L'uomo del treno

Scritto da , il 2017-09-05, genere sentimentali

Aveva un passo leggero e sfuggente... Come una gatta nera sfiorava le pareti dei palazzi...passava inosservata agile e sottile com era.
Dietro di lei solo un vento di profumo di vaniglia tradiva il suo passaggio. Più di una volta sorrise nel sentire qualcuno chiedere se ci fosse una pasticceria lì dietro tanto era gustosa quella scia.
Eppure a chi, era capitato di parlarci. Le era entrata dentro. E ci caddi anche io. Uomo vissuto, affannato, decisamente inaridito dal business.
La neve a Roma, la stazione in tilt, tutti i treni soppressi. Il nostro no.
Ero già seduto accanto a lei da qualche minuto, la freccia correva via ed il freddo dai piedi si stava sciogliendo. Mi rilasso finalmente. Già mi immaginavo a dover passare la notte in qualche triste albergo da solo. Un languorino. Ricordo solo ora che sono andato avanti a caffè oggi ho fame. Odore di lamponi e vaniglia. Mi volto finalmente. Avrei dovuto farlo prima.
Intravedo una caramella intera passare da un lato all' altro della bocca di questa misteriosa creatura al mio fianco. Sarà questo l odore di lamponi. Quando si deciderà a masticare questa dannata caramella, non le hanno detto che è pericoloso potrebbe andarle di traverso...
Non sopporto più questo rumore di carta craccare tra le sue dita affusolate.
Ci gioca, ne fa un anello ed ora una pallina.
Sono insofferente lo so, è la fame.
-Vuole una caramella?
Sorrido, chi porta delle caramelle a frutta in tasca? Una banbiba?
-Non mangio una caramella a frutta da anni.Grazie.
-Le porto sempre in borsa, per il viaggio.
Resto imbambolato, non mi pare voglia attaccare bottone eppure due frasi cordiali mi hanno scaldato le mani. È bella, come ho fatto a non vederlo prima. Due grandi occhi nocciola guardano fuori il finestrino che scorre troppo veloce per godersi il panorama. Sarà che non vuole farsi guardare. Capelli Bruni e lunghi mi solleticano la giacca lei li scosta più volte per non invadere il mio territorio e chiude gli occhi.
Capito il messaggio.

