Triangolo familiare. Scene d'incesto da tre prospettive. La prospettiva di Giò

Scritto da , il 2017-09-12, genere incesti


Giò:

Mi guarda stupefatto mentre io rido e godo, un po’ perfidamente per la verità.
“La mamma… non ci posso credere…”.
“Così una sorella troia ci può stare, vero? Ma la mamma no… carino lui…”.
“Perché non me l’hai detto subito?”.
“Volevo sapere come andava a finire …”.
Mentre lui si sta rodendo l’anima, prendo a sistemare la stanza, pulisco il tappeto dalle tracce di sperma, vado in bagno a lavarmi.
Penso a come ho ceduto, con quale facilità, vero che ho goduto e molto... ma sapere che era mamma che lui desiderava? Ha stimolato la mia rivalità con lei... mi ha dato un motivo in più per lasciarmi andare.
L’ano mi brucia e mi prude, ma per averlo rifatto dopo diverso tempo il disagio è sopportabile.
Ritorno nel salone, mi rimetto gli slip.
Mi distendo sul lettino e mi assopisco, passa forse mezz’ora e sento una macchina arrivare nel cortile e poco dopo la voce della mamma dal salone.
“Ragazzi? Siete in casa?”.
“Siamo qui in giardino…”.
Ci raggiunge e si siede all’ombra.
“Vanni, portami qualcosa da bere… sii gentile…”.
“Giò, ho lasciato sulla tua scrivania una bozza di contratto…”
poi:
“Accidenti, Vanni che faccia che hai, che ti succede…?”.
Non attende la risposta, si alza e...
“Giò, vieni in camera con me, vado sulla barca dei Rossi, mentre mi preparo ti spiego…”.
La seguo, in camera si spoglia velocemente, butta tutto in un angolo e nuda si porta in bagno, nel frattempo continua a parlare, del contratto, di come l’ha ottenuto e dei vantaggi che ci porterà, eccetera…  
Mi parla dei contatti avuti con l'ingegnere Rossi, il titolare dell’azienda interessata.
Ad un tratto capisco chi era l’uomo di sabato, ma certo il Rossi… quel bell’uomo prestante… hai capito la mammina!!
Lei si sta passando una salvietta bagnata sul corpo, la esamino critica e la trovo un po’… come dire… formosa, ad esser pignola vedo anche qualche piccolo rilassamento… il seno per esempio… non so proprio come ha fatto quel cretino di Vanni a confonderci….
La interrompo mentre continua a dilungarsi sul contratto:
“Rossi… ma certo! Stavi con lui qui sabato scorso, vero?”.
Si gira e mi guarda stranita:
“Come fai saperlo? Non c’era nessuno in casa…”.
“C’era Vanni e ha visto tutto… e mi ha presa per te, pensava che fossi io che gemevo e gridavo mentre il Rossi mi faceva la festa…”.
“Oh no…! E poi…?”.
“E’ rimasto… per farla breve, non si è affatto scandalizzato ma si è eccitato come un mandrillo nel vedere quanto la sorella fosse puttana e ha voluto che …”.
“Continua…”.
“Voleva fare con me esattamente le cose viste sabato… le ha descritte così dettagliatamente che…”.
“Che… cosa?”.
“… Le abbiamo fatte…”.
“Cosa?! Con tuo fratello? Ma tu sei pazza! E poi non eri tu… perché non glielo hai detto?”.
“Te l‘ho detto, prima volevo coprirti poi mi sono eccitata e non ho più riflettuto… abbiamo fatto esattamente tutto come aveva visto…”.
“Giò, sei una puttana, …d’altra parte... lo sono anch’io. Ma tu sei anche perfida… sei sempre in competizione con me… sul lavoro… e fuori…”.
“Ho veramente cercato di coprirti… ma… Vanni si è accorto che non ero io e ora sa che eri tu la donna di sabato …”.
“Glielo avrai detto tu… con vero piacere…”.
“No, si accorto che mentre io nello scopare… gemo e parlo, tu... dice lui... urli e dai fuori di matta…”.
E’ vero, sono perfida e sto godendo mentre vedo mia madre imbarazzata.
Si veste, riempie un borsone di abiti, costumi e altre cose, il suo viso è serio e preoccupato.
“Viene anche la moglie in barca?”.
“Certo”.
“E come fate? Si, voglio dire… a fare qualcosa?”.
“Non so perché ti ascolto, …che importa ormai… la moglie partecipa al… gioco, è più… scatenata del marito e le piacciono i giocattoli…”.
La guardo incuriosita, ha una vita sessuale inaspettata, sapevo di suoi occasionali amanti, che fosse sensuale anche, tanto che penso di aver ereditato la sua sensualità, ma orge e scopate a tre…? Fortunata lei! A pensarci mi viene l’acquolina in bocca. Io, il Rossi me lo farei subito con o senza la moglie e i suoi attrezzi.
“Con Vanni cosa intendi fare?”.
“Che faccio? Ci devo pensare… ci parlerò, cercherò di spiegargli che è naturale che io abbia una vita sessuale…”.
“Ma questo lo sa! Lui desidera la donna di quel sabato sera… e vuole fare le stesse cose. Si è invaghito sessualmente di quella donna che ha visto e ora sa che sei tu!”.
“Ma ha scopato con te o no? Non gli è bastato? Non gli è piaciuto? Che cosa è successo…?”.
“Gli è piaciuto eccome ed è piaciuto anche a me! E’ un bel ragazzo, ben dotato e ci sa fare, ma lui vuole la donna che ha visto…”.
“Ci penserò. Ora devo andare…”.
Scendiamo assieme, in giardino non c’è più nessuno, così prende la sua macchina e parte.
Cerco Vanni, devo dire la verità, ho una voglia, un prurito, ma quel disgraziato non c’è, né in camera sua né in casa.

Così prendo la macchina e vado in città.

Tibet

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