Quelo che fai tu lo posso fare anche io

Scritto da , il 2017-08-29, genere bisex

Credo che non sia difficile scoprire quando si viene traditi dal proprio partner, se lo si vuole veramente scoprire. Io lo cominciai a sospettarlo fino ad averne quasi la certezza, mia moglie si approfittò della completa fiducia che avevo sempre riposto nei suoi confronti ma, seppur rimanendo in buona fede, incongruenze nei suoi racconti della giornata e altri strani comportamenti cominciarono a mettermi la pulce nell’orecchio.
Un giorno, tornando da una cena a casa di amici in cui l’argomento principale della serata fu l’infedeltà coniugale, approfittai della cosa e in macchina le chiesi :

“Senti, ma se tu avessi un altro me lo diresti o andresti avanti sperando che io non lo scopra mai?”

Lei mi rispose :

“Amore ma sei impazzito? Io non potrei mai avere un’altra storia, mi conosci e.. nel caso in cui anche solo dovessi pensarci ti assicuro che saresti il primo a saperlo”

Quel suo tentativo di rassicurarmi funzionò, li per li, ed in effetti per qualche tempo non notai più niente di strano nei suoi comportamenti o nei suoi atteggiamenti, il tarlo era però ancora presente nella mia testa e giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, cercavo di metterlo a tacere in tutte le maniere, talvolta riuscendoci e talvolta no. Era la quiete prima della tempesta, la verità mi arrivo diretta e improvvisa come un cazzotto in faccia.

“Paolo, ti va una birretta stasera?”

Era Gianni, il mio socio, abbiamo una ditta di installazione di antenne satellitari, quelle che servono per le pay tv, in 15 anni di lavoro insieme non me lo aveva mai chiesto e ne fui un po’ sorpreso ma allo stesso tempo incuriosito, anche perché me lo chiese con un tono dimesso, quasi timidamente.

“Una birretta? Beh, non me l’hai mai chiesto da quando ci conosciamo, che succede? Problemi con Marina?”

Risposi divertito. Marina è la moglie di Gianni, sapevo che più di una volta erano arrivati sull’orlo della separazione e immediatamente pensai che volesse un po’ sfogarsi, parlarne, cosa che comunque spesso facevamo sul lavoro.

“Beh, si, come sempre, ma non è per questo che te l’ho chiesto..”

Mi disse, il tono si fece più imbarazzato.

“Gianni è successo qualcosa? Problemi di lavoro? Se è per quella storia del commercialista ne abbiamo già parlato e sai che non ci sono problemi, ci conosciamo da tanti anni e…”

“No, no” Mi interruppe “Non è nemmeno per quello, dai ora devo andare, ci vediamo stasera verso le 9 in quel pub irlandese in centro, ok?”

Accettai. I suoi occhi guardavano ovunque tranne che incrociare i miei. Strano, pensai, non era da lui.

La sera ci vedemmo all’ora prestabilita, dopo un po’ di chiacchiere e qualche risata decisi che era giunto il momento di arrivare al punto, mi tenevo il dubbio dalla mattina.

“Allora, dai, sputa il rospo, so che mi vuoi parlare di qualcosa e non giriamoci tanto intorno”

Gli dissi. Non appena finii di pronunciare la frase il suo sguardo cambiò, smise di guardarmi in faccia e comincio a giocherellare con il boccale di birra, aprendo e chiudendo la bocca come a cercare il coraggio di parlare finché, con un filo di voce, mi disse :

“Paolo, vedi, so che non sono cazzi miei, so che farei meglio a farmeli i cazzi miei ma.. conosci la mia situazione con Marina e, sai, ci conosciamo da tanti anni, penso che tu faresti lo stesso per me..”

Gianni esitava.

“Eh, e quindi? Arriva al punto”

Lo esortai, perentorio.

“.. credo che Sara ti tradisca, non ne ho la certezza assoluta ma ti posso garantire che sembrava proprio lei..”

Un coltello mi trapassò un fianco, anzi, due coltelli gelidi mi trapassarono i fianchi, ebbi un conato di vomito.

“Che cosa? Gianni che cazzo stai dicendo? Sara non potrebbe mai fare una cosa del genere”

Mi resi conto che stavo urlando, mi guardai intorno per vedere se qualcuno si fosse girato.

