So'ragazze

Scritto da , il 2017-10-03, genere trio

E fu così che andai ad esplorare un po' un'età molto inferiore alla mia. Non lo avrei mai immaginato perché:
1) Sono felicemente sposato e ho una figlia di un anno.
2) Ho avuto rapporti sessuali con una splendida M.I.L.F. (mia suocera) che non vedo l'ora di ritrovare per reciproco godimento. In "Un amore di suocera" potete leggerlo.
Solo che la patata tira e quella non ha davvero età, anche perché pure ad una certa età le ragazze hanno malizia, corpo e persino esperienza da far impallidire le donne adulte. Nulla a che vedere con quelle che conoscevo 15-20 anni fa sui banchi di scuola e poi in vacanza.
Lo scorso 11 Febbraio io, mia moglie Antonella e la mia piccolina Giorgia abbiamo messo piede nella nostra nuova casa. Il tempo di sistemare un po' le cose e la famiglia al piano di sopra, una delle altre tre che abitano il condominio, ci invitò a cena per "introdurci" nella nuova realtà. Lui Roberto un po' burbero e taciturno, lei Paola aperta, chiacchierona e una discreta M.I.L.F., ma nulla a che vedere con mia suocera, che resta il top del top. La mia attenzione però cadde sulla figlioletta Giada, che non smetteva di guardarmi, uno sguardo che non sfugge ad una vecchia volpe come me... Molto molto carina, circa 1,65 metri, capelli neri, lunghi e ricci, pelle leggermente scura, decisamente un bel culetto, gambe perfette e una bella terza di reggiseno. Sono abituato a tette più grosse, ma in quanto a perfezione una di quell'età è inarrivabile. Le gambe non avevano nemmeno un filo di cellulite e quei pantaloncini cortissimi che vanno di moda adesso le esaltavano le cosce. Non mi vergogno di dire che già me la immaginavo distesa sul tavolo, ma i suoi ripetuti sguardi che potevano essere notati da tutti non erano da aiuto qualora condividesse il mio modo di vedere la cose. Per fortuna a catalizzare l'attenzione c'era la mia bellissima bimba che camminava e sorrideva a tutti.
Qualche giorno dopo Paola parlò con mia moglie e le chiese, sapendo che entrambi siamo laureati, se fosse stato possibile fare ripetizioni a Giada di matematica e, come è ovvio, il compito toccava a me vista la mia laurea in Ingegneria. È così, tornato da lavoro alle 18:30, accolgo questa ragazza sempre meno vestita, sempre più sexy. Troppo distratta per capire davvero la trigonometria. In un istante in cui mia moglie si era allontana le chiesi perché l'altra sera mi guardasse fisso. Negò tutto. Vabbè. La lezione terminò e mi diede appuntamento per l'indomani. Stavolta sarebbe toccato a me salire da lei, in quanto l'accordo prevedeva un giorno a testa. È così, salii da lei alle 18:30 e restai a bocca aperta: top scollato, altro pantaloncino dermatologico bianco che lasciava intravedere il perizoma che indossava. Era perfetta ma cercai di non farci caso, visto che lei giocava. "I tuoi?", le chiesi. "Sono fuori fino a stasera tardi", abbozzando un sorriso malizioso. Mi disse che tra due mesi avrebbero cambiato casa e le dispiaceva molto (per me era un sollievo) e si venne a sedere sulle mie gambe ringraziandomi per l'aiuto. Memore di quando prendevo l'autobus per andare a scuola feci finta di niente mettendo la mano aperta sulla sua coscia e iniziai a muoverla piano poi sempre di più, finché iniziai ad accarezzarla. Lei girandosi mi piazzò praticamente il suo seno in faccia. La cosa che più mi piaceva è che era leggera, addosso a me sembrava un fuscello, cosa che mi faceva immaginare un dominio assoluto. Dalle cosce passai al culetto e immediatamente lei si girò verso di me e poteva sentire la mia erezione impetuosa. Si tolse subito il top e mi mostrò le tette, con due capezzoli turgidi come il marmo, che succhiai con gusto, ma nel frattempo me la strusciai addosso per farle sentire l'erezione e farla eccitare. La cosa ebbe effetto perché scivolò agilmente a terra e inizio a sbottonarmi la cintura e i jeans e, tolti i boxer, tirò fuori la belva. L'erezione aumentò quando iniziò a farmi, con maestria inimmaginabile per l'età, un bel pompino con risucchio. Abbassava la cappella, dove la sua mano piccola sembrava sparire, e tirava su con le sue labbra carnose facendomi impazzire. Le ordinai quindi di spogliarsi e lei, con molto erotismo, rimase