La scoperta della trasgressione: l'indole bisex

Scritto da , il 2018-09-05, genere bisex

Adesso sono io che racconto: Tony, marito di Gabry, la donna che si è messa al centro di questo triangolo composto da me, lei e il nostro comune amante Franco. Si, Franco ormai si può definire il capo branco, è il maschio alfa, il bull del gruppo. A lui ormai abbiamo dato tutto, la bocca, la figa e il culo di Gabry e adesso anchio ho ceduto il mio culo e la mia bocca.
Si, è riemersa la mia indole bisex, sopita dopo tanti anni, dopo le prime esperienze con un mio cugino che mi aveva letteralmente aperto alle gioie del sesso violando il mio culetto allora di adolescente. Non mi era più capitata occasione, se non adesso di poter godere con un cazzo di un altro uomo. Intendiamoci non mi sento gay, non sono attratto dagli uomini ma solo dal loro cazzo che mi eccita e mi piace al pari della figa e il cazzo di Franco è di tutto rispetto.
Torniamo al racconto.
Dopo aver provato quella meravigliosa inculata in cui Franco mi sborrava dentro mentre a mia volta godevo nella figa di Gabry, ero desideroso di giocare ancora con lui.
Mi sarebbe tanto piaciuto provarlo da solo così per sperimentare meglio le mie sensazioni visto che con mia moglie davanti mi sentivo, nonostante tutto, ancora imbarazzato.
L’occasione capitò un caldo pomeriggio di settembre, Gabry era uscita per il consueto appuntamento dalla estetista dove fra l’altro voleva provare una depilazione al pube diversa dal solito. Ne avrebbe avuto per un bel po’ e allora mi feci coraggio e telefonai a Franco. Parlammo del più e del meno e poi ad un certo momento lo invitai a prendere un caffè precisando che ero solo in casa, “allora Gabry non c’è?” mi chiese ad aver maggior conferma “no, Franco, è andata a farsi la ceretta e sai quanto tempo ci mettono”. “Saremo soli?” mi chiese con voce un po’ canzonatoria, ero convinto che avesse già capito il motivo dell’invito ma ormai mi ero buttato “si, saremo da soli per un bel po’ ma se non hai voglia non importa”, “no, tranquillo, arrivo subito” confermò con voce concitata.
Ebbi il tempo di una doccia veloce, indossai una t shirt e dei calzoncini e stavo per preparare la caffettiera che lui arrivò.
Ci accomodammo in cucina, lui seduto con l’eterna sigaretta in bocca sul divanetto vicino alla finestra aperta e io che preparavo tazze e zuccheriera mentre la moka era sul fuoco.
Il discorso, pilotato da lui, cadde sulla scopata dei giorni precedenti in cui era emersa la mia indole bisex. Mi stava apertamente adulando su quanto ero stato versatile e pronto ad adattarmi alle circostanze, mi chiese se mi era piaciuto, se avevo gradito, se non mi avesse fatto male “sai, magari uno non si lamenta però penso che un cazzo nel culo sempre un po’ di dolore lo porta!”
Io ero li seduto accanto a lui, imbarazzato per la sua schiettezza, ma allo stesso tempo affascinato del suo modo di fare che decisi di confidargli delle mie esperienze adolescenziali, cosa che non avevo raccontato mai neanche a mia moglie.
Non si sorprese più di tanto, anzi mi chiedeva particolari sempre più piccanti e notai che era visibilmente eccitato poiché aveva un consistente bozzo sulla patta.
Mi feci coraggio, mi avvicinai ancora di più e casualmente parlando gli appoggiai la mano alla coscia, lui sempre con molta naturalezza, la prese con la sua mano e la guidò sulla sua erezione “vedi” mi stava dicendo “se in questo momento tu mi aprissi la zip e mi prendessi il cazzo in mano per farmi un pompino non mi scandalizzerei, anzi..!”.
Non gli diedi tempo di finire la frase che lesto e veloce gli calai la cerniera, lui si era alzato per agevolarmi la manovra così che il mio viso si trovò davanti al suo cazzo, già eretto e duro. Ne sentivo il pulsare sulla mano con cui lo avevo afferrato e smanettato, ne sentivo l’afrore maschio nelle narici, e presto con molta imperizia ne sentii anche il sapore poiché lo presi in bocca stando attento a non ferirlo con i denti.
Lui mi lasciò fare, guidando la mia testa con le mani in questo pompino, mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo quando assaporavo il cazzo di mio cugino. io quasi come una verginella in calore ma mi lasciavo andare voluttuosamente a quello che la mia mente anelava: lo volevo, volevo quel cazzo, volevo che mi esplodesse il suo orgasmo in bocca, lo volevo sentire ancora dentro di me.
Lui mi guidava con i gesti e con le parole “piano, piano!” oppure “siii, così, sei bravo!”, il suo cazzo era gonfio ed enorme nella mia bocca, succhiavo e leccavo gli umidori spermatici, lui lo spingeva fino a farlo arrivare in gola, grosso e pulsante.
Mi sarebbe piaciuto che a quel punto me lo mettesse nel culo ma non osavo ancora. Sapevo da Gabry che Franco è un amante dei pompini, gli piace tanto godere in bocca.
E questa era la sua intenzione, iniziò a scoparmi in bocca con spinte sempre più energiche, stavo attento a non ferirlo con i denti mentre le mie labbra fagocitavano quel bel bastone pulsante.
