L'amore a doppio binario

Scritto da , il 2017-08-19, genere tradimenti

Quando Renzo era giunto a casa con il suo amico Amerigo, io ero piuttosto discinta. Indossavo una corta T-Shirt bianca, e uno slip dello stesso colore, tragicamente trasparente. “Potevi avvertirmi che non tornavi da solo, amore: mi sarei messa addosso qualcosa di più coprente … ” mi ero lamentata. “ Perché mai Miriana? Io non mi scandalizzo, sai ? ” era intervenuto Amerigo lanciandomi un sorriso a trentadue denti. “ Inoltre un corpo come il tuo, è un peccato nasconderlo dentro degli indumenti ” aveva continuato, impavido, mentre il mio uomo armeggiava in un cassetto della sala alla ricerca della tessera per andare allo stadio. “ Non devi assolutamente preoccuparti, tesoro, lui è diversamente femmina …; non corteggia le donne ” aveva detto Renzo, mentre si metteva l’abbonamento in tasca. Poi mi aveva baciata teneramente in bocca ed era uscito con lui per andare allo stadio, lasciandomi lì sola a sbrigare le faccende domestiche. Dopo qualche minuto, ho sentito suonare alla porta. Indossata una specie di vestaglietta, sono andata ad aprire e mi sono trovata davanti nuovamente Amerigo, l’amico di Renzo. “ Cos’è successo? ” le avevo chiesto, preoccupata. “ Nulla di allarmante, Miriana. Non preoccuparti. E’ soltanto che ho perso la mia tessera o forse l’ho dimenticata a casa, e visto che abito lontano da voi, vicinissimi allo stadio, mi sono accordato con Renzo per vedere alla tv con la vostra --card premium--, la partita, qui da te, se non ti dispiace, ovviamente ” mi aveva riferito. “ No, non mi dispiace affatto ” le avevo detto porgendogli la scheda televisiva privata e poi ricominciare a levare la polvere lì nel salotto, dove avevo iniziato prima che lui suonasse. Per essere più libera, mi ero levata la leggera vestaglia restando con la T-shirt e slip, tanto non avevo nulla da temere da parte di Amerigo, visto che a lui interessavano gli uomini. Ad un certo punto, stanca, mi ero seduta su una poltrona per riposarmi un po’, e fu proprio in quel momento che mi ero sentita osservata. Ma appena avevo alzato lo sguardo, gli occhi di Amerigo, dalle mie cosce si erano trasferiti velocemente sullo schermo del televisore e non si erano più spostati dal monitor dove trasmettevano la partita. “ Probabilmente, mi sono sbagliata! ” mi ero detta , e avevo ricominciato a pulire, facendo attenzione di fare il minor rumore possibile. Per la seconda volta mi ero sentita il suo sguardo addosso, ma quando mi ero girata, lui stava nuovamente fissando il monitor con il più completo interesse. Convinta che lui mi avesse sicuramente spiata, avevo finto di essere stanca, mi ero seduta al suo fianco, sul divano e: “ oh, come sono stanca …! Mi devo riposare un attimo ” le avevo detto, e poi mi ero distesa appoggiando le gambe sulle sue, il più possibile vicine al suo inguine, strusciando i miei polpacci come se stessi cercando la posizione ideale. Un attimo dopo, il suo membro era cresciuto in modo sproporzionato sollevandomi addirittura le gambe. -Alla faccia del diverso!- Aveva subito allungato le mani e incominciato, con una, a rovistarmi il pube, mentre con l’altra mi palpava il seno che, per coerenza, mi si era indurito ed aveva incominciato a secernere umori incontenibili. Purtroppo, io a certi stimoli improvvisi non ho mai saputo negarmi, perciò, lasciai che continuasse come meglio credeva, consapevole che ormai nulla avrebbe più fermato la mia avidità sessuale. La sua prestazione era stata sublime, una delle più belle e appaganti che io avevo provato. Anzi mi ero persino prefissa che in futuro avrei cercato altri gay, se assieme a loro voleva dire godere in quel modo stupendo. Per prima cosa mi