Il Marinaio. L'inizio

Scritto da , il 2018-01-27, genere pulp

Il cellulare suona, suona, suona... maledetto aggeggio!
E' il Marinaio...
-Vieni... vieni subito... al Pueblito... entrata sud... ti aspetto... dai veloce...
Alle solite!
Lei è sul letto, sfatta, scosciata, il seno pesante, un grosso culo, il trucco le imbratta il viso, è una da una scopata e via, più puttana di quelle che battono per fame.
La scuoto.
-Devo andare... tu alzati e vattene.

Non so mai cosa aspettarmi dal Marinaio ma so che sono sempre guai.
Appena fermo la macchina sale veloce e riparto.
-Che cazzo hai combinato stavolta...?
Guarda dietro dallo specchietto e sbotta.
-Stavolta sono nei guai... ma grossi....
Continuo ad andare.
Mi racconta questo grosso bastardo.
Ha fatto da tramite in un giro di armi, una partita di AK 47 provenienza Kosovo o Albania e destinazione Nicaragua, tappe intermedie l'Italia e la Colombia, lui... il Marinaio che tratta, lui che fa la cresta, prossimo acquirente il clan del Cileno.
Solo che quando arriva al destinatario la merce è avariata, buona parte della partita sono vecchi ferri usati dai russi in Afganistan, del tutto inutilizzabili e il serpente si srotola... dal Nicaragua al Cileno, dal Cileno al Marinaio e qui si ferma.
-Devi sparire... startene buono per qualche tempo, cazzo... ma mi stai ad ascoltare quando parlo...?
Mi guarda... a volte lo prenderei a botte, capisce quello che dico?
-Hai un rifugio... qualcosa del genere...?
-Si... una donna...
-Ok... ora ti porto da lei... e butta il telefonino, se si organizzano possono localizzarti, comprane uno riciclato... meglio se rubato...
-Che puoi fare...?
Ho un aggancio ma non glielo dico.
Lo lascio a La Sabana, all'inizio della Calle 36, siamo d'accordo che si rintana fino a che non glielo dico io.
Cerco uno, è un vecchio che vende biglietti della lotteria sulla Avenida 8, la Simon Bolivar, vecchio si ma è tutto occhi e orecchi e se vuoi sapere qualcosa lui è il tipo giusto, per cento dollari ti fa sapere vita, morte e miracoli. E sembra che non dorma mai.
Gli spiego cosa voglio, ora devo solo aspettare.
Torno a casa, lei è sparita, ma cazzo!
Poteva almeno rifare il letto! Queste borghesi dei quartieri alti hanno sempre il naso alto. Puttane sempre, ma sdegnosamente snob.
Do un'occhiata, magari si è fregata l'argenteria, i quadri d’autore, la mia collezione d’uova di Fabergè!
In questa stamberga?
Magari si è fottuta le cimici e portato via le cacche dei topi!
Faccio i bagagli, non possiedo molto, dei vestiti, un rasoio, lo spazzolino da denti, da domani lascio sto' merdaio perché se le cose sono come temo dovrò trovarmi qualcosa di sicuro anch'io.
Esco... il vecchio è ancora al lavoro, non si muove dal suo panchetto eppure sa cose di mezzo mondo, ora chiude, rinserra il suo business in una specie di grossa valigia e andiamo al bar.
-Brutta storia... proprio brutta...
Dice che il Cileno è incazzatissimo!
Ha perso la faccia con i Contras e sembra un fer de lance, si... un serpente che si morde la coda da tanto è velenoso e cattivo, vuole la testa del Marinaio e mandarla in un pacco postale a Managua.
Chi ha? Chi ha chi? Gli chiedo.
Non si sa chi ha fatto il pacco, dicono sia opera del Marinaio ma centrano i napoli, i kosovari, i narcos, un vero casino!
Gli allungo le duecento cocuzze.
Proviamo.
Proviamo con Carmine.
Aspetto fuori dalla porta della cucina, la pizzeria è ancora piena di gente, ma a volte esce a fumare o a buttare le immondizie.
Sono nell'ombra, aspetto... so aspettare.
Esce... accende la sigaretta, guarda il cielo.
-Carmine...
Si irrigidisce.