nuda. Allora la sollevai a testa in giù cosicché lei potesse continuare il suo pompino davvero fantastico e io potessi assaggiare una giovane fighetta bagnatissima. Come immaginavo non era vergine, almeno questa era la mia sensazione, non era depilata del tutto e la cosa mi piaceva. Incominciò presto a gemere di piacere visto che con la lingua giocavo con il suo clitoride. Poi la stesi sul tavolo dove l'avevo immaginata la sera prima. Era una ragazza molto educata, infatti mi disse di prendere il preservativo dai suoi pantaloncini (anche quella sessuale è educazione...). Infilatomi il condom iniziai a pomparla piano piano perché la fighetta era comunque stretta e doveva adattarsi al nuovo grosso ospite. Appena arrivai in fondo fece un urlo di piacere e iniziai a pomparla con sempre maggiore intensità e dovetti metterle una mano davanti alla bocca. All'altra scala del piano di sotto c'era pur sempre mia moglie. All'improvviso svenne per poi riprendersi. Durai moltissimo anche perché man mano devo ammettere che l'eccitazione scemava. Non era un rapporto paritetico, io la facevo godere ma lei, a parte il bel pompino, non era ancora in grado di soddisfare un uomo adulto. E poi facevo il confronto con mia suocera, una M.I.L.F. tettona insaziabile che mi aveva fatto godere da paura. Lei si che era il massimo. Non appena il preservativo fu bello carico concludemmo il tutto e lei mi abbracciò e mi baciò sulla bocca, dandomi l'arrivederci alla settimana prossima. Tornato a casa, mia moglie mi disse che quelli del piano di sopra stavano facendo rumore e le dissi che avevo visto arrivare il marito della brasiliana al piano di sopra e magari se la stava spassando.
La settimana successiva non mi andava di continuare e in effetti nemmeno Giada sembrava volesse andare oltre. Solo che ad un certo punto mi disse che l'indomani anche una sua compagna, due volte bocciata negli anni precedenti, aveva bisogno di ripetizioni. E mi fece un occhiolino che mi aveva già fatto capire tutto. Avremmo dovuto spostarci, solo per questa volta, in un altro quartiere di Roma, e serviva la macchina. Avvisata mia moglie, che non poteva mai immaginare quello che immaginavo io, preparammo il tutto. Il giorno successivo, durante il breve viaggio, Giada mi disse che entrambe avevano preso la pillola. La guardai esterrefatto, nel senso che sapevo che le ripetizioni non sarebbero state di matematica, ma pianificarla così con una che nemmeno conoscevo non era carino. E se fosse stata orrenda? Poco dopo mi tolsi ogni dubbio. Entrati dentro mi salutò con un bel bacio umido una ragazza esagerata. Alta 1,75, bionda, occhi verdi, due tettone da urlo, un culo da paura e un rossetto rosso fuoco. Anche lei vestita poco ma mi arrapava tantissimo e quel suo accento romanaccio (che generalmente odio) mi dava ancora più l'idea di una "poco di buono". Solo che era davvero incredibile. "Però, Giada, che amica che mi presenti". Fui l'ultima volta che parlai a Giada. Spariva accanto a Manuela. Pochi convenevoli, Manuela prese Giada e se la trascinò sul divano iniziando a sbaciucchiarla e, in breve tempo, entrambe furono completamente nude. Non avevo mai assistito ad un rapporto lesbo, l'avevo solo visto nei film porno ed era stra-arrapante. Solo che banane, cetrioli e cazzi finiti non erano ammessi: io ci mettevo quello vero,anche perché labbra, tette e culi in quel contesto erano davvero eccitanti, soprattutto per come se li godevano. Vedere Manuela nuda era uno spettacolo, un miracolo della natura. Iniziò a leccare la figa di Giada, mostrandomi praticamente il culo e a quel punto iniziai a leccarla anche io da dietro. Non potevo starmene a guardare con tutto quel profumo di figa e lei ne fu sorpresa ma mi lasciò fare, iniziando ad ansimare man mano che si bagnava. E poi quel culetto non era nemmeno vergine... Allora passai al comando e decisi che Giada doveva stare seduta sulla faccia di Manuela per continuare ad essere leccata e io potevo tranquillamente godermi la sua fighetta bagnata, aperta e disponibile. Si vedeva che quell'organo riproduttivo ne aveva visti tanti, ma li meritava tutti. Mentre me la godevo le mie mani andavano a prenderle i seni. Due bocce morbide e grosse. Mi spogliai tutto e