La Famiglia Dall'Aglio - capitolo 1)

Scritto da , il 2017-11-14, genere incesti

Capitolo 1)

Malawi (Africa)
ore 09:45 AM

Serena iniziava ad essere stanca dell'Africa, di essere lontana da casa e delle continue telefonate e messaggi dall'ufficio. L'Aereo e già in ritardo ed erano già passate oltre quattro ore da quando lei e il giovane Jonathan Kwaku Lumumba si erano seduti in quel fottuto aeroporto. Serena era una delle più importanti dirigenti della Corporazione Internazionale “A - Children ”. L'associazione si occupava fondamentalmente del' mantenimento e sostentamento dei bambini sia a distanza o anche in affidamento. Jonathan, era un ragazzino speciale, nonostante i suoi soli quattordici anni dimostrabili solo dai documenti, perché a tutti gli effetti a prima vista il ragazzo poteva benissimo passare per un ragazzo di 20-22 anni. Jonathan era speciale a tutti gli effetti, era autistico, epilettico e sonnambulo. In infanzia soffriva di feroci sbalzi d'umore, crisi che Serena con il suo lavoro perenne e costante li nel centro di Malawi ha saputo arginare e combattere, anche per questo il ragazzo e stato affidato in via definitiva alle sue cure e attenzioni, in sostanza e stato adottato.

Jonathan era seduto tranquillo accanto alla sua tutrice e maestra da poche ore era anche a tutti gli effetti anche la sua nuova madre. Serena era fissava nervosamente i pannelli dell'aeroporto, orari arrivi partenze ritardi e voli cancellati. Era stanca e in debito di ore di sonno, la testa a volte gli cascava dal sonno, improvvisamente dopo tanti messaggi inutili dall'ufficio italiano, finalmente una buona ottima notizia del tutto inaspettata.

“SERENA ABBIAMO UN JET DELL'UNICEF CHE STA FACENDO IL PIENO PROPRIO LI E CHE RIPARTE PER L'ITALIA (VERONA) TRA MENO DI MEZZ'ORA ABBIAMO GIA AVVISATO CHECK IN E STAFF DELL'AEREO”

Il messaggio proseguiva con altre indicazioni e nomi di riferimento del pilota e secondo pilota, Gate ecc.

alla vista di quel messaggio, di quel miracolo a Serena brillarono gli occhi, la stanchezza era sparita e il viso cupo si illuminò di felicità. Verona era perfetta, avrebbe potuto sostare dalla sorella con tutta calma e ripartire per Rovigo l'indomani volendo.

Serena si alzo dal suo posto e tese la mano a Jonathan che immediatamente la prese e si alzo.

“Jonathan, viene andiamo a prendere l'aereo, andiamo finalmente a casa nuova..”

Jonathan, non guardava Serena ma fece un vago cenno con il capo che per Serena era piu che sufficiente e che per lei voleva dire che aveva capito e che non c'erano problemi.

Dopo qualche decina di metri, avendosi quando si erano ora mai lasciati alle spalle i Gate delle partenze civili a pochi passi dal Gate per gli imbarchi speciali e privati ecco l'imprevisto.
Jonathan si impuntò come se si fosse pietrificato e iniziò a sbuffare e buttare gli occhi al cielo, era segno che doveva andare in bagno. Serena ne ebbe conferma perché per loro fortuna per il poco frasario che aveva a disposizione il ragazzo tra queste parole, c'era appunto la parola;

“gabinetto”

“gaaa bi neee tto... tan..to!”

Serena li per li era già pronta al peggio, ma sentendo subito dopo il ragazzo esprimere il suo bisogno di arrivare al più presto ad una toilette si tranquillizzò. Quello che ci mancava era proprio una scenata folle e una bella figura di merda davanti allo sportello di imbarco davanti ad emeriti sconosciuti.
Serena si avvicino al viso di Jonathan gli fece una carezza e un altra ancora, tentando cosi di attirare a se la sua attenzione.

“Jonathan, Jona tesoro riesci a resistere due minuti piccoli piccoli il tempo di arrivare sull'aereo, due minuti, riesci tato?”

Jonathan fece un cenno di consenso e abbozzo ad un sorriso.
l'operatrice allo sportello del check-in che era li a due metri dalla insolita coppia, ascoltando Serena, alla parola “tato” abbozzo ad una smorfia e penso “alla faccia del tato, il mio ragazzo e piu di 4 anni che fa bodybuilding e questo moro e il doppio di lui..”

Serena rilascio la mano di Jona e velocemente sfilo dalla borsa a tracolla i documenti di entrambi e gli porse alla ragazza del check-in che ancora stava fissando il ragazzo, non subito si rese conto che Jonathan era un ragazzo “speciale”. Timbro i documenti e fece passare oltre i due.

Arrivarono rapidamente alla pista dove adiacente agli scalini del jet c'era un incantevole ragazza bruna, assistente di volo.

“Buona sera, la Dottoressa Serena Dall'Aglio immagino?”

“Si sono io.. noi,.. Saremo soli sul volo o ci sono altri o aspettiamo altri passeggeri.. mi scusi non vorrei sembrare scortese e che siamo qui in aeroporto da quasi tutto il giorno! Comunque piacere di conoscerla .. Signorina? “

“Sara, Sara Vernozza, sono anche io Italiana”
[Sara era una affabile e incantevole ragazza bruna dai capelli corti, non molo alta ma con le curve al posto giusto..]

Serena ricambio il sorriso radioso della giovane assistente di volo mentre salivano gli scalini dell'aereo.
All'interno dell'aereo, la Dottoressa si spettava di fare immediatamente la conoscenza dei due piloti ma la porta della cabina era chiusa e Jonathan iniziava a dare evidenti segnali di disagio. Per tanto Serena scortò rapidamente il ragazzo verso la coda dell'aereo per permettergli di espletare i suoi bisogni naturali.