L arrivo del controllore la destadal suo finto riposo. Un bel ragazzo giovane, sicuramente suo coetaneo la guarda cordiale e sorridente lei ricambia. Perché a me non ha sorriso? Ma che Dico?
Ha un sorriso dolcissimo, direi infantile ed è il tramite per farmi osservare le sue labbra. Piene bellissime, non porta rossetto né altro per questo non sono giustsmemte valorizzate ma noto che ci sono cadute su 2 piccolissimi nei. Adorabili.
Mi faccio coraggio. Insomma mancano solo 40 minuti mica vorrà dormire.
-Va anche lei a Na?
-Si, è l unica fermata.
Penso "Stronzetta" ma dico: "infatti che domanda sciocca, fortuna che la sua caramella mi ha tirato un Po su sono senza forze"
"A chi lo dice sono con 2 caffè da stamattina e nn sono abituata, fortuna che a casa mi aspetta una bella cenetta...almeno spero."
Rido: il suo strano accento mi mette ALLEGRIA  e un Po di curiosità.
Cosa vorresti mangiare? Sono passato al tu.
-Guarda che la donna deve dare del tu per prima
(Stronzetta)
-Scusami è che potresti essere mia figlia.
-Padre, (stronzetta ironica) vorrei affondare in un mc Donald... il cibo spazzatura spazza via tutti i malumori. Le si illuminano gli occhi, non riesco a darle un'età.
Non mi vergogno a dire che non ci sono mai andato, ma questa sciocca conversazione è la più brillante che ho avuto negli ultimi mesi e non voglio farla sfuggire sembrando un vecchietto snob.
Continua dicendo: invece ora vado a casa e...squillo del telefono lei risponde, le si tira il viso è nervosa risponde in malo modo qualcosa che non sono sicuro di aver capito ma che immagino significhi che rimarrà digiuna.
Tutto Ok? Le chiedo. Forse troppo invadente.
Lei mi guarda ancora piena di rabbia, è bellissima, poi cambia espressione e mi dice" mi hanno paccato per cena, mi vuoi accompagnare al mc?
Incredulo.
Lei torna in sé. Scusa non è il caso. Scherzavo.
Non è vero che scherzava.
30 minuti dopo sono seduto su uno sgabello troppo piccolo per me, in un tanfo di frittura e sono l unico con scarpe da 1000 euro al piede. Lei si avvicina sorridente con un vassoio pieno di cartacce colorate,
Immagino ci sia del cibo lì dentro. Osservo la sua camminata. Non ha tacchi eppure cammina come se li avesse. Ha un corpo slanciato e mi pare di intravedere a ogni passo un lato b nientemale. Peccato che il suo maxi abito non sia d aiuto.
Si siede, mi guarda. Deve aver capito che nn ci sono mai stato. Sembro un fenicottero seduto al cinema.
Visto che nn sapevo cosa ti piaceva ho preso tutto.
Hai vuotato il conto in banca? Penso di essere simpatico.
-No, tanto non mi pagano.Gli stagisti campano di gloria non lo sai?.( Mi fa ridere)
Fine cena dobbiamo separarci. Io mi offro di offrirle il taxi. Lei mi dice che va a piedi. Ci salutiamo. Anzi, lei mi saluta. Con 2 baci sulle guance così svelti che non riesco a risponderle né a dire qualcosa e si dilegua.
Resto un attimo immobile a capire come ho trascorso  l ultima ora della mia vita. Sono stato travolto da una ragazzina. Ho negli occhi i suoi occhi scuri e nel naso odore di lamponi e vaniglia. Faccio una corsa la seguo. Non so ancora che fare, non mi faccio vedere dopo un paio di isolati apre la toppa di un portone. Un bel palazzotto antico. Svanisce.
Ho il cuore in gola. Non so se per la corsa o per quello che m frulla in testa. Se vado via non la rivedrò mai più. Se busso mi becco un ceffone o al peggio una denuncia.
10 nominativi sul citofono. Uno alla volta. Ma come si chiama? Non ce lo siamo detti.
Le prime 3 citofonate sono a vuoto. Alla quarta risponde lei: ei hai dimenticato di dirmi come ti chiami. Silenzio.
30 secondi e si apre il portone.
Nina.
Io sono...shhh...mi interrompe un indice sulle labbra. Tu sei l uomo del treno. Fammi compagnia stanotte.
Saliamo mani nelle mani. Entriamo in casa. Lei mi dirige in bagno. Una sala da bagno. Già scorreva l acqua bollente nella vasca, stava preparando già per sè, mi fa sedere su uno sgabello. Si spoglia davanti ai miei occhi. Meraviglia. Dea delle dee. Il largo vestito la abbandona per scoprire un corpicino esile ma con i punti giusti. Seno a coppa di champagne nell' intimo petrolio, un ventre piatto che conduce a gambe lunghe e piedi sottili.
Incantato e accaldato dalla visione e dal vapore.
"Ciao venere"
"Ciao Eros,Sei tu? Il mio dio dell' amore?"
In una sorta di gioco di ruoli mi porge la manina per farmi alzare. Mi spoglia. Con delicatezza come una madre. Mi lascia in intimo e mi abbraccia. Sfiorando col suo corpo il mio. Mi da le spalle. Con finta ingenuità appoggia il suo sedere sul mio membro..in una danza lo accarezza attraverso il suo solco. Sono impaziente. Vorrei prenderla con violenza ora. Mi sta tenendo sul filo. La giro di scatto e la bacio con passione i suoi capelli nelle mie mani e la sua lingua con la mia. I nostri respiri diventano affannosi. Mi sento catapultato a 20 anni fa al mio primo amore. Ci avvinghiamo e immersi nell' acqua calda e spumosa di una vasca vetrese entro in lei. Mia adorata creatura sconosciuta. La possiedo con profondità..lei mi abbraccia, gode della mia esperienza ed io del suo mistero...
In ginocchio in acqua ci baciamo come due vecchi amanti, siamo un tuttuno... sento la sua carne sotto le mie mani. Velluto i suoi fianchi, la scosto per osservarne la bellezza. I suoi seni schiumati spingono verso il bordo dell acqua. Assaggio i suoi piccoli capezzoli rosa e torno con la mente alla caramella a lampone di un ora fa. "Sei un miracolo" sento di essere all' apice del piacere e insieme raggiungiamo la goduria. La faccio uscire dall' acqua come una sposa. Prendendola in braccio e portandola sul letto per asciugarla.
La notte è lunga ed il mio viaggio ora sei tu.

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