guido sotto i pantaloni della tuta da sopra l'elastico. Trovai il cazzo durissimo coperto dagli slip. Era eccitatissimo infatti sul punto dello slip in cui sotto c'era la cappella sentii che era già umido. Di sicuro era liquido preseminale. L'impressione fu confermata subito dopo quando non senza difficoltà riuscii a mettere la mano dentro le sue mutande. Gli afferrai il cazzo sopra la cappella, ancora era incappucciata. Lo scappellai e mi colò un sacco di liquido sulla mano ma si sentiva che ancora non era sperma. Una volta tirata giù la pelle tornai ad afferrare quella bella cappella ormai nuda con la mia manina. La stringevo forte e l'eccitazione della situazione insieme al contatto della mia mano sul cazzo scoperto lo portarono subito al climax. Sentii che spingeva come se volesse scoparmi la mano e subito dopo partì la sborrata, calda, abbondante. Sentivo la mano piena del suo seme. Prima di ritrarmi da lui tirai fuori un fazzolettino con cui ripulii tutta la sborra che mi aveva lasciato sulla mano. Poi mi annusai la mano per sentire il suo odore di maschio. Non feci in tempo a voltarmi per ringraziarlo che lui era già sceso.
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scritto il
2018-09-17
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