Avvertii che stava per venire perché le sue spinte si fecero più compulsive fino a schizzarmi quasi a soffocarmi un getto di sperma caldo e viscido che quasi mi provocò un conato di vomito subito represso, continuai a succhiare e leccare mentre bevevo avidamente quel nettare caldo, il sapore leggermente salato ma non spiacevole.
Franco ansimava sudato, si sedette accanto a me, il cazzo oscenamente ancora teso che sbatacchiava sulle sue gambe, non mi feci pregare e continuai a leccarlo e succhiarlo ripulendolo ben bene “bravo” mi disse lui “sei stato bravo, mi hai fatto godere quasi come Gabry”. Arrossii per quel complimento consapevole di essere diventato suo sottomesso, non mi dispiaceva, anzi lo desideravo e avevo realizzato questo sogno.
Gli chiesi se desiderava lavarsi ma rispose di no, avrebbe fumato una sigaretta e poi magari un altro caffè. Mentre lo preparavo lui disse “ma tu non hai ancora goduto, vedo che hai il cazzo duro, ti sei bagnato i pantaloncini da quanto sei eccitato”, era vero, una chiazza umida mi segnava all'altezza dell’inguine, “beh allora me li tolgo” dissi spavaldamente e mi spogliai del tutto restando nudo. C’è, quindi, nella cucina un quadretto strano: due uomini completamente nudi (anche Franco si è spogliato del tutto) uno seduto sul divano che fuma, l’altro in piedi vicino ai fornelli che prepara l’ennesima moka di caffè, tutti e due visibilmente eccitati poiché i nostri cazzi sono in tiro. Verso il caffè nelle tazzine e ne porgo una a Franco, girandomi per prendere la mia sento la sua mano che mi sfiora il culo, mi blocco per consentirgli di toccarmi più intensamente, mi penetra lentamente con l’indice mentre beve il caffè poi dopo aver posato la tazzina si dedica a piene mani al mio sedere: mi allarga le chiappe e sempre con l’indice mi spinge dentro come a scoparmi, estrae il dito e me lo offre da succhiare, arrossisco di vergogna, il dito è sporco di merda, per la miseria, non mi ero fatto il clistere. Lui sorride del mio imbarazzo “stai tranquillo” mormora “basta che lo ripulisci con la bocca”. Obbedisco succhiando e leccando il suo dito poi mi allarga bene fino a dilatarmi un po’ lo sfintere, adesso le dita sono 2 e poi 3: pollice indice e medio a cuneo che dilatano violentemente il mio forellino. Ansimo di piacere, “siii, prendimi” gli dico, lo sento ridere “ti piace prenderlo dietro, ma prima devi succhiarmelo per bagnarmelo bene”, lascia il mio ano per consentirmi di girarmi e succhiargli il cazzo, lo insalivo abbondantemente, e poi mi volto impaziente messo a 90 gradi con le braccia appoggiate al tavolo.
Lu è dietro di me, si smanetta, punta il glande grosso e rosso come una grossa fragola matura, al mio ano, spinge, sento lo strappo della dilatazione “ahi” urlo pentendomi subito “no, scusa, continua” gli dico, lui spinge ancora lentamente, adesso la cappella ha superato lo stretto anello dello sfintere per andare dentro, fino in fondo, fino a sentire i suoi grossi coglioni sbattermi sulle chiappe. Mugolo di piacere “mmmm, si, dai scopami, sbattimi” ho perso ogni ritegno, voglio solo sentire quel cazzo dentro, mi sento eccitato, avrei voglia che mia moglie arrivasse in quel momento per vedermi così, succube felice del nostro comune amante.
“ti piace proprio” mi dice Franco muovendosi dentro di me, dentro e fuori “siii, mi piace tantissimo” gli rispondo con voce roca. Mi stantuffa ritmicamente, nell'ano ormai pienamente dilatato, per le sue spinte il cazzo mi sbatacchia in mezzo alle gambe gocciolando a terra i primi umori prespermatici, mentre mi scopa mi accarezza le chiappe “hai un culo perfetto, tondo e sodo, dovresti depilarti del tutto così sarebbe un culo da femmina”, “si” rispondo “se ti fa piacere lo farò” mugolo “scopami, fottimi ancora”.
Il mio orgasmo non tarda ad arrivare, senza neanche toccarmi schizzo 3 4 volte sul pavimento dello sperma denso e appiccicoso. Franco se ne accorge “cazzo che voglia che avevi, sei venuto senza toccarti”, non ho la forza di rispondere perché mi sento preso dal vortice di questo orgasmo, una sensazione nuova, mai provata “sborrami dentro” gli dico e lui non si fa pregare, le spinte aumentano, devo tenermi saldamente al tavolo per non cadere e infine con una spinta finale mi sborra dentro il culo. Spinge ancora a svuotarsi totalmente i coglioni. Restiamo un attimo così, entrambi ansimando di piacere. Poi lui estrae il cazzo dal mio culo “o porc… mi hai smerdato tutto”, mi volto a vederlo, il pene ancora duro è sporco di sperma e di abbondanti umori anali. Lui mi guarda come a aspettarsi una risposta, “scusa” gli dico “ti ripulisco subito” e lo prendo in bocca superando lo schifo iniziale a leccare e succhiare quel cazzo che mi ha dato tanto piacere. Mi lascia fare “la prossima volta” dice “ti faccio un bel clistere prima di incularti”, annuisco contento, sono diventato anch’io suo amante a tempo pieno anzi.... a culo pieno!!!

Questo racconto di è stato letto 7 9 4 3 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.