“Paolo calmati, lo sapevo che l’avresti presa così, io non ho mai detto niente quando hai più volte dato a Marina della troia tra le righe, se prometti di non fare scenate ti racconto..”

Gli dissi di aspettare, finii la birra in un paio di sorsi e andai in bagno a pisciare, dopodiché mi lavai la faccia. “Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo” pensavo, sull’onda della rabbia, Gianni non è il tipo che racconta cazzate. Passai 10 minuti buoni a guardarmi allo specchio cercando di convincermi che avesse preso una cantonata, dopotutto conoscevo mia moglie. Tornando al tavolo ordinai un’altra birra, doppio malto.

“Eccomi, forza, vuota il sacco”

Dissi a Gianni, cercando di non lasciar trasparire nessuna emozione.

“Allora, la settimana scorsa sono andato a casa di un cliente a cui non funzionava più la parabola, beh, le solite cose, l’antenna si era spostata per il forte vento.. “

Gianni continuava a fare lunghe pause che mi stavano innervosendo parecchio.

“.. a un certo punto mi dice che voleva attivare l’abbonamento per “quei canali” , io ho capito subito che si riferiva ai porno e..”

Lo interruppi

“Cosa centra tutto questo con Sara? Vuoi dirmi che l’hai vista in un porno?”

“Aspetta, fammi finire. Questo tipo mi dice di non pensare male di lui, poi mi fa l’occhiolino e dice che in poche parole ha un’amichetta a cui piace guardarli con lui e imitare le attrici. Io ho pensato ovviamente che mi stesse raccontando una cazzata per giustificarsi, il vecchio porco, anche perché li voleva attivare tutti, anche quelli, insomma, uomini con uomini.”

Gianni esitò ancora, mi guardava come aspettando una conferma per poter continuare, la mia faccia vista da fuori doveva essere tra il disperato ed il comico, riuscii solo a dire:

“Hai detto vecchio?”

Riprese

“Si, un signore sui 60 anni, insomma, a un certo punto squilla il suo cellulare e lui mi fa, tutto contento : “Vede, quando si parla del diavolo”. Credo che si fosse accorto che non gli avevo creduto infatti a un certo punto ha messo il vivavoce e… “

Panico. Io restai ancora in silenzio

“Paolo, senti, mi dispiace dirtelo così, immagino come tu ti debba sentire”

“..Ed era Sara?” Chiesi.

“Si, ti ripeto, non ne sono sicuro al 100% ma la voce mi sembrava proprio la sua! Ora ti prego, non fare cazzate, io non ti ho detto niente. Non mi interessa se e come risolverai la cosa e non lo voglio nemmeno sapere, ti chiedo solo di non mettermi in mezzo, l’ho fatto solo perché ti considero un mio amico e come ti ho già detto penso che faresti lo stesso per me.. ”

Ora il tono della voce di Gianni si era fatto quasi spaventato. Io cercai di recuperare tutta la calma possibile e gli risposi :

“Si si ho capito, non so cosa pensare, ti assicuro comunque che non farò nessuna cazzata ne farò il tuo nome, ora vado a casa, ho solo voglia di dormire, la birra la offri tu, mi sembra il minimo”

“Non vuoi sapere cosa si dicevano?”

Mi chiese.

“No, non lo voglio sapere, sto per vomitare. Ci vediamo domani”

Me ne andai, lasciai Gianni da solo al tavolo. Cercavo di elaborare un piano d’azione : affrontare Sara a muso duro? Indagare per metterla con le spalle al muro? Esisteva ancora una possibilità su un milione che quella donna non fosse mia moglie ma dentro di me sapevo di averla beccata, la sensazione era fin troppo chiara.
Arrivato a casa mi buttai a letto, Sara dormiva già, passai la notte in bianco pensando al da farsi, alle prime luci dell’alba presi una decisione : se lo stronzo era nostro cliente avrei potuto reperire indirizzo e dati personali nel database dell’ufficio, decisi che prima di parlare a mia moglie volevo conoscerlo e affrontarlo, non in maniera aggressiva ma mostrandogli un grande disprezzo, non ci sarebbe voluto molto a farmi fare il nome da Gianni.