aveva leccata tutta, dalla testa ai piedi, soffermandosi persino sotto le ascelle,fra le dita dei piedi per poi salire fra le mie cosce e contornare la mia vagina senza entrare nemmeno con la lingua; azione che m’aveva fatto impazzire per il protrarsi dell’attesa. Quando poi si era dedicato al mio clitoride, l’aveva fatto in un modo strabiliante, tastandolo con la lingua e massaggiandolo con le labbra o mordicchiandolo leggermente coi denti mentre le sue dita si immergevano dentro di me senza trovare ostacoli di sorta o dinieghi. L’apice del piacere però l’avevo gustato quando, lui, dopo avermi denudata completamente, mi aveva montata come se fossi stata una giumenta, eruttandomi dentro una colata lavica bollente che sembrava non finire mai; e poi mi aveva girata, si era avvicinato al mio viso e mi aveva ordinato di nettarglielo con la lingua. Purtroppo, il tempo era stato traditore. Era trascorso così velocemente senza avvisarci, tanto da farmi trovare ancora con la carne in bocca da Renzo quando era tornato dalla partita. Anche se lui era solo il mio compagno del momento, senza vincoli seri, nell’intimo ero comunque dispiaciuta di essere stata sorpresa con un altro uomo. Ma in parte, la colpa di ciò era anche sua che aveva spacciato il suo amico per gay quando, invece, nel confronto, era persino meglio di Renzo a fare sesso. “ Io ti avevo detto che era gay soltanto per non farti sentire impacciata … ” confessò, scuro in volto. “ Allora, l’aver dimenticato la tessera, era soltanto una scusa? ” chiesi ad Amerigo, che nel frattempo si era rivestito . Lui, annuì con il capo, senza aprire bocca. “ E tu, da vacca che sei, ne hai subito approfittato !? ” mi aveva insultata Renzo. “ E magari, adesso, mi vieni a dire che volevi redimerlo, riportarlo sulla retta via, e che non hai sentito niente …? ” aveva seguitato. Ero in torto marcio, non lo nego, ma non sopportavo che il mio Renzo mi trattasse come se fossi una cosa di sua proprietà. “ Invece non ho pensato affatto a redimerlo ma solo a farmi scopare, essendo una vacca, come dici tu. E ti dirò di più: mi è piaciuto da morire, persino di più di quando io faccio l’amore con te. E vuoi sapere il motivo di questo? Perché lui non è un coniglio che fa zun-zun- e si gira per mettersi a dormire …! Mi ha trattata come se io fossi stata uno strumento raro; prima mi ha accordata e poi suonata con la massima bravura e competenza, al pari di un maestro d’orchestra ”. Se il mio convivente non mi ha dato uno schiaffo in risposta alle mie parole, forse è solo perché non le ero così vicina. “ Dai, ragazzi, non litigate. Sono cose che accadono e che si possono recuperare ” era intervenuto il finto gay, Amerigo. “ Tu taci! Sei l’ultimo che può parlare. Sei uno sporco traditore ed ora pretendi anche di fare da paciere? ” gli aveva poi detto Renzo, lanciandogli un’occhiata schifata. “ I miei tradimenti, se proprio vogliamo dire la verità, mio caro amico, riguardano soltanto me, nel senso che non avendo nessuna moglie, fidanzata o compagna, faccio del male soltanto ad un amico fedele alla sua donna, cosa che non ti riguarda certamente, visto che a te ho passato molte delle ragazze che mi scopavo, e che a volte scopavamo anche insieme ” lo aveva smascherato Amerigo, lasciando sconvolto lui, per le rivelazioni del suo amico, ma anche me, che da quando mi ero unita a lui, non avevo più cercato nessuna avventura sessuale. “ Guarda, guarda, il mio fedele consorte …! E hai il coraggio di darmi della vacca. Come dovrei chiamarti io, porco? Scordatelo perché tu non hai nulla del maiale, ma piuttosto del coniglio, e con l’attributo sotto la media, pure!” Mi ero sfogata, rabbiosa. Poi, rivolgendomi ad Amerigo, avevo chiesto quante donne