Haime trova l'amore.

Scritto da , il 2017-09-20, genere sentimentali

Haime o Don Haime, come alcuni lo chiamano, è un uomo che ha saputo organizzare bene la propria vita.
Possidente terriero, ultimo discendente di una famiglia da sempre agiata e forse anche "inquinata" da qualche traccia di sangue nobile nel proprio albero genealogico, vive una vita tranquilla senza molte preoccupazioni.
Nel corso della sua vita, è arrivato a passare in buona salute le cinquanta primavere, non ha fatto che gestire e usufruire il beneficio degli averi ereditati, vero che li ha ingranditi ma senza cupidigia, compra e paga il giusto, non mercanteggia mai.
E... migliora, abbellisce, ma cerca l'armonia dell'ordine, non ha spirito innovativo, non concepisce la diversità. Lui è un metodico, un conservatore.
Vive nella grande e antica casa familiare dalle finestre fiorite che si affacciano sulla valle sottostante, rigogliosa e che le stagioni colorano di mille tonalità diverse.
Usufruisce solo di una piccola parte della residenza.
In un altro lato della casa vive chi lo accudisce, una donna anziana e i suoi due fratelli. Provvedono a tutte le incombenze, la donna cucina per lui e cura il suo vestiario. Un soprastante si occupa dei suoi affari.
Tutto tranquillo, tutto previsto. Tutto ordinato.
Ecco... questo è il ritratto di Haime.

Oggi... dopo colazione, Haime si accinge a uscire.
E' un bell'uomo, robusto, abbastanza alto, i capelli appena segnati dal tempo, il viso rasato. Questa mattina veste jeans chiari, una camicia simile e sopra una giacca di fustagno, scarponcini da lavoro.
E' il giorno di Ester...
Non li segna sul calendario i suoi impegni, ha una memoria di ferro relativamente a questo, sa che Ester viene dopo Marguerite e prima di Olivie, sa tutto l'elenco a memoria, non sbaglia un nome o la sequenza.
Il giorno preciso della settimana non conta, lui telefona e chiede se hanno impedimenti, qualche volta incorre nella loro impossibilità o nei giorni del ciclo e passa alla successiva dell'elenco.
Oh... non che lui si fermerebbe per questo! Per il ciclo!
Anzi! La sua naturale libidine ne fa apprezzare il leggero tratto trasgressivo, adora quel bagnato, il forte odore aspro e muschiato afrodisiaco, il piacere di penetrare la vagina grondante e provocare con il suo movimento quello sciabordio rumoroso!
Ma non si impone, rispetta le loro necessità.
Oggi userà la sua vecchia Jeep, ecco un altro tratto del suo carattere... è un uomo che si affeziona alle sue cose, ai suoi vestiti, ai suoi oggetti, ai suoi libri, alla sua vecchia macchina, vero che ha in rimessa anche una potente vettura sportiva, nuova, ma la ignora volutamente.

Si attacca molto meno alle donne.
Le dimentica presto.
E' un uomo incapace di innamorarsi.
Non sente la mancanza dell'amore.
Non lo conosce.

Ester, la donna che va a trovare oggi, vive nel vecchio mulino che una volta era in opera sulla riva del torrente, torrente che con lo scorrere del tempo si è spostato di alcune decine di metri e ora le vecchie pale della ruota sono a secco e immobili.
E' da un paio di anni che ci vive Ester, da quando è stato riadattato ad abitazione.
Il mulino le è piaciuto e le è piaciuta pure la proposta di Haime.
Ester ci vive bene nella pace agreste del posto.
L'accordo fra loro?
Prevede un canone simbolico e una volta al mese la visita di Haime.
Così è per Ester, così è per le altre donne.
Cambiano solo dei dettagli.
Ma con tutte segue il medesimo programma, pranza nella vecchia trattoria del paese e poi verso le tre raggiunge la donna di turno e ci fa sesso.
Senza preoccupazioni, senza nessuna costrizione, qualche ora di sesso vissuto con piacere, a volte trasgressivo a volte no, questo cambia a seconda del loro stato d'animo.
Haime è un uomo gentile, galante, non manca mai di portar loro un piccolo presente, nel caso di Ester, ha con se alcune matasse di filo colorato, materiale che lei usa per i suoi lavori.
Ester è una donna sui quaranta, morbida.
Ha grossi seni e un culo bello largo, riceve Haime coperta da una felpa che le arriva alle cosce, è evidente che non porta altro.
Haime la bacia, lei ricambia, gli si struscia addosso per cercare di sentire con il contatto se è eccitato.
Gli passa la mano sull'inguine...