Così feci, torchiai Gianni per un paio d’ore la mattina seguente finché mi fece il nome del cliente di cui cercai poi immediatamente la scheda sul computer : il maiale aveva 63 anni, abitava appena fuori città e in effetti aveva l’abbonamento a ogni genere di canali porno. Mi faceva schifo lui, mi faceva schifo mia moglie, mi faceva schifo il mondo. Mia moglie, una bella figa trentacinquenne che se la fa con un vecchio bavoso, mi sentivo crollare il mondo addosso, oltre il danno anche la beffa. Disattivai un paio di canali hot dal suo abbonamento e aspettai che si facesse vivo. Chiesi espressamente alla segretaria di farmi chiamare sul telefono di lavoro nel caso si fosse fatto vivo il signor B. (lo chiameremo signor B.)

Due giorni, passarono solo due giorni, il vecchio non riusciva proprio a fare a meno di guardare porcherie, evidentemente. Squillò il telefono e una voce maschile, garbata nei modi, mi espose il problema, io gli risposi che purtroppo dal computer risultava tutto funzionante e che avrei dovuto effettuare un intervento direttamente a domicilio ma che, nel caso fosse stata nostra responsabilità, l’intervento sarebbe stato completamente gratuito. Presi appuntamento con il signor B. per la mattina successiva chiedendo a Gianni di sostituirmi con gli appuntamenti già presi, credo che avesse capito tutto ma fece finta di niente.

Arrivò mattino. Passai in ufficio per prendere tutta l’attrezzatura, Gianni mi pregò di nuovo di non fare cazzate, lo rassicurai nuovamente ed andai direttamente a casa del signor B.

Mi aprì un uomo brizzolato, curato, tutto sommato un bell’uomo, mi fece entrare, io scrutavo la casa per capire dove si fosse fatto mia moglie, cercavo di immagazzinare più dettagli possibili per poi poterlo rinfacciare a lei. Iniziai a far finta di controllare la parabola e poi picchiettai un po’ sul tablet per dare l’impressione di cercare di risolvere il problema.

“Ah ecco, ho capito, si sono disattivati solo questi due canali, mi faccia controllare l’abbonamento e glieli sistemo subito”

Lo informai.

Nel fare questo impostai il decoder su uno dei due canali disattivati, quello con il porno gay, in modo che dando il consenso comparissero direttamente le immagini, lo feci così, giusto per metterlo un po’ in imbarazzo. Pochi tocchi sul tablet e “tac” ecco che due maschioni intenti a fare le loro cose comparvero sullo schermo

“Oh, mi scusi, che imbarazzo, ma non si preoccupi, è il mio lavoro, non giudico nessuno, il mondo è bello perché è vario..”

Gli dissi in tono comprensivo, ero pronto a sferrare l’attacco ma volevo farlo cuocere un po’ a fuoco lento. Il vecchio rise.

“Ma chi vuole giudicare giovanotto, vede, alla mia età non si ha più vergogna di niente. Vuole sapere se guardo porno gay? Si, lo guardo, e non mi limito a quello, sono un uomo più felice da quando ho ampliato i miei orizzonti, sono un povero vedovo e non ho niente da perdere”

Mi disse, con tono pacato e quasi provocatorio, mi fece salire il sangue al cervello.

“Le piacciono anche le mogli degli altri?”

Mi uscì, mi scappò istantaneo come una scossa elettrica. Il signor B. rise di nuovo

“Il suo collega non sa proprio tenere un chicco di riso in bocca eh, scommetto che anche al marito della mia amica non dispiacerebbero questo genere di filmini”

Mi rispose, indicando lo schermo dove i due attori avevano incominciato a incularsi allegramente.
Era troppo, avrei voluto saltargli al collo e strozzarlo. Ero inginocchiato a rimettere a posto il decoder ed ero praticamente all’altezza del suo pacco, notai la sua vistosa erezione. Che vecchio porco. Improvvisamente pensai a mia moglie che si faceva sbattere da quel vecchio lurido e uno stato di eccitazione cominciò a prendere anche me, per qualche malato ragionamento pensai di provocare quel vecchio schifoso per poi rinfaccairgli quanto fosse meschino e depravato, avrei potuto dire a mia moglie che quel maiale si sarebbe fatto anche me.