La Dottoressa spalanco la porta del bagno del jet, e rimase a bocca aperta nel constatare che era spazioso e ben composto, rasentava il lusso piu sfrenato che avesse mai immaginato. Possedeva persino una doccia che avrebbe potuto ospitare due persone alla volta.
Ma forse non due ragazzoni della stazza Jonathan..
Mentre Serena era ancora rapita dallo sontuosità di quel bagno non si rese conto che il povero Jonathan si stava letteralmente urinando nei pantaloni, ora mai bermuda del ragazzo presentavano una grossa macchia che andava a formare una grossa “V” rovesciata che andava a colpire entrambe le gambe delle braghe.

“Accidentiii!! No cavolo! Non ci voleva, mi dispiace Jonathan... ci mancava solo questa! Jonathan tu resta qui dentro e spogliati, io scendo un attimo e vedo se riesco ad intercettare i facchini con i bagagli qui sotto..”

Jonathan era scuro in volto e annui di mala voglia, si sedette sul water e inizio a spogliarsi nervosamente.

Serena lascio il bagno e si diresse verso l'uscita del Jet, sugli scalini ritrovò Sara che stava giusto parlando con un facchino di colore, l'uomo aveva proprio sul carrello tutte le valige, tra quelle molto probabilmente anche le sue che sperava tanto di intercettare. Scese frettolosamente gli scalini, attirando l'attenzione dell'uomo che sorrise alla Dottoressa, facchino si gustò pienamente la visione della donna che scendendo esibì il ballonzolare dei seni attraverso il top e la camicetta color oliva.

Serena imbarazzata sorrise a Sara, conscia che stava per chiedergli un favore del tutto ingeneroso alla povera ragazza.

“Sara, scusami molto ma ho bisogno di te adesso in bagno, ho Jonathan che ha avuto un incidente igenico e mi servono anche le valige..”

Guardando con un espressione affabile e bisognosa, sperava di aver conquistato tutto il sostegno dell'operaio addetto al carrello dei bagagli, sperando che i suoi occhi verdi di dottoressa facessero una volta tanto il loro lavoro.

“Dottoressa nessun problema, raggiungo subito il ragazzo.. Alla prossima Akinwe, goodbye man.”

Sara sali gli scalini lasciandosi alle spalle i due, tirando un sospiro, sperando di non trovare in bagno chissà quale disastro da pulire..

Il facchino che era masticava un po' di italiano sorrise alla Dottoressa e si rese cosi immediatamente disponibile a essere a suo servizio.

“Dica dottoressa, troviamo le valige, le riconosce vero?”

Serena annui, e butto immediatamente lo sguardo sul carrello, tra i vari colori dei borsoni e valige cercava quella di Jonathan, color granata di medie-gradi dimensioni legata con uno spago giallo fluorescente. Fece qualche passo sul retro del carrello, poi lo aggirò sull'altro lato. Lei guardava le valige il facchino guardava le curve generose della donna e le gambe nude della dottoressa intrappolate in quei bruttissimi stivaletti.

“Trovata!”

il facchino ipnotizzato dal fondo schiena della Dottoressa, si sveglio come da un colpo di sonno, bruscamente e per nulla contento. La donna era li che litigava con le valige altrui accatastate alla bene e meglio tentando di liberare quella del suo figliastro. Afferro la valigia per il maniglione, tirando con tutta la forza che poteva permettersi, ma strattonava e tirava, ma nulla otteneva, quando ora mai aveva perso le speranze e tirò a se la valigia bruscamente un ultima volta, questa si sfilo facilmente, prendendo in contropiede Serena che cadde rovinosamente all'indietro, ma non cadde a terra, si ritrovò tra le braccia del facchino che l'afferrò prima che toccasse suolo. Accadde tutto in un attimo, Serena era tra le braccia di un estraneo che la teneva stretta a se e la mano enorme dell'uomo stringeva per bene il suo seno sinistro. Il cuore di Serena batteva forte, da subito per lo sforzo, subito dopo per l'imbarazzo e sorpresa di quel imprevedibile momento. Serena non incrociò lo sguardo con l'uomo, che la fissava per bene negli occhi e distolse lo sguardo solo per guardare per bene nella scollatura, come se non sentisse per bene ora mai che Serena aveva davvero un bel seno, sodo e generoso.
Il facchino aiuto Serena a ricomporsi in piedi.

Nonostante i suoni e rumori dell'aeroporto, per Serena c'era un silenzio di tomba indotto dall'imbarazzo del momento prima, si sentiva ancora addosso sul senso, sul cuore la mano nera dell'uomo che la stringeva. Serena raccolse la valigia del figliastro, ringrazio l'uomo con un cenno del capo, di più non poteva, oltre a quel cenno, era troppo in imbarazzo, si sentiva ancora le mani negre dell'uomo spremere i suoi seni. Risali i gradini dell'aereo frettolosamente. Alle sue spalle il facchino si porto la mano al volto annusandola, mentre guardava per l'ultima volta la dottoressa andare via per sempre.

Serena già all'ingesso dell'aereo noto sul fondo di esso di fronte alla porta del bagno Sara che attendeva il suo ritorno. Nel medesimo momento in cui Serena si avvicinava verso l'assistente di volo, ecco che una voce proveniente dagli apparecchi acustici del jet avvisava che di li a qualche istante l'aereo sarebbe stato pronto a partire. Di seguito, alle spalle di Serena si palesò la figura del secondo pilota che si sincerò della chiusura ermetica del portellone d'ingresso, alla chiusura di questo ritornò nella cabina di pilotaggio senza profetizzare parola.

In coda all'aereo, sul lato destro, emerse la figura dell'assistete di volo da quello che con tutta probabilità era il bagno. Notò immediatamente che Sara alesava un certo imbarazzo, la ragazza chino uleriormente lo sguardo quando Serena gli si fermo di fronte.

“Dottoressa.. il ragazzo si sta spoglia-a-ndo, non ho potuto inpe-dire, fare, cioè.. insomma e nudo.. adesso .. solo , da solo, insomma veda lei, se ha bisogno sono qui fuori”.

Serena abbozzo un sorriso ironico, immaginava l'imbarazzo e l'impotenza della ragazza di fronte ad un ragazzino che nonostante l'innocente età era già piu alto di entrambe le donne di almeno 4 dita.