misi il mio cazzone, eretto all'inverosimile, proprio là in mezzo, per una fantastica spagnola. Dopo un po' si avvicinò anche Giada ed iniziarono i turni per i pompini. Giada li faceva bene ma il trasporto, la passione e la lingua di Manuela erano un'altra cosa. Scendeva fino ai testicoli, li leccava, se li ospitava persino in bocca e poi riprendeva salendo su con la lingua, girando intorno al glande e poi, dopo averci respirato su lo ricopriva con le labbra. Non avevo mai sentito l'effetto caldo-freddo e, vi assicuro, è una roba incredibile. A quel punto Giada si sdraiò e anche Manuela, capendo il disagio per avermi focalizzato su se stessa, mi invitò ad iniziare a pompare Giada. Pensai che tanto, memore della scorsa settimana, penetrare quella ragazza sarebbe stato solo una preparazione a Manuela, che era davvero spaziale. Mentre pompavo Giada sul divano Manuela mi diede le spalle e appoggiò la sua figa sulla bocca della sua amica. Immediatamente le palpai le tette da dietro ma rischiavo di eccitarmi troppo e, siccome stavo scopando, tutto volevo tranne che venire. Sistemata Giada, che nel frattempo si godeva quanto fatto, presi Manuela e la sdraiai sul divano. La sensazione accogliente che provai fu fantastica, lei era bagnata fradicia ed ero impazzito. Iniziai a penetrarla con grande forza e con eccitazione altissima, poi la girai di spalle. Lei aveva una gamba allungata fino a terra, un'altra piegata sul divano e la pancia sulla spalliera sul divano. Scoparmela da dietro e tastarle le tette fu una goduria fantastica e infatti le venni dentro come un fiume. Naturalmente non mi sarei fermato perché quel culo era irresistibile. Mentre lei si puliva lo sperma che colava decisi che Giada aveva il compito di tirarmelo su di nuovo e lei, snobbata, si sentì responsabilizzata ed iniziò a farmi un bel pompino, migliore visto la lezione della sua maestra, e devo dire che me lo rizzò subito. Come premio la invitai a cavalcarmi e vedere quella discreta fighetta che saltava su di me mi fece tornare bello tosto. Nel frattempo Manuela era tornata, favolosa, come fosse uscita da una copertina di Play-boy. Ed era tornata con la vaselina... Intesa sessuale a meraviglia... Si rivolse a Giada e le disse: "Ti insegno una cosa. Spalma la vaselina sul cazzo di...... Come te chiami?"."Giuseppe". Risata generale. E le infilai il glande nel fiorellino di quel culetto spettacolare e piano piano iniziai a penetrarlo. Non era vergine ma nemmeno sfondato all'inverosimile e per questo un minimo di dolore lo provò. Durò poco perchè iniziammo presto a fare sul serio. Urlava come una vera porca e il mio cazzo sembrava un immenso trapano che la sfondava. Addirittura venne su di me in uno smorzacandela anale così, grazie al suo peso, le entrò tutto nel culo. Una goduria terrificante, che Giada guardava a bocca aperta. Poi dal culo lo spostò di nuovo nella figa. I movimenti ritmici del suo bacino, la disinvoltura con cui si prendeva i capelli e la goduria che mostravano mi fecero raggiungere di nuovo l'orgasmo e tornai a venire. Irresistibile. Una ragazza troppo eccitante, non è normale e mai avrei pensato di scoparmi una figa del genere. Stavolta il paragone con mia suocera reggeva eccome anzi, eravamo a livelli più alti. Mia suocera era fisicamente più devastante, ma Manuela era più porca e di una bellezza inarrivabile.
Ero a pezzi, ma Manuela mi disse che dovevo soddisfare anche Giada. "Aiutami", le chiesi. Io e Giada eravamo seduti sul divano e io presi a sgrillettare la fighetta. Manuela intanto faceva la porca muovendosi davanti a noi. Un corpo fantastico, sinuoso, statuario ma morbido. Si rivestì con pantaloni di latex e un top nero che la rendevano ancora più eccitante. Ultima erezione e così anche Giada poteva avere la piena soddisfazione. Osservati da Manuela, me la misi sotto e la pompai a dovere fino a venire pure dentro di lei. "Cosa mi tocca fare", pensai ridendo. Ci rivestimmo e scendemmo a prendere un caffé parlando un po'della nostra vita. Certo, non ho molte cose in comune con due ragazze che vanno ancora a scuola ma da quel momento qualcosa in comune ce l'avevo. Il ricordo di uno splendido pomeriggio di sesso...

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