-Voglia di me... bell'uomo?-

Le mani di Haime sono ora sotto la felpa e maltrattano le grosse tette, le alzano, strizza forte i capezzoli diventati turgidi, mentre nello stesso movimento le mani di Ester sono occupate ad aprire il jeans e a far uscire a fatica il grosso membro duro.
Ogni volta è così. Con tutte.
Deve saziare in maniera immediata la sua fame e quindi un primo accoppiamento frenetico, animalesco e la rapida soddisfazione dei sensi per poi dedicarsi con maggior determinazione al piacere. A volte la prende tirandola a terra e penetrandola di colpo furiosamente per continuare a muoversi dentro di lei fino a godere. Altre... la costringe alla parete e la prende così, alzandola e tenendola alta con gli avambracci sotto le sue cosce e spingendo il suo membro a fondo. Colpi secchi che la fanno alzare e strofinare la schiena contro il muro. Altre ancora... lei chinata e lui dietro che sbatte forte contro il grosso culo morbido e bianco o ancora... levata di peso a forza e disposta sul tavolo con le gambe al cielo e lui fra le gambe che spinge come un dannato!

Così con Ester. Così con tutte.
Haime è un metodico.

Poi... passato l'affanno, saziata la prima fame... gode le donne. Ama leccar loro la vagina. Adora proprio mettersi fra le loro gambe e baciarle. Farle godere assaporando il loro umore e inebriandosi dell'afrore forte della fica. Lecca e si fa leccare. Si fa succhiare la sua grossa asta, scura, larga.
Poi... gode ancora una volta e poi... più tardi ancora un'altra.

Si riveste... se ne va.
Non manca mai di essere gentile e ringraziare galante la donna che ha avuto.
Ma è tutto così impersonale.
Alla fine diventa solo la soddisfazione di un bisogno.
Una donna vale l'altra.
Non le confonde certo, sa i particolari di ognuna, le loro preferenze sessuali, sa, per esempio, della passione di Genevieve per l'arte del pompino e si adegua, la lascia fare, la vede disporsi fra le sue gambe e si lascia succhiare per ore per poi alla fine, proprio quando non riesce più a sopportare quella bocca avida e calda, svuotarsi con un urlo che poco ha dell'umano.
Sa, per esempio, del bisogno libidinoso di Martha di essere violentata selvaggiamente e simula di entrarle in casa di soppiatto, di prenderla e di sottoporla a violenza sessuale, la prende tenendola forte per le mani e scostando le sue cosce tenute strette, la violenta.
Sa... che la dolce, eterea Clotilde, a differenza del suo aspetto angelico, gode solo se sottoposta ad una feroce penetrazione anale. Che vuole sentirsi sfondata, aperta, scopata di forza dietro.
Insomma... in ognuna lui trova delle cose diverse e le apprezza tutte in egual modo.
Ma sente la sua insoddisfazione.
La vince solo facendo un uso smodato del sesso e usando le donne come oggetti.

Non è consapevole che gli manca l'amore.