“Grazie Sara, da qui in poi ci penso io, se ho bisogno ti chiamo, stanne certa..”

“Va bene Signora, ha sentito vero la voce del comandante, si parte tra qualche momento.. ecco stiamo già prendendo il via sulla pista..”

L'aereo silenzioso come un gatto si muoveva lento sulla pista e i motori facevano quasi le fusa, in pochi istanti mentre le due giovani donne stavano ancora conversando prese velocità e si innalzo nel cielo Africano.

Serena entro nel bagno e ritrovo Jonathan completamente nudo, seduto sul water, ricurvo su se stesso quasi in posizione fetale. Sara richiuse la porta dietro di se, nel medesimo istante Jonathan si alzò di scatto come posseduto rivolgendo lo sguardo verso la doccia, battendo i polpastrelli della mano destra sul vetro di questa mentre con la mano sinistra con pollice e indice si stropicciava il prepuzio, quasi come se stesse appallottolando un qualcosa.

La Dottoressa non pote fare a meno di notare l'indubbia muscolatura del giovane, deltoidi, bicipiti, pettorali, addominali e tra le dita della mano palpava quello che a prima vista sembrava un salame nero.
Fra se e se Serena penso “Povera Sara.. Imbarazzo piu che giustificato direi”.
Serena non si scompose piu di tanto, il suo lavoro a volte, come in questa occasione la portava ad occuparsi in prima persona di alcuni ragazzi con le stesse o peggiori patologie di Jona.

“Jona, tesoro amore della Mamma! Adesso facciamo una bella doccia vero?!”

Serena si chino su se stessa per togliersi gli scarponcini mentre Jonathan entrava nella doccia da solo..

“Jonathan, aspettami! Non aprire l'acqua da solo intesi?!”

Il ragazzo si blocco sul piatto della doccia come se avesse un interruttore On/Off

Serena si spoglio completamente ad eccetto dell'intimo, il push-up nero di pizzo coordinato con gli slip intrappolava con un certo patimento i seni generosi della dottoressa.
La donna raccolse e lego alla bene e meglio i capelli con un ciappo frettolosamente ed entro nella doccia con il giovane. La doccia fino a un momento prima gli sembrava cosi grande dall'ingresso del bagno.
Dall'interno di essa invece quel metro e mezzo quadrato gli sembrava cosi piccolo e claustrofobico, ma le vibrazioni dell'aereo che spicco il volo rapirono del tutto questo disagio. Serena aprì i rubinetti della doccia miscelando per bene i flussi, li mise lenti e fievoli, mentre insaponava la testa del ragazzo con un doccia schiuma alle fragole, vaniglia e yogurt. Il ragazzo, quando il box si riempi di quei profumi esclamo il suo consenso; “Buono odore, buono..”.

Serena sorrise soddisfatta del compiacimento del suo ragazzo mentre iniziò a strofinargli la spugna tra bicipiti e ascelle. Jonathan si reggeva a braccia aperte alle pareti del box doccia. La sua posa ricordava molto “l'Uomo Vitruviano” del Da Vinci. Insaponava e strofinava con la spugna dal lato ruvido il ragazzo, che reagiva a quella sensazione di quasi solletico con sorrisi e smorfie indescrivibili.

“Jona amore, voltati che ti lavo per bene la schiena, su..”

Il ragazzo si volto su se stesso con piccoli passi sgraziati ruotando in senso orario, rivolgendo poi la schiena alla sua neo mamma.

“Bene cosi amore dolce, adesso ti insapono per bene anche schiene e tutto il resto..”

Serena insaponava con soddisfazione il collo, trapezi, spalle e schiena che sotto il getto dell'acqua calda sembrava fatto di onice o agata nera. Iniziò a insaponare zona lombare e glutei. Era ricurva china su se stessa mentre graffiva dolcemente con la spugna dal lato ruvido i polpacci del ragazzo.
All'improvviso si senti come se sotto i piedi gli venne a mancare il pavimento, poi di colpo si senti buttare da un lato e l'altro della doccia, mentre anche Jonathan perdeva l'equilibrio Serena riusci a trovare un appiglio e un appoggio allargando le braccia ai lati del box facendo leva sulle parenti mentre la sua schiena era appoggiata pressante sulle porte della doccia. La sua testa diede qualche colpo sulle porte, queste si aprirono brevemente per poi richiudersi ermeticamente lasciando al di fuori di esse, al di fuori del box doccia il rovo di capelli di Serena racchiusi dal ciappo che con uno strano effetto a cardine si chiuse malamente tra capelli e profili delle porte a soffietto.

Jonathan all'ultima pesante e forte oscillazione perse l'equilibrio, mentre cadeva girandosi fronte la sua nuova madre le diede una testata secca dal quale i due con sincronismo perfetto emisero lo stesso amento di dolore. Serena per qualche secondo ebbe la vista appannata per la botta, inizialmente pensò che fosse per il vapore.. Jonathan era riverso su di lei, con la mano sinistra sul piatto della doccia a sorreggersi e quella destra sul seno della sua nuova mamma bianca. Sentiva sotto il palmo il bagnato del tessuto del reggiseno e la consistenza del globo e amabile del seno della madre e il battere del suo cuore che correva come un treno. Serena non da subito si rese conto della mano di Jona che la palpava senza freno, ma tanto meno non si rendeva conto nemmeno della testa imprigionata tra le porte della doccia. Qualche istante dopo, quando precisamente l'aereo smise di ballare come fanno le montagne russe, scosse la testa e si stropiccio gli occhi. Si rese conto subito dopo che Jonathan era riverso su di lei e una sua mano gli stava tenendo con forza la mano sul cuore.. Fissò la mano nera grande del figliastro, avvolgeva nel palmo e dita l'intero seno. Per un attimo gli torno in mente il volto del facchino, la sua mano che la palpava e il suo sguardo lussurioso che la mangiava con gli occhi.
Serena con un tono incerto e frustrato si rivolse a Jonathan ma distogliendo lo sguardo dal suo corpo nudo, per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva imbarazzata e indifesa.