-Tranquillo Carmine... stai tranquillo... voglio solo parlare.
-Chi sei...?
-Io...
Mi faccio scorgere.
-Cazzo... mi hai spaventato! Potevi entrare... un piatto di spaghetti italiani con le vongole...
-Che ne sai... del pacco degli AK 47...?
-Per quello che ne so... avuti dai serbi e mandati in Colombia e poi persi di vista, erano a posto, garantiti! Lo sai che in certe cose non possiamo permetterci di fregare nessuno...
Certo... armi in cambio della coca!
-Chi è stato, Carmine? Hai una idea?
-Tutti pensano che sia stato il Marinaio...
Eccolo... fottuto e strafottuto!
Penso a come salvargli la testa a quel cazzone, a come togliere il veleno al Cileno.
Devo pensare e devo togliermi questa tensione che mi strizza le interiora.
Devo farmi una donna!
Subito... adesso!
Ne trovo una, bella! La pelle ambrata, una mistique, i capelli lunghi sulle spalle, cazzo... la guardo stupito! Ha gli occhi di un celeste impossibile! Poi realizzo, le lenti a contatto! Macché! E' così di natura!
Una camera lercia, il letto ha lenzuola che rigirano ad ogni scopata, ma chi se frega!
Le prendo i capelli fra le dita, sono gonfi, setosi, le piego la testa all'indietro e le mordo la bocca.
Le sfugge un gemito, qualcosa la inquieta, ha paura... sente la mia tensione.
-Niente baci sulla bocca... hombre...-
Zitta, zitta... stai zitta!
Non la lascio spogliare, la giro, appoggia la testa al bordo del letto, le alzo la gonna, metto alla luce il suo gran culo.
Sposto quella specie di filo interdentale che ha fra le natiche e la cerco.
Si... sei bella! Sei calda... sei umida.
Sei umida? Cosa è?
Un olio?
Certo ti lubrifichi fica e culo... o no?
E' il tuo lavoro.
Non certo per me!
La prendo, l'ho tirato fuori, duro, rigido... un bastone!
Lo infilo!
Forte.
A fondo.
Un secondo suo gemito.
-Piano... tranquillo hombre... non scappo!
Zitta... stai zitta... puttana!
La punisco!
Non deve parlare! E prendo i capelli e glieli tiro forte e aumento ancora la forza delle penetrazioni, sbatto violentemente con i lombi su quei glutei morbidi, sento la punta della verga percuotere il fondo della sua vagina!
-Mi fai male.
Si... lo so!
Ho qualcosa che mi tormenta, una lama incandescente che fruga nel mio cervello.
Un presentimento, brutto, doloroso.
Ti pagherò di più ma ora lasciami fare!
Sento che si apre, sento che ora è bagnata per me, lo sento dalla languidezza dei suoi movimenti, dal suo viso girato ora verso di me.
-Matame... matame hombre... mata tu vaca.
Si... si... come no!
Stai zitta... cazzo!
Zitta...!

Torno a casa e mi butto sul letto sfatto... vestito.
Non riesco a dormire, penso al Marinaio, al rapporto che mi lega a lui, rivedo gli anni passati insieme, i pericoli condivisi, i lunghi momenti che valgono una vita.
L'amicizia, l'obbligo fra uomini che hanno rischiato la vita assieme è qualcosa di difficilmente spiegabile, è una catena.
C'è una via d'uscita?
Si, ma sarà un percorso pericoloso.
La mattina sbaracco, trasferisco tutto in un residence in periferia, vado a trovare il vecchio, gli chiedo alcune cose.
Si, farà una cosa per me.
Poi cerco delle persone.
Sono vecchi compagni, gente sicura.
Gente dei vecchi tempi.
Dell’Africa... Africa, la nostra dannazione!
Quello, quello per il quale meritiamo di morire mille volte!
Tranquilli ora, ma sempre a corto di soldi e quando si hanno pochi soldi si hanno anche pochi scrupoli.
E' un affare grosso, ma una cosa breve, di alcuni giorni.
Da 200 testoni a cranio.
Sono quattro più il Marinaio e la sua donna sempre se sarà all'altezza, poi il vecchio e io.
Un colpo da 2 milioni di dollari.

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