Oggi... è la volta di Martine che abita nel vecchio deposito delle granaglie, là in mezzo ai campi. Gli piace Martine, è una donna che ha temperamento, carattere, un po' selvaggia.
Haime oggi non si sbarba, lascia un filo di barba sul volto, si sente stranamente svogliato. Mangia poco e malvolentieri a colazione.
Esce presto.
Una camicia aperta sul collo e un pantalone leggero, è caldo, ferma la macchina al fiume e si siede a guardare il flusso della corrente.
Sente scorrere nella mente dei pensieri sconosciuti, si trova per la prima volta a desiderare di più dalla propria vita.
Alle tre è nella corte dell'antico deposito, dove una volta, dopo la trebbiatura si provvedeva ad immagazzinare il raccolto in contenitori di pietra.
Si avvicina alla porta aperta... chiama.
-Martine...?-
Una figura appare sul vano, nel chiaro scuro...
-Oh... Haime... Martine non c'è...-
Una ragazza, no... una giovane donna.
Martine ha una figlia? pensa Haime.... non lo sapevo.
E cosa fa qui al suo posto?
La guarda con interesse... è bella.
Molto mediterranea. Il contrasto fra i capelli neri e la pelle candida la fa unica. Veste una specie di tunica nera che le lascia una spalla scoperta. Vede la pienezza del seno e subito immagina i due globi nudi. Candidi, pieni, seducenti.
Nota i suoi piedi, piccoli... da bambina.
Ricorda immediatamente le donne dai piedi di loto.
Può avere lei al posto di Martine?
Ma...? Cos'è quella luce ardente che ha negli occhi? Quei bagliori?
Cerca di capire.
-Spero che non sia successo qualcosa di grave...-
-Nulla di grave, Martine se ne è andata per sempre e ora ci sono io...-
-Come ti chiami...? Sei molto bella...-
-Sono Mahya... la figlia della luna, conosci il racconto, Haime? Sono una strega... ammalio gli uomini...-
Ancora Haime non capisce.
Ed è stranamente a disagio.
La guarda e si perde nei suoi occhi! Che gli succede?
-Sento i tuoi pensieri, Haime... mi vuoi avere? Puoi avermi.-
-Vuoi godere la mia carne giovane e soda? Prendila.-
-Sai... sono liscia come seta, calda come lava e ti darò piacere... oh... ti darò il piacere che ancora non hai conosciuto! Ma ti perderai, perderai ogni tua sicurezza. Se mi vuoi... prendimi... ma ti perderai...-
Haime ha, in quel preciso attimo, l'impressione di vedere la sua anima, una fiammella colorata, abbandonargli il corpo e dirigersi verso di lei e... lei prenderla.
Non ha più scampo.
Ma non vuole altro.
Il diventare suo. Essere suo per sempre. Diventare con lei una cosa sola.
E... dopo, la frenesia del possesso e il piacere diventato così intenso da segnarlo per sempre! I
Il suo seno, le cosce candide e lisce, la ferita color corallo della sua vagina, le labbra avide e morbide.
La lingua, oh... la lingua!
Poi?

Loro due...
Sudati e persi...
Incastrati...
Le unghie conficcate nella carne...
Uno di fronte all'altra...
E... i colpi su colpi...
Morsi...
Ansiti...
Gemiti...
Urla...
Divorarsi...
L'odore...
Forte...
Rivoli sulla pelle...
Sudore e il seme...
Ancora!
Nessun limite alla passione...
Solo istinto...
Prendersi ancora...
Senza smettere...
Voglie che devono essere placate e saziate...
Sentirsi vacillare la mente...
Dirsi...
Ancora!
ANCORA!
Per SEMPRE!
Fondersi infine in uno solo!

-Stanotte Haime... vedrai la mia pelle sotto la luce della luna, vedrai come sono bella! E' luna piena, usciremo nudi e balleremo nei campi...-
Haime l'ascolta...
Sa che ormai ha il suo nome inciso sul cuore...



MAHYA
per sempre

Tibet

(da sempretibet blog)

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