“Jona amore.. puoi togliere la mano.. Tranquillo da li non si muove sai?! Jonathan togli la mano, alzati!!”

Jonathan, impacciato ed estraneo al sarcasmo della donna lentamente con movimenti incerti riconquistava una posizione eretta. Fu in quel momento che Serena non riusci fare ameno di notare l'erezione imponente del giovane Malawiano. I testicoli sembravano due grandi uova increspate, il suo pene era eretto puntava al soffitto e non era decisamente quello di un ragazzino adolescente di 14 anni. Il prepuzio a stento riusciva a contenere la cappella che da li sotto sembrava aver la forma di una prugna nera di medie dimensioni. Restò li ipnotizzata da quella nera figura erotica per qualche istante ancora (la sua mente ora mani l'aveva memorizzata per bene) fino a quando tentò di rialzarsi a sua volta, rendendosi conto che la sua testa era come incollata alle porte del box doccia.
Tentò inutilmente di divincolarsi dando due tre strattoni , ma fu tutto inutile oltre tutto quei bruschi movimenti non fecero altro che acutizzare il mal di testa provocato dalla testata ricevuta poco prima.

“Jonathan, apri le porte della doccia che sono incastrata! Jonathan apri le porte per favore!!”

Il ragazzo si sporse in avanti perdendo l'equilibrio finendo per ricadere rovinosamente e in maniera scomposta nuovamente sulla madre. Cadde da subito sulle ginocchia, prima oscillando inarcandosi all'indietro, in fine si curvò in avanti, sbattendo violentemente la sua erezione sulla faccia della madre, quel grosso nero membro gli diede una sorta di schiaffo sulla guancia e poi sul mento. Le ginocchia di Jonathan scivolarono all'indietro per colpa del sapone, istintivamente il ragazzo si aggrappo alle spalle della madre tentando di tirarsi su e lo fece a discapito di Serena. Le mani forti sulle spalle gli fecero male alla pari dei capelli che gli tiravano tra le porte della doccia. Jonathan risalì sul corpo della madre e il suo pene, la sua erezione si andò infilare sotto il reggiseno tra i grandi seni della madre. La sua erezione frizionava tra seni e reggiseno la sua cappella usciva e rientrava con i movimenti scomposti dei due.
La sua cappella batteva sul mento e collo della donna. Fino a quando all'improvviso l'estremità dell'erezione, quella viola prugna non si infilò tra le labbra di Serena, che proprio in quel momento chiedeva al figlio di divincolarsi da quella assurda situazione.

“Jonathan ma che cavolo daiii, liberati, staccaaatiii da meee, alza... blooophh blooophh blooophh!””

Jonathan se ne stava li con lo sguardo perso nel nulla, come se non fosse nemmeno li, eppure il suo corpo rispondeva con gratitudine alla bocca di Serena, i suoi fianchi ad un certo unto iniziarono a premere e spingere nella bocca della donna, le mani di Jonathan presero posizione sulle spalle della che non riusci a fermarne il movimento ne la posa. Serena ebbe voglia di morderlo ti staccargli a morsi quel nero membro duro e caldo,ma non ne ebbe il coraggio e la razionalità prese il sopravvento. Tento di spingere via il ragazzo da se, facendo pressione sugli addominali del ragazzo, ma il sapone sul suo addome rese la cosa inefficace. Oltre tutto la sua lingua ora mai piu di una volta e in fine dozzine di volte in pochi secondi aveva assaggiato l'estremità di quella erezione portentosa.

Il ragazzo, il suo volto le sue espressioni erano di totale assenza, solo a volte qualche istante, un accenno ad un sorriso malizioso o un espressione festosa. Serena chiuse gli occhi dalla vergogna e da un senso di disagio che andava a mescolarsi con sensazioni di perdizione che non aveva mai provato prima, fino a quando la sua lingua le sue labbra e la sua gola non iniziarono ad avere una loro volontà.
Inizio a lavorare con gusto la cappella del ragazzo, quella bella e viola prugna andava e meritava di essere pennellata a dovere dalla sua lingua.

Si ritrovò a succhiare e degustare per bene e con gusto l'erezione eccezionale di Jonathan, tenendolo per i fianchi, stingendo le sue labbra sull'estremità che non poteva fare a meno di paragonare a una prugna bruna, gli fece sentire per bene la lingua per tutta l'erezione fino a prendere in bocca uno per uno le sue uova, i suoi testicoli erano grandi e grinzosi, mentre teneva nella bocca i testicoli del figliastro con la mano destra masturbava lentamente e con gusto quella spropositata erezione, la sua mano stringeva forte quel mattarello nero e caldo, mentre la sua mano lavorava sapientemente non poteva fare a meno di avere per la testa immagini oscene e sporche di lei con Jonathan, poi di lei e il facchino conosciuto ai piedi del Jet in fine pensieri osceni con suo fratello altri familiari e conoscenti vari.
Serena stava per rimettersi quel glorioso mattarello nero nella bocca quando si rese conto con la coda dell'occhio che sulla porta d'ingresso c'era l'assistente di volo Sara.

Serena restò per un attimo impietrita, li seduta a cosce aperte nel piatto della doccia, con in mano il pene di un ragazzo africano minorenne al quale aveva succhiato per interminabili minuti il membro.
In fine, rinsanì per un momento e vide di fronti a se le seguenti immagini; la sua carriera rovinata, la vergogna di affrontare la famiglia e una possibile e fattibile denuncia per molestie su minori e quindi la galera certa. Ma alla fine Serena gli vene da dire solo l'unica cosa che da qualche minuto più l'affliggeva.

“Sara scusami potresti aprire la porta della doccia e liberarmi i capelli.. sono rimasta incastrata!”

La ragazza si avvicinò senza dire un parola e dopo aver fissato ancora un istante in silenzio i due nella doccia e l'evidente problema Ciappo-Porta, divincolò il ciappo e poi apri le porte della doccia.