“Beh, le confesso che anche a me non dispiacciono, sa?”

Gli dissi, guardando la forma del suo uccello che spuntava dai pantaloni. Il vecchio cambiò espressione, le sue pupille si dilatarono a dismisura e cominciò a toccarselo per qualche secondo.

“Ma dico, ci sta provando con me?” Mi chiese con tono lussurioso

“Lei che dice?..”

Risposi.

Mi resi conto di essere completamente in tiro e di stare perdendo lucidità, non ero più sicuro di sapere fino a che punto mi sarei spinto, quella perversa voglia di vendetta mi aveva annebbiato completamente i sensi. Era come se mi vedessi dall’esterno.
Il vecchio si slacciò i pantaloni e se lo tirò fuori menandoselo lentamente, puntava dritto verso la mia faccia, rimasi sorpreso del fatto che un uomo della sua età potesse essere così in tiro. Un acre odore iniziò a pervadere la stanza, aveva un cazzo di tutto rispetto, un po’ più grande del mio che già non sono messo male, mi colpì la cappella decisamente sproporzionata rispetto a tutto il resto, io ero come ipnotizzato dal movimento della sua mano, ero combattuto tra l’alzarmi e tirargli un pugno in faccia o continuare quel gioco malato. Quella sua sfacciataggine mi faceva una rabbia nera ma allo stesso tempo scatenava qualcosa in me che fino a 10 minuti prima non avrei nemmeno pensato di poter provare.
Il signor B. non mi diede il tempo di prendere una decisione, allungò l’altra mano dietro la mia nuca e mi spinse la testa verso il suo cazzo in attimi che mi parvero interminabili finché le mie labbra non toccarono la sua cappella. Altri attimi interminabili, pensai “fanculo, voglio essere più troia di mia moglie” aprii la bocca e lo lasciai entrare. Iniziai a succhiarlo con foga, immaginavo mia moglie che lo faceva, immaginavo di essere mia moglie mentre lo faceva, ero eccitato come forse mai prima e senza rendermene conto iniziai a mugolare e a sbattermelo in faccia con la mano, il sapore del cazzo di quel vecchio mi faceva talmente schifo da farmi sentire veramente un animale, sbagliato, contro natura, ma proprio per questo mi eccitava.

“Ci sai fare, giovanotto, sei proprio bravo” Mi disse, con la voce rotta dal piacere. D’un tratto mi diede del tu.

“Più della troietta che ti sbatti? “ Gli chiesi senza smettere di succhiarlo.

“Oh si si, sei bravissimo, anche se devo ammettere che lei è una troia senza paragoni”

Cominciai a sospettare che il vecchio sapesse ma a sentire quelle parole persi completamente ogni freno inibitorio. Mi staccai dal suo cazzo, mi calai di botto i pantaloni e mi misi a culo all’aria sul divano.

“Dai, fammi vedere come te la scopi quella troia, voglio sentirmi più troia di lei”

La mia cappella gocciolava dall’eccitazione, sentire la mia voce che diceva quelle cose, immaginare che starei stato scopato dal cazzo che aveva scopato mia moglie mi aveva trasportato in un’altra dimensione. Con l’agilità di un ventenne anche il vecchio si liberò dei pantaloni, prese un preservativo da un cassetto e lo indossò, poi si avvicinò a me e senza smettere di masturbarsi si sputò sull’altra mano bagnandomi prima il buco poi la punta del suo cazzo. Iniziò con un dito ad entrare in me, prima piano piano, subito dopo credo ne introdusse un altro o altri due, io non capivo più niente, ero nelle sue mani. Dopo quella “formalità” lo sentii appoggiarsi con la cappella sul mio culo, stava per succedere.

“Al 3” Mi disse “1, 2… 2 e mezzo” Nel dire ciò dava delle spinte che facevano entrare qualcosa, non potevo vedere ma mi sentivo aprire, dilatare, avevo una paura fottuta del 3 ma allo stesso tempo non desideravo altro.