gli aveva passato. “ Beh, ora non saprei dire. Però ricordo con precisione le donne che abbiamo scopato insieme: quattro, tre giovani e una sui cinquanta, ma che ci ha soddisfatti molto di più delle tre ragazze, più o meno della tua età ” aveva detto. Quell’ultima sua dichiarazione mi aveva fatto venire in mente una bollente vendetta; e cioè, l’avrei punito istantaneamente. “ Fammi poi sapere di preciso quante ragazze gli hai passato, così vedrò di rendere pane per focaccia. Per quanto riguarda quelle che avete scopato insieme, possiamo rimediare subito …! ” le avevo detto, avvicinandomi subito ad Amerigo, il quale, anche lui preso di sorpresa, era rimasto di stucco e aveva subito passivamente il mio intimo approccio, le mie mani sbottonargli i pantaloni, tirarglielo fuori di nuovo e prenderglielo in bocca. “ se Renzo vuole partecipa, altrimenti la prossima volta, porta un amico tuo Amerigo, che facciamo faville ” le avevo suggerito, ad alta voce, in modo che, entrasse bene nelle orecchie del mio convivente. Certamente, la rabbia non l’aveva eccitato, ma, sicuramente, per scongiurare che il suo amico portasse una terza persona, si era spogliato e avvicinato a noi che già eravamo lunghi e distesi a terra agganciati in un pregevole cunnilinguo. Ovviamente, l’intenzione di Renzo, era di farmela pagare e, cosa mi poteva fare se non l’atto sessuale che può essere doloroso sempre, anche se non sei più vergine dietro, se non viene preventivamente inumidito con saliva oppure con una crema anti attrito? Infatti, la sua violenza, fu parecchio dolorosa. Era entrato nel mio ano senza prepararmi all’impatto, affondando in me come fosse stato un dardo rovente, senza però ottenere un mio minimo lamento. Non volevo dargli la soddisfazione di avermi inferto della sofferenza, anzi, gemevo allo stesso modo di quando godevo l’orgasmo, come quello che mi stava procurando Amerigo con la sua magica lingua. In seguito, si erano cambiati di posto, presa con delicatezza o con prepotenza seguendo i miei mugolii più volte, fino a quando, entrambi spossati, si erano addormentati sui divani, mentre io, dopo una doccia ristoratrice, me ne ero andata a letto semi soddisfatta. Il giorno seguente, mi ero alzata senza ricordare nulla del giorno prima. Si era poi chiarito tutto quando ero andata in salotto, dove avevo trovato i miei due spasimanti che discutevano animatamente, contendendosi la mia persona, come se io fossi una vacca da vendere al mercato degli animali, contesa fra due ricchissimi fattori. “ Posso dire la mia? ” intervenni, determinata a dettare le mie volontà. “ Stavo dicendo ad Amerigo che deve sloggiare. Che ha avuto ciò che voleva per la prima ed ultima volta …! ” aveva chiarito Renzo, con una certa altezzosità, come se fosse padrone di me e della nostra casa, la quale, in effetti, era intestata solo a lui. “ Bene, allora, andiamo pure, Amerigo. Io vengo a casa tua, visto che Renzo ci caccia ”. Avevo subito minacciato. “ Io non intendevo mandare via te, Miriana, ma soltanto lui ”. “ E no, mio caro. Ti sei scordato che sei in debito con me di altre tre scopate doppie …? Ieri ce n’è stata soltanto una e intendo godere delle altre al più presto ” le avevo rinfacciato, ricordandogli che, non avrei avuto problemi a rimpiazzarlo. “ Okay, facciamo come vuoi tu, ma promettimi che dopo ricominceremo a fare una vita normale, soltanto io e te ” mi aveva chiesto. “ Poi vedremo ” avevo risposto, sorridendo ironicamente. Forse, lui aveva dimenticato le altre donne con le quali mi aveva tradita. Io assolutamente no, e l’avrei ripagato allo stesso modo, anche la cosa mi avrebbe fruttato certamente l’appellativo di baldracca.

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