Serena nell'identico momento che le porte si aprirono senti un senso di sollievo proprio li dove prima c'era il ciappo, allo stesso tempo fini per cadere sulla schiena e su di lei Jonathan, nel cadere l'erezione di Jonathan riusci per sino a togliere il reggiseno della sua matrigna. Serena non se ne accorse per nulla, era troppo concentrata su che reazione e opinione avrebbe avuto da li in poi la giovane assistete di volo.

Serena era li per terra, quasi a quattro zampe, su di un fianco accanto a lei c'era Jonathan, Sara non poteva fare a meno di notare quella carne nera in erezione con la Dottoressa che ancora se lo stringeva nella mano. La donna si ricompose per quello che poteva mettendosi sulle ginocchia, rilasciando finalmente la presa dal membro del ragazzo che iniziò a balbettare e farfugliare qualcosa in africano.

Sara si chinò sulle sue gambe e per la prima volta da quando entrò nel bagno incrociò lo sguardo della Dottoressa Dall'Aglio. Serena era imbarazzata ed ancora eccitata per quello che stava facendo nella doccia con Jonathan, Sara si avvicinò quanto basta per averla a pochi centimetri dal suo naso. In fine parlo e disse qualcosa che Serena non avrebbe mai pensato di sentire in una situazione del genere.

“Ero entrata per vedere se stavate bene, per via del vuoto d'aria.. Non pensa che ti avrei trovata nella doccia con lui a succhiargli l'uccello!”
“Ma ii-o,.. Veramente..”
“Shhhh..”

Sara che all'apparenza sembrava cosi timida e servile, si rivelò con un certo carattere, zitti Serena che in vano tentò di giustificare l'accaduto. Sara poi allungo la mano sul seno della Dottoressa e gli chiese con un tono irriverente;

“E dimmi Dottoressa, il tuo figliolo negro ti ha succhiato questi bei capezzoli o vi ho interrotto troppo presto?!?!”.

Serena per istinto tento di darle uno schiaffo, ma il gesto si fermo da se a metà strada, restò li un momento a fissare la bocca di Sara e i suoi occhi scuri e profondi mentre aveva ancora la mano alzata. Improvvisamente Sara afferro Serena per la nuca e incollo le sue labbra a quelle di Serena.
La bocca si Sara era dolce e delicata come seta, i seni della dottoressa erano ostaggio delle mani di Sara, nel medesimo momento in cui l'assistente di volo iniziò a stropicciare malamente con forza i capezzoli di Serena, lei emise un gemito, fu quello per Sara il momento di affondare il colpo e di far bagnare la sua lingua nella bocca di Serena. Per la dottoressa era la prima volta, non gli era mai capitato nemmeno nei lontani anni 80, quando con le amiche si facevano le canne di nascosto nel retro della casa della Claudia Linari e dire che lei lesbica lo era per davvero.

Serena era piacevolmente colpita da questa ennesima sorpresa, il loro bacio si ruppe, ma solo perché Sara aveva il vorace desiderio di succhiare i seni esuberanti della dottoressa, succhio avidamente il seno sinistro mentre continuò imperterrita a rovinargli l'altro tra le dita. La mano audace di Sara scese tra le cosce della donna e le dita iniziarono ad accarezzargli il pube rasato e lindo come quello di una bambina. Serena gemeva e si mordeva le labbra senza sosta, finalmente i suoi lamenti furono placati nuovamente dalla bocca di Sara. Questa volta però fu Serena ad aver voglia di esplorare la bocca di Sara, gli prese la testa tra le mani e la baciò come non aveva mai fatto con nessun altro.
Adorava affondare le sue mani nei capelli della sua nuova amica, mentre questa affondava il suo dito medio dentro di lei. Il bacio fu disarmato senza il consenso delle due donne da il giovane Malawiano, il ragazzo si era rialzato dal pavimento e vedendo, sentendo e percependo li ai suoi pedi tutto quell'eros no poteva farne a meno di parteciparvi. Jonathan interruppe il loro bacio semplicemente avvicinandosi alle due donne e frapponendo la sua erezioni tra le loro bocche nel medesimo momento iniziò accarezzando entrambe le donne sulla nuca, dolcemente come si fa ad un cucciolo. Sara fu la prima a non battere ciglio e iniziare a lubrificare dal suo lato la verga nera del ragazzo, guardando con occhi sornioni e divertiti Serena che ancora una volta restò li di stucco, ma dopo qualche istante di smarrimento inizio a far sentire sul pene del ragazzo la sua bocca e la sua lingua.
Fu a questo punto Serena a prendere l'iniziativa nei confronti della sua nuova amica, inizio ad esplorare il corpo di Sara con le mani dita e unghie solleticandogli con queste, il piercing che aveva sul capezzolo destro, gli venne da sorridere quando si rese conto solo dopo tutto quel tempo che erano li nude sul pavimento che Sara sul suo bel corpo aveva enormi tatuaggi, uno sull'addome raffigurante una grande falena, sulla coscia sinistra un fiore che a prima vista gli sembrò un tulipano o una rosa. Sulla gamba destra due mani raffigurate di profilo, una di fronte all'altra chiuse in una strette di concilio o amicizia una parola accompagnava il tatuaggio “insieme”.
Serena era rapita dai tatuaggi di Sara e ne invidiava il coraggio per aversene tatuati di cosi enormi e dal personale cosi privato e per nulla banale. Arrivò a questa conclusione mentre le sue dita si bagnavano dolcemente dentro il pube della ragazza. Serena vedeva crescere e sentire il desiderio di Sara, attraverso i suoi occhi ai suoi spasmi ai suoi dolci versi, allo schioccare delle sue labbra dolci ogni ogni volta che queste si separavamo mal volentieri dal negro martello caldo di Jonathan. Si ritrovò cosi, in competizione con la giovane ragazza dai gradi seni e tatuaggi, a litigarsi a colpi si succhiate a perdifiato la cappella del giocane e lussuriose e sbavanti leccate di quel negro albero. Serena fu cosi abile nel manipolare la rosea apertura glabra di Sara che questa a stento riusciva a restare seduta sulle ginocchia, innumerevoli volte perse l'equilibrio accompagnando i suoi maldestri e scomposti movimenti con gemiti e versi esplosivi, infine si alzo e sedette sul bordo del lavabo, rivolgendosi a Jonathan in modo brusco e deciso da padrona ariana senza scrupoli.