“3”

Lo sentii scivolare tutto dentro, non provai neanche troppo dolore, restai senza fiato. Si fermò per qualche secondo per darmi il tempo di abituarmi, ci sapeva fare il vecchio porco, chissà in quanti culi era stato quel cazzo. Mi sentivo mia moglie, un misto di forte rabbia ed eccitazione primordiale mi pervadeva dalla testa ai piedi, volevo che mi punisse come aveva punito lei. Iniziò a muoversi, gradualmente, più si muoveva più mi piaceva, cazzo se mi piaceva, 1 colpo, 2 colpi, 3 colpi.. me lo piantava in culo con una veemenza da porno attore, mi sentivo completamente in suo potere, credo che non arrivò nemmeno al decimo colpo quando sentii che stavo per venire, senza toccarmi. Fu un orgasmo incredibile, devastante, lungo ed intenso, me ne venni sporcandogli oscenamente il divano, il vecchio se ne accorse e quando i miei lamenti si affievolirono uscì da me, si sfilò il preservativo e mi disse:

“Vuoi davvero vedere come la tratto quella troia?”

Credo fosse una domanda retorica perché senza aspettare una risposta mi girò con forza e mi spruzzò completamente sulla faccia e il petto, ero ancora così sconquassato dall’orgasmo appena provato che non ebbi la forza di reagire. Il vecchio si buttò sul divano accanto a me e restammo qualche minuto in silenzio col fiatone cercando di ricomporci.

“La c’è il bagno se vuoi darti una sciacquata” Mi disse indicando il corridoio.

Io risposi semplicemente “Grazie” e mi alzai. Una volta in bagno mi guardai allo specchio e vidi uno spettacolo raccapricciante : la mia faccia stravolta sporca dello sperma di un altro uomo. Mi feci schifo, poi ripensai a mia moglie, ripensai che probabilmente anche lei si era vista in quello specchio nelle mie stesse condizioni. Di nuovo rabbia, di nuovo eccitazione. Mi pulii.
Uscii dal bagno e tornato in salone trovai il signor B. intento a prepararsi la pipa.

“Beh, i canali funzionano, ovviamente si è trattato di un disguido tecnico per cui l’intervento è gratuito..”

Gli dissi.

“Vorrei anche vedere giovanotto, anzi, forse dovresti tu qualcosa a me visto come ti sei divertito..”

Mi rispose, quasi canzonandomi. Mi vergognai un po’.

“Arrivederci” Lo salutai senza guardarlo in faccia.

“Arrivederci” replicò.

Me ne andai, telefonai a Gianni e gli dissi che non mi sentivo molto bene e che mi sarei preso il pomeriggio. Gianni mi chiese se fosse tutto apposto, chiaramente alludendo alla visita a casa del signor B. , io lo rassicurai e me ne andai a casa aspettando il ritorno di mia moglie. La resa dei conti era vicina.

Sara tornò nel pomeriggio, mi trovò sul divano con lo sguardo vacuo, quasi non la salutai. Mi chiese due o tre volte cosa avessi, io non risposi, aspettai che andasse in cucina.

“Sai, mi sono fatto il tuo amante” Le dissi cercando di essere il più naturale possibile.

Sentii un rumore di piatti rotti, Sara corse in soggiorno e mi guardò con l’aria di chi sa di averla fatta grossa, forse però non aveva capito a fondo il concetto.

“Mi sono fatto il tuo amante” Insitetti.

“Paolo, cosa, come, cosa stai dicendo? Quale amante?” Mi disse, in preda al panico.

“Smettila, il signor B, pensavi che non lo sapessi? Beh, è un mio cliente, oggi sono andato a casa sua e mi sono fatto scopare come fa con te, la troia che sei. Gli piacciono anche gli uomini lo sai? Quello che fai tu lo posso fare anche io”

Sara diede in escandescenza, litigammo tutta la sera, ci rinfacciammo ogni minima cosa rinfacciabile successa nei 10 anni che ci conoscevamo, di cui 6 da sposati. Urla, pianti, scenate isteriche, mi aspettavo di sentire bussare la polizia da un momento all’altro. Sfiniti ce ne andammo a letto.
Durante la notte mi svegliai eccitato come un adolescente, guardai Sara che dormiva di schiena, le diedi un morso sul collo e le infilai la mano nelle mutande, senza tanti complimenti. In un nanosecondo mi saltò addosso e scopammo come non avevamo mai fatto prima.

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