“Jonathan!! ..Molla li la mamma per favore e vieni qui davanti a me, che ti do una cosa bella su!!”
“Jonathan!! ..Hooo Ci seeeiii?!! Dai su, vieni davanti a me che facciamo amicizia come si deve!!”

Serena era divertita sia dal tono d'esprimersi di Sara che dalla sua innocente ignoranza dal rendersi conto che Jonathan era un ragazzo handicappato. Serena dopo un ennesimo sorriso irriverente alle spese di Sara mentre era ancora li atterra a baciare i gioielli e il diamante nero del suo figliastro, si alzò prese per una mano Jonathan e lo indirizzo difronte al lavabo proprio dove Sara lo stava aspettando a cosce aperte. Gli prese il suo negro membro caldo e pulsante e lo punto sull'apertura lucente di Sara, da quando Jonathan aveva iniziato ad avvicinarsi con Serena, aveva iniziato a sfregare per bene all'indirizzo del suo clitoride, mordendosi le labbra e con l'altra mano reggendosi forte al lavabo, tenendo cosi forte tra le dita quella ceramica bianca che un unghia gli si crepò, era cosi ansiosa di sentirlo dentro di lei che solo Serena si rese conto del rumore secco di quell'unghia rotta.
> penso Serena.

Serena prese per bene il membro di Jonathan e inizio con lo sfregare la sua violacea cappella sulle labbra di Sara che attendeva con sbavo e fremito il ghiotto evento, mordendosi cosi forte le labbra che con tutta probabilità gli sarebbe rimasto il segno per ore.

Fu a quel punto che senza dire una parola che Serena attiro a se lo sguardo lussurioso di Sara sgranando gli occhi e portandosi il dito indice alla tempia e volgendo leggermente lo sguardo verso il ragazzo gli diede ad intendere che Jonathan era “speciale”.

Sara d'altro canto, rispose con un cenno del capo inclinandola che fu non molto incoraggiante, ma andava bene cosi.

La cappella del ragazzo era grande come un pugno di un bambino di 5 anni, Serena era curiosa di vedere se sarebbe mai entrato. Lo mosse per bene su e giù con movimenti a croce sulle labbra poi circolari sul clitoride che era già bello sugli attenti come un bel soldatino rosa.
Guidando il ragazzo con una mano ben stretta sul suo nero manubrio e un altra dietro la schiena all'altezza dei reni, gli dava piccole leggere pressioni in avanti per fargli capire senza frustrare il ragazzo che doveva entrare dentro Sara con tutto il suo albero negro. (Il problema grosso e che senza motivo, forte com'era poteva dare all'improvviso pugni e calci senza alcun motivo e in quelle circostanze non sarebbe stata una bella scena).

Serena non aveva per nulla fretta, Sara d'altro canto stava andando nei matti, accompagnava i movimenti di Serena inarcandosi in avanti, incoraggiando il pene del ragazzo a sfondare il muro del desiderio. Jonathan lentamente inizio ad alzare le braccia che stava tenendo lunghe perpendicolari al suo corpo, per andare ad accarezzare i seni di Sara, nel medesimo momento in cui il pollice e l'indice della grande mano di Jonathan incontrarono il piercing sul seno destro della ragazza, entrambe le donne ebbero la sensazione che il ragazzo avrebbe avuto di li a poco la voglia e l'istinto di tirarlo e quindi strapparlo. Sara fece un brusco gesto con la mano per andarsi a coprire la mano con il seno e levare quella di Jonathan, emettendo un verso di dissenso. In quel preciso istante per pronta risposta, fece un passo in avanti e diede un poderoso colpo di reni in avanti, proprio in direzione di Sara.
“Ahh..Oohhsaantoooo Dddiiooo!!”

Il Cazzo di Jonathan, la sua abnorme cappella entro per bene in Sara, la corona porosa del suo membro frugava per sommo gusto di entrambi dentro Sara, Serena spinse ulteriormente Jonathan in avanti, ponendosi dietro di lui cintando il ragazzo le bracci ponendo le mani su fianchi neri del ragazzo, facendogli sentire per bene i sui seni sulla schiena.

“Dddiooo Benedeettoo.. Sentiii che roohhhhoooo-baaaa...!!

Serena si guardava divertita e con gusto l'eccitazione e la lussuria dipinta sul viso di Sara che si distorceva in mille espressioni di lussuria, gli occhi della ragazza strabuzzavano e si ribaltavano all'indietro , al punto che Serena non sapeva piu se essere eccitata o spaventata. Jonathan sorprendentemente inizio a gioire con versi e mezze frasi in Africano, mentre sempre piu costantemente spingeva a fondo la sua clava negra, al punto che prese per i fianchi Sara e la strinse a se.
Sara per tutta risposta si mise una mano sulla bocca ed emise un verso cupo e profondo, sentendo dentro di se scavare per bene il pene di Jonathan, stantuffo dopo stantuffo, come un motore ben rodato i due preso un giusto rimo sincronizzato, Sara si lascio cadere su Jonathan, che la sorresse come se fosse fatta di gomma piuma, la sorreggeva per bene, da subito per i fianchi poi per le natiche, Sara si teneva a lui saldamente legando le sue braccia al collo e piu lentamente le cosce alla vita del Ragazzo.

Il membro negro del ragazzo lavorava di gusto dentro Sara, al punto che evidenti gocce colavano lungo la gamba di Jonathan, il rumore schioccante dei genitali che sbattevano all'unione dei corpi ne era un ulteriore indizio che Sara era preda totale e persa di quella innarestabile nera verga.

“Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. ….”

Dopo interminabili minuti, fu chiaro a tutti che Jonathan era pronto per eiaculare il suo negro sborro dentro Sara, il ragazzo inarcò le spalle e strinse ancora piu violentemente a se Sara, emise gemiti ben traducibili in quello che sarebbe successo di li a poco..
Ma la ragazza era cosi rapita dal suo godere e gratificata da quel nero manubrio che gli scava dentro che solo quando i versi del ragazzo accompagnarono i 6.. 7.. lacci di sborro dentro il suo ventre gli venne l'istinto di divincolarsi da Jonathan.

“Hoorhhhhgghhh... Hooohahaaahh.. Mmmhhhgghh.. Mmhh Mmhh.. Mmhh.. Mmhh!!”

Ma con quale forza avrebbe potuto mai liberarsi da lui? Il ragazzo nonostante la giovane età non solo era molto ben dotato ma aveva una forza indicibile. Non gli restò che appoggiare il capo sul suo pettorale e chiudere gli occhi e bestemmiare mentalmente..

Jonathan, restò li impalato fermo sulle sue gambe, in piedi con Sara legata a lui come uno zaino dell'Invicta, lei sentiva con gusto il negro membro pulsare dentro di lei, contemporaneamente parte del succo denso, lentamente usciva dalla sua fenditura ardente.

Serena amorevolmente accarezzo le spalle e la testa di Jonathan, facendogli le feste per come aveva ben lavorato, ma ambedue le donne rimasero di stucco quando il ragazzo ricomincio come se nulla fosse a rimpolpare e flettere su se la ragazza, facendogli di nuovo sentire la melanzana africana, che nonostante gli avesse dato tutto quello sborro pochissimi minuti prima, era ancora li dentro di lei, dura come l'acciaio.

“Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. ….”

Serena si porto le mani giunte al viso, stupita senza parole restò li ad osservare Sara, in perlata di sudore sorretta da quel negro giovane guerriero del sesso.
Fu disincantata improvvisamente dalle parole di Sara, che uscirono dalla sua bocca come una supplica come una preghiera.

“Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. ….”.

“Giuu-uuhh.. giuù me-tti-mi giuuuùhh.. Jona.. mettimi giùu-uuh.. Sba-tti-mi giù per terra, scooo-pamiii sul pavi-mento-oohh!”

“Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. ….”

“Jonathan.. giuù-uuuh.. sul pa-vi-me-ntoooohh.. scooopamii sul pavimentooooh lo vogliooohh an-che in culo da te!!! Se devi sbooorrare, sbooorrami nel cuuulooo que-sto giroooohh!!”

“Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. Ciaffhh.. ….”

Serena ancora un ennesima volta restò senza parole, spettatrice non pagante di uno spettacolo per soli adulti consenzienti senza nessun freno inibitorio. Jonathan che aveva di certo sentito la supplica della ragazza continuò imperterrito a montarla di gusto a fargli macinare dentro il suo nero pistone, fino a quando Sara non gli prese la testa tra le mani e dolcemente e con tutta la calma che poteva trovare in quella situazione dolcemente gli disse; “Jona, appoggiami dolcemente, con calma sul pavimento, continuiamo da sdraiati come se dovessimo dormire, capito??!”. Il ragazzo arresto il suo moto procedimento, aveva ascoltato con attenzione la ragazza, nonostante i suoi occhi erano rapiti per quasi tutto il tempo dalle luci led del soffitto. Il ragazzo allentò lentamente la sua presa dai glutei e sotto cosce della ragazza, per farla smontare, ma la riacciuffò quasi immediatamente perché la sua erezione, il suo pene era cosi inarcato all'insù e lungo che non poteva farla scendere se non rialzandola verso l'alto e in avanti allontanandola da se estendendo le braccia, fu un districare e movimentare, paragonabile ad un pescatore che toglie il l'amo a fatica da un pesce male infilzato. Sara ritocco suolo finalmente, dopo qualche respiro profondo e passatasi le mani nei corti capelli si accingeva a mettersi atterra a quattro zampe. Serena affianco Jonathan e gli diede indicazioni su come e cosa fare.

“Guarda tato, adesso Sara che ti vuole tanto bene si mette attera a quattro zampe.. Tu da dietro di lei di vai a coricare praticamente su di lei...”

Jonathan a stento fece un cenno col capo mente i suoi occhi fissavano la schiena della giovane e i suoi occhi sorridevano dalla voglia di essere di nuovo dentro di lei. Si inginocchio dietro di lei, per poi inarcarsi su di lei mentre Serena gli masturbava il membro indirizzandoglielo verso gli sfinteri della giovane, allo stesso tempo con le dita Sara si lubrificava il retto con le dita. Serena notò dalla destrezza della ragazza nel masturbarsi il retto che con tutta probabilità quella non sarebbe stata la prima scopata anale. Jonathan al contatto della sua virile ferrea estremità sulla soglia bagnata di Sara, afferrò la ragazza per i fianchi con forza, Sara emise un caldo verso che venne seguito a ruota da versi incomprensibili di Jonathan, parole sconnesse probabilmente in Malawiano, che diedero il via alla penetrazione anale del ragazzo. Nel frattempo serena si era inginocchiata di fronte a Sara, porgendogli nuovamente la sua bocca.
Timidamente il ragazzo diede una prima leggera spinta, come chi entra in un ambiente buio e non sa bene dove mettere i piedi. Una prima spinta venne seguita da una seconda e una terza fino a quando il ragazzo si fece sentire con forza dentro Sara che emise un sordo verso soppresso dalla mano di Serena, che rise divertita dalla cosa, mentre Jonathan inizio a martellare di gusto il suo membro nel retto dilatato di Sara. La Dottoressa continuava a premere il suo palmo sulla bocca di Sara e con l'altra mano a tirargli i capelli sulla nuca in segno di un ironica sfida, che Sara ricambio con un sorriso tramite i suoi occhi e facendo senti la lingua sul palmo della mano di Serena.
A quel punto la Dottoressa esclamò senza rendersene conto;
“Sei proprio una bella Troia senza vergogna!!”

Sara sorrise compiaciuta e al medesimo tempo la sua espressione si distorceva per il picchiare incessante e costante di Jonathan dentro il suo retto. Al punto che la sua figa iniziò ad ogni due colpi profondi nel retto a fare un leggero e filato gettito di squirt. Serena accarezzava bruscamente il capezzolo borchiato della ragazza mentre con l'altra mano continuava a sigillare la bocca di Sara che non smetteva piu di lamentarsi, gemere e farfugliare parole che Serena poteva solo ipotizzare.
Serena mentre giocava con il seno di Sara si rivolse decisa a Jonathan ma guardando negli occhi lucidi e bagnati Sara;

“Jona amore della mamma, sculaccia per bene la Sara, fagli sentire a mano aperta una bella botta sulla chiappa!!”
Jonathan questa volta rispose imediatamente al comando della sua matrigna, e con la mano destra assesto con decisione e forza uno schiaffo sul gluteo destro della ragazza. Poi un altro ancora e un altro e un altro ancora..

“PAACHH.. PAACHH.. PAACHH PAACH.. PAACHH PAACH PAACH.. PAACH PAACH PAACH!”

Sara inveiva e godeva, rideva per riflesso nervoso e shock attraverso le dita della Serena, maledicendola, mentre sempre piu velocemente sentiva che perdeva il controllo del suo corpo, per colpa di quel ragazzo negro che lavorava abilmente la sua verga bruna dentro il suo retto, la sua figa sputava olio ad ogni colpo ora mai e Sara iniziò a mordere la mano di Serena che tornò a tirargli i capelli..
Sarà iniziò a supplicare Jonathan di smetterla di fermarsi, ma Serena non demordeva e comprimeva la mano sempre piu la mano sulla sua bocca. Il ragazzo non poteva sentirla, gli schiaffi sul culo e il suo incessante martellare anale oltre tutto l'avevano completamente rapito. Fino a quando Serena gli ordinò anche di fargli sentire ancora di più, con più frequenza e forza il suo negro martello nel retto.

Sara sbuffava, tentando di mordere il palmo di Serena, mentre le sue unghie grattavano il pavimento gommato e i suoi occhi strabuzzavano. Fino a quando improvvisamente senti nel suo retto dopo tanto scavare il pene del negro Malawiano sputare un lungo gettito di sborro caldo, quattro distinte fucilate di caldo seme.

Serena accompagno l'evento, quella seconda eiaculazione con una grassa risata che sfociò in fine con un sorriso sincronizzato tra le due ragazze.. Anche se Sara aveva il volto paonazzo e il volto rigato dal pianto. Un pianto felice e appagato. Jonathan, accarezzo lungamente la schiena di Sara, raggiungendo anche i seni sudati e le spalle, per poi rialzarsi lentamente dopo qualche lungo istante ancora ben dentro la giovane assistente di volo. Evase dal suo corpo e si lascio sedere pesantemente sul pavimento, mentre Sara si rifugio tra le braccia della sua nuova amica, entrambe le donne fissarono lungamente il ragazzo esausto, immobile, il suo copro d'ebano imperlato dal sudore e il membro negro ancora in una distinta erezione, lucido e unto come un agnello pronto per il forno.

Rimasero cosi nudi sul pavimento finché una voce elettronica, la medesima che Serena udì al suo ingresso nel Jet. Per la sorpresa le ragazze sobbalzarono, Jonathan non fece nemmeno una mossa.
Ma fissava affamato i seni delle donne, poi si porto un pugno alla bocca e lo morse, era il suo modo per far capire che aveva fame o sete. Serena riconobbe il gesto e il senso, si alzò dal pavimento, aiutando Sara a fare altrettanto, quest'ultima si rivestì nervosamente ed aveva completamente cambiato atteggiamento, si ricompose e rinfresco il viso come se fosse da sola in quel bagno fradicio dall'odore di sesso e sudore. Bacio frettolosamente Serena sulla bocca, con un bacio a stampo cosi veloce e timido che Serena non ebbe modo di gustarselo, subito dopo lo schiocco di quel bacio Sara senza nemmeno guardare la Dottoressa esclamo con tono impostato e irriverente;

“Fai la brava ne..!!”

Che tradotto voleva dire, non fare la stronza, questa cosa resta tra noi ok!??!
Serena d'istinto ebbe appena il tempo di dirle “anche tu..” mentre Sara stava già lasciando il bagno.

La dottoressa Dall'Aglio, si ricompose a sua volta e rivesti Jonathan, disturbata innumerevoli volte dal ragazzo che ogni volta che ella gli si parava da vanti a distanza ravvicinata, il ragazzo gli toccava con poca delicatezza seni e pube. Serena finito di vestire Jonathan era di nuovo zuppa, tra le cosce e come se avesse un rubinetto senza guarnizioni.. Ogni volta che Jonathan la toccava con quella manona negra accompagnando il gesto con versi incomprensibili ma dal suono carnale, Serena si mordeva le labbra carnose e avrebbe voluto mangiargli il cazzo a forza di cavalcarglielo.. ma il loro tempo in quel bagno e in quel contesto era oramai al termine.

I due riaffiorarono dalla toilette proprio mentre la voce elettronica degli altoparlanti per la terza volta si manifesto nuovamente per avvertire che stavano sorvolando l'Egitto e di li a poco il Mar Mediterraneo all'altezza di Malta. L'aereo tra non molto sarebbe arrivato a Verona. Accomodò il ragazzo su una delle 12 poltrone, gli allacciò la cintura di sicurezza, nel curvarsi sul ragazzo, la sua attenzione fu rapita dall'oblò dell'abitacolo, il cielo era grigio e il vetro era rigato dall'acqua.

Serena era stremata, piu mentalmente che fisicamente, si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona al fianco opposto di quella di Jonathan, per essere a distanza di sicurezza ed evitare palpeggiamenti fuori luogo. Mancavano ancora poco piu di 8 ore alla destinazione prefissata, Serena era assorta tra mille pensieri, ebbe la volontà e la forza di mandare due sms, uno alla sorella minore a Verona ed uno al fratello a Rovigo, informandolo che avrebbe fatto tappa a Verona dalla sorella. Era cosi stanca che fu Sara passando in un secondo momento a chiuderle la cintura di sicurezza e riporgli un cuscino dietro la nuca, e togliergli il telefonino di mano, mentre ora mai Serena era andata KO.

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